Il friggitore di gnocco del mio paese ha esposto un cartello: “un pezzo di gnocco non costa più 0.40 centesimi ma 0.70 a causa del rincaro delle materie prime”. Si tratta di un rincaro del +75% per un bene alimentare che per quanto prelibato è pur sempre vile. A fronte del mio stupore lui si è giustificato dicendo che costa tutto il doppio, dalla farina all’elettricità e lui non può fare altro che aumentare i prezzi di conseguenza. Ecco perché crolla Wall Street: perché se tutti avevano scommesso da bravi economisti come tratteggia il grafico che segue che l’inflazione negli USA si sarebbe prima o poi calmata nel corso del 2022 pur rimanendo sopra il 2%:
Fino a qui i compitini dei bravi economisti. Purtroppo l’esercizio conteneva un errore e gli economisti si sono persi in un bicchiere d’acqua. L’inflazione dipende dal Covid come dimostra il grafico che segue e se un giorno ti dicono che arriva la variante Omicron e negli Usa hai 100.000 contagiati al giorno e 1000 morti il castello di previsioni diligentemente fatte cade fragorosamente (la freccia rossa indica l’andamento dell’inflazione Covid sensitive:
Io sto parlando degli USA ma la situazione in Europa ed in Italia è esattamente la stessa: l’inflazione in Italia dati Istat su base tendenziale novembre 2021 (adesso la chiamano ufficialmente “su base annua” ovvero novembre 2021 / novembre 2020 dopo aver predicato nel vuoto che non li capiva nessuno con “tendenziale” e “congiunturale” per 50 anni …) è del 3.8% ovvero significa che una mia vecchia zia che ha 110.000 euro sul conto corrente ad una remunerazione tutto sommato dignitosa fino a pochi mesi fa non essendoci nessuno vincolo su quei soldi dello + 0.50% ogni anno senza tenere conto delle tasse si mangia il 3.3% del capitale. Il ragionamento è lineare: i mercati temono l’inflazione e l’inflazione è figlia del Covid e se il Covid continua aumenta l’inflazione. Ma se aumenta l’inflazione non possono certo calare le azioni e gli immobili perché sono asset reali che reggono all’urto dell’aumento dei prezzi. Quindi la conclusione è che il ribasso di questi giorni non è definitivo cioè non dovrebbe essere un fine corsa. Non so se ci sarà il rally di Natale, il sentimento è che ci sarà, ma so che finché non cambia la scena gli attori sono gli stessi e quindi non ci possiamo discostare molto da quello che è successo finora. Di solito quando i prezzi dell’SP500 lambiscono la media mobile a 50 giorni e abbiamo una discesa dei prezzi intorno al 30% i “deep buyers” iniziano a comprare e mi sa che qui ci siamo: se guardiamo l’SP500 vediamo che si è appoggiato alla precedente resistenza diventata supporto e le chiusure fanno fatica a discostarsi l’una dall’altra ovvero abbiamo trovato un’area di attrito:
Sul nostro indice Ftse All Star le due trendline che passano sotto la curva dei prezzi sono ancora intonse e i prezzi si stanno addensando sopra la prima trendline rialzista che sarebbe un ottimo punto per il rimbalzone di Natale: