ASML inevitabilmente ha sprintato, data la fame di semiconduttori. L’attenzione si sposta tuttavia su un titolo francese al centro di tante polemiche anche in Italia. Leggeteci e vi diciamo chi è.
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È quasi scontato il nome di chi ha vinto in performance da inizio anno sull’Eurostoxx: si tratta dell’olandese ASML, azienda high tech leader mondiale nella fornitura di attrezzature altamente specializzate per la produzione di semiconduttori. Data la fame che c’è a livello globale per questi ultimi è evidente il “devastante” impatto di domanda per gli specifici equipaggiamenti industriali prodotti da ASML (Borsa di Amsterdam) e quindi l’effetto leva determinatosi per la relativa azione. I numeri confermano il tutto.
Prestazione da inizio anno |
+76,0% |
Range 52 settimane |
394,7 – 777,5 euro |
Quotazione (chiusura ieri) |
713,1 € |
P/e ratio |
51,4 |
Dividend yield |
0,50% |
Valutando oscillatori tecnici e medie mobili il titolo si trova in una situazione di “strong buy” ma se lo si analizza graficamente su base per esempio mensile qualche dubbio in merito appare più che legittimo. Ha forza fin che si vuole ma dall’Olimpo di solito si cade o nel migliore dei casi ci si resta solo per qualche tempo.
ASML andava messo in portafoglio a fine 2020? Certamente ma allora in molti pensavano che l’occasione fosse bruciata! Lo stesso errore lo si commette ora? Con quel P/e a 51,4, che qualche fonte stima ancora più alto, la prudenza è un obbligo, sebbene valutando l’intera industria dei semiconduttori ci si renda conto che non è ratio da record. Anzi!
Il vincitore dell’Eurostoxx è quindi lampante. Merita tuttavia attenzione la storia di Borsa del “relativamente” perdente e molto discusso gruppo francese Vivendi, guidato da Vincent Bolloré: da inizio anno ha guadagnato solo l’11,5%. Il debole di oggi sarà il vittorioso di domani? Può darsi ed è quindi a questo titolo che dedichiamo un po' di attenzione in più.
Sorprende comunque il fatto che l’azione di un big che si atteggia a salvatore di aziende in difficoltà (Tim o Telecom Italia che dir si voglia) non stia brillando in Borsa. I motivi li possiamo riassumere in quattro punti.
Le prospettive di crescita dei ricavi sono basse per i prossimi anni: lo sostiene Standard & Poor’s |
La valutazione viene considerata elevata dati i flussi di cassa generati |
I target degli analisti specializzati su Vivendi sono inferiori rispetto alle quotazioni in corso |
Il p/e ratio (11,3) è alto malgrado la debolezza del titolo |
Il settore di appartenenza – quello televisivo e dei media in generale – appare troppo fiacco nella fase in corso per offrire prospettive di rilancio dei business. Ciò non esclude che malgrado tutto l’azione Vivendi – pur fra fasi altalenanti – sia inserito in un trend rialzista di lungo termine, che da minimi di 5 € del 2012 l’ha portato oltre i 13 € per poi correggere agli attuali 12 €. Poca cosa certamente rispetto alle performance di altri componenti dell’Eurostoxx 50 e del Cac 40 ma i motivi sono evidenti e li abbiamo appena sottolineati.
Occorre ciò nonostante sottolineare che nella faretra di Vivendi ci sono due frecce ancora da scoccare.
Una si chiama Tim, su cui la società francese (primo socio con il 23,8% del capitale) è molto attiva nel contrastare l’offerta non vincolante della statunitense Kkr, in una situazione in cui nessuno intende mollare la presa.
L’altra riguarda il lancio dell'Opa sul gruppo Lagardère entro febbraio 2022. Impadronendosi di quest’ultimo, Bolloré rafforzerà il suo impero mediatico prendendo il controllo in particolare della radio transalpina Europe 1, del Journal du Dimanche, del magazine Paris Match e della casa editrice Hachette. Marchi, questi, che si aggiungeranno agli asset di Vivendi, tra i quali Canal+, la rete all news Cnews e la casa editrice Editis.
Nel 2022 Vincent Bolloré infine lascerà presumibilmente la guida del gruppo ai figli.
Di qui probabili evoluzioni della gestione di Vivendi, su cui si scommette anche in Borsa dopo la quasi stasi degli ultimi tempi. Ecco perché invece di parlarvi della star olandese ASML oggi abbiamo dedicato più spazio all’azione francese. Che potrebbe sorprendere nel 2022, malgrado i tanti punti deboli evidenziati. Il mercato però di tanto in tanto si distrae e guarda ad altro.