SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.
CHE RIMBALZO !!
Nella settimana appena trascorsa il mercato azionario USA ha recuperato interamente la correzione di inizio Dicembre praticamente in 2 sedute (6 e 7 Dicembre). Un tempo era usanza dire che la borsa saliva per le scale e scendeva con l'ascensore, a indicare che le discese erano più brusche della salita. Recentemente i mercati ci mettono molto più a scendere che a salire e l'inizio della settimana appena trascorsa è assolutamente esemplificativo di questo nuovo trend.
Gli investitori stanno metabolizzando tutto, dall’inflazione che galoppa a ritmi record, al “ta-pering” più aggressivo che la FED promuoverà nella riunione del FOMC della prossima set-timana, all’aumento dei contagi anche se, stando alle ultime dichiarazioni, la variante Omicron se da un lato è più contagiosa della Delta sembrerebbe essere meno pericolosa per l’organismo con gli attuali vaccini che presentano una buona efficacia in attesa dei nuovi.
Bisogna dire che effettivamente la correzione del Ringraziamento aveva totalizzato letture significative in termini di forza dei flussi di vendita e sentiment pessimistico, insoliti per una correzione di nemmeno il 5%. Il greed & fear index era arrivato a 25, pressoché il minimo dell'anno. Il NYSE Up volume (% dei volumi che è rappresentato da azioni che salgono) aveva visto la sua media a 10 giorni scendere al 33%, un livello pari al secondo percentile dal 1961, secondo il database di Sentimentrader.com. In 2 sedute, il 26 e il 30 novembre, il NYSE Up Volume è andato sotto il 10%. Si tratta di letture da capitolazione che solitamente producono rimbalzi. Ma che, de facto, solitamente seguono correzioni un po' più lunghe e profonde. Il rimbalzo che ne è seguito è stato fortissimo: basti pensare che in 3 giorni su 4 il NYSE Up volume è stato superiore all'80%. Questo tipo di forza viene definito "breadth thrust" e il backtest mostra che è un evento piuttosto raro e solitamente foriero di forza a medio termine, molto sopra la media. Come si vede dal seguente grafico, questi "thrusts" avvengono dopo significative correzioni, in grado di creare i presupposti per violenti rimbalzi. Solo nel 2006 ne è avvenuto uno in una fase di apprezzamento (e infatti la performance a 2 mesi è stata scarsa). In questo caso siamo in pieno bull trend e come tale questo è un thrust atipico. Sentimentrader ha riportato le condizioni del backtest per aumentare il numero delle osservazioni del campione e renderlo più significativo, e le conclusioni non cambiano, anzi, migliora la performance media sul breve
Per quanto riguarda i catalyst di questo rimbalzo, il principale è sembrato essere l'affermarsi della sensazione che effettivamente la variante Omicron sia caratterizzata da sintomatologia più lieve anche se il livello di contagiosità sembra molto più elevato della Delta cosa che sta facendo scattare ulteriori misure di contenimento, per esempio in UK (vero Boris Johnson ? Il lupo perde il pelo ma non il vizio e ora pagate le conseguenze !)
Passando alla politica monetaria, venerdì scorso è uscito l’importante dato sull’inflazione (CPI) che ha stampato un + 6,8% su base annua proprio come nelle previsioni che lo colloca come il tasso di aumento più rapido dal 1982 (v. grafico):
Mentre il CPI core, eliminando tutto ciò che riguarda le spese giornaliere, è aumentato del 4,9% su base annua, il livello più alto dal 1991 (v. grafico):
Sono aumentati sia i costi dei beni che dei servizi, così come i prezzi dei generi alimentari e dell'energia (v. grafico):
I prezzi del settore auto e camion usati è aumentato del 2,5% nel mese, lo stesso aumento di ottobre. I prezzi per i nuovi veicoli è aumentato dell'1,1% a novembre dopo un aumento dell'1,4% a ottobre (v. grafico):
I prezzi degli affitti, che rappresentano circa il 40% del CPI principale, continuano a salire alimentando un aumento del costo della vita L’aumento annuale degli affitti richiesti per i nuovi contratti di locazione ha raggiunto il 13,9% a novembre, mentre i prezzi degli affitti sono aumentati dello 0,4% a ottobre e di un altro 0,4% a novembre. Questi aumenti hanno portato l’inflazione degli affitti su base annua al 3% a novembre, ancora al di sotto del tasso pre-pandemia ma in aumento rispetto all′1,9% di luglio.
Anche i prezzi per i mobili e dei prodotti per la casa è aumentato a novembre, salendo dello 0,8 per cento, lo stesso aumento di ottobre. L'indice dell'abbigliamento è aumentato dell'1,3% a novembre dopo essere rimasto invariato a ottobre. L'indice delle tariffe aeree è aumentato a novembre, salendo del 4,7% dopo il calo degli ultimi mesi.
Quindi dal Presidente Powell e dai membri della FED è già stato segnalato un aumento del “tapering” nella prossima riunione del FOMC di dicembre, situazione che dovrebbe mettere in condizione la FED di alzare i tassi già a metà dell'anno prossimo.
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato giovedì e ha inviato al Presidente Joe Biden il primo dei due progetti di legge necessari per aumentare il limite di 28,9 trilioni di dollari del governo federale e scongiurare un default senza precedenti. I democratici del Senato giovedì si sono assicurati abbastanza voti dei GOP per elevare il debt ceiling con una maggioranza semplice, aggirando l'ostruzionismo. Il Senato ha votato con 64 voti contro 36 a favore del disegno di legge con i voti di 10 repubblicani tra i quali il leader della minoranza, Mitch McConnell.
Passiamo ora alle notizie riguardanti le società cinesi. Giovedì l'agenzia di rating Fitch ha declassato le società immobiliari China Evergrande Group e Kaisa Group, affermando di essere inadempienti sulle obbligazioni offshore, mentre una fonte ha affermato che Kaisa ha iniziato a lavorare sulla ristrutturazione del suo debito offshore da 12 miliardi di dollari. I declassamenti al cosiddetto stato di "default limitato" arrivano anche se non hanno annunciato ufficialmente inadempienze che potrebbero comportare lunghi processi di ristrutturazione del debito. Nella sua nota su Evergrande che ha oltre 300 miliardi di dollari di passività, Fitch ha affermato che la società non ha risposto alla sua richiesta di conferma sui pagamenti di coupon del valore di 82,5 milioni $ dovuti il mese scorso, con il periodo di grazia di 30 giorni che termina questa settimana, e quindi presume che non siano stati pagati. Il mancato pagamento ha innescato un "evento di insolvenza" sulle obbligazioni di Evergrande e le sue altre obbligazioni in dollari USA diventeranno immediatamente esigibili se il fiduciario delle obbligazioni o i detentori di almeno il 25% in totale lo richiedano, ha affermato Fitch. Lo stesso "cross default" vale per Kaisa, che, secondo i dati Refinitiv, ha scadenze per un totale di 2,8 miliardi $ l'anno prossimo e 2,2-3,2 miliardi $ di scadenze ogni anno tra il 2023 e il 2025. Il governatore della People's Bank of China (PBOC) Yi Gang ha dichiarato giovedì che i diritti degli azionisti e dei creditori di Evergrande saranno "pienamente rispettati" in base alla loro anzianità legale. La partecipazione del presidente Hui Ka Yan nel China Evergrande Group è scesa al 59,78% dal 61,88%. le azioni sono state date in pegno. Il numero di azioni coinvolte è stato di 277,8 milioni, per un valore di circa 492 milioni $ HK (63,08 milioni $ USA) in base al prezzo di chiusura del titolo di venerdì di 1,77 $ HK/az. Le obbligazioni in dollari emesse da Evergrande sono scambiate tra 18-29 centesimi mentre le obbligazioni Kaisa in dollari sono scambiate intorno ai 34-35 centesimi di dollaro.
E andiamo a dare uno sguardo ai rendimenti dei titoli di Stato.
Dopo un importante recupero dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA a 10 anni dal minimo di 1.346% di due venerdì fa a 1,54% di mercoledì scorso, sono scesi venerdì dopo i dati sull’inflazione più caldi del previsto all′1,48%.
Grafico Treasury:
Grafico rendimenti:
Situazione ondivaga anche per le aspettative di inflazione che dal 2,43% di due venerdì fa chiude la settimana scorsa al 2,44% con un picco a 2,52% nella giornata di mercoledì scorso:
Grafico Breakeven Inflation:
Passiamo ora all’analisi grafica del nostro indice di riferimento delle nostre operazioni, il NASDAQ100. Se il rialzo era diventato molto tirato prevedendo ed anche invocando una correzione, bene, il rimbalzo avvenuto in soli due giorni con l’indice che ha recuperato quasi tutta la perdita, lascia presagire che entro la fine dell’anno vedremo un nuovo o più massimi storici. Venendo ai numeri notiamo come il supporto in area 15550 (ritracciamento del 50% del movimento d-e) abbia retto magnificamente per due volte ed il seguente rimbalzo ha letteralmente scavalcato i valori delle aree da 15850 fino a 16100 per riposizionarsi tra le aree 16100 e 16400. Ovviamente questa situazione ha lasciato un ampio gap up che prima o dopo dovrà essere richiuso, ma c’è tempo. In fondo quello generato a metà ottobre scorso è ancora lì, aperto. Riconquistata la linea mediana del canale rialzista non rimane che testare la resistenza in area 16550 per poi andare all’attacco di nuovi record. La settimana si è chiusa a 16331.98 con un guadagno del + 3,95% che porta l’indice ad un guadagno del + 26,72% da inizio anno 2021.
Identica situazione anche per l’indice S&P500 che, rispetto all’indice tecnologico, si trova più a ridosso del precedente massimo storico cui manca un misero 0,68% per far registrare un nuovo record. Il quadro d’insieme, recita che l’indice ha tenuto molto bene il supporto in area 4510 (ritracciamento del 50% del movimento rialzista d-e), recuperato e distanziato la M.M.a 50 giorni e reingresso nel canale rialzista di volatilità. Quindi ci aspetta un test del precedente massimo storico con estensione in area 4790. La settimana di contrattazione si è chiusa a 4712.02, con un guadagno del + 3,82%, il che porta ad una performance del + 25,45% da inizio 2021.
Infine sull’indice DOW JONES la forza che non ti aspetti, fermo restando sempre che è quello che più ha perso rispetto altri due indici maggiori. Il quadro d’insieme conferma la bontà del supporto in area 34000 (ritracciamento del 78,6% del movimento d-e) in combinazione con la M.M. a 200 (bianca normale, gialla esponenziale) ed il successivo rimbalzo che in una settimana recupera il canale rialzista, supera la M.M. a 50 e si porta a qualcosa più del punto e mezzo percentuale dal precedente massimo storico. Sembra incredibile, dall’inferno al paradiso senza sosta nel purgatorio, in una settimana. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 35970.99 con un guadagno del + 4,02% il che riporta ad una performance del + 17,53% da inizio anno 2021.
ORO INDEX
INCERTEZZA TOTALE ! L’ORO non si muove. Non si compra e non si vende.
Per la terza settimana consecutiva il valore della commodity chiude in area 1780 $/oz. con un range di prezzi sempre minore. Di solito le fasi di compressione portano ad un’esplosione che, beninteso, può avvenire in entrambe i lati di prezzo. Il fatto che l’importante area di supporto a 1770 $/oz. (ritracciamento del 50,0% dal minimo di marzo 2020 ai massimi di agosto) abbia tenuto anche nella settimana appena trascorsa è di per sé positivo, ma le chiusure a ridosso di tale supporto non indicano nulla di buono e la sua rottura potrebbe, appunto, essere violenta.
E veniamo agli altri due metalli preziosi che seguiamo nel nostro Portafoglio. Per quanto riguarda il Platino, ancora più giù rispetto alla scorsa settimana con re-test dei prezzi in area 920 $/oz. Nulla osta che potremo vedere i prezzi ritoccare al ribasso i minimi dello scorso settembre a 892,6 $/oz. Idem come sopra il discorso sull’Argento che ha testato e rotto all’ingiù, salvo poi recuperarla l’area 22 $/oz. ed ora ci attende un possibile test dei minimi di periodo (settembre 2021) a 21,41 $/oz. La settimana dell’Oro è si è chiusa a 1784.80 $/oz., con un guadagno dello 0,05%, che porta il deficit da inizio anno al – 5,82%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1782.64 $/oz. con % invariata rispetto alla scorsa. Di seguito il grafico weekly dell’ORO FUTURES FEBBRAIO 2022:
LA POLITICA DEGLI STATI UNITI
Con una votazione di 64-36, giovedì scorso il Senato ha approvato il primo dei due disegni di legge necessari per aumentare il limite del debito del governo federale ed evitare il default. Tra i voti favorevoli anche quello di dieci repubblicani, incluso il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell.
Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato, dopo il voto ha dichiarato: “Voglio essere chiaro, si tratta di pagare il debito accumulato da entrambi i partiti. Quindi sono lieto che siamo stati in grado di facilitare un processo, con i membri favorevoli da entrambi i partiti, che evita un default inutile e catastrofico”. “Questo è stato un processo bipartisan, e spero ce ne possano essere di più e voglio ringraziare il leader McConnell per aver lavorato con noi in buona fede per arrivare a questo punto”.
Ad inizio settimana è attesa la votazione di Camera e Senato per aumentare il tetto del debito. La deadline è fissata per il 15 dicembre. I repubblicani hanno lavorato per mesi per provare a spingere i dem ad aumentare il limite del debito da soli, legando la manovra al pacchetto da 1,75 trilioni di dollari. I dem fanno notare che la legge è necessaria per finanziare un consistente debito contratto durante l’amministrazione Trump. I democratici dovrebbero aumentare il limite di prestito di circa 2 trilioni di dollari, un aumento che probabilmente porterebbe il paese fino alle elezioni di metà mandato di novembre.
La senatrice repubblicana Lisa Murkowski ha raccontato ai giornalisti di aver votato in precedenza con altri tredici repubblicani per far avanzare il primo disegno di legge perché “era la cosa giusta da fare”. Alcuni repubblicani, inclusa la senatrice Shelley Moore Capito hanno detto di sostenere la misura perché include provvedimenti per evitare tagli che altrimenti sarebbero stati fatti il prossimo anno nel programma di assistenza sanitaria Medicare per gli anziani. Il senatore repubblicano Mike Rounds, invece, ha votato ‘no’ perché: “loro (i democratici) hanno speso soldi su base bipartisan senza il contributo dei repubblicani. Quindi hanno l’obbligo di aumentare il tetto del debito a questo punto”.
I repubblicani del Congresso venerdì hanno presentato una stima apartitica del pacchetto da 1,75 trilioni di dollari che dice che il disegno di legge potrebbe aumentare il deficit federale di 3 trilioni di dollari in un decennio se i programmi inseriti fossero resi permanenti. Il senatore repubblicano Lindsey Graham aveva chiesto al Congressional Budget Office di calcolare gli effetti del disegno di legge sul deficit se i programmi fossero continuati per dieci anni, invece che ridursi progressivamente prima come proposto dai dem. Graham ha detto: “Nessuno crede che questi programmi finiranno. I democratici vogliono che continuino”. “Sto implorando alcuni democratici ragionevoli di fermare questo treno”. Il leader dem Chuck Schumer ha detto che la proposta esistente è finanziata e lo sarebbero anche eventuali future estensioni.
Il disegno di legge Build Back Better garantirebbe l’asilo gratuito per bambini di 3 e 4 anni, aumenterebbe la copertura dei costi di assistenza domiciliare per anziani e persone con disabilità, ridurrebbe significativamente il costo di alcuni farmaci da prescrizione ed espanderebbe i programmi di alloggi popolari. I senatori democratici Joe Manchin e Kyrsten Sinema non si sono impegnati a sostenere il disegno di legge Build Back Better. E per passare il disegno di legge senza il sostegno dei repubblicani, saranno necessari i voti favorevoli di tutti i senatori dem.
Intanto il Dipartimento al Tesoro punta a contrastare la corruzione. Janet Yellen ha detto che il Dipartimento sta lavorando per dare un giro di vite al riciclaggio di denaro e ai fondi illeciti dall’estero, mentre all’interno si rinforza il controllo degli evasori fiscali che solo l’anno scorso sono costati al Tesoro 600 miliardi di dollari in entrate. Yellen ha detto: “Dopo tutto, gli Stati Uniti non possono essere una voce credibile per il governo libero ed equo all’estero se allo stesso tempo permettiamo ai ricchi di infrangere le nostre leggi con impunità”. Il Congresso ha autorizzato la creazione del programma “Kleptocracy Assets Recovery Rewards” come parte del National Defense Authorization Act fiscale 2021 per “intensificare la lotta globale alla corruzione” e aiutare gli sforzi statunitensi per identificare e recuperare beni rubati e restituirli al paese in questione.
LA POLITICA DELLA FED
Nel corso di questa settimana la FED potrebbe annunciare che raddoppierà il ritmo del “tapering” dell’acquisto di obbligazioni, un passo che segnerebbe un importante cambio di politica. Probabile anche che la banca centrale accenni a rialzi dei tassi d’interesse più aggressivi per il 2022.
Joseph LaVorgna, capo economista per le Americhe a Natixis, ha dichiarato: “Quello che la FED ha dimostrato è la difficoltà di fare previsioni sia del comitato che del consensus”. “Nel gergo del mercato, la FED ha comprato il massimo e venduto il minimo. Quindi penso che ci sarà un problema di credibilità in futuro”. Dopo aver indicato per mesi l’inflazione come “transitoria”, LaVorgna teme che ora la FED stia facendo l’errore di sovrastimare la sua durata.
In un’economia colpita dagli effetti della pandemia, la FED aveva accettato di tollerare un livello di inflazione più elevato per fare progressi nel campo dell’occupazione. Ora la banca centrale sembra trovarsi ad un punto di svolta. Con gli aumenti dei prezzi ai loro massimi da oltre 30 anni, la FED dovrebbe riprendere a “combattere” l’inflazione.
Riferendosi all’ultimo ciclo di rialzo dei tassi della FED, LaVorgna ha detto: “Questo ha inquietanti similitudini con il dicembre 2018 nel senso che la FED sta dicendo una cosa e i mercati ne stanno facendo un’altra”. In effetti, nonostante i discorsi sui rialzi dei tassi imminenti la prossima primavera, i rendimenti dei Treasury sono rimasti particolarmente stabili. Il mercato obbligazionario ha abbassato le sue aspettative di inflazione a 5 e 10 anni, anche se dai massimi storici di metà novembre.
DATI MACROECONOMICI
La bilancia commerciale tra beni e servizi degli USA (differenza tra beni e servizi importati ed esportati) ad ottobre si attesta in calo a -67,1 miliardi di dollari; il dato di settembre era di -81,4 miliardi di dollari (rivisto da -80,9 miliardi di dollari). Il dato è rilasciato dall’U.S. Bureau of Economic Analysis e l’U.S. Census Bureau.
Nella settimana terminata il 4 dicembre il numero di richieste iniziali di sussidi di disoccupazione si attesta ampiamente sotto quota 200 mila segnando un altro minimo dal 1969. Dalle 227 mila richieste della settimana terminata il 27 novembre (dato rivisto da 222 mila) si è scesi a 184 mila, contro un consensus che prevedeva un calo a 215 mila. Resta un segnale di un mercato del lavoro molto tirato. Il dato è rilasciato dall’U.S. Department of Labor.
Il dato preliminare di dicembre relativo all’indice di fiducia dei consumatori, elaborato dall’Università del Michigan, si attesta a quota 70,4 punti, registrando una crescita rispetto ai 67,4 punti di novembre. Il consensus prevedeva un calo a 67,1.
Il dato preliminare di dicembre relativo alle condizioni economiche attuali, rilasciato dall’Università del Michigan, invece, tocca quota 74,6 punti, contro un consensus pari a 71 punti. A novembre il dato era pari a 73,6 punti.
L’inflazione è cresciuta al suo ritmo più veloce in quasi quattro decenni il mese scorso e l’aumento dei costi sta colpendo le aree più grandi dei budget delle famiglie. Il dato CPI annualizzato è balzato del 6,8% a novembre dal precedente 6,2% di ottobre, il più grande picco annuale dal 1982.
L’indice dei prezzi al consumo core (che esclude il settore del cibo e dell’energia) annualizzato a novembre cresce del 4,9%, rispettando il consensus, ma ad ottobre la crescita era stata del 4,6%. I due dati sono rilasciati dall’U.S. Bureau of Labor Statistics.
FOCUS SU TITOLI
La scorsa settimana Alibaba ha annunciato che sta riorganizzando il suo business e-commerce in due unità, una per la CINA e l’altra per l’estero.
Alibaba sta assistendo ad una crescita nettamente più lenta nei ricavi della gestione dei clienti, il denaro raccolto con l’addebito di servizi ai commercianti che di solito rappresenta da un terzo a metà del suo fatturato complessivo è cresciuto solo del 3% nel trimestre luglio-settembre, in calo rispetto al 20% di crescita dell’anno precedente. Lo scorso mese Alibaba ha tagliato anche le previsioni sulle entrate annuali.
I numeri non soddisfacenti possono essere ricondotti a cambiamenti normativi, una crescita economica più lenta indotta dalla pandemia e alla concorrenza. Commercianti e analisti indicano la società Douyin come la potenza da battere nell’e-commerce in live-streaming. Pinduoduo, invece, ha assunto un ruolo guida nell’e-commerce rurale ed economico. Lu Zhenwang, CEO di Wanqing Consultancy, ha detto: “Altre piattaforme stanno crescendo più velocemente di Alibaba, questo significa che stanno mangiando il fatturato di Alibaba”. In una dichiarazione a Reuters, Alibaba ha detto che ha sempre fronteggiato una concorrenza intensa; inoltre ha aggiunto che offre ai venditori un potente strumento di live-streaming in Taobao Live e che le sue piattaforme Taobao Deals e Taocaicai stanno guadagnando quote nei mercati di fascia bassa.
PORTAFOGLI AZIONARI
Il forte recupero degli indici azionari nella settimana appena trascorsa ha portato senz’altro benefici alle quotazioni dei titoli presenti nei nostri Portafogli azionari riuscendo a portare a casa un buon tozzo di pane. Certo, ci saremmo potuti aspettare qualcosa in più ma non può essere sempre festa specie se nella settimana precedente, con i mercati al ribasso, siamo andati a target su ben tre titoli.
Iniziando dal Portafoglio Storico vediamo che la strategia del Nasdaq Weekly continua a mietere successi con target raggiunto sul titolo CISCO SYSTEMS con un guadagno del + 7,01%. I guadagni potevano essere nettamente superiori se fossimo riusciti ad entrare, in apertura di settimana scorsa, sul titolo American Airlines che per soli 3 tick non ci ha consentito di portare a casa un guadagno di oltre il 10% nel giro di poche ore. Peccato !!
Passando al Portafoglio “The Challenge”, nulla da segnalare in attesa che qualche altro ETF settoriale entri ai nostri prezzi.
Alla prossima.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SETTIMANA APPENA TRASCORSA.
BROADCOM + 13,18%. La società è impegnata nella produzione di prodotti a semiconduttori come optoelettronica, componenti a radiofrequenza e microonde e circuiti integrati per applicazioni specifiche, ha riportato utili nel quarto trimestre fiscale 2021 pari a 7,81 $/az. su ricavi per 7,41 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 7,74 $/az. su ricavi per 7,36 mld $. Il fatturato è aumentato del 14,5% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il primo trimestre fiscale 2022 ricavi pari a 7,60 mld $ e l'attuale stima degli analisti per i ricavi è pari a 7,25 mld $.
In una nota il C.d.A. della società ha approvato un dividendo trimestrale in contanti sulle sue azioni ordinarie pari a 4,10 $/az. inoltre ha annunciato il riacquisto di azioni ordinarie fino a 10 miliardi di dollari nell'ambito di un nuovo programma di riacquisto di azioni. L'autorizzazione è valida fino al 31 dicembre 2022.
COSTCO WHOLESALE + 5,65%. La società e le sue filiali gestiscono magazzini di proprietà nei quali offrono ai loro clienti/membri una selezione limitata di prodotti a marchio nazionale ed a marchio privato, in diverse categorie merceologiche, a prezzi bassi, ha riportato utili nel primo trimestre fiscale 2022 pari a 2,98 $/az. su ricavi per 50,36 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,63 $/az. su ricavi per 49,56 mld $. Il fatturato è aumentato del 16,6% su base annua.
LULULEMON ATHLETICA – 6,00%. La società è un designer e rivenditore di abbigliamento tecnico sportivo che opera principalmente in Nord America e Australia, ha riportato utili nel terzoo trimestre 2021 pari a 1,62 $/az. su ricavi per 1,50 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,41 $/az. su ricavi per 1,44 mld $. Il fatturato è cresciuto del 29,8 % su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi per il quarto trimestre 2021 utili tra 3,25 e 3,32 $/az. su ricavi tra 2,125 e 2,165 mld $ e l'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 3,30 $/az. su ricavi pari a 2,17 mld $. Inoltre la società ha affermato che ora si aspetta utili per il 2021 tra 7,69 e 7,76 $/az. su ricavi tra 6,25 e 6,29 mld $, mentre l'attuale stima degli analisti per gli utili è di 7,51 $/az. su ricavi di 6,27 mld $.
Calvin McDonald, A.D. della società, ha dichiarato: "I nostri risultati del terzo trimestre dimostrano la continua forza di Lululemon e l'enorme potenziale di crescita del business sia nel breve che nel lungo termine. Siamo soddisfatti della nostra performance all'inizio delle festività natalizie e di come il marchio Lululemon continua a risuonare nei mercati di tutto il mondo. Siamo stimolati dalle entusiasmanti opportunità che ci attendono e sono orgoglioso del nostro team in tutto il mondo per la loro passione e agilità. Voglio ringraziare tutti per aver portato a termine un trimestre solido".
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Pagina a cura di SANDRO MANCINI e GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.