Una selezione di argomenti per chi è alla ricerca di reddito: dall’obbligazionario all’azionario italiano ed estero, con un inevitabile sguardo agli Etf.
Cedole & dividendi
Reso sempre più assillante da tanti fattori lo screening del rendimento rischia di complicarsi in attesa di evoluzioni sull’inflazione e sulla reale o meno intenzione delle Banche centrali di aumentare i tassi. Diamo per ovvio tutto questo e passiamo subito ai temi concreti.
► Dopo un ottimo 2021 come sarà il 2022 per gli h.y.
Sono stati i protagonisti della pandemia, con ribassi e successivi rimbalzi da record, tali da far mettere a segno performance eccezionali per chi abbia saputo cogliere l’anomalia della situazione. Le obbligazioni high yield (rating sotto BBB- per S&P e Baa3 per Moody’s) oggi però hanno rendimenti compressi e c’è chi le vede come le iniziali vittime di un rialzo dei tassi, specialmente negli Usa. Prima di ipotizzare un portafoglio su questo mondo è il caso di sentire allora le opinioni di uno specialista del settore sulle prospettive per il 2022.
Le valutazioni
Una ricerca di Legal & General Investment Management (LGIM), una delle leader dell’asset management, a cura di Martin Reeves, Head of Global High Yield della società, evidenzia queste prospettive per il 2022.
“Dopo anni buoni per il mercato globale dell’obbligazionario high yield, il settore dal punto di vista creditizio è più solido che mai; non a caso, gli spread si attestano attorno al 25esimo percentile del loro storico. Questo ha portato preoccupazione tra gli investitori, i quali temono che gli spread siano troppo ridotti a confronto con i rischi che tali bond prospettano per il futuro. C’è da ritenere tuttavia che i fondamentali del credito siano destinati a migliorare ancora ed è una ragione più che sufficiente per ritenere che gli spread non si allontaneranno molto dai livelli attuali. Anzi è possibile che si ridurranno ulteriormente.
Proprio come accaduto nel 2021, anche il 2022 offrirà opportunità di profitti, in quanto sarà un anno probabilmente caratterizzato dalla volatilità, e la chiave per il successo verrà dal mantenere la rotta. Questo perché si potrebbe registrare il più alto numero di upgrade della storia, tanto che il mercato globale delle obbligazioni high yield ha potenzialità per arrivare a contrarsi in termini di dimensioni. Si tratta di un aspetto importante per gli investitori di lungo periodo, in quanto riuscire a esporsi alle future “rising star” porterebbe alla creazione di alfa, visto che gran parte delle contrazioni degli spread si verifica nei mesi successivi a un upgrade a “investment grade”. Dall’altro lato, i cosiddetti “fallen angel” - cioè gli emittenti downgradati da “investment grade” a “non investment grade” - possono comunque rappresentare un’opportunità.
Uno dei settori che ha maggiori probabilità di vedere una robusta ripresa nel prossimo periodo sarà il tanto discusso immobiliare cinese. La storia dimostra che gli investitori commettono errori, ma difficilmente un intero settore scompare del tutto, specialmente quando ricopre un ruolo di primo piano per l’economia di una nazione. Uno degli sbagli più comuni per gli investitori è quello di farsi prendere dal panico e, spinti dalla pressione dei prezzi al ribasso, abbandonare un mercato quando questo sta registrando i suoi minimi; in tal modo infatti i “sell” danno vita a profezie che si autorealizzano e i mercati aggravano i cali. Col tempo nuovi investitori rimpiazzeranno quelli uscenti e, appurato che in un determinato settore vi è una robusta crescita strutturale, si assisterà a un rimbalzo anche della parte obbligazionaria, seppur in presenza di volatilità.
L’ultima fonte di preoccupazione da affrontare riguarda l’inflazione e l’impatto che può avere sulla curva dei rendimenti. Essendo quelli dell’high yield corretti, la duration non sarà fortemente influenzata dalle dinamiche dei tassi d’interesse, come avviene invece per gli “investment grade”. Inoltre i livelli delle cedole sono ancora alti rispetto alle rendite obbligazionarie del mondo corporate con rating maggiori. Pertanto, anche se queste ultime dovessero crescere, difficilmente arriverebbero a raggiungere i livelli degli high yield. Ciò significa che le imprese saranno ancora in grado di finanziarsi.
In conclusione, gli spread sono sì bassi ma ciò è giustificato dai solidi fondamentali del settore creditizio e pertanto si può credere che il reddito offerto potrebbe ancora essere attraente nei prossimi mesi”.
Un portafoglio solo di Etf
Ciò non esclude che la prudenza sia preferibile e che la si manifesti scegliendo l’asset high yield utilizzando esclusivamente Etf, che sono:
- nettamente più diversificati come sottostanti
- liquidi
- con eventuale protezione del cambio sul dollaro, che per i “non investement grade” è la valuta prevalente di riferimento
- in grado di offrire la copertura di mercati altrimenti irraggiungibili, quali gli emergenti.
Sottostanti Usa |
Xtrackers Usd High Yield |
IE00BDR5HM97 |
Valuta Usd – A distribuzione (yield in corso 7,5%) |
Sottostanti Usa “fallen angels” |
iShares Fallen Angels High Yield |
IE00BYM31M36 |
Valuta Usd – A distribuzione (yield in corso 4,1%) |
Sottostanti Usa Esg |
SPDR Us High Yield Esg |
IE00B99FL386 |
Valuta Usd – A distribuzione (yield in corso 5,2%) |
Sottostanti Europa |
iShares Euro High Yield |
IE00B66F4759 |
Valuta Eur – A distribuzione (yield in corso 3,1%) |
Sottostanti Europa Esg |
Lyxor Esg Euro High Yield |
LU1812090543 |
Valuta Eur – A distribuzione (yield in corso 2,9%) |
Sottostanti Paesi emergenti |
VanEck Vectors Emerging Markets High Yield |
IE00BF541080 |
Valuta Usd – Ad accumulo |
Gli yield indicati si riferiscono a quanto distribuito nel corso del 2021 rispetto alla quotazione attuale, con in più il cambio in euro per gli Etf con valuta di denominazione Usd.
La raccomandazione operativa
Se si esclude quello sui Paesi emergenti (che non distribuisce cedole) gli altri si attestano su rendimenti oggi interessanti ma che potrebbero crescere e non di poco in presenza di correzioni delle quotazioni. Se ciò avvenisse nel 2022 – disattendendo quanto al momento si prevede – si determinerebbe una situazione molto favorevole per un piano di accumulo. Tradotto in parole semplici ciò significa che su questi strumenti occorre entrare con piccole quote iniziali da aumentare in un secondo tempo in presenza di prezzi in discesa.
► Sei dividendi mensili che rendono bene
Irrimediabilmente Usa (potrebbe essere altrimenti?). Abbiamo selezionato sei titoli a distribuzione mensile di dividenti, molte seguiti oltre Oceano ma quasi sempre sconosciuti da noi. È evidente che dove l’income costituisce l’obiettivo primario dei risparmiatori soprattutto anziani questa soluzione piace.
AGNC Investments (Nasdaq – ticker AGNC) |
Società immobiliare che non detiene beni fisici ma investe in mutui residenziali e obbligazioni ipotecarie collateralizzate, il tutto garantito dall’apparato statale |
Yield in corso 8,9% (pagamento 0,12 $ ogni mese) |
La società gode di alcune agevolazioni in cambio del requisito di distribuire il 90% del reddito imponibile ai suoi azionisti |
EPR Properties (Nyse – ticker EPR) |
In questo caso si tratta di un puro Reit che ha investimenti diretti in strutture per l’intrattenimento (cinema, resort e casinò) |
Yield in corso 5,8% (0,25 $ ogni mese) |
Il Covid l’ha fortemente penalizzata e nel periodo peggiore (da maggio 2020 a giugno 2021) i dividendi sono stati sospesi. Ora vengono di nuovo distribuiti |
Horizon Technology Finance Corp. (Nasdaq – ticker HRZN) |
Finanziaria rivolta al settore tecnologico e soprattutto alle biotecnologie |
Yield in corso 7,1% (0,10 $ ogni mese da fine dicembre 2016) |
È un mondo complesso ma a forte diversificazione delle partecipate. La profittabilità (profit margin) si attesta al 52,5% |
LTC Properties Inc. (Nyse – ticker LTC) |
La sigla sta per “Long Term Care” e spiega appunto l’attività della società: centri di assistenza per gli anziani, business in forte crescita anche negli Usa |
Yield in corso 6,8% (0,19 $ ogni mese da ottobre 2016) |
Pure nel caso di LTC il Covid ha nuociuto, richiedendo forti investimenti nelle strutture. La domanda di servizi è comunque in continuo sviluppo |
Main Street Capital Corp. (Nyse – ticker MAIN) |
Specialista del private equity, è attiva in partecipazioni in società medio-piccole, con ricavi annuali tra 10 e 150 milioni di $ |
Yield in corso 5,6% (dal 2013 versa dividendi mensili, con importi crescenti fino ai 0,21 $ in corso. A dicembre è previsto però solo 0,10 $) |
La ripresa post pandemia ha consentito al titolo di correre con un trend regolare. Le partecipazioni sono numerose e diversificate in vari settori |
Pembina Pipeline Corp. (Nyse – ticker PBA) |
Qui si passa al settore energetico con una realtà canadese che è attiva con pipeline, impianti di lavorazione, terminali di stoccaggio e altre strutture logistiche per petrolio e gas |
Yield in corso 6,5% (l’importo cambia di mese in mese nel range compreso fra 0,16 e 0,17 $) |
L’andamento in Borsa è logicamente correlato alle quotazioni di petrolio e gas. Ha riportato un utile per azione nel terzo trimestre 2021 di 80 cent, contro la stima di 47 cent |
► Il caso Enel
Bruttissima seduta venerdì anche per la maggiore capitalizzazione del Ftse Mib, scesa in intraday quasi a 6,6 euro (chiusura a 6,816), livello importante perché separa l’area sovrastante di progressiva forza da quella inferiore di debolezza. Al di sotto era scivolata solo nel periodo marzo-giugno 2020. Le prossime sedute saranno quindi da seguire con attenzione, anche perché non si è ancora entrati in ipervenduto. Eppure i numeri del piano industriale, presentato proprio di recente, appaiono buoni e giudicati favorevolmente da molti analisti. Non riferiamo dei target, perché spesso poco credibili; in tutti i casi risultano nettamente superiori rispetto al prezzo in corso.
In questa situazione l’occhio di chi segue i rendimenti è invece tornato a essere vispo: va ricordato che quanto pagato nel 2021 è stato di 0,358 euro per azione (il 70% dell'utile netto ordinario riferito all'anno fiscale 2020), superiore al dividendo minimo garantito previsto di 0,35 euro.
E ora? La risposta la dà la stessa Enel, la cui politica dei dividendi - introdotta con il piano strategico 2021-2023 – prevede un importo per azione fisso in aumento, con un tasso annuo di crescita composto del 7% fino al valore di 0,43 € per azione nel 2023 (0,38 € per l’anno fiscale 2021 e 0,40 € per quello 2022).
Senza guardare troppo lontano l’ipotesi 0,38 € – ma potrebbe essere maggiore – si traduce in uno yield alla chiusura di venerdì del 5,57% lordo, che in prospettiva salirebbe al 6,31% in ottica 0,43 € del 2023.
In termini di total return (potenziale performance più dividendi), considerando che le stime di utile sono viste in crescita anche oltre il 2023, Enel è considerata l’utility integrata preferita come azione in Europa. E ancor più se le condizioni del mercato la penalizzassero ulteriormente. Quei 6,6 euro o sotto la trasformerebbero in un boccone da mordere senza troppe esitazioni.
► Tre regine del Dax
Certamente c’è la penalizzazione della doppia imposta sui dividendi (nel Paese d’origine e poi in Italia) a condizionare gli yield tedeschi ma è pur vero che ormai il mercato si è convinto che la valutazione va fatta non solo in chiave di distribuzione dei profitti ma anche di trend delle quotazioni. La somma dei due fattori è la scelta giusta. Occorre quindi puntare su titoli che abbiamo buone prospettive in tale ottica.
Il Dax tedesco è senz'altro il più interessante da questo punto di vista, poiché si basa su società redditizie e sempre bene impostate nei loro andamenti in Borsa.
Vediamo allora i numeri delle tre azioni a maggiore yield: Basf, Allianz e E.On.
L’azione |
Basf |
Il settore |
Chimica di base |
Quotazione rispetto a max e min 2021 |
57,87 € rispetto a 73,39 e 57,78 € |
Il p/e (rapporto prezzo/utili) |
12,4 |
Volatilità 180 sedute |
29,8% |
Il dividend yield |
5,7% |
Dividendo per azione 2021 |
3,3 € |
Utile per azione 2021 |
6,59 € |
Trend decennale dividendo |
In crescita dal 2012 |
●●●●
L’azione |
Allianz |
Il settore |
Assicurazioni |
Quotazione rispetto a max e min 2021 |
191,4 € rispetto a 223,5 e 191 € |
Il p/e (rapporto prezzo/utili) |
11,04 |
Volatilità 180 sedute |
18,7% |
Il dividend yield |
5,0% |
Dividendo per azione 2021 |
9,6 € |
Utile per azione 2021 |
21,37 € |
Trend decennale dividendo |
In crescita dal 2012 |
●●●●
L’azione |
E.On |
Il settore |
Servizi energetici |
Quotazione rispetto a max e min 2021 |
10,8 € rispetto a 11,428 e 8,27 € |
Il p/e (rapporto prezzo/utili) |
14,6 |
Volatilità 180 sedute |
17,2% |
Il dividend yield |
4,35% |
Dividendo per azione 2021 |
0,47 € |
Utile per azione 2021 |
0,90 € |
Trend decennale dividendo |
In crescita dal 2012 |
Tre realtà attraenti che confermano di soddisfare il requisito di un “total return” potenzialmente molto elevato nel medio termine.
► I due Etf Esg con il migliore rendimento
La corsa agli investimenti sostenibili ha registrato un’accelerazione di performance per molti asset nel 2021. In primo piano gli Etf, su cui si punta molto in ottica di tale diversificazione. Quale i migliori in assoluto come rendimento distribuito? In testa alla classifica si collocano rispettivamente nella categoria bond e azioni questi due replicanti.
Obbligazionario
SPDR Us High Yield Esg |
IE00B99FL386 |
Valuta Usd |
2 cedole annue – yield in corso 5,2% |
Azionario
UBS European Socially Responsible |
LU0629460675 |
Valuta Eur |
2 cedole annue – yield in corso 2,2% |
Da notare che lo yield dell’Etf azionario è volatile e che negli anni scorsi ha superato anche il 3%.