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In settimana è venuto a mancare uno dei migliori imprenditori italiani: Ennio Doris.
Purtroppo non l'ho mai conosciuto personalmente ma persone a me molto vicine e care lo conoscevano particolarmente bene e per questo lo voglio ricordare.
Ha avuto il genio di creare un nuovo modello di impresa e di banca, che poi si è mano a mano diffuso sul territorio nazionale ed è stato copiato nel tempo da altri istituti di credito.
Un uomo con lo sguardo sempre rivolto verso un orizzonte lontano, capace di immaginare e di realizzare qualcosa di inesistente fino a quel momento. Un sorriso rassicurante in un volto serio.
Una persona nata e cresciuta nella semplicità ma che col tempo è diventata "qualcuno" mantenendo le radici di fondo e senza mai "montarsi la testa".
Uomo genuino e geniale ed allo stesso tempo di valore e di successo.
Un grande visionario con i piedi per terra.
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Finalmente il mercato si è mosso un pò...o forse sarebbe meglio scrivere un BEL PO'. Era da settimane, forse mesi, che oggettivamente si viveva in una situazione di limbo e di calma piatta, senza particolari spunti generalizzati sui titoli. Negli ultimi articoli ho più volte fatto riferimento alla stagionalità sia in riferimento ai mercati che alle singole azioni, mettendo in evidenza che può essere un fattore a supporto di una decisione operativa MA ho scritto anche che NON può essere assolutamente l'unico, come evidenziato nella parte finale del paper di sabato scorso (questo il lnk: https://www.lombardreport.com/2021/11/20/statistiche-su-una-large-cap-italiana/) quando ho minuziosamente descritto il comportamento stagionale di Intesa Sanpaolo alla fine del quale scrivevo:
Estendendo ed integrando l'analisi appena fatta sul titolo Intesa Sanpaolo notiamo però che un pò tutto il settore bancario (ed assicurativo) si sono indeboliti parecchio. Penso ad esempio a titoli come Unicredit e Bami che hanno rotto su scala daily supporti molto importanti ed evidenziati dalle linee tratteggiate (vedere il grafico seguente). E' difficile quindi pensare che una singola azione appartenente allo stesso settore possa distinguersi in positivo in un contesto che nelle ultime sedute si è indebolito. Per questo motivo sarà da valutarne la price action.
I giorni immediatamente prima e dopo la festa del Ringraziamento negli Stati Uniti hanno spesso avuto una tendenza particolarmente positiva o comunque col segno "più". Pensate che nei 35 anni PRIMA del 1987 unendo le sedute di mercoledì e venerdì (quindi per intenderci quella prima e dopo la festa del Thanksgiving) su 35 rilevazioni ben 34 sono risultate positive. A partire DAL 1987 questa tendenza positiva si è smorzata un pò: nei 34 anni successivi al 1987 infatti abbiamo avuto 9 ribassi e 25 rialzi (sommando sempre le sedute di mercoledì e venerdì). Eventi esogeni (come quella del debito greco o nel nostro caso una nuova variante) possono inficiare ed avere effetti sul comportamento statistico. Dopo il 1987 abbiamo avuto infatti due soli casi di variazione negativa superiore al punto percentuale: nel 2009 (-1.28%) e nel 2011 (-2.47%). L'aspetto positivo (da un punto di vista puramente statistico) è che DAL 1987 ad oggi DAL venerdì successivo alla festa del Ringraziamento l'S&P500 ha registrato guadagni in 26 anni su 34 totali mentre PRIMA del 1987 (quindi tra il 1952 ed il 1987) il rally di fine anno si era verificato solo 20 volte su 35.
Temo però che dopo sedute come quella di ieri (venerdì, ndr) molti americani non abbiano digerito bene il tacchino del giorno prima, anche se la vera indigestione è avvenuta paradossalmente sui mercati europei. Se negli Stati Uniti i mercati hanno terminato le contrattazioni di venerdì alle 19.00 ora italiana (-2.53% il Dow e -2.23% il Nasdaq) in Italia è continuata la (s)vendita ed il future sul FTSEMIB40 ha chiuso con un tonico -5.29%, dopo una seduta degna di un film horror fino alle 17.30, ora in cui il mercato cash è stato chiuso.
Mi sono quindi domandato: ma chi (s)vende alle 21.30 di sera con l'America chiusa?
Come scrivevo all'inizio, a mio modesto parere la stagionalità è importante SE E SOLO SE trova conferma nella price action e in una view integrata da ulteriori analisi. Sabato scorso ad esempio avevo posto l'accento sul fatto che la volatilità del mercato stesse aumentando a fronte di un mercato in salita concludendo come questo non fosse "mai un gran bel segnale". Come se non bastasse l'OBV non riusciva a sfondare e l'Advance/Decline line era addirittura in discesa. Morale: il mercato saliva ma la paura aumentava (un controsenso), i volumi non aumentavano e il numero di azioni in salita rispetto a quelle in discesa diminuiva (ovvero c'erano più titoli che scendevano rispetto a quelli che salivano).
What goes on next? Cosa aspettarsi dunque per la prossima ottava?
Procederei analizzando i principali indici per le prossime cinque sedute. Credo che le sedute chiave (mai chiavi in mano naturalmente) saranno quelle di lunedì e di martedì. Quello che mi piacerebbe? Un ulteriore ribasso lunedì e un rimbalzo martedì, magari a "rimangiarsi" il ribasso del giorno prima. Quello che non mi piacerebbe vedere? Un ribasso lunedì ed un ribasso martedì. Senza voler entrare troppo nel dettaglio, capita spesso che le inversioni di trend (da ribassista a rialzista almeno nel breve termine) possano verificarsi quando il venerdì e/o il lunedì sono fortemente negativi (magari con delle code delle candele nei giorni precedenti) e poi si sale dal martedì. Ma c'è un problema: la mia analisi è condotta sugli USA e la seduta di venerdì secondo me NON è stata poi così negativa come in Europa. Insomma, tacchino di traverso ma non ancora una indigestione. E consideriamo anche che esiste la logica del "tanto peggio quanto meglio": le Banche Centrali sono sempre vigili e quindi il peggioramento della situazione potrebbe portare ad un aumento della droga iniettata nel sistema (la liquidità), spostando nuovamente il focus del mercato dall'inflazione alla "Covid phobia o mania".
Osservando il nostro future FTSEMIB40 direi che ci potrebbe essere un minimo di consolidamento dal momento che abbiamo testato la media a 200 sul daily (e questo è avvenuto con gli Stati Uniti chiusi nel serale di venerdì!). Il motivo per il quale ho analizzato l'Italia sul giornaliero e gli Stati Uniti sul weekly è semplice: noi abbiamo avuto cinque sedute di contrattazione "piene" ma questo non è avvenuto in America. E' quindi possibile che l'Europa abbia scontato di più la preoccupazione rispetto all'altro lato dell'oceano. In Italia attenzione alla tenuta dei minimi di venerdì scorso di future (25175 con possibile estensione verso i 25000) per evitare un ulteriore indebolimento del quadro tecnico. Personalmente mi aspetto che il gap di debolezza USA vs Europa si chiuda a favore della seconda. Chiaramente non ho la sfera di cristallo.
In questo quadro mi hanno sorpreso il comportamento di oro e argento di cui non ho capito il movimento ribassista, specialmente sul secondo. Sappiamo che su queste due commodities i prezzi sono manipolati da un paio di grosse istituzioni finanziarie, ma una vendita così forte e repentina mi ha oggettivamente spiazzato. Presterei attenzione alla tenuta di 1760 di oro e di 22.75 su argento.
Nella mia watchlist entra il petrolio che sarà un potenziale driver da seguire per le prossime settimane: forti discese possono infatti far scendere ulteriormente il mercato (e viceversa). Venerdì il ribasso è stato superiore al 12% andando a vìolare una trendline dinamica ascendente di lungo corso. I veri supporti sono leggermente più bassi: a 64 dollari e poi a 61.80 (frecce di colore bianco sul grafico daily che trovate di seguito). Non opero su questo strumento ma lo seguo per avere un'idea di come si potrà comportare il mercato.
Più in generale un ribasso delle materie prime (petrolio, rame, etc..) sgonfierebbe un pò i timori di inflazione (baricentro che si sposta da inflazione a Covid) ed è forse per questo motivo che si sono indeboliti oro e argento, anche se hanno anticipato di ben quattro giorni il movimento del petrolio di venerdì. Forse qualcuno sapeva già? Vi lascio con questo dubbio di cui non avremo mai risposta.
Fronte azionario
Nella passata ottava ho evidenziato l'indebolimento di BAMI e di Unicredit (in relazione alla stagionalità positiva in cui entra Intesa). Questi titoli hanno subìto un vero tracollo. La prima, BAMI, ha flirtato da lunedì a mercoledì sulla media a 200 periodi (nel grafico seguente la media è di colore rosso) senza mai trovare la forza per allontanarsi. E se si continua a bussare alla porta poi qualcuno arriva ad aprirla (ma in questo caso c'è stato il vuoto una volta superato lo zerbino). Su Unicredit invece le cose sono andate leggermente meglio tranne appunto venerdì: tentativo di risalire la china ma inevitabile il forte gap down di venerdì. Su Bami è importante che l'azione si riporti sopra l'open di venerdì (2.468 euro in chiusura di seduta) in modo da pensare che si sia trattato di un falso movimento e puntare ad una eventuale chiusura del gap down. Idem per Unicredit. Questa view sul comparto bancario può essere utile per comprendere meglio le dinamiche dell'indice.
Un quadro leggermente diverso è quello su Intesa Sanpaolo, che in settimana ha staccato un dividendo di 0.0721 euro e che abbiamo visto avere una tendenza statisticamente favorevole da fine novembre fino a gennaio (articolo di sabato scorso: https://www.lombardreport.com/2021/11/20/statistiche-su-una-large-cap-italiana/). Su questo titolo abbiamo una prima area di supporto posta a 2.10/2.12 e poi a 2 euro. Lunedì l'apertura è stata a 2.3395 euro quindi se il titolo si avvicinasse ai 2 euro il ribasso da quel livello sarebbe attorno al 15% (se ricordate il worste case scenario statistico sugli ultimi vent'anni è stato di un ribasso del -25.24% nel periodo novembre2015-febbraio2016), quindi l'eventuale stop loss risulterebbe abbastanza accettabile sfruttando il ribasso in corso (dovrebbe infatti scendere di un ulteriore 10%). Considerando il primo supporto a 2.12 invece avremmo -16% dallo scenario peggiore. Come ben sapete le mie analisi rappresentano semplicemente delle idee, nulla di più. Chiaramente se il mercato italiano si riprenderà, questa ripresa deve passare ANCHE E SOPRATTUTTO dal settore bancario che più lo rappresenta.
Juventus
Non sono un grande amante del calcio. Sarà che da piccolo era il mio sport preferito e seguivo tutte le domeniche la partita (naturalmente della Juve) con mio zio ed il suo amico Gino. Poi quell'entusiasmo mi è improvvisamente venuto meno quando una domenica sera, al termine di "90° minuto", li salutai. E da quella volta non ho più rivisto mio zio.
Amanti o non amanti della Juve, eviterei qualunque -a mio avviso malsana- idea di long sull'azione. Lo scrivo perché spesso mi capita di sentire persone che mi dicono "sta scendendo, costa poco, la compro". Io rabbrividisco più di quanto non farei se uscissi senza vestiti in pieno inverno. E' infatti in corso un grosso aumento di capitale (400 milioni di euro). Ricordo che tempo fa una bella donna tifosa sfegatata mi parlò delle prodezze di Ronaldo e di come la società fosse stata penalizzata dal Covid. Lascio alle esperte l'analisi delle partite ma secondo me invece è stata una disfatta e i numeri non mentono mai e parlano chiaro (idem il grafico che ne è la derivata prima e da cui si evince come il titolo sia solo sceso dall'acquisto di Ronaldo). E certi numeri personalmente mi suonavano male. Ora pù che mai visto che si chiedono soldi agli azionisti. Il prezzo di chiusura di venerdì 26 novembre, pari a 0,5745 euro, è stato rettificato a 0,4606 euro, mentre il prezzo dei diritti che inizieranno ad essere quotati lunedì è stato fissato a 0,1139 euro.
Dimenticavo un ulteriore dettaglio: mentre scrivo leggo agenzie di stampa (che personalmente NON ho verificato) secondo cui ci sono indagini relative ad operazioni sospette che coinvolgono anche il contratto di CR7. Insomma, non mi sembra che questo aumento di capitale stia iniziando sotto i migliori auspici. Poi come ben sapete mi sbaglierò di sicuro.
Ulisse Biomed
Analisi puramente grafica. Il titolo è stato quotato il 9 agosto con un prezzo in fase di IPO a 2 euro. Il primo giorno di quotazione ha aperto a 3 euro e nei sei giorni seguenti ha avuto un rialzo massimo superiore al 250% spingendosi fino ad un massimo di 7.55 euro. Venerdì ha scambiato poco più di centomila azioni per un controvalore di poco superiore ai trecentomila euro. Sul grafico daily potrebbe (il condizionale è d'obbligo) aver fatto un doppio minimo. Brutto un eventuale ritorno a 3.10 euro (livello di stop), tenendo a mente che sotto i 3 euro si aprirebbe il vuoto con una potenziale "calamita" verso i 2 euro. Possibile che per le prossime sedute l'azione cerchi di spingersi verso i 3.60 e poi i 3.80, con un ultimo target ambizioso attorno a 4 euro.
Per oggi è tutto. Buon fine settimana.
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)