Il trend di un mercato è lento a cambiare direzione. Dobbiamo tenere presente questo quando analizziamo la situazione attuale del mercato. E se è lento a cambiare significa che dobbiamo dire che il trend è al rialzo anche quando ci sono delle increspature al ribasso come in questo momento. Le probabilità di fare bella figura infatti sono elevate perché poi il trend al rialzo riparte.
Il gioco che si sta sviluppando sui mercati è vecchio come il mondo: l’inflazione rialza la testa, i tassi di interesse seguono ma per fortuna non si abbassa la forbice del rendimento dell’azionario. Ero un giovane cronista di borsa appassionato di analisi tecnica ed un giorno ebbi la fortuna di intervistare un gestore di Milano: invece di parlare di trend e di trendline lui mi sottopose un grafico che da allora è diventato il mio punto di riferimento. Mi sottopose l’equity risk premium ovvero il tasso di rendimento richiesto dagli investitori per investire in azioni. Da allora l’ho sempre tenuto in mente come l’ago della bussola dei mercati.
Come si misura l’equity risk premium? Ci sono diversi modi e per questo noi ci limitiamo alla teoria: il rendimento richiesto dagli investitori in azioni meno il rendimento richiesto dagli investitori in obbligazioni. Quando il rendimento delle azioni sovrasta quello delle obbligazioni i mercati salgono. Quando la gamba che dà la differenza, quella delle obbligazioni, sale si riduce ovviamente la convenienza ad investire in azioni. Ma non scompare, perché o l’aumento del rendimento delle obbligazioni è minimo oppure magari la gamba delle azioni aumenta anch’essa e tutto rimane come prima. Noi siamo nel primo caso, è vero che il rendimento delle obbligazioni, spinto dalle attese dell’inflazione, è aumentato ma il rendimento delle azioni rimane ai massimi storici. Quindi non è cambiato niente. Il grafico che segue dimostra che le azioni dell’SP500 sono ancora relativamente attraenti rispetto alle obbligazioni USA (Treasuries a 10 anni). Storicamente un premio di 300 basis points ( 1 basis points = 0.01% ) ha significato in passato un incremento del 14.4% nei 12 mesi successivi dell’Sp500.
Ormai negli USA tutti vedono una inflazione al 3% e il grafico che segue con le previsioni di Blackrock lo dimostra:
Quindi diciamo che la seconda gamba della differenza su cui è costruito l’equity risk premium è al rialzo ma non sappiamo come reagisce la prima gamba. Il ribasso potrebbe quindi essere momentaneo. E’ evidente che in base al principio economico che “non può piovere per sempre” alla fine i tassi delle obbligazioni andranno al rialzo. E proprio per motivare questa massima economica il grafico che segue illustra come in termini di obbligazioni corporate private rispetto valore di mercato del capitale azionario siamo su un minimo storico:
A livello di indice italiano francamente mi sembra che tranne nel caso della botta al ribasso del 20 ultimo scorso il mercato non stia andando da nessuna parte anzi stia costruendo un triangolo di congestione. E lo scrivo questo perché mi sarei aspettato che il 21 si fossero aperte le cateratte dell’inferno ed invece il mercato ha recuperato il gap di strappo che aveva fatto. Siamo ad ottobre e stagionalmente i mercati si riposano prima della corsa natalizia. Quindi non perdiamo la speranza semplicemente perché le speranze sono probabilisticamente dalla nostra parte (che non significa che sono certezza).