Una delle più straordinarie intuizioni di Sergio Marchionne fu la volontà di voler procedere alla fusione tra la FIAT e l’americana CHRYSLER. Il deal fu approvato da Barack Obama e venne definito nella primavera del 2009. L’operazione era gigantesca e all’atto della firma, si narra che a Marchionne mancasse la penna. Gli venne in soccorso la giovane Anna Tanganelli di banca UBS, che gli prestò la propria ad inchiostro blu. Marchionne la ringraziò e firmò i documenti di un deal di qualche miliardo con una comunissima penna BIC.
A proposito di BIC…
La sua storia è molto datata ed ebbe inizo nel 1944 quando Marcel Bich ed Edouard Buffard avviarono in Francia un’attività industriale impegnata nell’ambito della fabbricazione di componenti necessari alla realizzazione di strumenti per la scrittura. Qualche anno dopo, Marcel Bich migliorò il design della penna a sfera inventata da Birò e lanciò sul mercato il marchio BIC.
Rispetto alle origini, l’azienda attuale è molto cresciuta e ben diversificata; attraverso numerose acquisizioni ha notevolmente allargato il proprio perimetro perché all’originaria attività concentrata sulla cartoleria, si sono aggiunte altre due importanti aree di business: gli accendini e le lamette usa e getta.
BIC è attiva attraverso molti brand in tutto il pianeta: il fatturato è realizzato per il 44% in Nord America, per il 32% in Europa, per il 14% in America Latina e per il 10% tra Africa ed Asia.
La società è quotata sulla borsa di Parigi dal 1972 (ISIN: FR0000120966, capitalizzazione EUR 2,28 mld) e la famiglia Bich ne detiene ancora il controllo (Gonzalve Bich è il CEO).
FATTURATO DI BIC:
BIC opera in settori maturi ed è pertanto normale che i tassi di crescita non presentino tassi elevati. Il fatturato più elevato è stato registrato nel 2017 (circa € 2 mld). Da lì, l’azienda ha iniziato a evidenziare una flessione dei ricavi aggravatasi con il Covid-19 nel 2020 (€ 1,63 mld).
Nel 2021 le cose hanno iniziato a riportare segnali di miglioramento: il fatturato trail 12 mesi ha quasi recuperato i livelli del 2019.
RIPARTIZIONE SETTORIALE DEI RICAVI DI BIC:
L’evoluzione di BIC ha portato una progressiva diminuzione dell’importanza del segmento Cartoleria a vantaggio delle business unit “Lighters” e “Shavers”.
MARGINALITA’ SETTORIALE DI BIC:
Il graduale spostamento del fatturato verso le due nuove aree di business trova un logico fondamento analizzando la marginalità operativa settoriale.
Il segmento Cartoleria, presenta una configurazione di marginalità molto più sottile mentre le altre due aree evidenziano una situazione molto diversa. Il mercato della Cartoleria si presenta infatti molto frammentato (BIC occupa il 9% del share) e la concorrenza finisce per limarne i margini. Durante il 2020, questo settore ha pagato duramente le conseguenze della chiusura delle scuole. Nel 2021 la marginalità ha evidenziato segnali di miglioramento.
Il settore “Lighters”, di cui BIC rappresenta uno dei principali player mondiali (55% dello share) è l’area a maggior marginalità operativa.
Nel settore “Shavers usa e getta” BIC occupa il 20% del mercato: la marginalità, seppur non elevatissima, rimane sempre in doppia cifra.
CRESCITA SETTORIALE DI BIC:
Come detto in precedenza, i settori su cui opera BIC sono maturi ed i tassi di espansione presentano tassi modesti. Nel 2021 si apprezza una notevole espansione del segmento accendini (settore a maggior valore aggiunto) e una buona ripresa della business unit “Cartoleria”. Soffre un po’ l’area “Shavers”.
DINAMICA DELLA MARGINALITA’ COMPLESSIVA DI BIC:
BIC, in termini assoluti, presenta a tutti i livelli, un profilo di marginalità di tutto rispetto.
Dal grafico qui sotto appare evidente la dinamica della marginalità: dal 2016 si è assistito ad un progressivo deterioramento. L’EBIT MARGIN % dal 2016 al 2020 è passato da un 22,8% ad un 14,3%.
Quali sono state le cause di tutto ciò? Sui margini hanno pesato principalmente la pressione dei costi delle materie prime, la concorrenza e l’impatto valutario.
Il 2021 registra un graduale miglioramento.
CASH OPERATIVO E ALLOCAZIONE DELLA LIQUIDITA’ DI BIC:
A fronte di una crescita sostanzialmente non esaltante dei ricavi, BIC presenta un’ottima capacità di saper generare con costanza elevati flussi di cassa operativi.
Nell’ultimo decennio BIC ha impiegato in investimenti (Capex e M&A) il 33% del Cash Flow generato del proprio core business. Il 44% della liquidità è stata corrisposta agli azionisti tramite dividendi mentre l’11,66% è stata impiegata nei piani di buyback.
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA DI BIC:
La ricorrente capacità di generazione di cassa associata alle buone marginalità con cui opera BIC hanno contribuito a creare un’eccellente forza patrimoniale. La società evidenzia l’invidiabile situazione di eccedenza di liquidità rispetto all’indebitamento.
Il notevole incremento realizzato nel 2021 va attributo in larga parte all’incasso straordinario di € 173,9 mln realizzato a seguito della vendita dell’Headquarter.
ROIC – WACC DI BIC:
Il differenziale tra il rendimento operativo sul capitale investito e il costo del capitale ha sempre evidenziato uno sperad positivo.
A partire dal 2015 il ROIC ha riportato una progressiva diminuzione ma nel 2021, si sta gradualmente assistendo ad una parziale inversione di tendenza.
DINAMICA DEI MULTIPLI ATTUALI DI BIC:
Gli attuali multipli di BIC, se rapportati allo storico della società, evidenziano tutti interessanti compressioni. Il P/E TRAIL 12 mesi (depurato dalla plusvalenza immobiliare) è di appena 9,68, l’EV/EBITDA segnala un 3,41, il p/s 1,25 ed il p/b 1,35.
DINAMICA DEI MULTIPLI FORWARD DI BIC:
Analizzando i multipli forward emerge la stessa logica evidenziata poco fa: tutti i rapporti risultano essere particolarmente lontani da quanto riportato negli ultimi cinque anni. Dal riquadro in verde si nota, ad esempio che l’attuale p/e forward è visto a 10,5 contro una media storica di 14 (dev. Standard 1,5).
ANALISI DEI COSTI DI BIC:
Al fine di poter comprendere in modo approfondito la società è opportuno analizzarne la struttura dei costi del venduto.
Come visto in precedenza, la marginalità di BIC è esposta al rialzo del costo delle materie prime. Fatto 100 il costo del venduto, il 28% è assorbito dai costi variabili da materie prime, il 42% da costi variabili il restante da costi fissi.
Le materie prime utilizzate per la produzione dei prodotti delle tre aree di business sono prevalentemente plastica, metalli e cartone.
La dinamica rialzista dei prezzi delle commodities e dei trasporti si è mostrata molto aggressiva: il futuro non sembra evidenziare un’inversione di tendenza.
BIC è riuscita a contrastare (parzialmente) tale aspetto riuscendo ad assicurarsi molte delle materie prime durante il forte ribasso dei prezzi riportato nella prima fase del Covid-19.
Sebbene BIC si sia spesso distinta nella capacità di ottimizzare le fasi di approvvigionamento, il perdurare del rialzo dei prezzi non potrà non impattare.
OUTLOOK:
A seguito del rilascio dei dati relativi al terzo trimestre 2021, il management ha provveduto ad elevare il target del fatturato (calcolato a cambi costanti) previsto per il 2021 al di sopra del +14% rispetto al 2020.
Il board ha inoltre indicato per il 2021 un Free Cash Flow pari a € 200 mln.
GRAFICO DI BIC:
Dopo una lunga fase rialzista, a partire dal 2015 si è innescato un severo trend ribassista.
Le timide reazioni sono sempre state contenute dalla media mobile a 200 giorni (linea verde). Il Covid-19 ha acuito il ribasso che ha raggiunto il minimo a quota € 40. Da lì si è registrata una reazione che ha permesso, per la prima volta, il superamento della trendline discendente rossa. Il rialzo è proseguito abbattendo anche la resistenza della media mobile a 200 giorni.
Nell'ultima fase, complice anche l'uscita dal capitale del colosso assicurativo svedese Alecta Pensionsforsakring Omsesidigt avvenuta il 5 ottobre (ha venduto 2,1 mln di azioni a € 47,5), le quotazioni sono nuovamente tornate al di sotto della media mobile a 200 giorni.
Il 27 ottobre, in occasione della pubblicazione dei dati (positivi) relativi al terzo trimestre, in intraday, il titolo ha nuovamente raggiunto la media mobile a 200 giorni per poi ripiegare.
OSSERVAZIONI:
Non c'è dubbio che il livello di competizione ed il rialzo dei prezzi delle materie prime possano rappresentate serie minacce per i margini dell'azienda. I settori su cui opera BIC sono maturi ed i tassi di crescita non potranno essere elevati, ma il posizionamento è di tutto rispetto.
Il management si è dimostrato molto proattivo ed ha cercato di investire anche su prodotti innovativi: nel 2020, nell'ambito Cartoleria, è stato acquisito per EUR 34 mln, il 100% di Rocketbook, startup americana che ha lanciato sul mercato un rivoluzionario quaderno elettronico cancellabile (venduto a tra i $ 20-40) collegato con il sistema Cloud: il prodotto piace ed il trend dei ricavi sembra promettente.
A tali aspetti va aggiunto una struttura patrimoniale solidissima (PFN abbodantemente positiva), una marginalità discreta (ed in ripresa), un'apprezzabile capacità di generare flussi di cassa ed una generosa politica sui dividendi.
Le quotazioni di BIC appaiono molto sacrificate rispetto sia ai multipli che ai fondamentali evidenziati in bilancio.
Può valere la pena valutare una (piccola) scommessa.
RIEPILOGO DELLE SEGNALZIONI:
Settimana piuttosto volatile per i titoli segnalati dalla strategia.
Molto bene AMADEUS FIRE (+5,83%), WINMARK (+6,8), B&C SPEAKERS (+4,3%) e COVER50 (+5,06) mentre è andata peggio per TECHNOGYM (-9,47%), FEVER TREE (-6,43%), e SWEDISH MATCH (-5,55%).
AMADEUS FIRE:
Le quotazioni continuano a viaggiare sui massimi: quota € 200 era è ad un passo. La performance dalla segnalazione è pari al 76,19%.
WINMARK CORP:
Le quotazioni hanno rotto i precedenti massimi assoluti. La performance dalla segnalazione è pari al 36,95%.
COVER50:
Il recente spunto ha avvicinato il titolo alla resistenza posta a € 8,85.
B&C SPEAKERS:
Dopo due tentativi andati a vuoto, il titolo ha sfondato i precedenti livelli avvicinandosi ai massimi storici.
FEVER TREE:
La debolezza della settimana rispedisce il titolo al di sotto della resistenza posta a quota £ 2500 pence.
SWEDISH MATCH:
La pubblicazione dei dati trimestrali ha rappresentato il catalyst che ha innescato la recente fase di debolezza.
TECHNOGYM:
Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una fase di debolezza che ha invertito il primo impluso rialzista avviato in fase post Covid-19. Il titolo viaggia al di sotto della media mobile a 200 giorni.