Che la bolla speculativa creata dalle banche centrali fosse ad uso e consumo principalmente della finanza era arcinoto e palesemente visibile anche da qualsiasi punto la si guardi, caricando i costi di questo sforzo per mantenere vivo il mondo in maniera artificiale, quando il Covid aveva chiuso in casa l'umanità, dividendola e costringendola a non avvertire l'esigenza di acquistare beni inutili, determinando così il propagarsi, a macchia d'olio, del rialzo dei prezzi di ogni bene di primaria e secondaria utilità.
Tale evidenza è sempre più confermata dagli utili delle banche d'affari targate Usa che hanno fatto tornare a volare Wall Street - in una sola settimana - contraddistinta da un consueto ormai minimo di periodo, su cui si sono avventati famelici i lupi di Wally, aiutati come sempre dalla Powell & Co. L.t.d. (FED), come da copione nell'ultimo ventennio, salvo poi leccarsi le ferite e riproporre scellerati veti come quello del divieto di short, seguente alla crisi del 2008.
L'errore sta nel pensare che il controllore vigili in funzione del corretto funzionamento dei meccanismi di mercato.
Basta avere l'esperienza di essere sopravvissuti all'ultimo ventennio per essere dubbiosi quanto basta da far drizzare tutte le antenne in dotazione quando si apprendono i numeri record di cui sopra.
Abbiamo voluto fare un giro proprio sulle trimestrali che stanno uscendo a mercato in questo periodo e come accennavo spicca il settore delle banche e della finanza tra i recordman di settimana.
I grafici in figura sintetizzano quanto accaduto sul fronte Q3, sulle 41 società dello S&P 500 che hanno appena comunicato i propri risultati.
Il Covid è stata una vera e propria manna dal cielo per Goldman Sachs, JP Morgan, Wells Fargo, Morgan Stanley etc.
Significativa sarà la prossima settimana per i dati relativi al terzo trimestre da parte di società che, per la propria unicità, hanno più a che fare con gli strozzamenti a collo di bottiglia dell'offerta e del conseguente rialzo dei prezzi.
Sarà il momento topico in cui si comprenderà se i calcoli e le valutazioni in merito alla temporaneità dell'inflazione siano corretti, o se si stia preferendo infilare la testa sotto la sabbia, pur di non decretare fuori controllo un rialzo inflazionistico che, non solo vox populi, conferma ed attesta in ogni dove nel mondo - meno che nel Bel Paese - a causa dell'atavica lenta dinamica economica.
La finanza, quella sana, è sempre correlata ad un sottostante concreto, tangibile, di sostanza.
La storia, prima o poi, ha sempre bocciato tutto ciò che la finanza ha creato artificiosamente, in modo virtuale ed intangibile.
Basta ricordare che nel lontano 2000, Tiscali veniva acquistata a 120 euro per azione per comprendere che non sempre i prezzi raccontano la verità.
L'oro tornerà a salire, e lo farà in maniera stabile quando l'inflazione avrà decretato la propria persistenza e l'azionario pagherà il conto.
Non è questione di visione preventive o di fantasticherie di cavalleria rusticana, è pura logica economico-finanziaria e valutazione attenta e sistemica dell'andamento dei mercati e delle logiche inflazionistiche ad essi correlate.
Parola di Martin J.Pring.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)