SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. I SEGNALI VENGONO GENERATI UNA VOLTA A SETTIMANA E PUBBLICATI SUL SITO IL LUNEDI MATTINA E VALEVOLI PER TUTTA LE SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.
La volatilità la farà da padrona sui mercati azionari USA ed internazionali almeno fino alla fine delle elezioni presidenziali americane. Ad una sfida già incerta, aumentano le incognite con la quasi certezza che un risultato a favore di Biden vedrà Trump contestare e appellarsi (la baruffa sulla sostituzione del Giudice Ginsburg costituisce un chiaro presagio di questo esito) con la nomina che inevitabilmente slitterà. A dar manforte alla volatilità anche il crescente numero dei contagi in tutti i principali Paesi del mondo, con diverse percentuali, ma che porterebbe a nuove fasi di “lockdown”, sia pure a macchia di leopardo e in modalità meno stringenti del precedente con conseguente rallentamento economico (quattro degli otto vaccini al mondo che si trovano nella terza fase di sperimentazione provengono dalla CINA) ed il “fiscal cliff” in attesa sempre di un accordo bipartisan che sembra molto difficile possa avvenire prima delle elezioni, ma non impossibile vista la posta (politica) in palio. Non per nulla, in settimana, il più grande broker mondiale, lo statunitense Interactive Broker con una nota, ha avvisato i propri clienti che avrebbero aumentato i margini di negoziazione fino al + 35% in modo progressivo rispetto ai normali valori fino alla fine di ottobre.
Questa situazione ha portato i titoli che avevano corso di più, quelli tecnologici, ad essere investiti da ampie richieste di riscatto da parte degli investitori al di fuori del settore, almeno per il momento. I deflussi dai fondi tecnologici hanno raggiunto il livello più alto in questa settimana dal giugno 2019. Secondo Bank of America Global Research, la scorsa settimana un miliardo di dollari netto è uscito dai fondi tecnologici a livello globale. Questo è stato accompagnato dal 3° più grande deflusso di fondi azionari statunitensi pari a 25 miliardi $. E’ pur vero che nel corso degli ultimi due giorni di contrattazione, gli investitori hanno chiaramente comprato il calo dei titoli tecnologici rivolgendosi, soprattutto, ai titoli cosiddetti "stay at home" businesses, come Zoom, Amazon, Apple, tanto per fare qualche nome.
Analizziamo ora graficamente la settimana sui 3 principali indici azionari iniziando, come sempre, dal NASDAQ100. Continuano su questo indice le aperture in Gap (sia up che down) denotando un innalzamento della volatilità dovuta ad una fase di grande incertezza sui titoli a maggiore capitalizzazione dell’indice tra gli investitori dei fondi che chiedono riscatti e chi, al contrario, vede nella discesa dei prezzi una buona opportunità di acquisto. Il test ribassista sull’importante supporto in area 11000 (ritracciamento del 27,2% di gamba 4-5 in giallo dai massimi), non ha retto in intraday (min. a 10677, 10806 e 10728) ma ha retto bene in chiusura di contrattazioni. La perdita confermata di tale supporto (ovviamente speriamo di no) proietterebbe i valori in area 10250, ultima spiaggia per la continuazione del trend rialzista, fornendo ulteriore base per il triangolo in formazione. Ovviamente la rottura di tale base modificherebbe lo scenario in modalità correttiva con la formazione delle 3 onde A-B-C. Viceversa una ripresa dei corsi troverebbe spazio verso area 11500 in modalità lateral-rialzista ma con escursioni giornaliere ampie. La settimana si è chiusa a 11151.13 con un guadagno del + 1,96% che porta il segno positivo da inizio 2020 al + 27,69%.
Questa settimana il quadro dell’indice S&P500 si presenta leggermente peggiore rispetto al Nasdaq100. Il grafico pubblicato negli ultimi mesi ha mostrato quasi sempre dei livelli chiave nei quali il mercato avrebbe avuto delle reazioni e così è stato anche nella giornata di giovedì in area 3200 che, come abbiamo scritto nelle puntate precedenti, rappresenta il vero primo supporto. Vista la reazione dell’indice tra giovedì e venerdì, al momento, confermiamo come questa fase di ribasso sembri solo una semplice correzione che non intacca il trend rialzista, ovviamente la perdita di tale supporto proietterebbe i valori, prima in area 3110 (M.M. 200) poi in area 3050 (ritracciamento del 38,2% dai massimi) e conseguentemente la fase diventerebbe correttiva con sviluppi in 3 onde A,B,C. Viceversa c’è spazio verso l’area 3435 in modalità lateral-rialzista. La settimana di contrattazione si è chiusa a 3298.46 con una perdita del - 0,63% rispetto alla scorsa settimana con un guadagno da inizio anno a + 2,09%.
Infine l’indice DOW JONES che in settimana, si ripresenta con un certo grado di debolezza rispetto agli altri due indici. Rotto al ribasso il primo supportino costituito dalla M.M. EXP a 50, ripresa per i capelli l’area 27000, ma diciamo che l’area 26250/26000 rappresenterebbe il vero supporto da non perdere, vista la presenza della M.M. 200 semplice (in bianco) e del ritracciamento del 27,2% dai massimi relativi. Viceversa una tenuta laterl-rialzista seguendo la trendline grafica sarebbe di auspicio. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 27137.96 il che porta ad una perdita del - 1,75%, che porta il deficit da inizio anno al – 4,78%. Di seguito i relativi grafici:
ORO INDEX
I futures sull'oro, nella scorsa settimana, hanno registrato la loro più forte contrazione dall'agosto scorso, poiché un aumento del dollaro USA ha frenato la domanda estera per le attività denominate in dollari, tuttavia, le perdite sono state limitate alla fine della settimana poiché sono riemerse le speranze di ulteriori misure di stimolo statunitensi. I venditori hanno avuto il sopravvento in quattro sessioni su cinque, facendo perdere ca. 100 $ al metallo prezioso. L'incertezza dovuta alla divisione tra Democratici e Repubblicani sia su un maggiore stimolo fiscale, che significherebbe una minore possibilità di un piano di stimolo in arrivo, sia per la morte del giudice Ruth Bader Ginsburg ed insieme a un dollaro più forte, ha fatto pressione sul complesso dei metalli preziosi. Fondamentalmente, quando le azioni sono crollate, gli investitori hanno utilizzato le loro partecipazioni in oro per pagare le richieste di margine e per coprire le perdite; storia, quest’ultima, già vista e vissuta in Marzo e ad Agosto 2020.
A livello operativo notiamo come il triangolo disegnato in giallo sia stato rotto al ribasso con forza a supporto di ciò che avevamo scritto nel precedente articolo che molto probabilmente la fuoriuscita (da un lato o dall’altro) sarebbe stata esplosiva. Nonostante ciò, a livello fondamentale, riteniamo che la commodity dovrebbe riprendere il suo corso rialzista, a breve termine forse no (condizionato dai fattori sopra descritti), ma a medio termine certamente sì. A livello grafico il rientro dall’ipercomprato, in concomitanza del nuovo massimo storico, fosse stato, quest’ultimo, il picco del movimento rialzista, ci saremmo aspettati una svendita più pronunciata invece, al netto dei fattori esogeni di questa settimana, quello che abbiamo visto è un modello di consolidamento che sembra suggerire un ulteriore accumulo di energia repressa e una possibile mossa verso l'alto. Nel breve c’è da valutare la tenuta del supporto in area 1850 $/oz. testata negli ultimi tre giorni di contrattazione (ritracciamento del 38,2% dai massimi storici dell’ultima gamba di rialzo), con conferme in chiusura, mentre al rialzo è essenziale la riconquista e conferma di area 1990/2000 $/oz.
Detto ciò, per quanto riguarda il nostro investimento sull’ETF (PHAU) con la strategia “The Challenger” rimaniamo, ovviamente, positivi ma anche noi in attesa degli eventi; è probabile che assisteremo a volatilità, ma ciò non garantisce che l'oro nel breve aumenterà. Se la volatilità dovesse alimentare un consolidamento del valore del dollaro e un crollo del mercato azionario, è probabile che l'oro precipiti ulteriormente.
La settimana si è chiusa a 1864.30 $/oz. con una perdita del – 4,98% che porta il guadagno da inizio anno al + 22,40%. La settimana della commodity in modalità spot si è chiusa a 1860,0 $/oz. con un guadagno da inizio anno del 22,60%, Di seguito il grafico weekly dell’ORO INDEX:
LA POLITICA USA DI DONALD TRUMP
Il capo dello staff della Casa bianca Meadows ha dichiarato che l'amministrazione sta studiando un progetto di stimolo "a pezzi" che potrebbe riguardare in parte le linee aeree.
La situazione di stallo legislativo che sta attanagliando la politica americana riguardo il nuovo piano sugli aiuti per il coronavirus che sembra non sbloccarsi; nonostante le visioni divergenti tra repubblicani e democratici, la volontà di raggiungere un accordo prima delle elezioni di novembre, sembra essere un punto fermo per entrambi gli schieramenti, sia per una questione di effettivo aiuto per i cittadini americani, sia per una questione di immagine prima dell'evento delle presidenziali.
In realtà le due fazioni non sono in totale disaccordo su tutto, ma la patata bollente non riguarda tanto le sfere di azione sulle quali agire; scuola, sussidi di disoccupazione rafforzati, sistema sanitario, aiuti alle piccole imprese e istituzioni locali, ma più che altro la discussione che determina l'impasse legislativo riguarda l'entità della somma da destinare al pacchetto e le modalità di erogazione.
Come abbiamo già scritto in precedenza, i democratici sono favorevoli a designare molti più soldi rispetto ai colleghi repubblicani in un ipotetico nuovo piano di stimolo; quello che è certo è che l'iniziativa deve arrivare quanto prima possibile, sentendo anche gli autorevoli pareri di Powell e Mnuchin, i quali più volte hanno sollecitato Washington ad affrettarsi; ogni ritardo potrebbe provocare un punto di rottura tra la debole, ma costante, ripresa economica Usa e la mancanza di un disegno di legge forte che abbia la capacità di sostenere tale ripresa e al contempo aiutare gli 11 milioni di americani senza lavoro.
Nel frattempo il presidente Trump firmerà ulteriori ordini esecutivi per proteggere le condizioni già preesistenti per coloro che beneficiano del sistema Medicare, una sorta di “tappa buco” nell'aspettare l'agognato nuovo accordo di stimolo, in ambito dell'assistenza sanitaria; in una delle sue conferenze, a Charlotte, in Carolina del Nord, il presidente ha assicurato che per gli americani beneficiari non ci saranno ulteriori spese sanitarie a sorpresa, affermando che nessuno meglio di lui può proteggere la saluta dei suoi cittadini e screditando, come nel suo stile, l'Obama Care, giudicandolo inadeguato ed inefficace.
Trump nel suo discorso ha precisato che 33 milioni di americani che beneficiano del programma sanitario Medicare, istituito dal presidente Johnson negli anni '60, riceveranno una carta di credito con la quale potranno comprare farmaci da prescrizione; ci sono però molti dubbi sulla reperibilità dei soldi necessari per attuare questa azione governativa e molte aziende farmaceutiche storcono il naso, ma d'altronde, questa potrebbe essere una delle ultime mosse del presidente americano prima delle elezioni, considerando anche il fatto che l'elettorato più anziano, a cui appunto sarebbero destinati questi aiuti sanitari, è sempre stato uno zoccolo duro sul quale Trump ha sempre potuto contare sostegno elettorale.
Gli Stati Uniti stanno scontando un duro prezzo a causa della pandemia, con oltre duecentomila decessi fino ad oggi e oltre sei milioni di contagiati; una delle crisi sanitarie ed economiche più gravi nella storia del paese; in più il non accordo per un nuovo piano di aiuti genera un forte incremento di insoddisfazione sociale, oltre ai recenti avvenimenti che hanno visto gli Usa protagonisti di una nuova ondata di episodi contro le minoranze etniche. Il tutto condito da un presidente che sembra non avere il tatto, almeno verbale, per rassicurare la sua nazione su una prospettiva migliore e più impegnato a dichiarare guerra al colosso cinese. Il tutto alle porte delle elezioni presidenziali...
Sul fronte tensioni USA-CINA, il Wall Street Journal ha riportato che tra i leaders cinesi c'è disaccordo sull'opportunità di pubblicare immediatamente la "unreliable entities list" con la quale si intende reagire alle misure varate dall'amministrazione USA nei confronti delle aziende cinesi. Alcuni vorrebbero aspettare dopo le elezioni. Finora la CINA ha adottato la strategia di evitare di superare l'entità delle sanzioni USA. A parte ciò, i leaders cinesi forse sperano di ricucire il rapporto, nel caso vinca Biden.
POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE
In settimana hanno testimoniato davanti al Comitato per i servizi finanziari della Camera i due rappresentati delle principali agenzie economiche statunitensi; Jerome Powell a nome della FED e Steve Mnuchin a nome del Dipartimento del Tesoro americano.
La FED e il Dipartimento del Tesoro da marzo stanno lavorando sinergicamente per garantire alle famiglie e alle imprese la liquidità necessaria per non “affondare”, le principali azioni che sono state messe in atto sono state l'istituzione del Paycheck Protection Program (PPP) a sostegno dei lavoratori e lo strumento di prestito denominato Main Street Landing Program a sostegno delle piccole medie imprese con meno di 15.000 dipendenti.
Il loro sforzo congiunto ha garantito stabilità, per quanto possibile, nei momenti più bui della pandemia e ha contribuito significativamente a far riemergere gli Stati Uniti dal buco nero in cui erano finiti nel secondo trimestre, nonostante i livelli economici attuali siano di gran lunga al di sotto dei livelli pre-pandemici.
Ciò che significativamente è emerso dalle testimonianze fornite davanti al Comitato è che esiste ancora lo spettro di una decelerazione delle attività economiche statunitensi e che, nonostante i rinnovati impegni presi sia da Powell che da Mnuchin, di impegnarsi sempre più a sostenere l'economia, innestando nuova liquidità; se non c'è un impegno importante da parte del Congresso a sostenere ulteriori stimoli fiscali, la possibilità di vanificare gli sforzi fatti sino ad ora potrebbe essere reale e concreta.
Mentre gli americani che cercano di trovare lavoro, sostiene Powell, potrebbero esaurire i loro risparmi e quindi non avere i soldi necessari da destinare al consumo verso altre attività economiche, proprio per questo è fondamentale che vengano quanto prima riattivati i programmi di sostegno economico e fiscale da parte del Congresso Usa.
A fare eco alle parole di Powell, Steve Mnuchin, il quale sostiene l'urgenza di un altro piano di aiuti a sostegno delle azioni della Banca centrale americana.
Della medesima linea è il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans; Evans prospetta una ripresa ancora più lenta e difficoltosa se non addirittura recessiva, se non verrà raggiunto presto un accordo bipartisan a Washington, ponendo l'accento sugli aiuti ai cittadini senza lavoro e ai governi statali e locali.
Per il presidente Fed Evans, il tasso di disoccupazione potrà scendere al 5,5% entro la fine del 2021 solo in previsione di un vaccino anti-covid e di un pacchetto di aiuti di almeno un trilione di dollari.
Discutendo, infine sull'obiettivo della Banca Centrale di raggiungere un tasso di inflazione mediodel 2% nei prossimi anni, mantenendo però i tassi vicini allo 0%, Evans non esclude la possibilità di aumentarli prima che la media dell'inflazione raggiunga effettivamente i due punti percentuali, poiché per raggiungere quell'obiettivo inflazionistico ci potrebbe volere molto tempo, forse troppo. Questa ultima dichiarazione è stata, poi, ampiamente smentita dall’interessato dopo essersi reso conto (lui o chi per lui) di aver fatto una clamorosa “gaffe” in materia di tassi.
Al coro del presidente Powell, di Mnuchin e di Evans si aggiungono anche il Presidente della FED di Cleveland, Loretta Mester e il presidente FED di New York, John Williams, i quali hanno anch'essi rilasciato dichiarazioni in settimana. Essi sostengono che la sostenibilità dell'economia è ancora molto fragile e necessita di azioni politiche tempestive e senza indugi di sorta.
DATI MACROECONOMICI
L'appuntamento con i dati macro della settimana appena conclusa si apre con gli edifici residenziali esistenti venduti nel mese di agosto; notiamo un consensus perfetto tra aspettativa di 6 milioni e il dato reale di immobili residenziali effettivamente oggetto di vendita; lieve miglioramento rispetto al dato di luglio che registrava 5,86 milioni di unità vendute. Il numero uscito è ai massimi dal 2006.
L'indice Pmi manifatturiero a cura di Markit, indica un'espansione del settore; il dato preliminare di settembre segna un punteggio di 53.5 punti, superiore al perfetto consensus tra dato atteso e mese precedente, i quali attestavano il punteggio a 53.1 punti.
La stima preliminare del Pmi servizi invece registra una lieve contrazione a 54.6 punti, rispetto al dato di agosto dove si registravano 55 punti; rimane più o meno in linea invece al dato pronosticato dagli analisti di 54.7 punti.
Aumentano le nuove richieste di disoccupazione negli Usa; la settimana presa in esame, (10/09/2020 – 17/09/2020), registra 870 mila nuove richieste inoltrate, disattendendo la previsione di 840 mila, e risultando di poco peggiore del dato della settimana precedente pari a 866 mila nuovi sussidi reclamati dai cittadini americani.
Semplicemente eccellente il balzo in avanti fatto per quanto concerne la vendita di nuove case unifamiliari; 1.011 mila nuove vendite ad agosto contro la previsione ribassista di 895 mila unità e del dato di luglio dove sono state vendute 965 mila immobili di nuova fattura (dato rivisto).
Chiudiamo con gli ordini di beni durevoli del mese di agosto, dato fornito dal Bureau of the Census americano, notiamo un drastico calo rispetto al dato di luglio dove la crescita era dell'11,7%; infatti il dato attuale è solo dello 0,4% con una previsione stimata all'1,5%; lo stesso indice con esclusione dei beni riguardanti il settore militare registra una crescita di solo lo 0,7% ad agosto a fronte del mese precedente dove il dato era del +10,4%.
Ma i durable goods orders di Agosto, una volta depurati delle componenti difesa e soprattutto trasporti (che contengono gli aeromobili) hanno mostrato un rimbalzo superiore alle attese +1.8% contro stime per +0,5% da +2.5% del precedente mese.
PORTAFOGLIO AZIONARIO
Per quanto riguarda l’operatività sul Portafoglio LombardReport nonostante le turbolenze dei mercati, sulla strategia NASDAQ Weekly altra buona notizia, essendo riusciti ad andare a target con il titolo WESTERN DIGITAL. Riguardo agli altri titoli, in settimana ci siamo avvicinati al livello di STOP sui titoli CISCO ed INCYTE che, comunque, hanno prontamente recuperato. Ci aspettiamo, quanto prima di andare a target sul titolo TAKE TWO. Per quanto riguarda i titoli italiani, anche su questa strategia le soddisfazioni non sono mancate con il raggiungimento del target sul titolo ESPRINET, mentre siamo dovuti uscire dalle operazioni su FALCK, FERRARI e TINEXTA che, complessivamente, hanno portato ad una leggera perdita.
Nulla di nuovo sul Portafoglio “The Challenger” nel quale abbiamo sfiorato l’acquisto sul titolo APPLE, mentre molto bene continua il cammino del titolo SHOPIFY. Sul titolo AURORA abbiamo assistito ad un forte rimbalzo prima dei dati economici trimestrali, che hanno mostrato nel quarto trimestre fiscale 2020 un calo del fatturato del 5% (72,1 mln $) rispetto al trimestre precedente, con una perdita degli utili di 13 centesimi $ contro un’attesa degli analisti per una perdita maggiore a 30 cent. $, ma dopo l’uscita dei dati il titolo ha continuato il trend discendente fino ad un minimo di 4,78 $ dovuto ad un previsione per il prossimo trimestre fiscale (1° 2021) di un calo del fatturato tra 60 e 64 mln $. Gli analisti hanno abbassato le loro precedenti previsioni di valore sul titolo dai 17/20 $/az. a 8/10 $ az., in ogni caso abbondantemente sopra i valori odierni. Le informazioni oramai sono uscite, pertanto attendiamo ad acquistare il secondo lotto in base alla formazione di un qualche pattern che ci indichi un supporto valido. Alla prossima.
FOCUS SU TITOLI
TESLA. Elon Musk ha annunciato di avere acquisito una licenza per estrarre litio in un giacimento in Nevada; se una volta il futuro della mobilità si misurava attraverso il petrolio, con l'era moderna e l'avvento del mercato delle auto elettriche, la grande partita dell'emissione zero si gioca interamente sul litio. Musk ha aggiunto che Tesla sta progettando un sistema di estrazione a basso impatto ambientale e l'obiettivo per la sua azienda sarà quello di aumentare significativamente la produzione annuale di batterie fino a 3 terawattora (TWh) nel prossimo decennio e durante il Battery Day hanno fornito un paio di suggerimenti su quando si aspettano che la produzione di batterie venga iniziata. In tutti i settori automobilistico ed energetico, Tesla calcola che dovranno essere prodotti 20 TWh di batterie ogni anno per convertire entrambi i settori in energia sostenibile. Con i costi di produzione delle batterie attuali, Tesla afferma che ciò richiederebbe un investimento di 2 trilioni di dollari.
ILLUMINA. La società statunitense specializzata nello sviluppo di sistemi per il sequenziamento genetico, acquisirà Grail, la start up fondata nel 2016 e sostenuta finanziariamente da Jeff Bezos e Bill Gates per 8 miliardi di dollari. Grail si occupa di test per la diagnosi del cancro e sta sviluppando un sistema chiamato “Galleri” per l'individuazione dello stato iniziale di diversi tipi di tumori. Secondo l'accordo gli azionisti riceveranno 3,5 miliardi di dollari in contanti e 4,5 miliardi di dollari in azioni Illumina.
PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SCORSA SETTIMANA.
COSTCO WHOLESALE + 1,97%. La società e le sue filiali gestiscono magazzini di proprietà nei quali offrono ai loro clienti/membri una selezione limitata di prodotti a marchio nazionale ed a marchio privato, in diverse categorie merceologiche, a prezzi bassi, ha riportato utili nel 4° trimestre fiscale 2020 pari a 3,13 $/az. su ricavi per 52,28 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,83 $/az. su ricavi per 52,08 mld $. Il fatturato è aumentato del 12,4% su base annua.
Secondo il CFO della società, Richard Galanti, cavalcando i venti favorevoli degli effetti di COVID-19, piuttosto che subirne i danni, Costco ha sovraperformato su base annua, i tassi di rinnovo degli abbonamenti sono rimasti stabili a un robusto 91% e le entrate delle quote associative sono aumentate di 56 mln $, mentre i clienti pagati sono cresciuti di 1,3 milioni - cifre complessivamente ottimistiche per gli investitori.
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Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO