Tratterò per due appuntamenti alcuni fondi della categoria Obbligazionari Diversificati EUR che mi sono stati segnalati dallo stocastico orizzontale.
Il fondo e lo stocastico orizzontale
In precedenza vi avevo parlato del fondo Schröder International Selection Fund EURO Bond C Accumulation EUR Isin LU0106235889, ma visto che non voglio ripetermi ci tratterò oggi il suo fratellino; ossia il fondo Schroder International Selection Fund EURO Bond A Accumulation EUR – ISIN LU0106235533.
Questo fondo ha una componente principale di eurobbligazioni pubbliche e corporate, mentre presenterò prossimamente un fondo che interviene anche su titoli statali.
Cambia soltanto la classe, ma la qualità rimane.
Siamo finalmente in classe “A”, ma siamo rimasti n famiglia.
Durante gli ultimi 14 anni esatti, dal mese di luglio 2006, il fondo è rimasto per il 44.87% del periodo al di sopra di 70 consolidando pertanto a lungo tra gli asset con le migliori performance a 12 mesi.
Inoltre, per quasi il 7.5% del periodo di riferimento si è mantenuto nella fascia più elevata dell’oscillatore; ossia tra 90 e 100.
Solo in poche occasioni negli anni 2007/2008 si è recato sotto 10, ma è accaduto molto tempo fa e per pochi episodi.
L’asset è a dire poco affidabile anche se in questa categoria le differenze si cercano a volta con il microscopio.
Ed è proprio qua che interviene il mio stocastico orizzontale in quanto mostra il comportamento del gestore durante i vari periodi storici immediatamente confrontato con quello dei suoi concorrenti. Inoltre, calcola la permanenza nelle varie classi che possiamo quantificare.
Interessante poi osservare, proprio dalla curva dell’oscillatore, il posizionamento del fondo durante gli ultimi 3 anni al di sopra di 60 circa.
Non ho scritto a caso poco sopra “la qualità rimane”.
Ricordo per coloro interessati al calcolo dello stocastico orizzontale da me ideato secoli fa, e già, il numero speciale del Lombard report dell’11 novembre 2019 disponibile di seguito: https://tradinglibrarymultimedia.it/sfogliabili/LombardReport/n_34/#p=1
Il fondo e l’analisi tecnica
Apro una parentesi:
Ora una cattiveria da parte mia… ma questa volta è solo una parentesi sul possibile utilizzo di un composite e non per confrontare il fondo nel suo contesto di riferimento.
Ho utilizzato l’indice JPM Emu 10+ per confrontare il fondo e il relativo composite mostra dal 2011 una situazione (ovviamente) sfavorevole all’asset.
In questo modo, anche se l’esito era relativamente scontato, riesco a confrontare in parte il fondo con un rendimento obbligazionario decennale europeo che, se non dispongo di un portafoglio diversificato o se ho unicamente questo fondo, mi aiuta a inquadrare il mio investimento.
Può essere un’idea confrontare un asset con uno strumento non “standard”.
Parentesi chiusa.
Oggi cambio il mio approccio perché ce ne sono diversi in funzione dell’obiettivo finale da raggiungere.
L’algoritmo in rosso nella parte superiore del grafico non è altro che la performance in forma percentuale a 52 settimane e, nonostante la serie di massimi discendenti che si sono verificati tra il 2009 e il 2018, le perdite massime sono rimaste contenute a -2%.
Non male anche tenendo conto della volatilità annualizzata che, durante lo stesso periodo, andava spesso in area 4%/6%. Non è tuttavia l’unico della sua categoria.
Una performance peggiore di -2% con una volatilità doppia o tripla non è niente male anche prendendo in considerazione il comparto di riferimento anche perché parliamo degli ultimi 10 anni.
Il fondo è ovviamente molto attraente per chi volesse entrare nel comparto e si è dimostrato storicamente molto affidabile sia attraverso lo stocastico orizzontale sia confrontato con un mio benchmark (ho scritto “mio” in quanto non è quello della casa).
La prossima frase è da leggere solo se cercate una scusa per abbandonare il fondo in questione: l’area situata tra 21.5 e 21 e ricca di supporti tecnici che sostengono la tendenza in essere e l’eventuale cedimento di 21 potrebbe precedere l’inizio di una fase discendente.
Mi rivolgo nuovamente a quelli che non hanno letto l’ultima frase: inutile uscire da un ottimo fondo obbligazionario in caso di flessione nell’intento di limitare le perdite poiché le loss si limitano solo, e soltanto, con un’ottima diversificazione e una buona calibrazione dei pesi che variano in funzione delle condizioni del mercato.
Mi viene spesso richiesto di inserire un livello di uscita da un fondo, ma se non è in un’ottica di switch all’interno della stessa categoria non ha molto senso in certe occasioni.
Don’t forget: l’obiettivo principale è sempre quello di preservare il capitale investito.
Cordialmente
Giovanni Maiani