Il quadro tecnico è invariato. Da alcune settimane l’azionario Usa sta consolidando al di sotto dei massimi di inizio giugno, dove le perdite per l’indice S&P500 (PC: 3115) rispetto ai picchi pre-Covid si erano ridotte ad un modesto -5% (un brillante recupero dal -35% sui minimi di metà marzo a 2174). Contestualmente l’Oro rimane sui massimi di periodo (PC 1787 $/oncia), in attesa di trovare la forza per portarsi al test del massimo storico del 2011 a ridosso di 1925 $/oncia: in dollari, perché nei confronti di euro e yen il metallo giallo è già ora su nuovi massimi storici.
Come dicevamo le settimane passate, <<È a tutti evidente il forte e crescente disallineamento tra il marcato recupero dei mercati azionari, da un lato, e dall’altro le incerte prospettive di miglioramento dell’economia reale - dove sembra di potere escludere un recupero a “V” - nonché la persistente fragilità di fondo dei mercati finanziari - pensiamo anche solo all’enorme mole di debito pubblico e privato (oltre 250 trilioni di dollari USA) accumulatasi negli ultimi anni grazie a tassi artificialmente compressi verso e sotto lo zero dalle politiche monetarie ultraespansive della Fed e delle altre banche centrali mondiali...L’enorme espansione di liquidità a partire da metà marzo - oltre 6 trilioni di dollari USA di flussi netti aggiuntivi - è stato il driver del fortissimo rally di borse e titoli obbligazionari, oltre che del recupero delle quotazioni del petrolio>>.
L’azionario sta tenendo molto bene le posizioni, ma confermiamo che sui livelli correnti le quotazioni appaiano troppo tirate e disallineate rispetto ai fondamentali. Confermiamo quindi che <<rimane il rischio di assistere a delle bull-trap, per cui si sconsiglia di correre dietro ai rialzi e di preoccuparsi semmai di ridurre i rischi di portafoglio. La tentazione di andare corti, in specie sull’azionario Usa, è molto alta, ma come recita l’adagio, don’t fight the Fed. I rubinetti della liquidità sono aperti a manetta, col rischio di creare nuove bolle; occorre essere prudenti perché la potenza di fuoco delle Banche Centrali è tale da consentire ulteriori manipolazioni al rialzo, per quanto tirati siano i livelli correnti. Sull’S&P500 un segnale che la festa è finita arriverebbe solamente dalla rottura del supporto critico in area 2800-2900, ma siamo abbastanza lontani dai livelli correnti>>. Sull’S&P500 le quotazioni stanno infatti consolidando in area 3000-3150, col Vix (PC 29,90) abbondantemente al di sotto della resistenza critica a quota 40. Quindi non ci sono segnali di tensione ma le prospettive di rischio-rendimento, per quanto detto sopra, rimangono poco attraentI.
Operativamente confermiamo anche la strategia di accumulazione di posizioni lunghe in ottica strategica sui metalli preziosi, in specie sull’Oro (cfr. grafico settimanale allegato) e in subordine sull’Argento nonché, in misura più modesta, sul Platino. Mantenere anche le posizioni corte sul Palladio, a parziale copertura dell’esposizione lunga netta sul comparto. Sia l’Oro che l’Argento sembrano in procinto di accelerare al rialzo, ed anche il Platino, anche se molto più debole, sembra stia accumulando potenziale.
Come veicoli si confermano gli Etc Wisdomtree quotati su Borsa italiana, che risultano garantiti da depositi fisici dei metalli preziosi sottostanti, senza comportare quindi rischi di credito, con i seguenti ticker:
PHAU (oro): PC 150,00; PHAG (argento): PC 15,050; PHPT (platino): PC 67,850
Short Palladio (ticker 1PAS: PC 14,168)
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)