Il titolo è chiaramente provocatorio, almeno in parte, visto che scrivo da quasi 6 lustri che l’Italia è, probabilmente, il Paese più bello del mondo e continuerò a farlo.
En mauvais italien, mais je continuerai à le faire.
Tuttavia, da analista intellettualmente semi normale, mi dispiace osservare un Paese che ha tutto (storia, cultura, arte, cibo, clima, …) ridotto in questo modo.
Il Recovery Fund (il nome non mi sembra azzeccato) farà avere all’Italia circa 209 miliardi tra prestiti e sussidi e ne ho sentito parlare con un certo trionfalismo.
Io che non sono un politico, e questo è tutto tranne che un articolo politico, non vedo l’apoteosi nel chiedere un prestito che rappresenta, largo circa, l’8% del mio debito pubblico (circa 2.507.580 milioni di euro a maggio scorso). Vedi il grafico.
Pertanto l’importo non è tanto rispetto al debito pubblico ed è quasi peggio se consideriamo il Pil italiano che (vedi il grafico normalizzato dal 1999) non ha mai superato 200. Se cercate il dato del bel paese questo è fuso nella parte bassa.
Non ho inventato nulla e lo sappiamo tutti da anni. L’Italia è molto indebitata e non riesce a produrre e a fare girare l’economia; detto in parole semplici.
L’Ue è un gruppo eterogeneo e lo sarà, almeno, per un'altra generazione. Non può essere diversamente.
Banalmente per il conflitto che si è terminato 75 anni fa. Alcuni Paesi ne hanno occupati altri soltanto qualche decennio or sono e attualmente sono amici veri… Poi, l’Unione europea è stata fondata nel 1993, meno di 50 anni della fine della guerra. Troppo presto, prima e ora.
Il tempo sistema ogni cose. Un po’ come un processo che va in prescrizione, ma in un altro contesto…
Se non basta posso aggiungere che in Bulgaria, per esempio, la paga media è circa 3 volte inferiore rispetto a quella italiana.
Potrei proseguire ulteriormente, ma non è in questo modo che si ottiene un gruppo omogeneo.
L’Ue lo dimostra a ogni occasione.
Facciamo un giro sui mercati.
Il rendimento del decennale italiano è attorno all’1% e tende ad avvicinarsi al minimo di settembre scorso, ma i rendimenti obbligazionari sono tutti risicati. Il recente “Btp futura” non ha offerto un premio molto efficace rispetto al mercato (anche se tenuto fino alla scadenza) e non ne vedo il “sex appeal” (un mio limite).
Mentre il mercato obbligazionario ha le sue particolarità e non è molto di aiuto in questo scenario desolato, voglio osservare l’indice azionario italiano.
La realizzazione di un rapido composite con l’indice italiano e il Msci World eur mostra una tendenza storica, almeno dell’inizio del 2007, a dire poco sfavorevole all’azionario nazionale il quale composite ha realizzato, proprio durante lo scorso mese di maggio, l’attuale minimo storico.
In effetti, l’indice Spmib40 si limita a effettuare dal 2009 un lungo e ampio movimento laterale, mentre l’ultimo decennio è stato caratterizzato da una fase decisamente rialzista per i mercati azionari.
Delusioni anche in questo settore. Ormai balliamo visto che siamo qua.
La volatilità (a 10 settimane annualizzata) si è dimezzata rispetto a quella registrata all’inizio di aprile, ma con oltre 30% rimane ancora molto elevata.
Il crollo del mercato accusato tra febbraio e marzo è stato solo parzialmente riassorbito, mentre l’indice fatica a mantenersi al di sopra di quota 20.000.
Inoltre, la fase di recupero in essere da marzo ha consentito la realizzazione di un supporto dinamico situato a 19.400 circa il quale eventuale cedimento dovrebbe coincidere con l’inizio di una correzione puramente tecnica.
Al rialzo, l’eventuale superamento di 21.200 dovrebbe rappresentare un segnale d’intervento, ma soltanto in un’ottica di breve periodo.
Interessante anche la Gann Line in rosso che ha centrato il massimo di questa settimana…
Ho effettuato un giro largo prima con l’indebitamento e il Pil, ma volevo sottolineare che l’Italia viene considerata come una cassaforte da depredare (avevo scritto “frigo” prima…) e non come un partner forte con il quale andare avanti.
Quest’atteggiamento si ripercuote anche nell’azionario; complice anche la composizione settoriale della borsa italiana. La verità non è mai soltanto da una parte.
Lo scenario puramente tecnico del principale indice azionario italiano è moderatamente rialzista nel breve periodo e, in ogni caso, molto vulnerabile.
Mi viene soltanto da scrivere di mantenere gli eventuali acquisti in essere con stop cautelativo o take profit nell’area 19.400/000 a secondo del livello d’ingresso. Il cedimento di 19.000 potrebbe consentire successivi ingressi attorno a 17.500 e/o 16.000. Sarei meno preoccupato ad acquistare su questi livelli che su quelli attuali.
Tentare qualche acquisto in caso di superamento di 21.200 con obiettivi 23.500 e 25.000 circa, ma con uno stop stretto. La fiducia è poca in questo momento. Mi sembra azzardato, in quest’occasione, tentare qualche acquisto su tenuta dell’area 19.400/000.
A disposizione.
Giovanni Maiani