E venne il giorno in cui tutta la curva dei rendimenti Euro andò in negativo. E sì, con l’euforia dei mercati a seguito dell’accordo siglato dai 27 della UE in merito al Recovery Fund, i rendimenti area Euro sono affondati in negativo praticamente per tutte le scadenze, con l’eccezione del tratto 2039-2045 che offre un generosissimo rendimento tra ZERO e 0,01%.
Da che l’Europa, sul crinale di un baratro, rischiava di implodere e sgretolarsi con un colpo di coda (o forse un colpo da maestri…) siamo oggi con l’Euro che sta schiacciando il dollaro USA e una ritrovata unità (più nei proclami che nei fatti…) europea come da tempo non si vedeva.
Sia come sia, i mercati hanno brindato e ancora stanno festeggiando con lo spread che è letteralmente sprofondato sotto area 150 bps e pare non voglia ancora fermarsi. Va riconosciuto che comunque all’Italia è andata abbastanza bene, nonostante tutto, anche se a ben guardare chi veramente ha i maggiori benefici sono proprio i paesi del nord e, naturalmente, la Germania con Frau Merkel che è abilmente riuscita a mettere a tacere Macron e ad ottenere grazie ai “frugali” ben di più di quanto avrebbe potuto fare da sola.
In sintesi, l’accordo sul Recovery Fund lascia invariato a 750 Mld Euro l’importo complessivo, ma rimodula (al ribasso…) la quota a fondo perduto, che scende a 390 Mld rispetto ai 500 Mld previsti dalla proposta della Commisione e portando quindi a 360 Mld i prestiti. Con questa nuova suddivisione all’Italia spetterebbero 209 Mld Euro, di cui poco più di 81 Mld di aiuti e 127 Mld di prestiti. Il denaro del Recovery Fund sarà erogato tra il 2021 e il 2023, e dovrà essere restituito a partire dal 2027. Gli Stati della UE dovranno quindi accordarsi sulle entrate comunitarie per coprire il denaro che la Commissione dovrà restituire al mercato.
Per ora l’Europa è risorta, come l’Araba Fenice, dalle sue ceneri e ora bisognerà vedere se dura e sino a quando, poiché è chiaro che i motivi di scontro sull’utilizzo dei denari non mancheranno e, molto probabilmente, riaccenderanno la dialettica politica senza troppi complimenti. Come sempre, staremo a vedere.
Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve questa settimana, come già anticipato in apertura di articolo, ci mostra un sostanzioso cambiamento che vede di fatto tutta la curva in area negativa. Infatti, abbiamo ora rendimenti negativi sempre sino alle scadenze 2038 (con punte a -0,40% per le scadenze a dodici anni) e dalle scadenze 2046 in poi. Si “salvano” solo le scadenze comprese tra il 2039 e il 2045 che vanno da 0,00% a poco più dello 0,01%. La scadenza a 10 anni affonda in area -0,22% e la scadenza trentennale crolla a -0,04%. Torna a modificarsi anche la forma della curva, che riprende la conformazione a “schiena d’asino” che pareva abbandonata e shifta verso il basso di 10 bps sulla parte a breve. Meno violento, invece, il movimento dei forward su Euribor 6 mesi, che sul tratto a lunga scendono un po’ andando verso area 0,30% mentre sul tratto a breve si confermano stabili sempre in area -0,50%.
Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali non possiamo non notare come, ancora una volta, la lettura del modello Trendycator sia stata corretta nell’indicare già in tempi non sospetti il nuovo drastico calo dei rendimenti. Il quadro rimane quindi stabile, con rendimenti schiacciati sui minimi e non si evidenzia quindi nessuna modifica del quadro in ottica strategica. Trendycator saldamente SHORT sull’area UK, con i rendimenti verso nuovi minimi di periodo ora poco sopra area 0,13%. Granitico il BUND, con il modello Trendycator stabilmente SHORT e con il rendimento del decennale tedesco ora diretto verso area -0,50% con volatilità al lumicino. Netto miglioramento della situazione sul nostro Btp, con i rendimenti che sono velocemente scesi sotto area 1,15% e con uno spread a 148 bps, praticamente diretto verso i minimi di questo infausto 2020, e Trendycator ancora sul NEUTRAL. Noia mortale sull’area USD con i rendimenti ora nei pressi di area 0,60% e con Trendycator costantemente SHORT.
Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Analisi sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.
Questa settimana analizziamo il governativo malese, che a dispetto di quanto si potrebbe pensare gode di un ottimo rating e pertanto in rapporto al credit risk offre ancora discreti rendimenti, per altro in fase di discesa come anche indicato dal nostro modello Trendycator. Infatti, il modello è da poco entrato in conformazione SHORT, dopo una fase di volatilità acuta che ha visto il rendimento schizzare al 3,60% per poi crollare rapidamente sui minimi in area 2,80%. Minimi che non hanno retto e la cui violazione ha dato l’abbrivio per una ulteriore discesa che ha sancito il cambio di stato del Trendycator.
Come detto, la Malesia gode di un ottimo rating: infatti, è A3 per Moody’s, A per Standar&Poor’s e A- per Fitch. Questi giudizi la collocano pertanto nell’area medio-alta dell’investment grade, ponendo pochi rischi sotto il profilo emittente. Più articolato invece il rischio cambio, posto che la valuta malesiana sta vivendo una fase di debolezza nei confronti dell’Euro. In alternativa alla valuta locale si potrebbero prendere in considerazioni delle emissioni in USD che, anche se sotto pressione in questo momento, rappresenta senza dubbio un rischio valutario meno importante. Qui sotto il grafico del cross EUR/MYX che rende bene l’idea della volatilità del cambio.
Siamo così giunti, anche quest’anno, al periodo estivo dove ci prendiamo una piccola pausa per ricaricare le pile. Pile più scariche a livello mentale e psicologico che fisico, dove la “botta” di stress da virus è ancora un po’ da smaltire. A tutti voi lettori quindi un caro augurio di buona estate e a presto su queste colonne.