Il trend positivo dei metalli preziosi prosegue. L’oro (PC 1802 $/oncia) è a pochi punti percentuali dal massimo storico a 1921 del settembre 2011 e sembrano esserci le condizioni per andare a testarli e registrare nuovi picchi grazie alle politiche monetarie ultra-espansive delle Banche Centrali. L’effetto liquidità, mentre ha contribuito a riflazionare i corsi azionari e obbligazionari collassati a causa del Covid, continua infatti a spingere gli investitori ad allocare quote crescenti dei propri portafogli sui preziosi per difendersi da rischi inflazionistici e per aumentare la diversificazione e protezione dei propri risparmi. In questo processo ovviamente la parte del leone la fa l’Oro.
E’ interessante analizzare la dinamica comparata dei due metalli preziosi, Oro e Argento, a partire da inizio 2018. Da quel momento l’Oro si è apprezzato del 37%, mentre l’Argento solamente del 9%. Su questo orizzonte si ha quindi una netta sovraperformance dell’Oro sull’argento, pari al 28%, senza contare la minore volatilità del metallo giallo rispetto all’argento, che rende quindi l’oro più importante nella prospettiva dell’investimento strategico. L’Oro, per di più, rappresenta un mercato decisamente più rilevante in termini di spessore rispetto a quello dell’Argento, e quindi meno facilmente manipolabile da interventi speculativi, sia al rialzo che al ribasso.
A partire da metà marzo, tuttavia, si deve registrare una netta sovraperformance dell’Argento. Il ratio Oro/Argento da inizio secolo fino all’ultimo trimestre 2018 (in cui si è assistito al primo mini-crash dell’azionario, col -20% dell’S&P500 nel Q4 2018) si assestava al di sotto di 85, con un minimo a 32 in corrispondenza dei picchi dell’argento dell’aprile 2011 a ridosso di 50 $/oncia. A partire da fine 2018 si è assistito ad un’impennata del ratio Oro/Argento, balzato ad un picco a 124 il 17 marzo. Dal 17 marzo è proseguito il trend rialzista dell’Oro, favorito dalle impressionanti immissioni di nuova liquidità da parte delle Banche Centrali (ad oggi circa 6,6 trilioni di dollari in più, che portano la liquidità globale verso 86,6 trilioni di Us$ a livello mondiale) ma si è assistito ad un fortissimo rally dell’Argento, balzato da 12 a 19 $/oncia circa. L’accelerazione rialzista dell’Argento ha fatto ridiscendere il ratio Oro/Argento verso area 95-96 e sembrano esserci le condizioni per una prosecuzione della discesa verso 85 nei mesi a venire: non già per una diminuzione del prezzo dell’Oro, che dovrebbe anzi proseguire nel rialzo, ma per una ancora maggior forza rialzista dell’argento.
Operativamente confermiamo quindi la strategia di accumulazione di posizioni lunghe in ottica strategica sui metalli preziosi, in specie sull’Oro e sull’Argento (cfr. grafico settimanale allegato, normalizzato a 100 ad inizio 2018, con andamento sottostante del ratio Oro/Argento) nonché, in misura più modesta, sul Platino, che sta ancora accumulando. Mantenere anche le posizioni corte sul Palladio, a parziale copertura dell’esposizione lunga netta sul comparto.
Come veicoli si confermano gli Etc Wisdomtree quotati su Borsa italiana, che risultano garantiti da depositi fisici dei metalli preziosi sottostanti, senza comportare quindi rischi di credito, con i seguenti ticker:
PHAU (oro): PC 151,01; PHAG (argento): PC 15,468; PHPT (platino): PC 69,430
Short Palladio (ticker 1PAS: PC 13,604)
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)