Ci sono dei casi particolari, che meritano di essere citati. Si tratta comunque di una minoranza rispetto al totale dei mercati principali.
Cedole & dividendi
Un nostro precedente articolo sul tema della tassazione dei dividendi riferiti alle azioni estere ha portato alcuni lettori a chiedere approfondimenti su aspetti specifici e in particolare su quali Paesi non prevedano la doppia imposizione (alla fonte e poi in Italia), che penalizza in tanti casi il rendimento finale.
Innanzi tutto occorre ricordare che, volendo puntare su questa forma di reddito, l’alternativa degli Etf è solo formalmente più efficiente, perché in realtà anche su tali strumenti si ha la duplice imposta, sebbene non esplicitata, dato che sulle azioni estere il prelievo avviene a monte e non se ne ritrova quindi indicazione sull’operatività in Italia.
Il tema che richiede un nuovo contributo sta però nelle eccezioni in cui sono previste agevolazioni o esenzioni. Siamo andati di là delle tradizionali informazioni che attribuiscono solo alla Gran Bretagna la totale franchigia fiscale. Il quadro infatti è più ampio.
Gran Bretagna |
Lo ripetiamo: nessuna imposta alla fonte e visto che a Londra sono quotate anche grandi multinazionali attive in settori ad alta redditività – quale le commodities – si tratta di un vantaggio da sfruttare |
Hong Kong |
Nessuna imposta alla fonte. Si può investire su questo mercato mediante un Etf quotato su Borsa Italiana (il Lyxor Hong Kong Hsi – Isin LU1900067940 – distribuzione semestrale – yield in corso ~ 3%) |
Singapore |
Nessuna imposta alla fonte. Non ci sono Etf che replicano questo sottostante |
Australia |
L’imposta locale è elevata (30%) ma ci sono varie azioni definite “fully franked”, che si riferiscono a società che pagano a monte imposte sul monte dividendi in maniera particolare. Non sono realtà marginali e quindi in questo caso l’investitore versa solo il 26% relativo all’Italia |
Usa |
I cosiddetti “Reits” (Real estate investments trust) sono agevolati fiscalmente alla fonte, poiché gli utili distribuiti non vengono assoggetti a tassazione, sebbene sul tema si sia aperto un confronto relativamente ai piccoli investitori “retail”, che finora comunque non sono stati sottoposti al pagamento di prelievi fiscali negli Usa |
In sintesi se si punta sulla strategia dei dividendi il quadro generale può essere così riassunto.
Mercati preferibili |
Gran Bretagna – Usa (sebbene in questo caso ci sia un prelievo alla fonte ma limitato al 15%) – Australia (per una parte specifica delle azioni) |
Mercati di cui valutare la convenienza in rapporto al “dividend yield” dei singoli titoli |
Tutti i Paesi Ue salvo Portogallo |
Mercati ostili |
Svizzera - Portogallo |