Mercato obbligazionario: il Tesoro ci riprova con il Btp Futura


Smaltito l’entusiasmo per l’esito della riunione BCE, che ha sorpreso i mercati con un aumento del PEPP oltre le aspettative (altri 600 Mld di Euro contro i 500 Mld previsti), e dopo il successo della raccolta con il Btp Italia di recente collocamento, il Tesoro presenta un nuovo Btp chiamato Futura.

E’ stato presentato in conferenza stampa lunedì scorso, per voce del responsabile per il debito pubblico del Tesoro, chiarendo che questo è un bond esclusivamente dedicato ai risparmiatori italiani e quindi non sarà acquistabile dagli istituzionali. Da quanto si sa per ora, si tratterà di un governativo di durata tra gli 8 e i 10 anni e con cedola fissa “step-up”, cioè crescente negli anni, cui si aggiungerà un premio finale compreso nella forchetta 1%-3% rispetto al capitale nominale investito, in funzione del tasso di crescita medio del PIL italiano nel periodo.

Chiaro, che l’intento del Tesoro è quello di raccogliere risorse nel mercato interno per tentare di minimizzare il riscorso agli altri strumenti di stampo europeo. La strategia, sotto il profilo tecnico non fa una piega, anzi, anche perché riavvicinare il popolo dei risparmiatori ai titoli di Stato significa poter attingere a risorse domestiche che superano i 4.400 Mld, di cui circa 1.400 Mld sono depositati in conti bancari infruttiferi.

Idealmente l’iniziativa è lodevole, anche perché potrebbe affrancarci un po’ dalle pericolose dipendenze economico-finanziarie verso un Europa che non ha mai perso occasione per mancarci di rispetto e che spesso ha usato la leva dello spread per costringerci a digerire – di fatto imponendoci – qualunque tipo di sacrificio economico.

Tuttavia, poiché la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni, fa da contraltare la necessità di proporre titoli con rendimenti un po’ “fuori mercato”, cioè relativamente più alto per far gola ai risparmiatori, così come successo con il Btp Italia che ha davvero offerto molto. E questo, però, significa che la spesa per interessi aumenta e come un boomerang può tornare a colpire gli stessi risparmiatori, oltre che rischiare di consegnarci nelle mani della Troika se qualcosa va per il verso sbagliato.

Rischio calcolato? Può darsi, e il perfetto compimento di questa strategia del Tesoro sarebbe quella di aver già pianificato con l’esecutivo tutti gli interventi da rendere immediatamente operativi per bilanciare il maggior esborso con una crescita robusta dell’economia reale. In soldoni, l’unico modo per avere successo in una strategia come questa è quella di rendere solida la crescita del PIL che deve smettere di viaggiare a cifre da prefisso telefonico.

Siamo sul crinale: ci stiamo giocando molto e questa, forse, è l’occasione per dare davvero un bel giro a questo Paese e dimostrare – prima a noi stessi che agli altri – che sappiamo tirarci su le maniche e fare del nostro senza dover sempre dipendere da altri. L’occasione è ghiotta. Sapremo sfruttarla? Lo scopriremo, ma se falliamo, questa volta sarà davvero game over e ci si spalancheranno dinanzi le porte per diventare una colonia della Troika.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve questa settimana evidenzia ancora piccoli movimenti di aggiustamento che, senza variare l’impostazione di base, modificano lievemente la curva. Abbiamo sempre rendimenti negativi sino alle scadenze 2030 con la parte a lunga che è sostanzialmente stabile con le scadenze 2050 in area 0,16% rispetto allo 0,14% della scorsa rilevazione. Stabile anche la scadenza a 10 anni che rimane in territorio negativo gravitando in area -0,04%. La curva modifica ulteriormente la forma a “schiena d’asino” che la caratterizza ormai da tempo, con la parte a medio-lungo che allarga conferendo ulteriore ripidità sul tratto a medio, con la salita dei rendimenti in area 0,20% a partire dalle scadenze 2038 sino alle scadenze 2045. Stabili invece i forward su Euribor 6 mesi sul tratto a lunga, rimangono poco sotto area 0,60%, così come sul tratto a breve dove si confermano in area -0,45%.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali non si notano dei sussulti, prontamente rientrati, su tutte le aree analizzate, a parte il nostro Btp. Non cambia comunque al momento il quadro in ottica strategica, ed è prematuro fare ora ipotesi sui potenziali sviluppi dei recenti movimenti dei rendimenti. Trendycator stabile SHORT sull’area UK, con i rendimenti che hanno visto una fiammata sopra area 0,35% per poi ripiegare rapidamente sotto area 0,20%. Stessa dinamica anche per il BUND, con Trendycator che rimane SHORT e con il rendimento del decennale tedesco che schizza verso area -0,25% per poi tornare rapidamente in area -0,40%. Stabile la situazione sul nostro Btp, in consolidamento dopo le mosse della BCE e con Trendycator sempre NEUTRAL sul decennale, il cui rendimento migliora sensibilmente portandosi sotto area 1,50%. Sussulto dei rendimenti anche sull’area USD che volano a sfiorare area 1% per poi tornare repentinamente poco sotto area 0,70% con Trendycator stabilmente SHORT.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Analisi sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

Questa settimana diamo uno sguardo ai governativi neozelandesi, poiché risulta interessante l’impostazione generale sia dei rendimenti sia del cambio, in base alle evidenze del modello Trendycator. I rendimenti del governativo decennale sono infatti inseriti all’interno di un canale discendente di lungo periodo, con Trendycator in posizione SHORT. Dopo un  tentativo di ritorno sopra area 1% il rendimento si è nuovamente ridimensionato ed è ora poco sopra 0,80% apparentemente diretto sul minimo precedente in area 0,50%.

Sotto il profilo del solo rendimento è chiaro che non via sia molta attrattiva, sia in termini assoluti sia in ottica di upside di prezzo dei bond, ma è interessante invece mettere in relazione il bond con il cambio EUR/NZD poiché il modello ha cambiato stato (da LONG a NEUTRAL) e da un massimo in area 2,00 il cambio si è portato ora a 1,75 dando inizio ad un potenziale movimento ribassista con primo obiettivo area 1,60 minimi di marzo 2019.

Ne consegue che, pur senza particolare attrazione per i rendimenti dei bond della Nuova Zelanda, il cambio ora impostato favorevolmente per noi investitori in Euro potrebbe fornire spunti interessanti anche solo mantenendosi stabile. Di fatto, con rendimenti stabili e cambio stabile si può ipotizzare almeno una quota di “parcheggio” (da seguire però con costanza e attenzione) per eventuali eccessi di liquidità in portafoglio.