Non ci si faccia prendere dall’attrattività di un rendimento al 6,5% lordo. Meglio attendere una chiara indicazione di “buy” di medio periodo.
Cedole & dividendi
E’ uno dei titoli del Ftse Mib più difficili da valutare, a causa dei frequenti “rumours” che circolano sulla società. Azimut resta però una regina in termini di dividend yield e proprio il fatto che sia ormai prossima ad assegnare i profitti 2019 (stacco 18 maggio – pagamento 20 maggio) porterà inevitabilmente a un incremento di volatilità dovuta alle diverse strategie di gestione dell’evento.
Al momento attuale – scontata la distribuzione di 1 euro per azione – il rendimento si attesta al 6,5% lordo (4,8% netto). Tuttavia la spiccata variabilità delle quotazioni in intraday può migliorare o peggiorare il risultato marginalmente in termini assoluti ma in misura non trascurabile in ottica temporale corta, come quella che separa dallo stacco. Al proposito si considerino questi dati di divario fra massimo e minimo delle singole sedute più significative in tal senso:
6 maggio |
4,2% |
30 aprile |
6,2% |
15 aprile |
8,1% |
14 aprile |
7,1% |
Confermano come l’individuazione dei livelli di entrata sia nel caso di Azimut un tema da seguire con attenzione. Si tenga poi conto che il valore assoluto di volatilità su 180 sedute risulta del 64%, uno dei più elevati del Ftse Mib.
Di qui un primo consiglio operativo: se si è in “buy” cercare di mirare basso e non andare mai a mercato.
Da qualche settimana il titolo si dimostra comunque privo di direzionalità, a causa delle incertezze anche del business. Il primo trimestre 2020 si è chiuso con un utile netto in flessione a 48,5 milioni di euro rispetto al risultato di 90,9 milioni dei primi tre mesi del 2019. Il mercato si chiede se si stia assistendo a una svolta strutturale nel comparto risparmio gestito, conseguenza non solo di Covid 19, e guarda quindi con maggiore prudenza alle azioni del settore, pronto magari a passare a forti acquisti in presenza di un rilancio del quadro economico.
Così Azimut si muove fra segnali long e short e lo dimostrano due evidenze grafiche:
1°) si assiste all’attuale contiguità a discordanti trendline rialziste e ribassiste;
2°) il titolo indugia fra un supporto a 13,61 euro e una resistenza a 15,4 euro (apertura questa mattina a 15,3 euro).
Perché si assista a un effettivo recupero occorre quindi una fase accumulativa sopra i 15,4 euro e la conferma di un allineamento dei progressivi massimi su una trendline rialzista iniziata da metà marzo. Bisogna poi considerare l’approssimarsi – come già detto – della data di stacco dividendo che un impatto pesante lo avrà, come successe l’anno scorso, seppur in un contesto generale allora ben diverso.
Di qui un secondo consiglio operativo: mai come in questo caso vale la pena ipotizzare una vendita pre stacco se la posizione è stata avviata nelle ultime settimane.
Intanto i livelli grafici da monitorare sono i seguenti:
Media mobile a 200 sedute (valore attuale) |
18,42 euro |
Due vistosi gap ancora non chiusi |
Il primo fra 17,62 e 16,9 e il secondo fra 16,72 e 13,73 euro |
Resistenza-supporto (a seconda delle sedute) |
15,4 euro |
Supporto importante |
13,61 euro |
In sintesi – Chi operi in ottica non di brevissimo periodo deve sempre valutare la situazione grafica anche su base settimanale. Facendolo si conferma come quello di 15,4 euro sia un livello chiave per puntare su Azimut, attorno a cui il titolo si muove da varie sedute. In questa fase pensare allora al rendimento da dividendo sarebbe un errore. Meglio attendere l’effettiva conferma di un convincente segnale “buy”.