NASDAQ100 WEEKLY - Primo segnale di discesa sugli indici azionari USA. Allarme o falso allarme ?


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA. IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

Lungi da noi dal considerare i proverbi, i “detti”, le consuetudini, specie sui mercati finanziari dell’era elettronica che non hanno più neanche un grammo della “tradizione” borsistica così come ce l’avevano insegnata i nostri padri ed i professori. Dalle inefficienze dei primi calcolatori elettronici siamo passati alla iper efficienza delle macchinette che eseguono centinaia di operazioni al secondo in base a degli algoritmi al loro interno che arrivano, addirittura, a “leggere” in tempo reale i dati macroeconomici, news con determinate parole “chiave” (meglio se ripetute), il tutto per alimentare la poca trasparenza, la discontinuità delle correlazioni basiche dell’economia, a favore di una operatività “random” che solo i grandi investitori riescono a controllare. In aggiunta se ci mettiamo anche le inverosimili decisioni politiche dei controllori dei mercati che emanano disposizioni tutte a sfavore di noi “retail” (book ad 1 livello, ETF short o a leva riservati solo agli istituzionali, forti aumenti delle marginazioni, ecc.), capite bene che operare in questo ginepraio chiamato “mercato regolamentato!?!? Sich….!”, è veramente difficile.

Dicevamo dei proverbi, ebbene noi non crediamo alle ricorrenze ma all’analisi grafica, già da qualche settimana avevamo scritto che uno storno era nell’aria anche se era impossibile stabilire il come ed il quando, che poi sia avvenuto proprio il 1° maggio come riportato dal detto “sell in may and go away”, per noi è solo una coincidenza. Le analisi riportate in precedenza dicevano che ci stavamo avvicinando a delle resistenze importanti che, de facto, hanno fatto il loro dovere e noi, con la consueta prudenza ma coerenza, abbiamo scommesso un “chippino” sulla discesa dei mercati. Ciò non vuol dire che il mese di maggio sarà sicuramente all’insegna dei ribassi come recita il detto, intanto noi ci siamo posizionati poi, come di consueto, navigazione a vista. 

Passiamo ora all’analisi dei tre principali indici azionari USA che, come anticipato nell’articolo della scorsa settimana, hanno toccato le rispettive resistenze (ad eccezione del DOW) rimbalzando poi all’ingiù. Iniziamo sempre da quello che ci interessa più da vicino per una possibile ripresa dell’operatività. A livello grafico, in settimana le contrattazioni sul NASDAQ100 sono arrivate a lambire il ritracciamento del 76,4% del range max/min. in area 9030 e nelle due giornate successive è iniziata la discesa. Da verificare nella prossima settimana se il livello massimo appena raggiunto possa identificarsi come chiusura di onda B e sviluppo al ribasso di onda C, oppure se tale massimo verrà rotto al rialzo è evidente aspettarsi prima un attacco in area 9400 per la chiusura del Gap e successivamente ai massimi storici in area 9736 (molto improbabile, ma non impossibile). Al ribasso troviamo il supporto del 27,2% del ritracciamento min/max di onda (B ?) in area 8400 e chiusura del primo Gap presente in area 8338. Poi….vedremo ! La settimana si è chiusa a 8718.18 con una perdita contenuta del – 0,78% che porta il deficit del 2020 a – 0,17%.

Sull’indice S&P500, abbiamo registrato il raggiungimento del ritracciamento del 61,8% del range max/min, congiuntamente alla M.M. Exp a 200, in area 2950 per poi ripiegare. Così come per l’indice Nasdaq la rottura al rialzo dell’area 2950 proietterebbe i prezzi alla successiva resistenza posta al 76,4% del ritracciamento in area 3110/3130, altrimenti primo supporto in area 2740/2730 (ritracciamento del 27,2% dell’onda B ?) e successivamente altro supporto in area 2660/2650 (ritracciamento del 38,2% dell’onda B che al quel punto verrebbe confermata). La settimana di contrattazione si è chiusa a 2830.71 con una perdita del – 0,21% che ha portato il deficit da inizio anno a – 12,38%. Infine l’indice DOW JONES che nelle giornate di rialzo non è riuscito neanche ad arrivare alla resistenza del ritracciamento del 61,8% del range max/min. e si è fermato quasi in linea con il minimo fatto registrare il 28 febbraio scorso (prima gamba del grande ribasso). La debolezza è ben visibile, in quanto al rialzo c’è ancora tanta strada da fare mentre al ribasso è in “pole position”.  In ogni casoil più debole, tanto da non poter ancora modificare il conteggio fatto con gli altri due indici non avendo ancora rotto al rialzo l’area 24700. Le contrattazioni della scorsa settimana si sono chiuse a 23723.69 il che porta la perdita settimanale al – 0,22% ed il deficit da inizio anno al – 16,87%. Di seguito i relativi grafici:

ORO INDEX

Gli unici movimenti importanti che si riscontrano in questo periodo nell’ORO riguardano il Venezuela e l’Iran, con la prima che sta pagando la seconda in tonnellate di ORO in cambio dell'acquisto di macchinari e pezzi di ricambio per la riparazione delle raffinerie in rovina del Venezuela. Solo ad Aprile il Venezuela ha caricato 9 tonnellate di ORO, per un valore di circa 500 milioni $, su arei iraniani. Ovviamente ciò non ha inciso sui prezzi spot in quanto si tratta unicamente di un baratto senza un preciso riferimento alla quotazione data alla transazione privata. La cosa che più colpisce è che un Paese che naviga letteralmente sul petrolio (anche se in maggior parte di bassa qualità) e ricco di materie prime abbia un’economia completamente a terra e sia costretto a vendere ORO in quanto la sua valuta non vale praticamente nulla. Da terra che dagli anni ’50 raccoglieva immigranti da diverse parti del mondo (colonie di italiani, portoghesi, spagnoli, tedeschi, ma anche creoli ed africani) a Paese che vive una crisi tremenda anche a causa della politica anti-statunitense condotta prima dal Presidente Hugo Chavez e poi dal suo delfino, Nicolas Maduro.  

Riportiamo un grafico di due ETF dello stesso emittente a confronto rispettivamente dell’ORO e dell’indice S&P500 da inizio anno 2020.

Nella settimana appena trascorsa i livelli dell’ORO sono partiti in area 1750 $/oz. ma anziché rompere la resistenza al rialzo sono stati nuovamente buttati giù fino in area 1675 $/oz. disegnando una candela inside. Rimaniamo sempre della nostra opinione che i prezzi dovrebbero decollare ma, a costo di rimanere a bocca asciutta, preferiamo in ottica operatività dare più uno sguardo ai livelli di supporto con particolare importanza all’area 1620/25 $/oz. che non entrare sulla forza per valutare il primo acquisto con la strategia dei Piani di Accumulo. La settimana della commodity si è chiusa a 1710.20 $/oz. con una perdita del – 2,03% che porta il guadagno da inizio anno al + 12,51% dall’inizio. Di seguito il grafico weekly dell’ORO INDEX:

LA POLITICA USA DI DONALD TRUMP

A livello sanitario Trump ha affermato il desiderio che la Food and Drug Administration si muova “il più rapidamente possibile” per approvare il farmaco antivirale “remdesivir” di Gilead Sciences come trattamento per il Coronavirus. Nonostante le rassicurazioni del Dott. Fauci, consulente per la salute della Casa Bianca, circa le proprietà del farmaco che mostrano un chiaro effetto positivo nel diminuire i tempi di recupero, numerosi centri di ricerca hanno dichiarato che i risultati del trattamento con questo farmaco non sono stati provati. E mentre Trump e la sua “corte” elogiano gli Stati che hanno accettato il piano di riapertura moderata, venerdì 1° maggio l’OMS ha riportato dati ufficiali secondo i quali gli States hanno registrato la peggior giornata dall’inizio della pandemia con ben 2.909 persone decedute.

Trump, sempre più preoccupato dai sondaggi che lo vedono indietro rispetto a Joe Biden per le elezioni presidenziali, ha preso a scaldare i motori per incolpare la CINA per l'epidemia. Ha rilasciato un’intervista a Reuters in cui ha accusato la CINA di volergli far perdere le elezioni e oggi avrebbe dato mandato ai suoi funzionari di studiare delle misure punitive. Questo nonostante il rapporto della maggiore agenzia di spionaggio USA, alla quale era stato mandato proprio dall’Amministrazione Trump, che dichiara di non aver trovato prove a conforto ed anzi concorda con l’ampio consenso scientifico che il virus COVID-19 non è stato creato dall’uomo o geneticamente modificato. Ci sarà tempo per parlare di questo ritorno strumentale delle frizioni, che rischia di andare ad aggravare una situazione macroeconomica globale già compromessa ma che, comunque, ha già spinto le autorità cinesi ad una dura replica.

LA RISPOSTA CINESE ALLE ACCUSE DEGLI STATI UNITI

Un alto funzionario del governo cinese ha contestato la gestione da parte del presidente Donald Trump circa l’epidemia da Coronavirus negli Stati Uniti, accusandolo di aver perso settimane dopo che la minaccia rappresentata dal virus è diventata evidente.

In un’intervista ad ampio raggio con il vice ministro degli Esteri della NBC, Le Yucheng, ha respinto le affermazioni secondo cui il paese aveva coperto lo scoppio iniziale o che avrebbe dovuto essere ritenuto finanziariamente responsabile per COVID-19. Invece, ha definito il virus un “disastro naturale” e ha chiesto una maggiore cooperazione e la fine delle accuse.

Ha dichiarato: “Il 23 gennaio, quando Wuhan è stato bloccato, gli Stati Uniti hanno riportato solo un caso confermato, ma il 13 marzo, quando il presidente Trump ha annunciato un’emergenza nazionale, gli Stati Uniti hanno riferito di oltre 1.600 casi confermati. In questo intervallo di 50 giorni, cosa stava facendo il governo degli Stati Uniti? Dove sono andati quei 50 giorni ?”.

LA POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE

Dopo la riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) di questa settimana, la FED mercoledì ha deciso di mantenere il suo target attuale di tassi di interesse compreso tra lo 0% e lo 0,25%.

La banca centrale ha affermato che questo rimarrebbe fino a quando la piena occupazione non tornerà e l’inflazione tornerà intorno all’obiettivo del 2% dichiarato dalla Fed. La Fed ha avvertito che l’attuale pandemia di coronavirus “peserà pesantemente” sulle prospettive a breve termine, ponendo “rischi considerevoli” a medio termine.

Queste le dichiarazioni del Presidente, Jerome Powell: “Può darsi che l’economia abbia bisogno di un maggiore sostegno da parte di tutti noi se la ripresa non dovesse essere solida”. “Ci sarà bisogno di fare di più ? Credo di sì, abbiamo un certo quantitativo di stimoli sui quali contare per fornire ancora più supporto all’economia poiché le nostre politiche creditizie non sono soggette a un limite specifico di dollari specifico, esse possono espandersi secondo necessità e possiamo farne di nuove”. “Nel secondo trimestre, l’attività economica complessiva scenderà probabilmente a un ritmo senza precedenti. Sia l’ampiezza che la durata della recessione economica sono straordinariamente incerte e dipenderanno in gran parte dalla rapidità con cui il virus verrà messo sotto controllo”. Infine ha dichiarato che: “faremo tutto ciò che sia possibile fare e lo faremo al limite assoluto dei nostri poteri”.

Ricordiamo che dopo i programmi varati a supporto delle famiglie e delle piccole imprese, la Federal Reserve ha dichiarato che sta espandendo il suo programma di prestiti Main Street, aprendolo alle imprese più grandi e ampliando i tipi di prestiti che saranno disponibili. Il programma Main Street ora consentirà alle aziende con un massimo di 15.000 dipendenti e 5 miliardi $ di fatturato di richiedere finanziamenti. I prestiti varieranno da un importo di 500.000 $ a 25 milioni di $ ed avranno durata tra i 2 ed i 4 anni ad un tasso LIBOR più il 3%.

Intanto si rileva che la combinazione, bassi tassi di interesse ed intenzione della FED di acquistare debito societario, stanno favorendo l’emissione di prestiti obbligazionari da parte delle grandi aziende USA, obbligazioni che ricevono un alto gradimento da parte sia di normali investitori che di hedge fund. L’annuncio della FED, fatto ad inizio mese di Aprile, che avrebbe preso misure senza precedenti con capacità di acquistare non solo il debito societario, ma anche quello delle società recentemente declassate a speculative, non è stato ancora messo in atto, ma ha fornito agli investitori la certezza che la banca centrale sarebbe stata presente se il mercato avesse vacillato. Quindi se dopo lo scoppio della pandemia, gli investitori si sono precipitati a (s)vendere debito societario, in particolar modo quello più rischioso, ora sono rientrati in massa per acquistare debito a tassi sicuramente più bassi ma con alle spalle una, chiamiamola impropriamente, “copertura governativa”. Fate conto che negli ultimi 45 gg. solo il Fondo iShares iBoxx USD Investment Grade Corporate Bond, negoziato in borsa, ha venduto 12,7 miliardi $ di quote nuovi investitori, portando le sue attività totali a 46,3 miliardi $, il che significa che il fondo è cresciuto di oltre un terzo nel periodo.

Questa nuova situazione ha portato le grandi aziende a non dover richiedere aiuti governativi a tutto vantaggio della libertà di movimento della liquidità ma anche a rifinanziare obbligazioni precedentemente emesse ad alto rendimento per consolidare i propri bilanci.

Al momento il “bingo” più importante è stato fatto dalla compagnia aerea BOEING in grado di ottenere dal mercato ben 25 miliardi $ di finanziamenti, a seguire ONE STOP e NIKE hanno entrambe ottenuto 6 miliardi $, Procter & Gamble ha ottenuto capitali per 5 miliardi $, mentre VISA ha raccolto 4 miliardi $. Il rovescio della medaglia parla di piccole aziende che sono ormai prossime al collasso in quanto non hanno ancora ricevuto alcun aiuto governativo.

Se in natura non sempre il grande mangia il piccolo, nel capitalismo non c’è alcun spazio per i più deboli.

DATI MACROECONOMICI

Il dato sulla fiducia dei consumatori di aprile ha mostrato il calo più violento dagli anni 70, cedendo di 31.9 punti a 86.9, minimo dal 2014. Le aspettative erano per 87,9

Il dato sull’indice manifatturiero del distretto di Richmond a cura della Fed relativo al mese di aprile ha perso 55 punti portandosi a -53.

Il dato preliminare annualizzato sul GDP del 1° trimestre 2020 è uscito a – 4,8% dal – 4% atteso dagli economisti e dal + 2,1% dell’ultimo trimestre del 2019. La contrazione è superiore alle attese, anche se non di molto. Il calo pari al 10,2% del consumo nel settore dei servizi ha contribuito in gran parte alla discesa dell’indice. Risulta comunque il peggior calo dal quarto trimestre del 2008. Considerando che il lockdown è iniziato nella seconda metà di Marzo, il record negativo non dovrebbe durare a lungo: il trimestre in corso rischia di essere molto peggio.

Il dato annualizzato dell’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) al netto delle componenti volatili quali cibo ed energia di Marzo è uscito sorprendentemente a + 1,7% contro il + 1,6% atteso dagli economisti e dal + 1,8% del mese precedente.

Il dato sulla spesa per consumi personali di Marzo è precipitato del – 7,5% rispetto al – 5% atteso dagli analisti ed ovviamente inferiore al + 0,2% del mese precedente. Il dipartimento del commercio ha affermato che il calo della spesa è stato il calo mensile più marcato dei record che risalgono al 1959, superando il record precedente, con un calo del 2,1% nel gennaio 1987.

Anche il dato sui redditi personali del mese di Marzo è uscito in calo del – 2 % rispetto al – 1,5% delle attese e dal + 0,1% del mese di febbraio.

Il dato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione settimanali è uscito a 3,839 milioni inferiore alla settimana precedente di 4,442 mln (dato rivisto) ma più alto rispetto alle attese degli analisti che si aspettavano 3,500 mln. Le richieste di disoccupazione di questa settimana sono arrivate al livello più basso dal 21 marzo, ma hanno portato il totale delle sei settimane a 30,3 milioni di richieste.

A tutto manifatturiero i dati in uscita venerdì scorso, sia attraverso la società privata Markit che tramite l’ISM (Institute for Suplly Management).

Iniziamo da Markit con il dato sull’indice dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero di Aprile uscito a 36,1 in discesa dalle attese degli economisti posti a 36,9 ed ovviamente in forte contrazione rispetto al 48,5 di marzo. Mentre il dato sempre sullo stesso indice, ma a cura dell’ISM, riporta un 41,5 rispetto al 36,9 atteso dagli economisti. La differenza riscontrata nelle due ricerche è che Markit contatta una maggior parte di imprese private (e secondo noi sono dati più reali).

Il dato sull’indice dell’occupazione manifatturiera di aprile a cura dell’ISM è ovviamente crollato a 27,5 dal 43,8 di marzo ma uscito molto inferiore anche rispetto alle previsioni degli analisti.

Sceso anche il dato sui prezzi delle materie prime che servono alla produzione del settore manifatturiero di Aprile, sempre a cura dell’ISM, che riporta un 35,3 contro il 37,4 del mese di marzo. 

PORTAFOGLIO AZIONARIO

Bene l’operatività con il Portafoglio “The Challenger” con il continuo rialzo dei prodotti energetici che ha portato la size complessiva in guadagno sperando di riuscire ad andare, quanto prima, a target guadagnando il famigerato “tozzo di pane”. Inoltre abbiamo aperto giovedì scorso una prima posizione in ETF sull’S&P500 in modalità “Short”. Venerdì il mercato ci ha dato ragione, vediamo come si comporta in futuro.

In leggera perdita sul titolo TECHNOGYM sul quale riponiamo una buona fiducia. Per quanto riguarda il portafoglio NASDAQ100, dovrebbe a breve riprendere l’attività dopo l’uscita in questo periodo delle trimestrali economiche, indice permettendo.

PUBBLICAZIONE DELLE TRIMESTRALI ECONOMICHE SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SCORSA SETTIMANA

*Data la notevole quantità di società dell’indice che hanno pubblicato i propri risultati economici trimestrali in settimana, ne riportiamo solo i più significativi e rimandiamo alla prossima settimana la pubblicazione dei rimanenti*.

ALPHABET + 3,23%. La Società che offre ricerca web, pubblicità online, sistemi operativi e piattaforme, prodotti aziendali e hardware, ha registrato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 9,87 $/az. su ricavi per 41,16 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 10,33 $/az. su ricavi per 40,38 mld $. Il fatturato è cresciute del 13,3% su base annua.

Ruth Porat, CFO di Alphabet, ha dichiarato: "La nostra attività, guidata da Search, YouTube e Cloud, ha portato i ricavi di Alphabet a 41,2 mld $, in crescita del 13% rispetto allo scorso anno o del 15% su base valutaria costante. La performance è stata forte durante i primi due mesi del trimestre, ma poi a marzo abbiamo registrato un significativo rallentamento dei ricavi pubblicitari. Stiamo concentrando la nostra attenzione sull'esecuzione in modo più efficiente, continuando a investire nelle nostre opportunità a lungo termine".

ADVANCE MICRO DEVICES – 11,21%. La società di semiconduttori con strutture in tutto il mondo ha registrato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 0,18 $/az. su ricavi per 1,79 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 0,18 $/az. su ricavi per 1,78 mld $. Il fatturato è cresciuto del 40,4% su base annua.

La società ha dichiarato di aspettarsi una domanda più debole nella seconda metà dell'anno a causa della pandemia, con ricavi previsti in crescita tra il 20% e il 30% per il 2020 rispetto alle sue aspettative precedenti di crescita dei ricavi dal 28% al 30%, portando i ricavi del secondo trimestre tra 1,75 e 1,95 mld $. L'attuale stima degli analisti per i ricavi è di 1,92 mld $. Il CEO, Lisa Su, ha dichiarato: "L'aumento su base annua dovrebbe essere guidato principalmente dalla crescita delle vendite dei processori Ryzen ed EPYC. L'aumento sequenziale dovrebbe essere guidato principalmente dal processore EPYC e dalle vendite semi-personalizzate. La nostra strategia e piani di crescita a lungo termine sono invariati".

AMAZON – 5,15%. Il gigante dell’e-commerce frana sugli utili ma eleva il fatturato del primo trimestre 2020. Ha riportato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 5,01 $/az. su ricavi per 75,5 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 6,25 $/az. su ricavi per 73,61 mld $. Il fatturato è cresciuto del 26,4% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi ricavi per il secondo trimestre tra 75,0 e 81,0 mld $. L'attuale stima del consensus per il fatturato è di 78,0 mld $.

Il CEO, Jeff Bezos, ha dichiarato: "In circostanze normali, nel prossimo Q2, ci aspetteremmo di guadagnare circa $ 4 miliardi o più in profitti operativi. Ma queste non sono circostanze normali. Invece, prevediamo di spendere l'intero importo di $ 4 miliardi, e forse un po ' inoltre, sulle spese relative a COVID per ottenere prodotti per i clienti e proteggere i dipendenti”.

APPLE + 2,16 %. Il colosso dell'iPhone ha registrato vendite totali migliori del previsto. Ha riportato utili nel 2° trimestre 2020 pari a 2,55 $/az. su ricavi per 58,7 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,09 $/az. su ricavi per 54,0 mld $. Il fatturato è cresciuto dello 0,5% su base annua.

Il CEO, Tim Cook, ha dichiarato: "Nonostante l'impatto globale senza precedenti di COVID-19, siamo orgogliosi di annunciare che APPLE è cresciuta nel trimestre, guidata da un record storico nei servizi e da un record trimestrale per i dispositivi indossabili in tutti i Paesi che raggiungiamo ed in tutte le principali categorie di prodotti. Nel trimestre abbiamo inoltre generato un flusso di cassa operativo di 13,3 mld $, in aumento di 2,2 mld $ rispetto a un anno fa. Siamo fiduciosi nel nostro futuro e continuiamo a fare investimenti significativi in ​​tutte le aree della nostra attività per arricchire la vita dei nostri clienti e supportare i nostri piani a lungo termine, incluso il nostro impegno quinquennale per contribuire con 350 miliardi di dollari all'economia degli Stati Uniti".

EBAY - INV.%. La piattaforma commerciale online ha riportato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 0,77 $/az. su ricavi per 2,4 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,73 $/az. su ricavi per 2,3 mld $. Il fatturato è diminuito del 10,2% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha dichiarato di aspettarsi utili nel secondo trimestre tra 0,73 e 0,80 $/az. su ricavi tra 2,38 e 2,48 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,69 $/az. su ricavi per 2,40 mld. La società ha dichiarato che prevede utili per il 2020 da $ 3,00 a $ 3,10 per azione su ricavi da $ 9,56 a $ 9,76 miliardi. 

FACEBOOK + 6,42%. Il gigante dei social network ha registrato guadagni nel 1° trimestre 2020 pari a 1,71 $/az. su ricavi per 17,74 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,74 $/az. su ricavi per 17,6 mld $. Il fatturato è cresciuto del 17,6% su base annua. In una nota la Società ha dichiarato: “Nelle ultime tre settimane del primo trimestre, la domanda di annunci ed i prezzi degli annunci di FACEBOOK sono notevolmente diminuiti. Al contempo, abbiamo visto segni di stabilità riflessi nelle prime tre settimane di aprile, dove le entrate pubblicitarie sono state approssimativamente piatte rispetto allo stesso periodo di un anno fa, in calo rispetto alla crescita del 17% anno su anno nel primo trimestre del 2020”. “Stiamo attraversando un periodo di incertezza senza precedenti e conseguentemente rifiutiamo di fornire una previsione finanziaria per il secondo trimestre e per l'intero anno, prevedendo che le nostre prestazioni aziendali saranno influenzate da questioni al di fuori del nostro controllo, tra le quali la durata e l'efficacia degli ordini sui luoghi, l'efficacia degli stimoli economici in tutto il mondo e le fluttuazioni delle valute rispetto al dollaro USA".

GILEAD SCIENCES – INV.%. La Società biofarmaceutica ha battuto le stime del fatturato e degli utili ed ha affermato che sta espandendo la produzione del suo farmaco REMDESIVIR, che è in via di sviluppo come possibile trattamento per Covid-19. La società ha pubblicato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 1,68 $/az. su ricavi per 5,5 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,57 $/az. su ricavi per $ 5,45 miliardi. Il fatturato è cresciuto del 5,1% su base annua.

Il Presidente e Amministratore Delegato, Daniel O'Day, ha dichiarato: "Le prestazioni di Gilead nel primo trimestre dimostrano i nostri continui progressi e mettono in luce la forza della nostra attività sottostante. La nostra attenzione in questo momento è sia sul nostro lavoro con REMDESIVIR sia sui nostri continui impegni verso le persone che dipendono dai nostri farmaci oggi". Le vendite dei prodotti per il primo trimestre 2020 sono state di 4,0 mld $ negli Stati Uniti, 927 mln $ in Europa e 551 mln $ in altre località. Vi è una significativa incertezza sulla progressione e sull'impatto finale della pandemia sull'attività e sulle operazioni di GILEAD, pertanto ogni previsione è fuori luogo.

MICROSOFT – INV.%.   La più grande società di software al mondo ha riportato utili del terzo trimestre fiscale 2020 che hanno superato le aspettative degli analisti pari a 1,40 $/az. su ricavi per 35,0 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 1,27 $/az. su ricavi per 33,66 mld $. Il fatturato è cresciuto del 14,6% su base annua. I ricavi da “Intelligent Cloud” sono state di 12,3 mld $ e sono aumentate del 27%, mentre i ricavi da Personal Computer sono stati di 11,0 mld $ e sono aumentati del 3%. La società ha dichiarato in teleconferenza che prevede ricavi nel quarto trimestre fiscale tra 35,85 e 36,80 mld $. L'attuale stima degli analisti prevede entrate per 36,42 mld $.

Il CEO, Satya Nadella, ha dichiarato: "Abbiamo visto due anni di trasformazione digitale in due mesi. Dal lavoro di squadra remoto e l'apprendimento, alle vendite ed al servizio clienti, alle infrastrutture ed alla critica sicurezza del cloud. Lavoriamo ogni giorno a fianco dei clienti per aiutarli ad adattarsi e rimanere aperti agli affari in un mondo remoto di tutto. Il nostro modello di business durevole, il portafoglio diversificato e lo stack tecnologico differenziato ci posizionano bene per ciò che ci aspetta”. 

PEPSICO – 3,14%.  La Società  di bevande analcoliche ha riportato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 1,07 $/az. su ricavi per 13,88 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,02 $/az. su ricavi 13,2 mld $. Il fatturato è cresciuto del 7,7% su base annua. Tuttavia, a seguito di molte altre società, PEPSICO ha ritirato la sua previsione per gli utili del 2020, che in precedenza prevedeva una crescita dei ricavi del 4% e una crescita degli utili del 7%.

Ramon Laguarta, CEO della Società, ha dichiarato: "Nonostante un forte primo trimestre, sussistono ancora molte incertezze in relazione a COVID-19, incluso il modo in cui le aree geografiche, i canali di vendita al dettaglio e i comportamenti dei consumatori si evolveranno nel tempo. Nonostante le prospettive finanziarie non siano più applicabili, PEPSI prevede ancora di riacquistare azioni e pagare un dividendo in contanti. Con un bilancio solido, attività altamente generative di ampia liquidità riteniamo di avere un'adeguata flessibilità per soddisfare le esigenze della nostra attività e restituire liquidità agli azionisti".

QUALCOMM – INV.%. La Società di comunicazione digitale ha superato le stime delle entrate e degli utili per il secondo trimestre fiscale, ma ha offerto una visione prudente nella pandemia di COVID-19. La società ha pubblicato utili pari a 0,88 $/az. su ricavi per 5,2 mld $. Le attese degli analisti per gli utili era pari a 0,78 $/az. su ricavi per 5,02 mld $. La società ha dichiarato che prevede utili nel terzo trimestre tra 0,60 e 0,80 $/az. su ricavi tra 4,40 e 5,20 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 0,75 $/az. su ricavi per 4,89 mld $.

In una nota il CEO, Steve Mollenkopf, ha dichiarato: "Abbiamo lavorato molto bene nel secondo trimestre fiscale riportando ottimi risultati e mantenendo fede alle nostre indicazioni anche se abbiamo visto una riduzione della domanda di telefoni portatili di circa il 21% rispetto alle nostre aspettative precedenti e su base annua". "Data l'incertezza causata dalla pandemia, compresi i tempi e il ritmo della ripresa economica, la nostra previsione per il terzo trimestre del 2020 si basa sul presupposto di una pianificazione secondo cui ci sarà una riduzione approssimativa del 30% delle vendite di telefoni portatili rispetto alle nostre aspettative precedenti, con un impatto stimato di oltre (0,30 $) sugli utili nel terzo trimestre del 2020”.

STARBUCKS – 2,37%. La catena di negozi rivenditrice di caffè e tè proprietaria di diversi marchi, ha pubblicato utili nel 2° trimestre fiscale 2020 pari a 0,32 $/az. su ricavi per 6,0 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,34 $/az. su ricavi per 5,89 mld $. Il fatturato è diminuito del 4,9% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Il CEO, Kevin Johnson, ha dichiarato: "Dall'inizio di questa crisi globale, STARBUCKS ha preso decisioni che privilegiano il benessere dei nostri partner e clienti, supportando i funzionari sanitari e governativi. Questo approccio sta mostrando un costante miglioramento del business in CINA, dove oggi sostanzialmente tutti i negozi STARBUCKS esistenti sono stati riaperti con operazioni modificate, aggiungendo nuovi punti vendita ed il coinvolgimento dei clienti continua a crescere ogni settimana che passa. L'azienda sta utilizzando la sua esperienza in CINA per portarla in altri mercati, compresi gli Stati Uniti, dove stiamo entrando nella fase di monitoraggio e adattamento per riaprire molti altri negozi con i migliori protocolli di sicurezza".

TESLA -3,29%.  La casa automobilistica ha riportato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 1,24 $/az. su ricavi per 5,99 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di una perdita pari a 0,36 $/az. su ricavi per 5,90 mld $. Il fatturato è cresciuto del 31,8% su base annua. La Società ha dichiarato: "Il primo trimestre del 2020 è stata la prima volta nella nostra storia che abbiamo realizzato un utile netto positivo nel primo trimestre, stagionalmente debole. Nonostante le sfide operative globali, siamo stati in grado di ottenere il nostro miglior primo trimestre sia per la produzione che per le consegne, confermando un forte margine lordo. È difficile prevedere con che rapidità la produzione di veicoli e la sua catena di approvvigionamento globale torneranno ai livelli precedenti. A causa della vasta gamma di potenziali risultati, la previsione a breve termine del reddito netto e del flusso di cassa netto sarebbe probabilmente impreciso". La società ha dichiarato agli investitori settimane fa di aver consegnato 88.400 auto nel primo trimestre, un risultato migliore del previsto, date le significative interruzioni della domanda e dell'offerta legate alla pandemia. Tuttavia, la società non ha aggiornato la sua previsione circa le consegne per l'intero anno di 500.000 veicoli, anche se molti analisti sono scettici sul fatto di poter raggiungere questo obiettivo.

UNITED AIRLINES  + 4,15%. La compagnia aerea ha pubblicato risultati più adeguati del previsto nel primo trimestre 2020 e comunque migliori delle attese degli economisti. Ha riportato una perdita pari a 2,57 $/az. su ricavi per 7,98 mld $. La stima del consenso è stata una perdita pari a 3,25 $/az. su ricavi per 8,28 mld $. Il fatturato è diminuito del 16,8% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa.

Il CEO, Oscar Munoz, ha dichiarato: “abbiamo mantenuto la nostra attenzione prima sulla sicurezza dei nostri clienti e dei nostri dipendenti e in secondo luogo sulla rapida attuazione di profonde riduzioni di programma, riducendo drasticamente la spesa e aumentando in modo aggressivo liquidità. Mentre siamo ancora nel mezzo di questa crisi, non esiteremo a prendere decisioni difficili che crediamo garantiranno il successo a lungo termine della nostra azienda”.

VERTEX PHARMA – 5,54%. Splendidi risultati economici da parte della Società farmaceutica che ha riportato utili del 1° trimestre 2020 pari a 2,56 $/az. su ricavi per 1,52 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 1,84 $/az. su ricavi per 1,29 mld $. Il fatturato è cresciuto del 76,5% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi un innalzamento dei ricavi per il 2020 tra 5,30 e 5,60 mld $ rispetto alle precedenti previsioni tra 5,10 e 5,30 mld $ mentre l'attuale consensus è di 5,23 mld $.

Reshma Kewalramani, CEO e Presidente della Società ha dichiarato: “La pandemia ha presentato sfide senza precedenti a società, comunità e imprese in tutto il mondo, e sono molto orgoglioso di come VERTEX ha risposto per garantire la continuità nel portare avanti la nostra missione per i pazienti, mantenere i nostri dipendenti al sicuro e raggiungere i nostri obiettivi aziendali. È importante sottolineare che la nostra attività continua a crescere nel corso del primo trimestre e migliaia di pazienti hanno iniziato il trattamento con i nostri farmaci in tutto il mondo. Il lancio negli Stati Uniti del farmaco TRIKAFTA è stato notevole, ha portato notevoli benefici ai pazienti con significativi aumenti del nostro fatturato per poter sostenere investimenti continui nella crescita futura. Guardando al futuro, continuiamo a differenziarci per la nostra attenzione sull'innovazione seriale, gli investimenti in medicinali trasformativi volti alla causa sottostante della malattia”.

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Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO

(articolo di Sandro Mancini)