Un buy in terra di Francia, per il resto qualcosa da qualche parte non torna ...


La cosa che più mi stupisce di questa crisi sanitaria, economia e presto anche finanziaria (a settembre avremo il problema del debito e Draghi mi dicono che stia già affilando le forbici) è la assoluta contradditorierà dei dati.

Domani con calma vi mostrerò come secondo alcuni indicatori il mercato immobiliare USA è vicino al botto, non al ribasso ma al rialzo. Sembra che il Covid gli faccia bene.

Se mi chiedete di spiegarlo posso darvi in pasto qualche articolo del Wall Street Journal ma sempre molto francamente sono perplesso.

D’accordo che i tassi di interesse USA sono andati a finire sotto le scarpe ma da qui a dire con il 14% di disoccupazione che il mercato immobiliare possa correre ce ne passa. Ed invece …

Sempre oggi guardavo un indicatore di sentiment sui nuclei famigliari USA: iper ottimisti quelli con reddito superiore a 125.000 dollari pessimisti neri quelli con meno di 15.000 dollari.

Mai come oggi il divide tra chi ha cash e chi non ne ha è talmente ampio. Parlavo con chi mi fa i lavori di edilizia, un piccolo imprenditore che il difetto di lavorare non troppo bene ed il pregio di farlo in fretta e ad almeno 1/3 del prezzo di mercato, e siccome non lo sentivo da prima del lockdown, avendo visto alcuni suoi cantieri fermi, gli ho chiesto come andava. Lui mi ha risposto sinceramente: Emilio, mi ha detto, non ci crederai ma non ho mai lavorato tanto come durante il lockdown.

La verità è che tutti i ristoratori e pizzaioli e bottegai vari che ora piangono miseria e che ieri sono andati a mendicare i 600 euro dal governo sono sfondati di nero in banca e durante il lockdown mi hanno chiesto di fare qualche lavoretto in camuffa.

E’ chiaro che sembravamo dei ladri e non dei muratori, ma ho fatto le budella d’oro e ho lavorato di sabato e di domenica perché tutti volevano finire i lavori prima della fine del lockdown. Io stesso annuso un’aria diversa oggi come oggi, tutti chiamano per affittare, tutti vogliono fare e brigare. Gli abbonati volano, gli iscritti a riuscireinborsa.it pure …

Questo non è un clima da recessione, o almeno non è un clima simile a quello delle altre recessioni. Da qualche parte qualcuno sbaglia qualcosa. Forse sarà il più grande abbaglio collettivo degli ultimi 100 anni ma ripeto c’è qualcosa che non torna.

Il mondo è vero che non sarà come prima, questo è sicuro, ma non è detto che sia un posto peggiore.

Noi siamo un giornale che deve minimizzare il rischio prima di massimizzare il rendimento.

Penso che stiamo fornendo un buon servizio ai lettori, non li facciamo diventare ricchi in 2 minuti ma sicuramente gli diamo la possibilità di fare buoni affari in borsa.

Questa storia del Nasdaq che sale incessantemente senza curarsi di nessuno e di niente ci inquieta e per questo la strategia di breakout è davvero miserina mentre quella value è molto generosa in termini di numero di titoli.

Faremo come quelli che a forza di predicare il disastro quando questo avviene finalmente hanno ragione …

Quello che anche preoccupa è la mancanza totale di forza relativa del nostro listino italiano, dove davvero a comprare azioni ora come ora si rischiano bastonate (e alcune le abbiamo prese anche noi).

Per questo il portafoglio breakout langue mentre quello value si ingrossa. Ci sono molti settori che sono stati bastonati dalla crisi che stanno tornando in auge, come quello dei trasporti o quello dei viaggi o quello automobilistico.

Vediamo i nuovi ordini: Lufthansa (simobolo LHA) siamo entrati oggi a 8.95

TUI entriamo domani 5.18 buy limit ovvero cerchiamo di inseguirla, cosa che non si dovrebbe fare

RENAULT (EURONEXT) entriamo 20.02 buy limit dopo il breakout del quadruplo minimo come comprare al punto di rottura dopo che ti hanno telefonato che sale. Mai titolo è stato più adatto che Renault ad una strategia value.