Sui mercati finanziari internazionali lo stocastico orizzontale consente di misurare le performance relative degli assets di un comparto e di valutarne il comportamento nelle varie fasi di mercato.


Il mercato valutario

Per parlare del mercato valutario ho scelto di dedicare un attimo al Dollar Index, ossia all’andamento del dollaro Usa nei confronti delle principali valute (euro, la sterlina inglese, lo yen, il dollaro canadese, la corona svedese e il franco svizzero).

Il Dollar index è inserito in un trend ascendente di lungo periodo iniziato nel 2011 e sostenuto di un supporto dinamico, ancora relativamente distante, e situato a 94 circa.

Nel medio periodo, invece, ha accusato un’importante correzione tra l’inizio del 2017 e la fine del primo trimestre del 2018 andando proprio a testare il supporto sopra menzionato e situato, allora poiché dinamico, a 89 circa. L’indice ha quindi intrapreso una fase di recupero che ha portato, non senza difficoltà, all’attuale test del livello psicologico di 100.

Il biglietto verde, in fondo, non è cosi acerbo.

La volatilità storica ha raggiunto i livelli del 2002 e di fine 2008 ed è pari al 15% ciò che è moltissimo prendendo in considerazione il tipo di sottostante.

Il mio Efficiency Index ha fatto il suo lavoro tra la fine di aprile 2018 e la fine di aprile 2019, mentre attualmente è in una zona relativamente neutrale.

Vedo qualche segnale positivo sul Renko, sul Three line break, il Kagi potrebbe diventare interessante, mentre il Point and Figure 2x3 individua un’area di resistenza a 100/102.

Anche l’analisi tecnica “tradizionale” individua una resistenza a 101/102 ricavata da una parallela al supporto della tendenza in essere e sopra citata.

Pertanto, il Dollar index è inserito in un contesto rialzista di lungo periodo che potrebbe rimanere tale, anche, in caso di flessione fino 94 circa, mentre il superamento di 102 potrebbe generare un segnale di accelerazione rialzista. Nel breve/medio periodo, il cedimento di 98 potrebbe precedere una flessione verso 94.

L’euro contro il dollaro Usa.

Stocastico orizzontale

Ricordo per coloro interessati al calcolo dello stocastico orizzontale da me ideato secoli fa, e già, il numero speciale del Lombard report dell’11 novembre 2019 disponibile di seguito: https://tradinglibrarymultimedia.it/sfogliabili/LombardReport/n_34/#p=1

L’euro contro il dollaro Usa si è mantenuto soltanto l’11.65% del periodo storico di riferimento al di sopra di 70 e il 52% del tempo sotto 30. Pertanto, vanta, negativamente, lunghe permanenze tra i cross che hanno sotto performato rispetto alla media del nostro paniere.

Pourquoi?

Banalmente per le ampie oscillazioni di alcune valute molto volatili. Vedremo poi i primi posti.

Anche in questo momento l’eur usd è, prendendo in considerazione la media dell’ultimo anno, in corrispondenza dei minimi dello stocastico orizzontale.

Secondo questo specifico tipo di analisi, l’euro contro il dollaro Usa non entrerebbe mai a fare parte di un paniere di valute in un’ottica di asset allocation. Ma servirebbe per altri motivi.

Anche questa è un’indicazione importante.

Valore puntuale dello stocastico orizzontale.

Appena sopra ho trattato lo stocastico orizzontale a livello storico e dunque analizzando la permanenza dello stesso nelle varie aree, mentre ora parlerò dell’ultimo valore dello strumento.

A livello complessivo e prendendo in considerazione i 28 cross a disposizione contro euro, osserviamo che i primi posti dello stocastico orizzontale sono occupati, direi ovviamente, da real brasiliano, Rand sudafricano e Lira turca con il primo decisamente staccato dai primi due. In fondo alla classifica il franco svizzero e peso filippino. L’eur usd è soltanto a quota 5 e conferma l’analisi storica.

Analisi tecnica

E’ sempre difficile, almeno per me, parlare di uno strumento che ha un andamento grafico poco stimolante.

Lo so, ho molti problemi, ma sono fatto cosi.

Il trend degli ultimi due anni è stato, a dire poco molto triste.

In effetti, osservo, mio malgrado, una lunga agonia della valuta europea che scivola lentamente verso la retta rossa.

Sì, lo so, detto cosi non vuole dire nulla.

Le due trend line blu definiscono il canale discendente in essere dal 2008, mentre la famosa retta rossa che appare storta, non è altro che la retta di regressione del trend attuale e l’eur usd si appoggia proprio a questa ultima.

Anche il Bollinger mostra un interesse relativo in questo momento per via del restringimento delle bande esterne.

Cerco di impostare una strategia per questo “no andamento” partendo da un presupposto fondamentale:

Il mio medico di base, che reputo un’amica anche per la sua professionalità, non mi ha mai prescritto di operare (non dovrei utilizzare questa parola in quanto il medico è lei…) costantemente sui mercati.

Pertanto, in un’ottica di medio periodo, non interverrò all’interno dell’ampia area 1.05/1.15 che dedicherò al trading.

Pertanto, in questo contesto che non mi appartiene più da qualche mese, potrei tuttavia fare in questo modo.

Fino ad ora ho utilizzato i prezzi della Bce per aver punti di riferimenti saldi in una strategia ad ampio spettro, mentre ora prenderò i dati dai vari brokers per un’operatività di breve respiro.

Short in caso di mancato superamento di 1.100 e sotto 1.080 con obiettivi rispettivi 1.080 e 1.065, poi 1.050 e 1.028/6.

Long su tenuta di 1.080 e sopra 1.100 con obiettivi rispettivi 1.095/100 e 1.150, poi 1.350 e 1.500.

Avremo l’occasione di risentirci per una strategia di medio/lungo periodo in caso di fuoriuscita da 1.05/1.15.

Don’t forget: l’obiettivo principale è sempre quello di preservare il capitale investito.

Cordialmente

Giovanni Maiani