Con alle spalle i dati macro delle più grandi potenze economiche mondiali che hanno decretato una contrazione , nel primo trimestre, rispettivamente, del 4.8% negli Usa, e, secondo una stima Eurostat, del 3.8% in Europa, con la Francia che ha visto un calo del 5.8% , la Spagna del 5.2% e l'Italia con una contrazione del 4.7% secondo la rilevazione Istat, ci addentriamo nel mese di maggio.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona hanno subito un incremento che oscilla tra +1% a +2,6%, mentre la crescita di quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto è passata da +0,6% a +0,8%, il che riflette lo stile di vita forzatamente casalingo a cui si è stati sottoposti in questi ultimi due mesi.
Il dibattito sull'opportunità di riaprire le attività produttive e conseguentemente allentare i vincoli di clausura e, l'alternativa di continuare ancora per un pò a restare in stato di allerta, infiamma il dibattito politico e sociale.
Un punto interrogativo, però, pende come una scure.
E se, come ampiamente documentato e dichiarato dall'OMS, con l'apertura, si andasse incontro ad un nuovo picco di contagi, vanificando tutti i sacrifici fatti sinora, come potrebbero resistere ancora le economie mondiali ad una ulteriore drastica serrata?
Vengo dal mondo del ciclismo, e so benissimo cosa voglia dire affrontare una salita, dura, lunga, impervia.
Vi assicuro che lungo i tornanti sinuosi delle montagne, nella solitudine più totale, con il sole cocente e poca acqua residua, per giunta caldiccia nella borraccia, spesso si è assaliti dalla tentazione di invertire il senso di marcia, di abbandonarsi alla discesa e tornare alla civiltà che popola le valli.
Ciò che ti fa andare avanti è l'obiettivo, il sapere che un altro mostro è stato domato ma solo e soltanto se si raggiungerà la vetta.
Se non si raggiunge la cima, si è ben consapevoli che bisognerà rifare tutto da capo prima o poi se si vorrà avere la cima del Tourmalet o dell'Alpe d'Huez nel proprio album dei bei ricordi.
Forse sono queste esperienze che mi fanno propendere più per la massima cautela e il resistere in ogni modo possibile a questi giorni alle volte interminabili.
Il dibattito infatti, non è politico, ma socio-culturale.
A ben guardare i dati sul Pil, si può facilmente notare che nonostante l'Italia sia stata la prima nazione occidentale ad essere colpita e la prima nazione ad optare per la chiusura totale, la caduta del Pil è assolutamente in linea con quello di nazioni come la Francia che hanno inizialmente snobbato la forza del virus.
Evidenza che si manifesta ulteriormente per quei paesi come Inghilterra e Usa che inizialmente avevano avuto un approccio darwiniano al coronavirus, parlando di immunità di gregge.
La realtà espressa dai numeri, che restano inconfutabili, dice chiaramente che tutto il mondo è stato messo in ginocchio dalla pandemia.
Ora verrà la "Fase 2" e già dalla Germania, i primi dati ufficiali parlano di un rialzo dei contagi e di possibili nuovi lockdown, ovvero chiusure totali.
Chiaramente non si può restare chiusi per sempre, e non sarà così, ma più lo si fa con prudenza, più lo si fa con metodo, maggiori sono le possibilità di ripartenza graduale senza rischio di nuovi stop, che questa volta potrebbero essere letali anche per l'economia mondiale.
In questo quadro, e con il mese di maggio ormai in esercizio, generalmente un periodo di vendite sui mercati finanziari, come è possibile investire sui mercati finanziari, cercando il più possibile di non essere investiti?
La soluzione a questo dubbio è risolta dal timing e dalla durata dell'investimento.
Il timing si concretizza nell'aprire l'investimento al momento giusto e solo alle nostre condizioni, la durata dell'investimento deve essere commisurata a spazi temporali di breve se non brevissimo periodo.
Guardiamo ad esempio quanto suggerito nell'articolo scorso ( https://www.lombardreport.com/2020/4/25/s-p-lascia-il-rating-invariato/ ), in merito a Poste Italiane.
Come ben visibile dal grafico, avevamo suggerito di protrarre il tempo di investimento qualora si fosse andati sopra i 7.70€ con target price 8.23€ ma avevamo aggiunto non a caso, "o anche meno.."
Il livello raggiunto per più ore di contrattazione è stato 8.14€, salvo poi ripiegare, segno inequivocabile che non c'era forza sufficiente per andare oltre.
Chi è stato saggio e non ha dato ascolto al demone dell'avidità che alberga in ognuno di noi, ha portato a casa un utile dignitoso, senza rischiare alcunchè e soprattutto in pochi giorni, con l'ulteriore aspetto positivo dell'essere liquido.
A questo aggiungasi la possibilità di rientrare sullo stesso titolo, a prezzi ancor a più bassi del primo ingresso ,a patto che si verifichino le giuste condizioni.
E' ipotizzabile un rientro in area 7.30€ con stop loss che si attiverebbe pochi tick sotto in via prudenziale e sempre tenendo conto di quanto accade al quadro generale, e per esso intendo indici statunitensi e siuazione italiana.
Target price in area 7.7€, o anche meno... ( a buon intenditor poche parole)
Nessuno tiene la pistola puntata alla nostra tempia costringendoci a ricomprare lo stesso titolo , insomma.
La stessa dinamica si è verificata su Eni e su moltissimi altri titoli.
Concentrandoci sulla parte cerchiata da un ellisse, è intuibile la forza della rottura in zona 8.5€ che ha spinto la crescita del prezzo sino ai 9.10€, salvo poi ripiegare.
Due validi esempi, su azioni che generalmente presentano un volume di scambi considerevole e pertanto direttamente coinvolte dai rapidi cambi di fronte dei mercati mondiali per dimostrare l'assunto che, in un mese contraddistinto dalle vendite, per non assistere ad un effetto fisarmonica nel profit &loss , non esista strategia migliore di quella appena descritta.
Nel 95% dei titoli presenti nel paniere, sta avvenendo questo tipo di movimentazione; equivale a dire che a meno di un colpo di fortuna che rientri in quel 5% restante del totale, si ha il 95% delle possibilità di rimanere a bocca asciutta, nella migliore delle ipotesi.
A meno di particolari sconvolgimenti, il mercato statunitense sembra aver completato il suo recupero in tempi record, ed è pronto per una fase di riflessione.
Con la chiusura di ieri 1 maggio, che ha visto il Nasdaq 100 arretrare del 3.14%, prendiamo atto che il mese sia iniziato secondo le premesse, pertanto non ci resta che aguzzare l'ingegno e accentuare la nostra agilità di investitori.
Buon trading a tutti e un invito: cerchiamo di mantenere un atteggiamento socialmente responsabile, ora che le gabbie stanno per essere riaperte, la tempesta non è ancora finita.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)