V o W: comunque sia, ripresa sarà


Per Piazza Affari la seduta di giovedì 14 maggio 2020 termina in ribasso, un ribasso tuttavia decisamente attenuato se comparato alla metà sessione, quando la flessione era nell’ordine del 3%. Il FTSEMib registra un -1,84% a 16.867 punti, in linea con le altre Borse del Vecchio Continente. 

Ad invadere i mercati in questo momento di allentamento del lockdown sono la cautela e i timori circa un’eventuale seconda ondata di contagi, dati i nuovi focolai emersi in Cina e in Corea del Sud. Il ribasso di questi giorni trova la sua causa negli indici americani, che sono vicini ai massimi di inizio anno e fanno prevalere i realizzi.

Ad incidere è anche quanto emerge dal Bollettino della BCE: i dati suggeriti dai tecnici ipotizzano un calo del PIL tra il 5% e il 12%, a seconda della durata delle misure di contenimento e del successo delle politiche messe in campo dai Paesi per mitigare le conseguenze economiche per imprese e lavoratori. 

A questo si aggiunge il pessimismo del Presidente della Federal Reserve, che allontana sempre di più la speranza di una ripresa a V.

Dal punto di vista di dati sostanziali, in realtà, quasi nulla è mutato nel panorama europeo. Il cambiamento si verifica piuttosto nel sentiment degli investitori, prima alimentato da una voglia generalizzata di ripresa, ora, appunto, dal timore. Questo deriva anche dai dati trimestrali, certamente non rosei. La pandemia ha generato un’economia inesorabilmente ferma: a mio parere è inutile valutare l’andamento di un’azienda solo sui mesi in cui, in modo così peculiare, è stata rallentata se non impossibilitata a lavorare. È come un corridore che subisce un infortunio: la sua carriera non sarà valutata nel suo complesso sui chilometri che percorrerà nel periodo di fermo. Sarà invece monitorata soprattutto dopo il suo rientro in pista. 

La seduta si caratterizza da un listino pressoché in territorio negativo, che evidenzia una forte vendita, poi attenuata in chiusura, sui bancari e sui petroliferi. Questi ultimi sembrano incuranti del balzo del prezzo del Brent, che è tornato sui 30 dollari a barile. 

Tra i big dei bancari, UNICREDIT termina con una flessione del -1,21% a 6,28 dopo aver perso il 5%. INTESA SANPAOLO (-0,72%) a 1,38.

Per il comparto petrolifero sono TENARIS (-0,28%) a 5,75 ed ENI (-0,13%) a 8,51 ad ammortizzare le vendite, che prima della chiusura sembravano incidere in misura maggiore sulla seduta. 

DIASORIN sembra l’unica immune alle criticità del momento, dato il suo deciso rialzo del +2,61% a 177, sui massimi di sempre. I dati trimestrali presentati negli scorsi giorni dalla società di diagnostica mostrano un fatturato di 174,6 milioni, in aumento del 2,3%, e un utile netto di 37,7 milioni (-6,6% rispetto all’anno scorso). 

PORTAFOGLIO LOMBARD REPORT

L’unico titolo nel nostro portafoglio Lombard termina la seduta in territorio negativo, con una flessione di circa l’1,5%.

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