Ai nastri di partenza il nuovo Btp Italia


E’ ormai prossimo al collocamento il nuovo Btp Italia, che andrà in scena a partire da lunedì 18 maggio prossimo. L’emissione, tra l’altro, ha anche lo scopo di finanziare gli 80 Mld Euro di scostamento di bilancio del decreto marzo e maggio per l’emergenza economica causata dal Covid-19.

Cerchiamo di capire se può essere un collocamento allettante o se è meglio soprassedere, vista la non sempre brillante gestione delle caratteristiche salienti (leggasi cedola e scadenza) nel corso dei vari collocamenti, giunti ormai alla XVI edizione.

La nostra abbondantissima liquidità ci permette di valutare un ingresso su questa nuova emissione, ma solo se le caratteristiche saranno allettanti, vista anche la situazione delicata del nostro Paese in tema di “solidità percepita”. Al momento, come sappiamo, abbiamo superato il girone del giudizio sul rating, con S&P e Moody’s che hanno confermato il nostro merito di credito (rispettivamente BBB e Baa3) e Fitch che invece lo ha portato di un notch in basso a BBB- ma sempre all’interno dell’investment grade.

Se decidessimo di inserire in portafoglio una quota di questo nuovo Btp Italia ci dovranno essere delle ottime ragioni sotto il profilo della remunerazione. Intanto, poiché siamo di fatto “osservati speciali” – e la distanza dai junk bond non è poi così lontana – entreremo con un capitale moderato. Per carità, le probabilità di essere declassati a spazzatura il prossimo giro sono ben remote, ma ad ogni buon conto sempre meglio essere prudenti.

Si tenga conto che Moody’s ha affermato che "Il debito italiano raggiungerà livelli record, ma l’affidabilità creditizia del Paese per larga parte non dovrebbe subire ricadute". Questo perché secondo gli analisti i costi di finanziamento sono comunque ancora bassi, grazie all'intervento della Bce, quelli previsti da Bruxelles e oltre all'ipotesi di una ripartenza economica nel terzo trimestre.

Detto questo, ad ogni buon conto, per sottoscrivere questo Btp Italia vogliamo condizioni che lo rendano quasi irrinunciabile. Ma a quali condizioni sarà interessante metterlo in portafoglio? Una rapida analisi e un rapido confronto con le ultime emissioni ci permette di tracciare alcune linee guida.

Intanto vediamo le novità assolute rispetto a tutte le precedenti emissioni. Innanzitutto, il Tesoro ha stabilito il raddoppio del c.d. premio fedeltà – cioè il bonus di remunerazione per i “cassettisti” che lo porteranno a scadenza – che passa dal consueto 4 per mille all’8 per mille. Inoltre, la scadenza per la prima volta è di 5 anni, visto che le precedenti emissioni avevano scadenze di 4, 6 o 8 anni. Infine, per questo collocamento non vi è limite alla domanda da parte del retail, che sarà evasa per intero dal 18.05.2020 al 20.05.2020 compresi.

Naturalmente il Tesoro punta ad un’emissione corposa e ha necessità di invogliare i risparmiatori a sottoscrivere il titolo, vista l’esigenza di finanziare lo scostamento di bilancio e considerando anche che c’è un mare di liquidità in giro poiché il 23.04.2020 è scaduto uno dei Btp Italia (VI Emissione del 2014) più grandi della storia, che aveva raccolto oltre 20,5 Mld di euro.

Ne consegue che il tasso reale minimo garantito dovrà essere corposo per poter riscuotere successo (e non solo tra il retail ma anche tra gli istituzionali). Bene, prendendo a confronto le emissioni più recenti possiamo fare alcune ipotesi su quando deciderà il MEF venerdì 15 maggio prossimo, quando comunicherà al mercato la cedola minima garantita.

Ad esempio, l’XI Emissione (novembre 2017) per una durata di 6 anni aveva offerto ai sottoscrittori una cedola miserissima di 0,25% lordo reale, con lo spread che in quel periodo viaggiava stabilmente sotto i 150 bps e con il Btp decennale che rendeva poco più dell’1,80%. La XII Emissione (maggio 2018) per una durata di 8 anni aveva offerto una cedola reale lorda dello 0,55%% con lo spread che viaggiava sempre nei pressi dei 150 bps e con il Btp decennale che rendeva poco più del 2%, poco prima di schizzare a 300 bps con un rendimento oltre il 3% per le note vicende politiche che videro protagonista il nascente governo di allora.

Vicende che hanno poi condizionato la XIV Emissione (novembre 2018) che per una durata di 4 anni aveva offerto una cedola reale lorda di ben l’1,45% con lo spread oltre 300 bps e il decennale vicino al 3,50% di rendimento. Ora, le attuali condizioni di mercato vedono uno spread diretto verso area 250 bps e un rendimento del benchmark decennale all’1,95% e la scadenza del nuovo Btp Italia è a 5 anni.

L’ipotesi predominante – leggendo diversa stampa specializzata – è di una cedola reale minima garantita superiore all’1% (Milano Finanza ipotizza ad esempio un tasso reale minimo garantito intorno all’1,30%) che porterebbe la cedola nominale lorda ad un livello interessante se la ripresa attesa nel 2021 dovesse portare l’inflazione nei pressi della stima di un 1%. Questo vorrebbe dire, di fatto, che dal 2021 il nuovo Btp Italia potrebbe arrivare a pagare il 2,30% secondo quanto ipotizzato da Milano Finanza nell’articolo del 9 maggio scorso. 

Che sia come sia, la cedola minima garantita sarà fissata dal MEF il 15 maggio prossimo e, di fatto, una cedola dall’1% in su è certamente interessante e farà certamente gola; una cedola compresa tra lo 0,80% e l’1% renderebbe non disdegnabile questo Btp, ma sarebbe un po’ tirato come condizioni; una cedola sotto lo 0,80% sarebbe davvero inguardabile e renderebbe scarsamente interessante investire su questo nuovo Btp Italia.

Venerdì sapremo, e da lunedì saremo potenzialmente pronti a sottoscrivere una quota con la consueta modalità on-line, in base alle specifiche che ogni banca ha adottato.

Il nostro portafoglio cresce e ben si comporta, sopportando al meglio la volatilità di questa fase di “assestamento” al nuovo equilibrio che talvolta pare precario altre un po’ più solido. Tutte le posizioni sono in attivo e svettano senza dubbio la performance del ETF sull’ MSCI World e quella dell’ETC sul crude.

Al close di ieri il NAV del nostro portafoglio è pari a 100,51 in buon progresso rispetto ai 100,17 della scorsa valorizzazione, dopo aver toccato un massimo a 100,57 a inizio maggio. Tabella e grafico dell’equity line aggiornate nella consueta sezione “Portafoglio”.

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