La pandemia si sta espandendo velocemente nel mondo, sempre più, con un effetto domino, e quello che si è vissuto qui in italia qualche settimana fa, lo si sta vivendo in questi istanti negli Usa e nei paesi del nord Europa.
Purtroppo noi italiani, per primi tra i paesi occidentali al fronte, avevamo sin da subito compreso la dinamica di questa battaglia.
Ben presto, abbiamo imparato sulle nostre stesse spalle cosa voleva dire la pericolosità per l'intero sistema paese, del Covid-19, la sua rapidità di contagio e la sua capacità di gambizzare la forza produttiva del paese.
A nulla vale oggi, dire che forse sarebbe stata necessaria una maggior soglia d'attenzione, alla luce di quanto accaduto in Cina, anche perchè in realtà, la diffusione era già un fatto concreto, ancor prima che gli effetti si dipanassero in tutta la loro potenza.
Una stima recente negli Stati Uniti, afferma che 430000 persone sono giunte negli Usa su voli diretti dalla Cina dall'inizio della pandemia, 40000 solo nell'ultimo mese.
Chiunque di noi, avrà avuto un enorme punto interrogativo stampato sulla fronte, nel sentire i maggiori leader occidentali, parlare di un problema che sembrava riguardare solo l'Italia.
E' bastato attendere qualche settimana, in alcuni casi solo giorni, per vederli fare clamorosamente marcia indietro.
Dubito però, che i loro concittadini, gli perdoneranno facilmente la presunzione di intoccabilità mostrata, quando il dramma era già vivo e proliferante all'interno dei nostri confini.
La Cnn mostra in questo momento, code chilometriche nei pressi dei supermercati satunitensi, milioni di persone hanno perso il lavoro, e soprattutto, visto il momento, hanno contestualmente perso l'assistenza sanitaria.
Si rischia un dramma umanitario, proprio nel paese piu potente del mondo, giunto così, velocemente, proprio mentre il mercato finanziario a stelle e strisce continuava a macinare massimi storici a ripetizione.
Una vera doccia gelata.
Il Nasdaq Composite, ha speso la scorsa settimana in altalena, da una parte sostenuto dalle misure economiche messe in atto dal Congresso e dalla Fed, ma la sensazione di debolezza permane.
Le possibili linee evolutive sono molto difficili da interpretare, tuttavia, un primo supporto è rintracciabile intorno ai 6700 punti, al di sotto del quale, i 6000 punti andrebbero a fungere da inevitabile magnete, sconvolgendo tutto il panorama tecnico.
Al rialzo invece, in settimana poniamo il valore degli 8300 punti come limite massimo, semmai la forza della liquidità tornasse a prevalere sui timori, ma personalmente non ho questa sensazione.
ENI
In Italia, abbiamo potuto notare l'ottima settimana messa a segno da Eni
Gup down quasi chiuso magistralmente e dopo la giornata di venerdi, chiusa con un rientro del -5.21% , possibilissimo diventa un rientro in area 9€, o alla peggio in grado di spingersi sino a 8.40€, già nelle prime battute della giornata di lunedi.
AGATOS
Simile rimbalzo, nel mondo dell'Aim, è stato messo a segno da Agatos.
Qui il gup down non è stato affatto chiuso e non è di certo il momento per lanciarsi in impavidi acquisti, se non per interventi rapidissimi da predatore, ma è bello tornare a parlare di azioni e di movimenti in questi contesti.
Pare che in questo effetto domino, la Russia sia tra le super-potenze meno colpite, tanto da poter offrire aiuti un pò ovunque nel mondo.
Forse la Vodka è il vero elisir?
Magari, meglio se mescolata con un'oncia di petrolio, visto il balzo del greggio a seguito di rumors che darebbero per imminente un accordo con l'Arabia Saudita.
L'essere umano si è scoperto vulnerabile, improvvisamente, a patogeni esterni cosi piccoli da non poter essere visti ad occhio nudo, capaci di mettere in ginocchio dei giganti.
Se l'essere umano, dotato di intelligenza, fosse in grado di prendere il sopravvento, per una volta, sull'altro mostro che vive in noi, quello del delirio d'onnipotenza, il futuro potrebbe riservarci un mondo migliore, ma credo che neanche questo momento riuscirà a far vincere la parte intelligente.
Per la prima volta dall'inizio dell'emergenza, ieri 4 aprile, ci è stato notificato il decremento delle unità in terapia intensiva, un primo passo verso la fine dell'emergenza.
Seguiranno nuove fasi di ripresa delle attività e con esse, auspicabilmente, arriveranno i primi recuperi delle attività finanziarie, sempre che l'effetto domino che si è innescato non metta in ginocchio i nostri grandi interlocutori commerciali.
Prima la Cina, poi l'Italia, hanno indicato la via della soluzione all'emergenza, basta unire i puntini, mettere sotto i tacchi il proprio orgoglio e fare pace con la realtà.
Se si vuole uscire il prima possibile dal coronavirus, per un pò bisogna fermare il paese; avete compreso ora, Donald, Boris, Angela e tutti i tuoi compagni delle lande fredde d'Europa?
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)