Solitamente caratterizzati da alta volatilità, soprattutto nel caso di alcuni emittenti, hanno però il vantaggio di tagli prevalentemente bassi. Forte l’incidenza della valuta dollaro.
Hot markets
E’ un settore da sempre rilevante nel contesto obbligazionario, perché alcuni dei maggiori emittenti mondiali appartengono proprio al settore petrolifero. Fra l’altro molto diversificato come nomi, scadenze e rendimenti ma concentrato in termini di valuta, con un ruolo predominante del dollaro Usa. Occorre innanzi tutto fissare delle suddivisioni in termini di aree geografiche e di business. Con un avvertimento: grazie proprio al fatto di essere in $ si caratterizzano, nella maggior parte dei casi, per tagli piccoli (1.000 o 2.000).
Big mondiali |
Exxon Mobil, Bp, Royal Dutch Shell, Total e tante altre società hanno emesso parecchio negli ultimi anni ma con rendimenti nominali però comunemente contenuti (al massimo 100-150 punti in più rispetto ai Treasuries Usa). C’è anche Eni con tagli però rilevanti |
Big emergenti |
Due nomi sopra tutti: la brasiliana Petrobras e la messicana Pemex, entrambe massicciamente presenti su Tlx. I loro bond sono iper volatili ed esposti a vicende societarie anche complesse. In questo caso si raggiungono rendimenti sul secondario del 10%. Da ricordare altresì la russa Gazprom e l’argentina Ypf, la più rischiosa di tutte |
Specialiste dello shale oil Usa |
Sono parecchie le protagoniste di un mercato sviluppatosi negli ultimi anni ma quotato solo sull’Otc puro. Si tratta di titoli riservati solo ai professionisti dell’obbligazionario, seppur a taglio 2.000 |
Specialiste delle ricerche estrattive |
Transocean, CGG, Saipem, Vallourec e altre ancora: hanno sofferto – salvo Saipem – oltremodo della crisi petrolifera e sono esposte a possibili ristrutturazioni del debito, scelta cui è stata obbligata non molto tempo fa proprio CGG |
Altre |
In tutti i Paesi del mondo ci sono infine società locali, dall’araba Aramco all’austriaca Omv, emittenti meno conosciuti ma non per questo meno importanti |
► Come scegliere
Le big |
Interessanti per la solidità vanno preferibilmente utilizzate dai cassettisti, che si accontentano di rendimenti minori |
Le emergenti |
Sono puramente speculative nonché destinate soprattutto a trading di breve e medio periodo |
Le altre |
Solo alcune meritano attenzione, sebbene acquistabili quasi solo da chi opera sull’Otc, sebbene in molti casi trattate anche sulle Borse tedesche |
► A cosa fare attenzione
1°) Nella fase in corso i rischi maggiori riguardano le variazioni (inevitabilmente peggiorative) dei rating. L’ultima a essere stata fortemente penalizzata in tal senso è Pemex, scesa addirittura a BB da parte di Fitch.
2°) Il tipo di business è fondamentale. Le leader differenziate nell’estrazione e nella distribuzione finale sono meglio protette rispetto a quelle attive in business specifici.
3°) Importante la possibilità di correlare l’andamento dei bond con quelli della corrispondente azione della stessa società. Dal confronto emerge la facilità di verificarne il reale stato di salute.
4°) Invitabile una diversificazione degli emittenti, il che è facilitato dai prevalenti tagli bassi. Meglio farlo anche in chiave di valute, scadenze e rating.
5°) Non sempre la dipendenza dall’andamento del prezzo del petrolio è evidente. Ciò dipende dal tipo di business. Le specialiste delle ricerche estrattive hanno un legame strettissimo. Le big meno.
6°) Molte emissioni sono trattate su Tlx ma è consigliabile – digitando il relativo codice Isin su un motore di ricerca – verificare anche le quotazioni e soprattutto gli spread denaro-lettera su qualche Borsa estera e soprattutto su quelle tedesche, decisamente più liquide. Questo specialmente nel periodo in corso, caratterizzato da bassi scambi su Tlx.
► Una selezione di titoli (tutti a tagli piccoli 1.000 o 2.000 oppure 10.000 per i Pemex e Ypf, salvo Total perpetual, che è a taglio 100.000)
Emittente |
Scadenza / Cedola |
Isin |
Valuta – Mercato – Quotazione |
Chevron |
3-3-22 / 2,498% |
US166764BN98 |
Usd / Otc / 102,2 $ |
Exxon Mobil |
1-3-46 / 4,114% |
US30231GAW24 |
Usd / Otc / 113 $ |
Petrobras |
27-1-25 / 5,299% |
US71647NAV10 |
Usd / Tlx / 96 $ |
Petrobras |
20-5-43 / 5,625% |
US71647NAA72 |
Usd / Tlx / 89,5 $ |
Petroleos Mexicanos (Pemex) |
30-1-23 / 3,5% |
US71654QBG64 |
Usd / Tlx / 86,6 $ |
Petroleos Mexicanos (Pemex) |
18-1-24 / 4,875% |
US71654QBH48 |
Usd / Tlx / 84 $ |
Royal Dutch Shell |
10-5-46 / 4% |
US822582BQ44 |
Usd / Otc / ~ 109 |
Total |
16-9-22 / 3,125% |
XS0541787783 |
Eur / Tlx / 105,5 € |
Total |
11-10-28 / 3,883% |
US89152UAH59 |
Usd / Otc / 109 $ |
Total |
Perpetual (call 4-4-24) 1,75% |
XS1974787480 |
Eur / Otc / 93,6 € |
Ypf (Argentina) |
21-7-2027 / 6,95% |
USP989MJBL47 |
Usd / Tlx / 45,4 $ |
Quotazioni riferite alla mattina di giovedì 23 aprile 2020
In sintesi – La lista non può che essere sommaria valutando l’enorme disponibilità di emissioni (alcune migliaia) e intende fotografare gli estremi del mercato, ovvero titoli molto sotto o all'opposto molto sopra la pari. Abbiamo preso volutamente in considerazione solo le “big oil” ma la selezione potrebbe proseguire con decine e decine di emittenti minori.