Mentre siamo ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria, a livello globale sia chiaro, e mentre l’Europa si dibatte come i capponi di manzoniana memoria, spunta il monito di Commerzbank che con un tempismo perfetto lancia l’allarme: “Vendere BTp, saranno declassati a spazzatura”.
Ebbravi, proprio mentre il nostro Presidente del Consiglio sta combattendo (tanto per cambiare…) contro le rigidità tedesche in tema di aiuti straordinari per l’emergenza virus. E’ bastato che Conte comparisse alla tv tedesca per sensibilizzare il popolo teutonico e a stretto giro arriva la rappresaglia. Ricordiamo che Commerzbank è partecipata dallo Stato tedesco per il 15%...
Disgustoso. Anche in questo frangente l’arroganza e la supponenza dei germanici non ha eguali. Per favore, quando questa storia sarà finita, ricordiamoci tutti, ma proprio tutti, di questo. Ricordiamocelo. E qui mi fermo.
Tornando alle questioni finanziarie, grazie alla bella pensata di Commerzbank è suonato nuovamente l’allarme spread. Di fatto tutto è partito dopo che Bloomberg ha riportato una nota inviata da Commerzbank ai suoi clienti, con la quale li si invita a chiudere le posizioni long sui BTp, considerando “quasi inevitabile” il loro declassamento a “junk” o “spazzatura”.
Il motivo? Semplice, il peggioramento atteso dei conti pubblici dell’Italia per combattere il Coronavirus. E certo, infatti solo il nostro Paese è colpito dalla pandemia e solo la nostra economia è in affanno. Come se non bastasse, l’istituto tedesco sostiene che il rapporto debito/Pil quest’anno nel nostro Paese sfiorerà il 150% per poi scendere al 145% nel 2021, cioè quando l’economia rimbalzerà dopo la crisi; questo però non è una garanzia contro il downgrade.
Purtroppo, questo è un film che abbiamo già visto nel 2011, quando il tutto partì da Deutsche Bank che vendette a piene mani Btp scatenando il panico. Banca decotta e fallita da tempo immemore ma tenuta in piedi artificialmente, che avrebbe dovuto cadere come tutte le altre banche decotte che hanno avuto ben altra sorte. Ah, già, dimenticavo… E’ una banca tedesca…
La questione, ad ogni buon conto è delicata, perché come sappiamo i nostri governativi sono già per così dire in “zona Cesarini”, e il passo da investment grade a non investment grade è davvero breve. Se dovesse subire un downgrade la situazione si farebbe pesante perché fondi e affini sarebbero costretti per regolamento a vendere Btp dando inizio ad un’esplosione dei rendimenti. Non di meno, le nostre banche posseggono Btp per circa 400 Mld Euro e un declassamento trascinerebbe al ribasso anche le quotazioni dei nostri istituti bancari, che diventerebbero facile preda di scalatori ostili…
L’unica cosa che consola, al momento, è che nessuna agenzia di rating è tedesca e comunque le due principali “sorelle” Standard & Poor’s e Moody’s sono americane e da quella parte dell’oceano ci arrivata una mano tesa e non un pungo nello stomaco. L’Europa sta dando il peggio di sé, come non mai, e non di rado si inizia a percepire una certa orticaria anche da parte degli europeisti che erano tra i più convinti. Alcuni sperano addirittura che il coronavirus se la porti via questa Europa, ipocrita e stucchevole.
Torniamo ora alle nostre analisi, con la consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve. Dopo le fibrillazioni delle settimane scorse, con rendimenti prima in picchiata verso nuovi minimi e poi in rimbalzo, ora la situazione della curva pare più stabile, con rendimenti non molto lontani dall’ultima rilevazione anche se con movimenti non uniformi. Ora abbiamo rendimenti negativi sino alle scadenze 2030 mentre la parte a lunga è ora in area 0,15% sulle scadenze 2050. La scadenza a 10 anni torna leggermente negativa e si attesta ora in area -0,01%. La curva non cambia forma rispetto alla scorsa analisi, disegnando sempre una “schiena d’asino”, ripida sul tratto da breve a medio, toccando un massimo poco sopra area 0,20% per le scadenze 2037-2038 per poi invertire e tornare a scendere gradatamente nel tratto a medio-lungo. Salgono un po’ i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga si portano ora in area 0,52% mentre sul tratto a breve si rimane nei pressi di area -0,40%.
Con l’intervento pesante della BCE si ridimensionano un po’ i rendimenti dei governativi decennali e gli spread contro Bund, ora più stabili (salvo alcune eccezioni…) rispetto alla fase più acuta del panico. Il rendimento del Bund torna a scendere e va in area -0,42%; anche la Francia vede rendimenti in discesa, con il decennale che è ora a 0,07% così come l’Irlanda che passa da 0,52% a 0,28%. Tirano un po’ il fiato i rendimenti dei Paesi periferici, e così la Spagna scende allo 0,73% e il Portogallo si porta allo 0,94% di rendimento. Benefici minori, tanto per cambiare, per il nostro Btp che si assesta ora in area 1,53%. A livello di spread Vs Bund abbiamo ora Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 136 bps, 115 bps e 195 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali non osserviamo variazioni rispetto alle ultime settimane, nonostante l’evidente sconquasso che ha coinvolto i rendimenti di tutte le curve da inizio marzo scorso. Pertanto, al momento in ottica strategica abbiamo uniformità di evidenze, con Trendycator che rimane SHORT sull’area UK, con i rendimenti passati velocemente da area 0,76% all’attuale 0,31%. Il modello conferma lo SHORT anche sull’area BUND con il rendimento del decennale tedesco da area -0,25% torna verso area -0,50%. Proseguono, anche se un po’ mitigate dall’intervento della BCE, le tensioni sul nostro Btp, ora con rendimento in area 1,55% e con Trendycator che rimane SHORT. Infine, si ridimensionano anche i rendimenti USA, con Trendycator sempre SHORT sul decennale che ora gravita in area 0,60%.
Bond Weekly Ranking
Riprendiamo l’analisi sotto forma di ranking dei bond con rating sotto l’investment grade, a caccia di idee da rapporto rischio/rendimento un po’ spinto. Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.01.2021al 31.12.2026, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 5,00% lordo.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto, chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.