Quando fai previsioni può capitare che la previsione non sia talmente di tuo gradimento che cerchi di non vederla. Non vuoi ascoltare, ti tappi le orecchie. Succede a tutti. Da diversi mesi un analista finanziario che mi beneficia delle sue view professionali a titolo amicale (dal pomposo nickname Omino Nero) mi aveva avvertito che il vero problema del coronavirus era l’impatto sociale del ristretto numero di posti per la ventilazione assistita in sala di rianimazione. E che questo avrebbe portato i medici a dover fare una lista preferenziale tra chi deve vivere e chi deve morire: i vecchi e o i vecchi con patologie pregresse sono quelli che debbono essere subito estinti, poi vengono gli altri, chissà in base a che principio, l’età sarebbe un criterio oggettivo mentre “la probabilità di guarire” sarebbe soggettivo e siccome siamo in Italia già mi vedo in qualche regione un bel mercatino di posti in sala di rianimazione con certificati falsi.
Io pur avendo la notizia in mano da 2 mesi l’ho colpevolmente ritardata perché sinceramente speravo con tutto il cuore che non ci si arrivasse. E solo ieri con 12 ore di anticipo rispetto al comunicato degli anestesisti lombardi sono uscito sul mio blog con http://blog.ilgiornale.it/trading/2020/03/06/virus-15000-morti-settimana/ ovvero i calcoli dell’ominio nero relativamente alla crisi della rianimazione in Italia, crisi che arriverà prima che entrino in funzione le nuove macchine mandate ad acquistare con le procedure della protezione civile.
Le repliche a questo mio articolo sono state multiformi ma tutte improntate alla negazione dell’evidenza: chi mi insulta, chi mi minaccia di denunciarmi per procurato allarme, chi mi vuole deferire al consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti, chi mi dice che sono cose che ho imparato in un bar o in un’osteria ma tant’è.
Poi nella serata di ieri arriva la Shindlers’ list ovvero la lista dei salvati e dei sommersi pubblicata niente po’ po’ di meno dagli anestesisti lombardi: https://www.ilgiornale.it/news/politica/terapie-intensive-documento-choc-liste-meritevoli-essere-1837052.html
Quindi vedete che alla fine ben poca soddisfazione di avere dato 12 ore in anteprima una notizia con i calcoli precisi, una notizia che peraltro conoscevo da illo tempore e che speravo che non fosse vera.
Purtroppo è vera. E questo bias che governa proprio le persone che mi hanno criticato per l’articolo governa me stesso in ugual maniera.
Torniamo quindi a bomba: cosa fare con gli investimenti sulle azioni ? Non stiamo parlando del nostro portafoglio, quello alla faccia di chi ci vuole male lo abbiamo liquidato lunedì scorso e abbiamo assistito basiti al crollo senza coinvolgimenti economici. Abbiamo delle operazioni in corso con il sistema sulle azioni del Ftse MIB 40 ma in ogni caso è poca roba e quindi diciamo che abbiamo tolto il piede dall'acceleratore al momento giusto. Nei prossimi giorni forniremo le equity line del caso, come sempre. Stiamo parlando di quelle azioni che spesso i nostri lettori hanno in portafoglio e che hanno acquistato (e non venduto) seguendo il loro personalissimo fiuto o metodologia, o hanno ereditato o che comunque si ritrovano tra i piedi.
In senso lato ci sono 3 casi:
- 1) Mi telefona una signora. Ha un bel giardinetto di titoli, è stata brava, perde solo 800 euro su 100.000 euro. Le dispiace perché fino a 1 settimana fa faceva le budella d’oro. Le dico apertamente che tutti gli italiani vorrebbero trovarsi nella sua situazione e lo pagherebbero a caro peso. Se la perdita è tutto sommato accettabile vendete e non pensateci più. La borsa è aperta tutti i giorni.
- 2) Avete una perdita del 10 % o del 20 % in totale sul portafoglio. Si tratta di percentuali che sono facilmente recuperabili e quindi se considerate un rendimento medio delle azioni per anno del 10 o 20 % potete tranquillamente recuperare senza patire le pene dell’inferno
- 3) Avete una perdita del 50% o di più. In questo caso la situazione si fa difficile e viene da chiedersi perché non avete venduto a meno 10% come abbiamo fatto noi stoppando l’operatività. Investire in Borsa con la speranza è il modo più rapido per andare al cimitero. A questo punto tenete conto che lunedì mattina il nostro listino aprirà a -5% e che a livello di analisi tecnica ormai siamo proiettati verso il supporto verde o la trendline rossa del grafico accluso e quindi la perdita diventerà il -60 o -70%. Poi ci potrà essere il rimbalzo ma la situazione è talmente particolare che non so nemmeno quanto questi discorsi possano avere una qualche attinenza con la realtà. La vera domanda è perché non si è venduto a -10% applicando un rigoroso stop loss e purtroppo ragionarci con il senno del poi non serve a molto se non ad imparare la lezione. La Borsa è troppo rischiosa per non andarci senza protezioni e questa cintura di sicurezza è proprio lo stop loss. Se avete perso ricordatevi che la lezione che avete imparato è una delle più importanti e che i soldi, come le unghie, se siete bravi poi ricrescono sempre