La FED, a sorpresa, taglia i tassi di 50 bps per provare a fronteggiare le ripercussioni economiche della diffusione – ormai in progressivo avanzamento – del Covid-19 ma i mercati non ne hanno beneficiato più di tanto. La settimana scorsa è stata pesantissima per i mercati internazionali, e forse paragonabile solo a quel terrificante 11 settembre del 2001.
Difficile, in questi giorni, pensare ad altro. Siamo tutti, chi più chi meno, preoccupati sia per gli aspetti sanitari sia per quelli economici. Ed è normale, perché nessuno poteva essere pronto o preparato ad affrontare un evento di tale portata. Possiamo solo sperare che l’emergenza rientri nel minor tempo possibile.
Intanto, anche la BCE pare stia preparando una discesa in campo, e alcune voci non escludono una riunione d’emergenza per tagliare i tassi. Le ipotesi che si leggono su alcuna stampa specializzata sono relative a taglio dei tassi e potenziamento del QE, oltre che prepararsi a comprare nuovi assets, malgrado le forti resistenze interne.
La BCE si tiene quindi pronta a reagire a questa emergenza virus, il cui impatto sull’economia nell’Eurozona rischia di essere davvero pesante. C’è però scetticismo sui tempi di attuazione di misure da parte della Banca Centrale, poiché di norma Francoforte è solita prima osservare i dati macro per decidere di conseguenza, e ovviamente prima di maggio non si potrà avere un quadro chiaro su cosa stia accadendo in questo primo trimestre del 2020. Tuttavia, questa è una situazione di estrema emergenza, per cui in base ai rapporti di forza interni alla BCE – per nulla scontati – si prenderanno o meno decisioni in tal senso.
Ad ogni buon conto, a prescindere dai tempi e dai modi di attuazione di nuove misure d’emergenza – le cui più probabili al momento secondo i mercati sono il taglio dei tassi e il potenziamento del QE – bisogna poi anche vedere se e quali benefici si ricaverebbero. Questo perché già i tassi sono bassissimi per le scadenze lunghe e negativi per quelle medio-lunghe, e pare quindi esserci poco margine sotto questo profilo. Non di meno alcuni asset, come ad esempio i Bund tedeschi, cominciano a scarseggiare e questo potrebbe essere un problema per i vincoli del c.d. “capital key”.
Poi è vero che la situazione contingente è molto seria ed è obiettivamente un’emergenza globale che deve essere affrontata con ogni mezzo disponibile, quale che ne sia poi il risultato. Insomma, non bisognerebbe lasciare nulla di intentato e potrebbe non essere un’idea peregrina che le principali Banche Centrali si unissero e stabilissero un piano comune. Si naviga a vista, tutti.
Torniamo ora alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve. La situazione di estrema emergenza fa crollare i rendimenti dell’area Euro, naturalmente con debite distinzioni tra Paesi, ma la risultanza è uno schiacciamento feroce su tutto il tratto di curva. Ora infatti abbiamo rendimenti negativi sino alle scadenze 2035; il tratto a lunga crolla verso area 0,11% di rendimento per le scadenze 2050; la scadenza a 10 sprofonda e si porta a -0,21%. La curva nel suo complesso torna quindi ad appiattirsi sul tratto a medio e a lunga, rimanendo un po’ più sostanzialmente invariata sulla parte a breve. Crollano anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga si portano ora sotto area 0,50% mentre sul tratto a breve si torna a vedere area -0,60%.
In forte contrazione anche i rendimenti dei governativi decennali, mentre allargano vistosamente gli spread contro Bund, poiché il governativo tedesco percepito come bene rifugio è stato comprato col badile. Il rendimento del decennale tedesco affonda quindi in area -0,62%; il rendimento della Francia scende a -0,33% e quello dell’Irlanda va a -0,19%. Scendono anche i rendimenti della Spagna che va allo 0,16% e quelli del Portogallo che si porta allo 0,22% di rendimento. Giornate di passione per il nostro Btp, che dopo essere stato preso di mira violentemente ha recuperato alcune posizioni e ora esprime un rendimento in area 0,94%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 85 bps, 78 bps e 156 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali vediamo come la situazione contingente abbia completamente stravolto l’impostazione potenziale in ottica strategica. Anche se il modello Trendycator, su alcune aree, non ha ancora “recepito” in pieno il nuovo cambio di rotta (a causa della violenza con cui sono mossi gli asset), è chiara la tendenza almeno nel breve. Il modello Trendycator si mantiene NEUTRAL sull’area UK, con rendimenti che però sono ora nei pressi dei minimi del 2019 in area 0,38. Al pari, Trendycator ancora NEUTRAL sull’area BUND con il rendimento del decennale tedesco che crolla verso i minimi del 2019 sotto area -0,60%. Settimana convulsa per il nostro Btp, con Trendycator sempre SHORT e rendimento che si ridimensiona poco sotto area 1,00%. Infine, deciso affondo al ribasso per i rendimenti USA, su nuovi minimi ben inferiori a quelli di agosto 2019 e con Trendycator che si conferma ben saldo nello SHORT sul decennale ora sotto area 1,00%.
Bond Weekly Ranking
Riprendiamo l’analisi sotto forma di ranking dei bond con rating sotto l’investment grade, a caccia di idee da rapporto rischio/rendimento un po’ spinto. Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.01.2021al 31.12.2026, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 4,00% lordo.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto, chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.