Conoscete da un ventennio i nostri salaci commenti sulla (quasi sempre) inutilità dei numerosi target price stilati dalle case d'affari. Target price che vengono innalzati quando sale il mercato e, ovviamente, anche al ribasso quando questo scende. Avevamo una fortunata rubrica su queste colonne anni fa dal titolo "i report ? Gettateli nel cestino". Crediamo sia ancora attuale anche se ovviamente tra un centinaio di analisi qualche validissimo analista esiste e viene molto rispettato dai commentatori e dai gestori. Quindi non è giusto fare di ogni erba un fascio.
Mi sembrava strano che dopo un mese di crolli molti, troppi, target price rimenessero invariati. Ora è scattata la caccia al ribasso. Prendiamo Unieuro (giù il cappello per la tempistica all'azionista di riferimento che è riuscito a liquidare parte del suo investimento alcune settimane fa come ha anche fatto un importante azionista di TXT, persone che ricorderanno a lungo la loro fortunta scelta). Una importante casa d'affari, con l'azione Unieuro che quota 6,20 euro ha abbassato ieri il target price da uno stratosferico 18 euro a 9 euro.
IGD vede invece un target abbassato da 9,20 a 6,90. Quota 3,70 euro e si accinge a staccare un dividendo del 12%. Ovvio che è un dividendo relativo all'eseercizio 2019, ma tra 9,20 e 3,70 vi era troppa differenza.
Gli esempi non mancano. Quello che per noi è lapalissiano è che è IMPOSSIBILE fissare prezzi-obbietivo in questa situazione. Scrivere che il mercato può rimbalzare del 30% se diminuisce l'epidemia o crollare del 50% se aumenta è di una ovvietà sconcertante. La verità è che NON si sa niente. Una roulette gigantesca condiziona il mondo. Meglio tacere.
Prendete, quindi, i vari report e tornate a gettarli nel cestino. Solo quando si saprà in che direzione andiamo torneremo eventualmente a sfogliarli. Per ora non perdiamo tempo.
ORO. Torniamo sull'unica partecipazione (auriferi ) che è rimasta nel portafoglio a scarso rischio (oltre ai warrant Fine Foods in portafoglio a costo zero essendo stati ricevuti gratuitamente). Ebbene Josh Strauss gestore americano ricorda in un articolo su MarketWatch che "there is no gold". Il gestore segnala che il prezzo che leggete sui monitor di 1600 $/oncia ha scarso significato viste le note manipolazioni. La verità è che in USA tra privati il prezzo dell'oro FISICO è di 1800 $ circa. Nello stesso articolo si ricorda che Kitco fatica sempre più a consegnare monete d'argento. Ritardi enormi nelle consegne. Un incremento della liquidità potrebbe infatti avere conseguenze forti sul prezzo dell'oro. Sull'oro però, aleggia ancora la possibilità di moltissime vendite per i problemi connessi con i margin calls. Molti sono costretti a vendere per avere liquidità e fanno fuori l'unico investimento monetizzabile ed in attivo. Ma d'altro canto altri si cautelano con acquisti di fisico. Un tiro alla fune continuo.
Abbiamo tutti ben altre problematiche in questi terribili tempi. Gli investimenti sono l'ultimo dei nostri problemi. Prima bisogna uscire dl terrificante pantano. Solo dopo penseremo, se saranno rimasti risparmi dopo le tasse che ci aspetteranno, su cosa puntare.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)