SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA.
IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>)
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.
IL MONDO SEMBRA ESSERSI SVEGLIATO !!
I governanti, finalmente, stanno andando verso una percezione adeguata del livello del problema e gli investitori si sono, infine, resi conto che questa infezione e le misure contenitive che impone, costituiranno un enorme freno all'economia globale, che costerà un impatto (molto ?) grosso a livello di PIL di quest'anno, ma anche di defaults aziendali, disoccupazione, calo dei consumi etc. Il finanziare le aziende è necessario, ma serve restituirgli reddito e domanda.
In settimana il WHO ha dichiarato che il Coronavirus è una pandemia, e che si è perso tempo. Magari una dichiarazione più tempestiva ne avrebbe fatto risparmiare.
Ed infatti, in questo fine settimana tutti i governanti, politici ed economici, del mondo hanno adottato interventi mirati e dichiarazioni di intenti nel caso le misure adottate non dovessero rivelarsi efficaci, ad iniziare da quelle sanitarie (fondi per ampliamento dei test di contagio e riduzione tempistica dei vaccini) per passare a quelle fiscali (sgravi, temporaneo stop ai pagamenti e massicci supporti all’occupazione) per proseguire con quelle monetarie (immissione di liquidità attraverso riacquisto di bond ed acquisto di nuove emissioni governative), per terminare con la probabile sospensione delle regole degli aiuti di Stato (“nazionalizzazione” di aziende ritenute strategicamente importanti).
Tra le varie dichiarazioni a livello politico citiamo quelle di Trump che ha dichiarato di fatto lo stato di emergenza nazionale (ma non era tutto sotto controllo ?), la Portavoce Democratica alla Camera USA, Nancy Pelosi, che ha dichiarato che spera in tempi brevissimi di poter annunciare un accordo con l'Amministrazione Trump per un piano fiscale, il segretario del Tesoro USA, Mnuchin, ha dichiarato che i leaders del G7 faranno lunedì prossimo una videoconferenza per discutere una risposta coordinata al virus, il vice Presidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, ha dichiarato che la UE è disposta ad azionare la clausola di salvaguardia che, de facto, sospende il patto di stabilità. Il Vicepresidente EU ha anche dichiarato che contro il Coronavirus serve solidarietà. Concetto ripreso e ribadito dalla Presidente EU, Ursula Von Der Leyen che ha anche dichiarato che la UE è pronta ad aiutare l'Italia di tutto quello di cui ha bisogno e di tutto quello che chiederà, Il Ministro delle Finanze Tedesco, Olaf Scholz, ha dichiarato a Der Spiegel che le aziende strategicamente importanti possono essere nazionalizzate, Philip Lane capoeconomista della Bce è intervenuto ricordando che la Bce “non tollererà rischi alla trasmissione fluida della politica monetaria in tutte le giurisdizioni (Paesi) dell’area euro”. E che il programma di “quantitative easing è flessibile”: può comprare, in certi momenti, più titoli di Stato dei Paesi più esposti ai crolli (Italia, Spagna). In buona sostanza ha corretto il messaggio del Presidente Christine Lagarde che giovedì aveva destabilizzato il mercato (in passato c’è stato chi aveva criticato Mario Draghi !).
Tra i provvedimenti a livello monetario, la Banca Centrale norvegese ha tagliato a sorpresa i tassi di 50 Bps a 1%, la People Bank of China ha nuovamente abbassato la riserva obbligatoria per alcune banche di 50-100 bps, inoltre la Bank of Japan, la Bank of Canada e la Reserve Bank of Australia (che avevano già tagliato i tassi ad inizi di marzo), la Reserve Bank of India hanno tutte fatto iniezioni di liquidità nel sistema.
L’azione dei prezzi sui mercati mostra chiari segnali di capitolazione. Al di là del disastro sui valori azionari, abbiamo visto il Bond decennale USA perdere 2 figure e mezza ed il trentennale giù di 7.5 mentre la FED ha ripreso il QE, l'oro sprofondare dell‘ 8% e l’argento del 15%, il palladio, il Vix a 75 (massimo dall'ottobre 2008), i movimenti sui cambi hanno mostrato poca correlazione con l'azionario, vuol dire che gli investitori hanno venduto di tutto senza distinzione, costretti dai rientri dei margini, dalla disperata riduzione della leva, dall'esplosione del rischio di un Portafoglio che costringe a vendere, senza farsi domande, anche posizioni che non hanno teoricamente motivo di temere da un rallentamento dell'economia, anzi.
Nel passato questo “forcing” di vendite si è notato alla fine delle gambe ribassiste e conduce ad un assestamento in quanto riduce drasticamente il posizionamento e la quantità di vendite forzate. Sarà così anche ora ? Lungi da fare previsioni che lasciamo ad altri, noi pensiamo che il “bottom” dei prezzi non sia stato ancora raggiunto e per questo, al netto di possibili rimbalzi, rimaniamo alla finestra in attesa che sia il mercato a dirci che la fase di assestamento è in atto, soprattutto considerando un drastico abbassamento dell’indice di volatilità e volumi consistenti a supporto dei prezzi.
Diamo ora uno sguardo ai “Numeri” della scorsa settimana sui tre principali indici azionari statunitensi. Sembrerà strano, ma dopo tutto quello che abbiamo detto in precedenza, i tre indici hanno guadagnato settimana su settimana. Iniziamo dall’indice che più ci interessa da vicino e che continua ad essere, in questo caso, il meno penalizzato da inizio anno: il NASDAQ100 l’unico che continua a posizionarsi sopra la M.M. Exp. a 200 e che ha chiuso le contrattazioni a 7995.26 perdendo il – 6,27% portando il deficit da inizio anno al – 8,45%. A seguire l’indice S&P500 che chiudendo la settimana a 2711.02 ha perso il – 8,79% portando il deficit da inizio anno a – 16,09%. Infine il DOW JONES che ha chiuso le contrattazioni a 23185.62 perdendo il – 10,36% che porta il deficit da inizio anno al – 18,76%. Di seguito i relativi grafici:
ORO INDEX
Pesante, pesantissima, la settimana per gli investitori del metallo prezioso. Ad inizio settimana dopo aver fatto registrare un nuovo massimo relativo, la commodity è stata venduta a piene mani per ripianare le pesanti perdite su altri asset. Come detto in precedenza la fortissima distorsione dei prezzi dovuta ad acquisti con un “leverage” assurdo, ha portato alla vendita disperata e forzata di tutto ciò che portava un segno positivo nei Portafogli. I cosiddetti “beni rifugio” non esistono più, almeno in questa fase, l’unico asset che negli ultimi 3 mesi ha mantenuto o guadagnato di valore (soprattutto su €, $ e GBP) è stato il Franco Svizzero.
Come detto, lunedì scorso l’ORO ha fatto registrare un nuovo massimo relativo (dal 13 dicembre 2012) a 1704.30 $/oz per poi chiudere la settimana a 1528.90 $/oz. che porta ad una perdita del – 8,68% ed al + 0,59% dall’inizio dell’anno. A livello grafico la candela della scorsa settimana non ha ancora sancito la fine di onda 5 visto che il ritracciamento ha toccato il 76,4% a 1504 $/oz. qualche punto sopra la M.M. Exp a 200, ma con questa volatilità e con un mercato fuori controllo è impossibile fare previsioni attendibili.
A livello operativo sia i più ardimentosi in area 1630 $/oz., che coloro i quali hanno atteso l’area di 1600 $/oz per effettuare avevano acquisti moderati, sono stati entrambi penalizzati con STOP tra i 55 e i 25 $/oz. Tra l’alta volatilità ed il panico dei mercati la cosa più sensata è rimane alla finestra. In altri tempi un acquisto poco rischioso in area 1515/1520 con STOP sotto i 1495 $/oz. era possibile, ora NO ! Di seguito il grafico weekly dell’ORO INDEX:
LA POLITICA USA DI DONALD TRUMP
Venerdì scorso, il presidente Donald Trump ha dichiarato l’emergenza nazionale sulla pandemia da Coronavirus e ha annunciato una serie di misure specifiche volte a contrastare gli effetti dell’epidemia deliberando fino a 50 miliardi $ di risorse per finanziarie gli sforzi dei singoli Stati al fine di aiutare gli americani colpiti dall’epidemia.
Il dottor Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive, che la scorsa settimana ha definito “un fallimento” le misure prese con colpevole ritardo dall’Amministrazione ha avvertito: “Ci saranno molti più casi di Coronavirus nelle prossime settimane”, ma Trump a precisa domanda ha risposto: “No, non mi assumo alcuna responsabilità”, definendo il Coronavirus un “virus straniero” attaccando l’Europa per non aver intrapreso le stesse azioni per controllare la malattia che aveva: “Come risultato della non-azione in Europa, un gran numero di virus da contagio sono stati seminati dai viaggiatori provenienti da quel Continente”. A tal proposito il presidente Trump ha annunciato il divieto, per i prossimi 30 giorni, ai viaggiatori europei di entrare negli Stati Uniti. Della serie “la colpa è sempre degli altri”.
A livello sanitario Trump ha dichiarato di aspettarsi che gli Stati Uniti disporranno di 1,4 milioni di kit di test per il Coronavirus entro una settimana e un totale di 5 milioni di kit entro il mese successivo. Ha poi affermato: “dubito che il Paese avrà bisogno di quasi 5 milioni di kit”. Evidentemente non capisce o fa finta circa le preoccupanti dichiarazioni dei suoi epidemiologi.
Nella giornata di sabato la Camera ha approvato un piano di soccorso in risposta al Coronavirus solo pochi minuti dopo aver finalizzato il disegno di legge. La portavoce Nancy Pelosi e il segretario del Tesoro, Steven Mnuchin, hanno negoziato per tutto il giorno di venerdì mentre cercavano di trovare un accordo su come rispondere alla pandemia globale.
La Camera ha approvato il disegno di legge di 110 pagine per fornire assistenza ai consumatori e ai lavoratori colpiti dallo scoppio dell’epidemia. La legislazione ora si dirige al Senato.
Il presidente Donald Trump ha appoggiato la legislazione e ha invitato repubblicani e democratici al Senato a votare il disegno di legge nel più breve tempo possibile in modo tale che anche io possa firmarlo “APPENA POSSIBILE!”
La proposta di servizi economici e comunitari comprende:
- Fondi di assicurazione di disoccupazione di emergenza per sostituire i salari persi.
- Obbligo per le imprese di consentire ai lavoratori di arrivare gradualmente fino a 7 giorni di malattia retribuiti.
- Sussidio per il pagamento di prestiti fino a sei mesi su mutui assicurati federalmente e prestiti studenteschi.
- Finanziamenti federali per le comunità locali.
- Sovvenzioni per le piccole imprese.
- Finanziamento supplementare per le agenzie di trasporto pubblico e Amtrak (ferrovie).
- Maggiori vantaggi SNAP (Programma di Assistenza Nutrizionale Supplementare).
- Finanziamenti supplementari per banche alimentari, scuole e organizzazioni no profit.
- Mutuo di emergenza e assistenza locativa.
- Assistenza finanziaria aggiuntiva ai fornitori di alloggi.
- Aiuti per sovvenzioni di emergenza agli istituti universitari.
Oltre alla legislazione, Trump ha dichiarato che avrebbe incaricato la Small Business Administration di “fornire capitale e liquidità” alle piccole imprese.
Come se non avesse altro di importante a cui pensare, nella giornata di sabato Trump ha lanciato un’altra serie di critiche (comunque sempre le stesse) alla Federal Reserve, affermando che la banca centrale è indietro ai suoi pari del mondo nella lotta economica contro il Coronavirus ed invece dovrebbe essere lei la guida economica mondiale e minacciando la rimozione dal suo incarico il Presidente Jerome Powell. “Ho il diritto di rimuoverlo, ma non lo sto facendo. Ho anche il diritto di metterlo con un altro incarico e sostituirlo con qualcun altro, e non ho preso alcuna decisione al riguardo”.
Il mandato di Powell come governatore dura fino al 2026 e Trump avrebbe bisogno di una causa per rimuoverlo da quella posizione.
Per quanto riguarda la campagna per le elezioni presidenziali di novembre 2020, il presidente Donald Trump ha annullato i suoi prossimi eventi in Colorado e in Nevada “per ragioni di cautela circa l’epidemia da Coronavirus”. Nel frattempo nell’altro schieramento politico, Joe Biden ha vinto le primarie del Michigan (con ben 125 delegati) infliggendo un duro colpo al suo ultimo serio rivale democratico presidenziale, Bernie Sanders. L’ex vice presidente ha continuato una serie di successi nelle primarie vincendo anche in Mississipi e Missouri dopo quelle in Idaho. Sanders che ha vinto le primarie del Nord Dakota (stato piccolo con soli 14 delegati) ha dichiarato che non intende ritirarsi dalla corsa alle presidenziali almeno fino alle prossime primarie in Illinois e Florida. Finora, Joe Biden ha dalla sua parte i voti di 837 delegati contro i 689 di Sanders. Per vincere la nomination democratica, il vincitore ha bisogno dell’appoggio di 1.991 delegati. Biden e il suo principale rivale per la nomina democratica, il senatore Bernie Sanders, hanno entrambi annullato i raduni in Ohio in questa settimana, citando preoccupazioni per la malattia da Coronavirus, dopo aver annunciato che avrebbero annullato gli eventi in Illinois e in Florida rispettivamente nel fine settimana e lunedì prossimo su richiesta dei funzionari eletti in quegli Stati. Gli eventi in questi Stati diventeranno eventi virtuali. Entrambi gli Stati voteranno martedì prossimo.
LA POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE
Mercoledì scorso è entrata in campo anche la FED, con 3 modifiche sostanziali:
Sono state indette operazioni di pronti contro termine overnight aumentando la quantità da almeno 150 miliardi ad almeno 175 miliardi $.
Inoltre, ha prorogato la data di due settimane per un’operazione di pronti contro termine da 45 miliardi $ che avrebbe dovuto concludersi giovedì 13 aprile.
Infine, ci saranno tre operazioni a termine di 50 miliardi $/mese, la prima delle quali è già avvenuta giovedì.
Le istituzioni offrono garanzie di alta qualità come Treasurys in cambio di riserve utilizzate per il finanziamento, in pratica gli acquisti di T-Bill di tutte le scadenze, da parte della FED, sono stato convertiti in un QE vero e proprio.
La Fed ha iniziato le operazioni di pronti contro termine a settembre a causa di una carenza di liquidità che ha visto aumentare rapidamente i tassi a breve termine. Da allora, la banca centrale ha istituito il proprio pronti contro termine, più un programma di acquisto di attività da 60 miliardi $/mese che comprende buoni del Tesoro a breve termine, il che ha aumentato il bilancio della banca centrale di quasi 500 miliardi $ portando il bilancio totale a quasi 4,3 trilioni $. Le riserve bancarie parcheggiate presso la FED ora ammontano a 1,64 trilioni $ dopo essere scese l’anno scorso al di sotto di 1,5 trilioni $.
A livello di tassi di riferimento i mercati si aspettano un’azione della FED sotto forma di un taglio dei tassi di 75 punti base in occasione della riunione del Comitato prevista per mercoledì 18 marzo.
DATI MACROECONOMICI
Pochi dati macro significativi in uscita in settimana. Iniziamo da quello uscito mercoledì scorso sul dato dei prezzi al consumo statunitensi sono leggermente aumentati il mese scorso, spinti verso l’alto da alimenti più costosi. Il dipartimento del lavoro ha detto mercoledì che l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,1% il mese scorso, in linea con il suo aumento di gennaio. I prezzi sono aumentati del 2,3% rispetto a un anno prima. Escludendo le categorie volatili di alimenti ed energia, i prezzi sono aumentati dello 0,2% a febbraio e del 2,4% rispetto a un anno prima. I servizi, piuttosto che i beni, continuano ad essere i principali motori dell’aumento dei prezzi. I costi delle cure mediche sono aumentati del 5,3% nell’ultimo anno, mentre gli affitti sono aumentati del 3,3%.
I prezzi delle auto nuove, nel frattempo, sono aumentati solo dello 0,4% nell’ultimo anno, mentre i costi per l’abbigliamento sono diminuiti dello 0,9%.
Dato annualizzato sull’indice dei prezzi alla produzione (PPI) di Febbraio al netto delle componenti volatili quali alimenti ed energia, uscito in contrazione a + 1,4% rispetto al + 1,7% del mese precedente e delle attese degli analisti.
Dato sull’indice della fiducia dei consumatori di Marzo a cura dell’Università del Michigan è uscito a 95.9 in contrazione dai 101 del mese di Febbraio ma migliore dal 95 atteso dagli analisti.
FOCUS SU TITOLI
ADVANCE MICRO DEVICES è arrivato nel 2020 con un forte slancio nel mercato dei processori per PC grazie al suo vantaggio tecnologico rispetto al principale concorrente INTEL. A quanto pare, prezzi non adeguati dell'offerta di INTEL e il fallimento delle sue CPU da 10 nanometri (unità di elaborazione centrale) che si sono comportate come previsto sono stati i venti di coda per AMD finora.
Secondo l'indagine Steam su hardware e software per il mese di febbraio, il 21,39% degli intervistati utilizzava processori AMD, mentre il resto era su CPU Intel. Per AMD, questo è un bel miglioramento rispetto alla quota del 19,38% detenuta alla fine di dicembre 2019. Il rapporto Steam mostra che i progressi di AMD nello spazio dei processori per PC sono proseguiti nel 2020 e può ringraziare il suo rivale per questo. I chip INTEL a 10 nm sono stati costantemente rimandati consentendo ad AMD di assumere la guida del mercato. Il primo gruppo di processori basato sulla piattaforma a 10 nm ha finalmente visto la luce l'anno scorso, ma probabilmente non funzionano così bene come INTEL aveva previsto considerando i commenti dello stesso CFO della Società, George Davis.
AMD sembra pronto a conquistare maggiori quote di mercato.
Le CPU desktop Ryzen 3000 basate su 7 nm di AMD sono sul mercato da quasi un anno. I numeri delle quote di mercato indicano che hanno battuto i chip di INTEL grazie al prezzo competitivo e alle prestazioni. AMD ha ora aggiornato la sua gamma di processori per laptop su 7 nm con il lancio dei chip mobili Ryzen 4000. La società sta facendo grandi affermazioni sulle potenziali prestazioni di questi nuovi chip rispetto a quelli proposti da INTEL. Ancora più importante, AMD sembra aver convinto i produttori di apparecchiature originali di laptop a realizzare dispositivi basati sulla piattaforma mobile Ryzen 4000. Il chipmaker afferma che nel 2020 verranno lanciati oltre 100 dispositivi con i nuovi chip, con spedizioni che iniziano già nel primo trimestre. La risposta di INTEL non dovrebbe arrivare fino alla fine del 2020, quando la società dovrebbe lanciare i suoi chip Tiger Lake in base al processo di produzione di 10 nm +. Sebbene INTEL prometta un miglioramento delle prestazioni grafiche e un miglioramento a due cifre delle prestazioni rispetto alla piattaforma di generazione precedente, AMD avrà oramai preso lo slancio, come indica l'adozione diffusa di dispositivi basati su Ryzen 4000.
Quindi potrà non essere una sorpresa, quest’anno, vedere AMD acquisire più quote di mercato nei processori per PC e continuare l'impressionante crescita delle sue attività di elaborazione e grafica. Le entrate dell'azienda da questo segmento sono aumentate del 14% nel 2019 e sono aumentate del 69% anno su anno nel corso del quarto trimestre dopo che la sua nuova gamma di prodotti è stata immessa sul mercato. Poiché AMD ottiene quasi il 70% delle sue entrate dal settore informatico e grafico, il lancio dei nuovi chip Ryzen e il vantaggio dell'azienda rispetto a INTEL potrebbero tradursi in maggiori guadagni di alto livello quest'anno. Questo è uno dei motivi per cui AMD rimane uno dei migliori titoli ad alta tecnologia nel 2020 e sta assistendo a guadagni di quote di mercato.
PORTAFOGLIO AZIONARIO
Dopo una settimana nefasta (ad eccezione di venerdì) per i titoli azionari, ci ritroviamo ancora a resistere su O’REILLY e TAKE TWO. Sembra un mezzo miracolo che su quest’ultimo titolo siamo in guadagno e non molto lontano dal Target. Ma sfidare la sorte non è nostro costume e sebbene possiamo ben permetterci, a livello di guadagni 2019, di prendere altri STOP, cercheremo di ridurre il rischio al meglio possibile. Quindi, al momento, rimangono in Portafoglio in attesa dell’apertura del cash di lunedì. Non è escluso che invieremo un segnale operativo in intraday, se necessario.
VARIAZIONI IMPORTANTI SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SCORSA SETTIMANA
Come premessa riportiamo il fatto che a causa di queste vendite forzate, i dati sono inevitabilmente fuorvianti circa la reale consistenza patrimoniale e reddituale delle Società. Pertanto non essendoci giustificativi validi preferiamo riportare solo i dati reali rivenienti dalle trimestrali economiche rilasciate dalle Società in questa settimana.
BROADCOM – 13,07%. La società produttrice di semiconduttori per componenti optoelettronici, radiofrequenza e microonde è arrivata a perdere fino al – 25,34% dopo aver pubblicato i dati economici trimestrali nei quali ha riportato utili nel 1° trimestre 2020 pari a 5,25 &/az. su ricavi di 5,9 mld $. La stima degli analisti per gli utili era di 5,33 $/az. su ricavi di 5,9 mld $. Il fatturato è cresciuto dell'1,2% su base annua.
La società ha dichiarato di aspettarsi ricavi del secondo trimestre 2020 tra 5,55 e 5,85 mld ed ha ritirato la sua precedente previsione per le entrate fiscali del 2020. L'attuale stima degli analisti per i ricavi nel 2° trimestre 2020 è di 5,98 mld $. Hock Tan, Presidente e CEO di BROADCOM ha dichiarato: "I risultati del nostro primo trimestre fiscale sono stati in linea con le nostre aspettative, con le nostre attività di networking, storage e banda larga che crescono insieme anno dopo anno. Il contesto fondamentale dei semiconduttori è migliorato e non abbiamo riscontrato alcun impatto materiale sulle nostre attività a causa di COVID-19 nel nostro primo trimestre. Tuttavia, la visibilità nei nostri mercati globali è carente e l'incertezza della domanda si sta intensificando. Di conseguenza, ritengo prudente ritirare la nostra previsione annuale fino a quando la visibilità non ritorna ai livelli precedenti il Coronavirus".
ADOBE SYSTEMS: INV. La Società che offre una linea di software e servizi utilizzati da professionisti creativi, esperti di marketing, sviluppatori, aziende e consumatori, ha riportato utili del 1° trimestre 2020 pari a 2,27 $/az. su ricavi di 3,09 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 2,23 $/az. su ricavi di 3,04 mld $. Il fatturato è cresciuto del 18,8% su base annua.
La società ha dichiarato di prevedere utili non GAAP nel 2° trimestre pari a ca. 2,35 $/az. su ricavi di ca. 3,175 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è di 2,33 $/az. su ricavi di 3,22 mld $. La Società attraverso diapositive ha scritto che ADOBE ha visto poco / nessun impatto da Coronavirus finora, ma si aspettano alcuni ritardi negli ordinativi. I fondamenti a lungo termine della nostra attività rimangono intatti. ADOBE è al centro di tre enormi opportunità di mercato in termini di creatività, documenti digitali e gestione dell'esperienza del cliente che alimenteranno la crescita a breve e lungo termine.
ULTA BEAUTY – 19,30%. La Società rivenditrice di prodotti di bellezza per retail e saloni ha riportato utili del 1° trimestre 2020 pari a 3,89 $/az. su ricavi di 2,31 mld $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 3,73 $/az. su ricavi di 2,32 mld $. Il fatturato è cresciuto del 8,5% su base annua.
La società ha dichiarato di prevedere utili per l’anno fiscale 2021 tra 12,55 e 12,75 $/az. su ricavi tra 7,92 e 7,99 mld $. I dati riportati non tengono conto dell’impatto del Coronavirus. L'attuale stima degli analisti per gli utili è di 13,13 $/az. su un fatturato di 8,01 mld $.
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Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO