Non era mai successo. Questo la dice lunga sullo sconquasso che l’emergenza del virus ha portato con sé. Ed è probabile che si sia ancora lontani (a livello globale) da un rientro alla normalità. La curva dei rendimenti area Euro è oggi negativa per tutte le scadenze e quindi sui titoli di buona qualità non c’è più ciccia da mordere nemmeno per le scadenze a 30 anni.
Game over.
Qualcuno sostiene che questa crisi non è come quella del 2008 e che l’economia versa in condizioni migliori rispetto a quel periodo. Poiché dei fondamentali poco ci importa non stiamo a sindacare, ma è abbastanza chiaro che le prossime trimestrali saranno molto dolorose. E così, come si è scatenata la corsa all’accaparramento dei beni alimentari è scattata anche la corsa all’acquisto dei bond governativi, soprattutto quelli considerati tra i più solidi.
La FED ha provato a mitigare gli effetti del panico sui mercati con il taglio a sorpresa di 50 bps dei tassi, cui sono seguite altre Banche Centrali, tra cui l’ultima la Bank Of England. Negli USA non pare che la misura abbia sortito grandi effetti, salvo scatenare la corsa dei Treasury Bond; in UK è da vedersi perché la misura è appena stata varata, ma se guardiamo oltreoceano i presupposti non incoraggiano più di tanto.
La BCE, dal canto suo, ancora tace. E certamente per Lagarde saranno giorni difficili, così come per tutto il board della Banca Centrale, viste le divisioni interne e le tensioni più o meno latenti tra la Germania e Christine Lagarde. Ad ogni buon conto, la BCE deve reagire. E presto. Deve dare un segnale chiaro all’Europa che davvero stavolta è seriamente minacciata come non mai. Sarà un virus a far collassare l’Europa e la moneta unica?
Chiaro, è uno scenario da scongiurare, a qualunque costo. Ora come ora, i Paesi più deboli (e più bersagliati…) non ce la farebbero e sarebbero facile preda. La BCE ha certamente i mezzi per intervenire a sostegno di una crisi epocale e globale, che non ha precedenti nella storia del dopoguerra. Anche perché qui non è più solo questione dell’Italia, ma dell’eurozona in toto.
Da calendario, la BCE si riunisce domani e questo è certamente l’evento più atteso dai mercati in settimana, poiché è evidente che le decisioni che prenderà il board della Banca Centrale sono di un’importanza strategica fondamentale dato l’impatto dirompente a livello globale del virus. Staremo a vedere, e nel frattempo si continua a navigare a vista.
Torniamo alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve. Come anticipato in apertura di articolo, la situazione è “degenerata” è i rendimenti si sono affossati su nuovi minimi storici, con tutta la cura in area negativa. Ora infatti abbiamo rendimenti negativi anche sulle scadenze 2050 in area -0,15% contro area 0,11% di rendimento di una settimana fa; la scadenza a 10 scende a -0,24%. La curva cambia quindi completamente forma, diventando piuttosto ripida sul tratto a medio per poi invertire nel tratto a medio-lungo. Crollano naturalmente anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga si portano ora ben sotto area 0,20% mentre sul tratto a breve ci si avvicina ad area -0,70%.
In fortissima contrazione anche i rendimenti dei governativi decennali di buon pedegree, mentre prosegue l’allargamento degli spread contro Bund, poiché il governativo tedesco è percepito come bene rifugio e continua ad essere comprato a piene mani. Il rendimento del decennale tedesco si inabissa quindi deciso verso area -0,80%; il rendimento della Francia resta intorno a -0,30% e quello dell’Irlanda va a -0,04%. Salgono invece i rendimenti dei Paesi considerati più deboli, e così la Spagna va allo 0,28% e il Portogallo si porta allo 0,43% di rendimento. Sempre in apnea il nostro Btp, che ha ripreso ad essere bersagliato ed ora esprime un rendimento in area 1,20%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 119 bps, 104 bps e 195 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali è ben evidente lo stravolgimento repentino che ha coinvolto il mercato del reddito fisso, fornendo quindi nuove indicazioni in ottica strategica. Il modello Trendycator recepisce il cambio di scenario su tutte le aree e torna quindi SHORT su tutti i rendimenti governativi analizzati. Trendycator diventa quindi SHORT sull’area UK, con rendimenti che hanno sfondato brutalmente i minimi del 2019 e ora sono in area 0,13. Al pari, Trendycator torna SHORT sull’area BUND con il rendimento del decennale tedesco che anch’esso sfonda i minimi del 2019 a si attesta in area -0,80% di rendimento dopo una punta addirittura sotto -0,980%. Altra settimana di passione il nostro Btp, con Trendycator ancora SHORT e rendimento che ora balla tra 1,50% e 1,20%. Infine, ulteriore affondo al ribasso per i rendimenti USA, ancora su nuovi minimi ben inferiori a quelli di agosto 2019 e con Trendycator che si conferma ben saldo nello SHORT sul decennale ora sotto area 0,70%.
Bond Weekly Ranking
Riprendiamo l’analisi sotto forma di ranking dei bond con rating sotto l’investment grade, a caccia di idee da rapporto rischio/rendimento un po’ spinto. Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.01.2021al 31.12.2026, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 5,00% lordo.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto, chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.