NASDAQ100 WEEKLY - Nonostante il ripiegamento degli indici azionari USA, il nostro Portafoglio continua a (far) sorridere !


SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA.

IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
ASTENERSI PRIMA DI AVERE COMPRESO CON ESATTEZZA IL PROFILO DI RISCHIO E LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL SERVIZIO CON LA LETTURA DELLE SPIEGAZIONI POSTE NELLA DICITURA "Il Portafoglio LombardReport": (clicca qui >>>
CONSIGLIAMO DI SEGUIRE IN PAPER TRADING LE OPERAZIONI PER QUALCHE SETTIMANA PRIMA DI APPLICARLE.

Settimana “corta” di contrattazioni sui mercati azionari in US, per la festività del President Day di lunedì scorso ma, comunque, piena di avvenimenti. Ad un inizio di settimana positivo, con notizie rassicuranti sul decremento dei casi di Coronavirus (tra numero di nuove morti e nuovi infettati) e dati macroeconomici ottimi sul fronte manifatturiero (che vedremo in seguito) con tanto di raggiungimento di nuovi massimi storici da parte degli indici S&P500 e NASDAQ100 nella giornata di mercoledì, hanno fatto seguito due giornate veramente negative, a causa proprio di cattive notizie sugli stessi argomenti che contraddicevano quanto riportato fino a metà settimana.

In buona (non tanto!) sostanza, i dati rilasciati e confermati al 20 febbraio dalla Commissione nazionale per la salute della CINA dichiaravano che ci sarebbero stati 889 nuovi casi che portavano il totale dei casi contagiati a 75.465, mentre il bilancio delle vittime nella CINA continentale era di 2.236. Poi nella giornata del 21 febbraio, hanno riferito che nelle quattro strutture carcerarie della provincia di Hubei (epicentro dell’epidemia) e zone limitrofe, sono stati accertati altri 512 casi (non si sa se solo tra i detenuti o sono state coinvolte anche guardie carcerarie), ma il nodo cruciale del nervosismo dei mercati è che i dati ufficiali dei cinesi non vengono recepiti come veritieri in rapporto, anche, ai casi (e purtroppo i decessi) in aumento nel resto del mondo. A ciò si è aggiunta l’uscita di un importante dato macroeconomico, sempre del settore manifatturiero, che contraddiceva quelli usciti in precedenza, creando ulteriore incertezza negli investitori, senza dimenticare che molte grandi multinazionali presenti in CINA hanno deciso di chiudere i propri stabilimenti fino a data da destinarsi. Ovviamente i mercati non potevano fare altro che scendere.

A nostro parere, se prese di beneficio dopo ulteriori massimi raggiunti, ci potevano stare e le reputavamo salutari, come ampiamente scritto negli articoli precedenti, ora la situazione del Coronavirus si è fatta più critica, non solo in CINA, ed il perdurare di nuovi contagi inevitabilmente porterà ad una revisione della crescita economica mondiale. Vedremo come questa previsione impatterà sui mercati azionari, l’inizio non è certo confortante.

Da parte nostra, senza essere pessimisti ma realisti, sui titoli del Portafoglio alzeremo i livelli di STOP (dove possibile) e limiteremo gli acquisti, almeno per il momento.

Analizziamo ora i “Numeri” della scorsa settimana sui tre principali indici azionari statunitensi. Iniziamo, come sempre, dall’indice che più ci interessa da vicino e che continua ad essere il più performante da inizio anno: il NASDAQ100 che nella giornata di mercoledì ha registrato un nuovo massimo storico a 9736.57 per poi chiudere le contrattazioni a 9446.69 perdendo il – 1,84%, che porta il profit da inizio anno al + 8,17%. A seguire l’indice S&P500 che sempre nella giornata di mercoledì ha fatto registrare il suo massimo storico a 3393.52 andando a chiudere la settimana a 3337.75 perdendo il – 1,25% portando il profit da inizio anno a + 3,31%. Invece nessun nuovo massimo storico per l’indice meno performante rispetto agli altri due, il DOW JONES che ha chiuso le contrattazioni a 28992.41 perdendo un - 1,38% che porta il profit da inizio anno al + 1,59%. Di seguito i relativi grafici:

ORO INDEX

Menzione speciale per la commodity, che ha guadagnato in settimana 59 $ ed è andata a testare l’area 1650 $ raggiungendo un massimo relativo a 1652.10 $/oz., livello che non si vedeva dall’ 11 febbraio 2013. Finalmente si è discostata (parzialmente) dalla correlazione inversa con gli indici azionari ed ha vissuto una settimana di luce propria e pensare che il dollaro forte, in teoria, dovrebbe danneggiare le quotazioni. Speriamo continui così anche in futuro. Al momento ha chiuso le contrattazioni a 1.645,9 $, guadagnando il + 3,72% che porta il guadagno dall’inizio dell’anno a + 8,28%.  Ovviamente un eventuale incremento della “risk aversion” potrebbe fornirgli la spinta giusta oltre al fatto che la disponibilità dei fondi di investimento a livello globale supportate da lingotti sono aumentate del 16% a 2.886 tonnellate, un nuovo massimo storico.

A livello operativo, per chi aveva posizioni aperte, i target sono stati tutti raggiunti. Ora il difficile è riposizionarsi in acquisto, in quanto entrare sulla forza in onda 5 già sviluppata non è conveniente in base ad un buon rapporto rischio/rendimento, anche se la proiezione del 100% di onda 3 porta il valore a 1745 $/oz. oltretutto l’RSI mostra un picco di ipercomprato. Attendiamo, quindi, un pullback e vediamo a che livello il mercato lo disegna, direi che l’area 1600 $/oz. potrebbe essere una buona base. Vedremo. Di seguito il grafico weekly dell’ORO INDEX:

LA POLITICA USA DI DONALD TRUMP

In settimana il Presidente Trump si è scagliato contro i suoi nemici, sia vecchi che nuovi, tra cui il Dipartimento di Giustizia, l’ex direttore dell’FBI James Comey, che Trump ha licenziato a maggio 2017 ed il giudice Amy Berman Jackson che ha condannato il suo caro amico Roger Stone a 40 mesi di carcere per aver commesso ben 7 reati tra i quali, l’ostruzione di un’indagine del Congresso, mentire al Congresso e fare pressioni su un testimone, nel tentativo di proteggere lo stesso Trump circa la campagna presidenziale del 2016 ed il coinvolgimento di Wikileaks. Ma, paradossalmente, questa situazione ha coinvolto in prima persona il procuratore generale William Barr, capo del Dipartimento di Giustizia, che è stato aspramente criticato, prima dai suoi stessi colleghi del Dipartimento per aver richiesto una nuova raccomandazione di condanna per Stone che era nettamente inferiore a quanto richiesto per la prima volta dai procuratori (tra gli 8 ed i 9 anni) ed in secondo luogo da Trump che in un tweet, promosso ai suoi quasi 73 milioni di follower, ha scritto: “ringrazio William Barr per aver preso in carico il processo contro Stone ma dovrebbe fare pulizia all’interno della sua casa (Dipartimento) e potrebbe anche nominare direttamente un consulente speciale (per indagare sulla presunta cospirazione contro di lui)”. Tutta questa situazione ha prodotto l’uscita di scena dei quattro procuratori del processo che hanno lasciato il caso in segno di protesta, la nomina di John Crabb, a nuovo procuratore del caso, il quale ha ribadito al giudice Berman Jackson che Stone dovrebbe ricevere “un sostanziale periodo di detenzione viste le gravi accuse, almeno quanto il periodo minimo suggerito dalle linee guida federali pari a 6 anni” ed infine la sorprendente dichiarazione del capo del Dipartimento, William Barr, ad ABC news:  “Fare dichiarazioni pubbliche e tweet sul Dipartimento, sulla persone che lavorano nel Dipartimento, sui nostri uomini e donne, sui casi pendenti nel Dipartimento e sui giudici davanti ai quali abbiamo casi aperti, mi rende impossibile fare il mio lavoro e per assicurare ai tribunali e ai pubblici ministeri del Dipartimento che stiamo facendo il nostro lavoro con integrità”, minacciando di dimettersi se il Presidente dovesse continuare con tali critiche. Inutile dire che “ogni mondo è Paese”, ma il potere che ai più può sembrare “incontrollato” di questo personaggio in realtà punta a fare “piazza pulita” di tutti coloro che, in un modo o nell’altro, gli potrebbero creare problemi futuri, ad iniziare dalle prossime elezioni.

RELAZIONE ANNUALE ECONOMICA

Nella giornata di giovedì scorso, la Casa Bianca ha presentato la sua relazione economica annuale al Congresso, rivendicando il merito di come la politica economica dell’amministrazione Trump abbia cambiato traiettoria e portato l’espansione al record della nazione, prendendo di mira, a sua volta, il record dell’amministrazione Obama.

La Casa Bianca ha messo in luce una crescita del PIL che ha superato le aspettative e un tasso di disoccupazione che ha toccato i minimi storici. L’amministrazione ha anche indicato l’aumento dei salari per i lavoratori scarsamente qualificati e delle minoranze come segnali dell’ampia portata della ripresa.

Tomas Philipson, presidente in carica del Consiglio dei consulenti economici della Casa Bianca ha affermato: “A tre anni dall’amministrazione Trump, l’economia americana continua a sovraperformare le aspettative elettorali pre-2016 e inverte o migliora anche le tendenze rispetto alla precedente espansione dopo la Grande Recessione”.

La Casa Bianca nella sua relazione, confronta ripetutamente la performance dell’economia sotto Trump con quella del presidente Barack Obama iniziando dalla previsione che l’economia statunitense sarebbe cresciuta in media del 3% nel prossimo decennio se fossero state messe in atto tutte le proprie proposte, tra cui un importante investimento in infrastrutture e un altro ciclo di riduzioni fiscali. Il rapporto stima inoltre che i guadagni nella produttività del lavoro saliranno dall′1,4% circa a una media del 2,6%, ben al di sopra della media durante l’espansione dalla Grande Recessione.

La Casa Bianca ha affermato che un fattore che guida la crescita della produttività a lungo termine è l’atto di riforma fiscale del 2017 che ha ridotto l’aliquota dell’imposta sulle società dal 35% al ​​21%. Un altro componente chiave è il ripristino delle normative pre-Obama da parte dell’amministrazione Trump, dalla sostituzione dell’Affordable Care Act (riforma sanitaria denominata Obamacare) alle modifiche al processo di acquisizione federale.

La Casa Bianca ha analizzato 20 importanti cambiamenti normativi negli ultimi tre anni e ha stimato che aumenteranno il reddito medio delle famiglie dell′1,3%, ovvero 1.900 $, nel corso di tre o cinque anni. È stato previsto un congelamento delle normative aggiuntive per aumentare le entrate di un altro 0,8%, ovvero 1,200 $.

Sempre Tomas Philipson ha dichiarato: “Il meccanismo di deregolamentazione è il modo in cui abbiamo pensato al raggiungimento di incrementi di produttività. Attualmente, non sono ancora entrati completamente, la maggior parte di loro, quindi potrebbero avere potenziali effetti futuri”.

La relazione delinea gli “shock idiosincratici” come i principali rischi per le rosee prospettive dell’amministrazione. A tal proposito ha indicato come esempio, i tagli alla produzione di Boeing, stimando che l’interruzione della produzione del 737 Max potrebbe ridurre il tasso di crescita del PIL nel primo trimestre dello 0,5%. Inoltre il rapporto ha evidenziato come anche la chiusura delle attività governative all’inizio dello scorso anno ed i licenziamenti di General Motors abbiano, de facto, frenato l’economia.

Infine, nella relazione, non è stata trattata l’epidemia causata dal Coronavirus e Tomas Philipson ha riconosciuto che ha creato incertezza per le aziende ed a tal proposito ha affermato: “non sono ancora preoccupato, in termini di impatto sulla salute pubblica, l’economia è molto resistente”.

La relazione di giovedì fa anche poca menzione del deficit di miliardi di dollari o del debito “monstre” della nazione. Ma all’inizio di questo mese, la Casa Bianca ha svelato un bilancio che si basava sulle sue forti proiezioni economiche e sui cambiamenti radicali nei programmi di sicurezza sociale per ripianare il suo bilancio nei prossimi 15 anni.

La versione ufficiale della relazione ha dato anche il via ad uno scambio di vedute tra i due Presidenti che hanno “giocato” su Twitter. Per celebrare l’anniversario del pacchetto di incentivi da circa 800 mld di dollari che ha firmato durante la Grande Recessione, Obama ha twittato che la legge è stata fondamentale per “spianare la strada a oltre un decennio di crescita economica e alla più lunga serie di posti di lavoro nella storia americana”. Non si è fatto pregare per la risposta il Presidente Trump che con il suo linguaggio colorito ha scritto: “Hai sentito l’ultima stupidaggine?”. “Il presidente Obama sta ora cercando di prendersi il merito per il boom economico in atto sotto l’amministrazione Trump. Ha avuto il recupero PIÙ BASSO dalla Grande Depressione, nonostante i tassi federali allo zero ed un massivo allentamento quantitativo”.

È probabile che l’economia forte rimanga uno dei messaggi dominanti della campagna di rielezione del presidente Donald Trump. Secondo l’ultimo sondaggio della NBC News / Wall Street Journal, il 53% degli americani approva la sua gestione dell’economia, il punteggio più alto che ha ricevuto finora nel sondaggio.

Dopo la relazione, molti economisti hanno rilasciato dichiarazioni tra i quali, Michael A. Peterson, amministratore delegato della Peter G. Peterson Foundation che ha detto: “La crescita economica è fondamentale per migliorare la nostra situazione fiscale, ma l’ironia è che più aspettiamo per affrontare il problema del debito, peggiore sarà la nostra economia”.

LA CINA DICHIARA

In settimana si è fatto sentire il Presidente Cinese Xi, che ha ribadito che la Cina centrerà gli obiettivi economici dell'anno nonostante l'epidemia.

Questa sorta di proclama viene letta dai mercati come un "enorme stimolo fiscale e monetario in arrivo" e forse contribuisce a spiegare la forza del mercato azionario cinese e dei mercati azionari internazionali.

Ma il sentiment, in Asia, è stato supportato da una nuova serie di annunci di misure di stimolo all'economia da parte delle autorità cinesi:

- Le piccole e medie aziende cinesi saranno esentate dal pagamento dei contributi e dal pagamento dei premi assicurativi da Febbraio a Giugno, mentre alle grandi aziende questi costi verranno dimezzati.

- Stanno considerando l'ipotesi di iniezioni di capitale e fusioni per supportare le aviolinee, a tal proposito sono arrivate indiscrezioni che lo Stato cinese si predispone al salvataggio e liquidazione della compagnia aerea HNA. Un segnale della determinazione delle autorità a non farsi sfuggire di mano la situazione, ma anche una dimostrazione di quanto rapidamente si possono deteriorare i fondamentali di un’azienda in questa situazione.

Inoltre sembra che le aziende stiano studiando incentivi per riportare al lavoro i dipendenti, e secondo le Autorità, oltre l'80% delle 2.000 aziende pubbliche ha ripreso ad operare.

LA POLITICA DELLA FEDERAL RESERVE

Nella giornata di mercoledì scorso sono usciti i verbali dell’incontro del 28-29 gennaio del Federal Open Market Committee (FOMC), queste le dichiarazioni: “La minaccia del Coronavirus, oltre al suo pedaggio umano, è emersa come un nuovo rischio per le prospettive di crescita globale, che i partecipanti hanno concordato sulla garanzia di un attento monitoraggio”, che se il virus si diffondesse potrebbe colpire quello che sembrava essere un quadro di crescita in miglioramento in Cina.

Il verbale ha osservato che: “i primi rilasci del PIL hanno mostrato una ripresa della crescita in CINA e in alcune altre economie asiatiche, anche se le notizie sull’epidemia di Coronavirus hanno sollevato dubbi sulla sostenibilità di tale ripresa”. “Verso la fine del periodo, le preoccupazioni sulla diffusione del Coronavirus e l’incertezza sul suo potenziale effetto economico hanno pesato negativamente sul “sentiment” degli investitori e hanno portato a una moderata riduzione dei prezzi delle attività rischiose”. I funzionari hanno anche commentato l’impatto che la malattia ha avuto sulla valuta cinese, che è stata apprezzata ma si è attenuata quando il ciclo delle notizie si è intensificato. Tali affermazioni provengono dalla continua preoccupazione per il virus non solo come una minaccia per la salute, ma anche come economica per un quadro di crescita globale che è stato traballante.

Richard Clarida, vicepresidente della Federal Reserve, in un’intervista alla CNBC ha ripreso il discorso sulla riduzione dei tassi, dicendo che non pensa che la maggior parte degli investitori aspettino davvero un taglio a breve.

Queste le sue parole: ““Non credo che la gente stia valutando un taglio dei tassi di interesse, anche se i prezzi del mercato potrebbero suggerirlo”. I contratti future indicano una riduzione del tasso tra giugno e luglio ma non oltre settembre, secondo vari indicatori.

Clarida ha affermato che gli economisti intervistati da Bloomberg in gran parte non vedono l’allentamento della FED quest’anno, un’opinione che attribuisce un forte peso.

Tuttavia, Clarida ha ribadito che i “fondamenti negli Stati Uniti sono forti” sebbene abbia affermato che i funzionari della Fed stiano monitorando i rischi, in particolare il Coronavirus. ″È ovviamente qualcosa che probabilmente avrà un notevole impatto sulla crescita cinese nel primo trimestre. Ciò che si dovrebbe cercare è una serie di prove che suggeriscono che dobbiamo fare una rivalutazione materiale delle nostre prospettive, e certamente non l’abbiamo ancora fatto, ma stiamo monitorando, perché la CINA è una parte enorme della nostra economia”.

Infine secondo Loretta Mester, capo del distretto di Cleveland della banca centrale, la FED dovrebbe fornire ai mercati maggiori informazioni su ciò che sta influenzando la politica monetaria, specialmente in un momento in cui il mercato e la FED non sono in linea rispetto al percorso dei tassi di interesse previsti per quest’anno. Gli investitori prevedono ampiamente due riduzioni dei tassi quest’anno, mentre i funzionari della Fed hanno ripetutamente affermato che la politica monetaria vada bene così. Queste le sue parole: “i membri non dovrebbero limitarsi a decidere la politica monetaria ma dovrebbero essere aperti a rivalutare la loro visione dell’economia sulla base di tutte le informazioni in arrivo, comprese le opinioni dei partecipanti ai mercati finanziari”. “Dovremmo essere aperti alla possibilità che la visione dei mercati possa essere più in linea con i fondamentali rispetto a quella dei membri”.

DATI MACROECONOMICI

Settimana votata alle condizioni manifatturiere statunitensi, in primis con l’uscita del dato Empire NY manufacturing di Febbraio che ha offerto una robusta sorpresa positiva a 12.9 dal 4.8 del precedente mese e contro attese per 5, marcando il massimo da 7 mesi. Guardando ai sotto-indici notiamo che i nuovi ordini sono saliti al 22.1, il massimo da settembre 2017 e le spedizioni sono salite al 18.9, il migliore da novembre 2018.

A seguire, nella giornata di giovedì, il dato manifatturiero di Febbraio a cura della FED di Philadelphia (che copre le aree della Pennsylvania, New Jersey meridionale e Delaware) ha ricalcato la performance dell'Empire NY, mostrando un balzo clamoroso a 36.7 dal 17 del precedente mese e contro attese per 11. Si tratta della lettura più elevata da febbraio 2017. La forza è riflessa nei sotto-indici con i nuovi ordini saliti a 33.6 dal 18.2 di Gennaio. Dalle “survey” regionali sembrerebbe che il manifatturiero USA stia accelerando bruscamente ad inizio 2020, ma il dato uscito venerdì sul PMI manifatturiero di Febbraio a cura di Markit, potrebbe raffreddare questa ipotesi. Il PMI manifatturiero è uscito a 50.8 contro il 51.9 del mese di gennaio e contro attese per 51.5. A questo punto dovremo aspettare di vedere il dato dell’ISM ad inizio marzo per dare una misura più reale dell'impatto del Coronavirus, e se in US potranno dire di dormire sonni tranquilli.

A livello di servizi il dato di Febbraio, sempre a cura di Markit, è stato preoccupante e senza una reale motivazione, tanto da favorire la discesa degli indici azionari ed il deprezzamento del dollaro verso le valute dei Paesi più industrializzati. Il dato è uscito a 49.4 dal 53.4 di Gennaio e dal 53 atteso dagli analisti, uno dei peggiori di sempre.

A seguire il dato sui prezzi alla produzione di Gennaio, escluse le componenti più volatili quali cibo ed energia, uscito a + 0.5% molto sopra le attese poste a + 0.1% e in rialzo dal + 0,2% di Dicembre, portando il livello annuale a + 1.7% contro attese per un + 1.3% e più al rialzo rispetto al mese precedente posto a + 1.1%. Il dato viene solitamente snobbato dagli analisti a favore del CPI (prezzi al consumo), ma un balzo del genere non poteva passare inosservato.

Il dato sui permessi di costruzione di Gennaio sono aumentati del 9,2% a un ritmo annuale di 1,55 milioni, il livello più alto in quasi 13 anni. Anche i nuovi cantieri a Gennaio sono rimasti ben sopra il milione e mezzo annualizzato, contro attese ben inferiori a 1.425 mln. Il clima mite di questo inverno ha sicuramente favorito l'attività costruttiva, che comunque resta incredibilmente robusta ed offrirà un bel contributo al PIL del trimestre.

FOCUS SU UN TITOLO

APPLE – 3,66%. In settimana gli investitori hanno premuto il pulsante di vendita sul titolo APPLE dopo che la società ha avvertito di ricavi più deboli del previsto per il trimestre in corso a causa del Coronavirus. Solo poche settimane fa, Apple ha consegnato un impressionante report fiscale del primo trimestre. In esso, la direzione ha fornito una “guidance” sui ricavi compresa tra 63 e 67 mld di dollari. Ciò ha superato facilmente le stime del consensus poste a circa 62,5 mld $. Ora, il management non si aspetta più di rientrare in tale intervallo di ricavi, poiché sia ​​la domanda che l'offerta dalla CINA stanno influenzando le vendite. Tuttavia, hanno affermato che la domanda al di fuori della CINA è andata bene. Sorprendentemente, APPLE è scesa solo di qualche punto percentuale sulle notizie, mantenendo intatto il trend rialzista, ma ha trascinato con sé altri nomi del settore tra i quali, Broadcom, Skyworks Solutions ed altri fornitori. La price action illustra bene l'atteggiamento di analisti e mercato nei confronti di questo warning: un fattore temporaneo. Ad esempio, un commento di JP Morgan inquadra l'effetto come limitato al trimestre in corso ed è marginale sull'intero anno, sottolineando che verrà recuperato l'anno prossimo, contraddicendo quello che la stessa APPLE ha dichiarato e cioè che la situazione è peggiore di quanto stimato appena 3 settimane fa ma, di contro, si ipotizza che trattandosi di beni di consumo, una volta superato il problema, la domanda rimbalzerà e parte delle vendite perse durante questo trimestre verranno recuperate. Della serie: “L’OTTIMISMO NON HA LIMITI”. Staremo a vedere.

Nel corso degli anni, il gigante della tecnologia ha cercato di ampliare la sua base di ricavi immettendo nel mercato nuovi prodotti che hanno riscosso successo. Ad esempio, il business dei dispositivi indossabili dell'azienda (che include dispositivi come Apple Watch e AirPods) è in forte espansione negli ultimi tempi. Ma non tutte le iniziative di Apple sono state (al momento) remunerative, ed è il caso di APPLE TV +. Nel novembre 2019, la società ha introdotto il suo servizio di streaming e circa tre mesi dopo, sembra essere poco performante rispetto ad alcuni dei suoi contendenti. Secondo la società di ricerca Ampere Analysis, APPLE TV + ha circa 33 milioni di utenti, sembrano molti, soprattutto considerando che il servizio è abbastanza recente. Tuttavia, se effettivamente 33 milioni di persone hanno sottoscritto un abbonamento APPLE TV +, la maggior parte di loro, probabilmente, ha beneficiato del fatto che la società lo offriva gratuitamente a coloro che hanno acquistato uno dei suoi dispositivi abbinati al lancio di APPLE TV +. Quindi non è garantito che questi abbonati pagheranno 4,99 $/mese per il servizio al termine della promozione.

Nel frattempo, DISNEY + è un rullo compressore. Il suo servizio di streaming è riuscito a raccogliere immediatamente 10 milioni di abbonati paganti e durante la teleconferenza sugli utili del primo trimestre dell'azienda all'inizio di questo mese, il CEO, Robert Iger, ha rivelato che DISNEY + aveva circa 28,6 milioni di abbonati paganti. Dato che DISNEY avvierà il suo servizio di streaming in diversi mercati internazionali a partire dal prossimo mese (tra cui Regno Unito, Francia, Spagna e Germania), il numero di abbonamenti a pagamento a DISNEY + potrebbe continuare a crescere considerevolmente. Da notare che DISNEY controlla anche le piattaforme di intrattenimento HULU ed ESPN +, che hanno rispettivamente 30,7 e 7,6 mln di abbonati paganti e che offre loro il pacchetto completo (HULU + ESPN + DISNEY) a 12,99 $/mese.

Anche NETFLIX, l'attuale leader nel settore dello streaming, sta facendo qualche passo avanti, in particolare nei mercati internazionali. Durante il quarto trimestre, ha aggiunto 8,76 mln di abbonati netti, meglio di quanto la società stessa avesse previsto. Ma se NETFLIX ha aggiunto solo 420.000 abbonati in Nord America, ha aggiunto circa 8,33 milioni di abbonati nei mercati internazionali. Il segmento Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) dell'azienda sta ottenendo risultati particolarmente positivi.

Mentre il trend rialzista per le azioni APPLE è ancora in atto, una fase correttiva è sicuramente possibile con un test in area 300 $.

PORTAFOGLIO AZIONARIO

EHHH, EHHH….il mercato viene giù e due titoli del nostro Portafoglio vanno sù raggiungendo i rispettivi target 100%, DOLLAR TREE ed INCYTE. Che dire ?? Godiamoci sempre più questi momenti ! Il nostro pensiero lo abbiamo già esposto in apertura di articolo, di certo il sistema ha mostrato ancora una volta la sua solidità e noi possiamo solo ringraziare. In virtù della discesa dei mercati negli ultimi due giorni, pensavamo che ci fossero ulteriori nuovi ordini per la settimana entrante, invece il sistema ne ha generato solo uno. Che sappia già che i mercati saranno ancora penalizzati dal Coronavirus ?? Scherziamo ovviamente…..ma non troppo! Alla prossima. 

VARIAZIONI IMPORTANTI SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SCORSA SETTIMANA

BIOMARIN + 6,91%.  La società ha annunciato che la Food and Drug Administration (FDA) ha accettato ha accettato la domanda di licenza biologica per la revisione prioritaria della sua terapia genica sperimentale AAV5, valoctocogene roxaparvovec, per adulti con emofilia A. Questa accettazione da parte della FDA costituisce la prima domanda di commercializzazione per un prodotto di terapia genica per qualsiasi tipo di emofilia negli Stati Uniti. La concessione della designazione di revisione prioritaria è concessa ai farmaci che trattano una condizione grave e, se approvata, fornirebbe un miglioramento significativo della sicurezza o dell'efficacia del trattamento, della prevenzione o della diagnosi di una condizione grave. La data di azione del Prescription Drug User Fee Act è il 21 agosto 2020. La FDA ha informato la società che al momento non ha in programma di tenere una riunione del comitato consultivo per discutere della domanda.
 

COPART – 7,75%. La società fornitrice di aste online e servizi di remarketing per la vendita di veicoli per conto di compagnie assicurative, banche, società finanziarie, enti di beneficenza, gestori di flotte, concessionari e vende anche veicoli provenienti da singoli proprietari, negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Brasile, ha registrato utili nel 2° trimestre 2020 pari a 0,65 $/az. su ricavi per 575,1 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,66 $/az. su ricavi per 576 mln $. Il fatturato è cresciuto del 18,6% su base annua.

HASBRO - 7,92%. La società di giochi, giocattoli ed intrattenimento per bambini e famiglie e la DISNEY hanno annunciato un rinnovo dei diritti di HASBRO nell'ambito della sua relazione di merchandising strategica per le principali proprietà di intrattenimento Disney Marvel e Star Wars. In base all'accordo di licenza Marvel, HASBRO continuerà a sviluppare una vasta gamma di giocattoli e giochi per l'Universo globale della Marvel e di oltre 8.000 personaggi, tra cui Iron Man, Spider-Man, Captain America, Black Widow e Black Panther. L'accordo di licenza di Star Wars include i diritti su giocattoli e giochi basati su intrattenimento come Star Wars, The Clone Wars e The Mandalorian, che incorporano personaggi preferiti dai fan come The Child from The Mandalorian, affettuosamente noto come Baby Yoda. Gli accordi sono accordi pluriennali. Gli accordi riguardano l'intrattenimento rilasciato durante le loro condizioni per i rispettivi franchising,

KLA TENCORE - 8,60%. La società fornitrice di soluzioni di controllo dei processi e gestione per i semiconduttori e le industrie nanoelettroniche correlate, ha annunciato in settimana che intende offrire, in base al mercato e ad altre condizioni, obbligazioni senior sotto forma di una dichiarazione di registrazione automatica alla Commissione titoli e borsa (SEC). KLA TENCORE intende utilizzare circa 523,6 mln $ dei proventi netti dell'offerta per riscattare 500,0 mln $ di sue obbligazioni senior del 4,125% con scadenza 2021, e i rimanenti proventi netti per scopi aziendali generali, che possono includere il rimborso di importi in sospeso di contratti di credito. Citigroup Global Markets Inc., JP Morgan Securities LLC, Wells Fargo Securities, LLC, BofA Securities, Inc., MUFG Securities Americas Inc. e SunTrust Robinson Humphrey, Inc. agiranno come gestori congiunti dell'offerta.

QUALCOMM – 2,86 %. Lo scorso aprile il valore dei titoli è cresciuto quando BROADCOM ha dichiarato di voler acquistare il gigante della tecnologia. Un mese dopo le azioni sono crollate quando un giudice ha bloccato l'accordo per questioni di antitrust. QUALCOMM è al centro della scena spinta dalla tecnologia verso il 5G, che gli investitori stanno osservando attentamente. Infatti, l'azienda ha svelato nuovi chip 5G proprio questa settimana. Quindi nessuna sorpresa che la società abbia il potenziale per mantenere quella striscia al rialzo anche nel 2020. Secondo gli analisti la resistenza posta a 95 $/az. dovrebbe essere spazzata via a breve. 

SYNOPSYS - 8,58%.  La società fornitrice di software, proprietà intellettuale e servizi utilizzati per progettare circuiti integrati e sistemi elettronici, ha riportato utili del 1° trimestre 2020 pari a 1,01 $/az. su ricavi di 834,4 mln $. La stima degli analisti per gli utili era pari a 0,92 $/az. su ricavi di 821,6 mln $. Il fatturato è cresciuto dell'1,7% su base annua. La società ha dichiarato di aspettarsi guadagni non GAAP del secondo trimestre tra 0,96 e 1,01 $/az. su ricavi tra 820,0 e 850,0 mln $ e continua ad aspettarsi utili fiscali per tutto il 2020 tra 5,18 e 5,25 $/az. su ricavi tra 3,60 e 3,65 mld $. L'attuale stima degli analisti per gli utili è pari a 1,01 $/az. sui ricavi per 843,8 mln $ per il prossimo trimestre e 5,23 $/az. su ricavi per 3,64 mld $ per il2020. Il titolo, nonostante la crescita, è stato penalizzato in quanto una buona parte di analisti prevede che la crescita dei ricavi di rallenterà in modo sostanziale, con una previsione per l'anno prossimo in crescita del 7,8%, rispetto a un tasso di crescita storico del 10% negli ultimi cinque anni e con previsione di una crescita del 12% dei suoi competitor.


ORDINI DI ACQUISTO NUOVE POSIZIONI DELLA SETTIMANA (2/24/2020)
* 2/24/2020 HASBRO (HAS) Acquista limit prezzo 94.08 - Dopo acquisto Vendi stop prezzo 79.97 e Vendi limit prezzo 100.66


Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO

(articolo di Sandro Mancini)