Riprendiamo e aggiorniamo le analisi sui preziosi delle ultime settimane.
ARGENTO. Concentriamoci sulla dinamica dell’ETC con ticker PHAG (Wisdomtree Physical Silver; cfr. grafico giornaliero in allegato), quotato su Borsa italiana (PC: 16,002). Dai minimi di fine maggio 2019 a ridosso di quota 12 il PHAG ha iniziato a sviluppare un movimento di risalita, con una netta accelerazione fino a inizio settembre, portandosi a ridosso di 16,650, con un rally significativo (+38% circa), supportato da volumi in forte aumento. Da inizio settembre si è poi assistito ad un movimento correttivo, che ha respinto le quotazioni verso il supporto a ridosso di quota 14, testato dall’8 al 10 dicembre. Negli ultimi due mesi l’Argento si è riportato verso quota 16, fornendo un primo segnale di stabilizzazione. La tenuta di 15,070 è ora importante per non negare il segnale positivo: il prossimo obiettivo del rialzo corrisponde ai picchi di inizio settembre a 16,650. La struttura dei future è ancora in contango, il che gioca a sfavore, ma il tono sembra in progressivo miglioramento. La volatilità si conferma su livelli medio-alti, decisamente superiori a quella dell’Oro.
ORO. Come ricordato nelle analisi passate <<dall’ultimo trimestre 2018, l’Oro ha avuto un andamento molto positivo, sia durante il pesante sell-off subìto dai mercati azionari negli ultimi tre mesi del 2018 sia durante la forte ripresa delle Borse nel corso del 2019. Pare quindi che gli investitori siano tornati strategicamente sul metallo giallo: da scelta tattica a parziale “copertura” dei portafogli nelle fasi ribassiste delle Borse, come accadeva precedentemente, ad imprescindibile componente di diversificazione dei medesimi>>. Come veicolo consigliamo sempre l’Etc Wisdomtree Physical Gold quotato su Borsa italiana, con ticker PHAU (PC: 143,69; cfr. grafico settimanale in allegato), sui massimi di periodo e con spazi di ulteriori apprezzamenti anche importanti: un 15% circa dai livelli correnti ai massimi registrati dal metallo giallo a metà 2011. Il quadro tecnico perderebbe spinta solo su ridiscese di circa il 6% dai livelli correnti (sup: 135,50) e diventerebbe debole solo al di sotto di quota 124, eventualità al momento poco probabile. La volatilità rimane su livelli medio-bassi, i future sono ancora in contango ma in positivo continuano a giocare i rendimenti artificialmente compressi verso e sotto lo zero dalle politiche ultra-espansive delle Banche Centrali. Nel confronto con le Borse, pur positive, si nota un ratio Dow Jones/Oro uscito da un lungo trend rialzista e in progressiva perdita di spinta, segno che molti investitori continuano ad accumulare oro nonostante il persistente trend rialzista sulle Borse.
Più incerto l’andamento del Platino, che sta consolidando all’interno di un trend rialzista, con future in backwardation. Il Platino continua a sottoperformare l’andamento del succedaneo Palladio. Fino a quando?
Il Palladio ha messo a segno un +50% da fine dicembre e da metà gennaio è entrato in una fase di ipervolatilità con volumi esplosi nelle ultime settimane (sullEtc PHPD sono balzati dai 400 mila euro circa dell’ultimo quadrimestre 2019 a circa 2-3 milioni di euro scambiati quotidianamente nelle ultime settimane). I future rimangono in costatante backwardation ed è stato scongiurato un potenziale triplo massimo. L’ipervolatilità, tuttavia, rende sconsigliabile l’entrata lunga nonostante il trend dominante rimanga assolutamente rialzista.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)