Tutte le volte che debbo spiegare gli elementi della lettura di un grafico penso: “mamma mia, ancora una volta, ma sta’ roba non la sanno tutti ormai ?”. Sono passati i tempi in cui Tomasini andava negli USA e tornava nel paesello carico di meraviglie dell’analisi tecnica americana … ormai tutti sanno tutto comodamente seduti sulla poltrona di casa. Vantaggi della modernità …
Ho scritto del rally di Natale. Il rally di Natale è un bias del mercato che esiste da sempre come esiste da sempre la sovraperformance di gennaio, nota come January Effect. Niente di particolare. Bene in un giorno abbiamo avuto una barra ribassista, e una rondine non fa primavera in Borsa. E l’abbiamo avuta solamente sull’Italia e non certo sul Nasdaq. Insomma, sul mercatino qualcuno si è innervosito per qualche ora ma tutto è tornato come prima.
Anzi meglio di prima.
Guardate il grafico e non ditemi che un bel ritracciamento sul punto di breakout, un bel pull back, non ci stia proprio bene, così come è avvenuto ieri.
Il mercato si scarica, tutto riparte come prima.
Non ditemi che se fermate il grafico a ieri con la chiusura che ha fatto non sia una bella buy opportunity piuttosto che il punto di vendita forzato della fine di un trend al rialzo.
Eppure … eppure il lettore medio si agita, urla, ti scrive dicendo che non ci sarà mai nessun rally. Anzi che il rally non è mai iniziato, contravvenendo alle più semplice regole di lettura dell’analisi tecnica.
La verità è che il rally è in corso da più di un mese, che ve ne siate resi conto oppure no, che l’Italia stia crescendo oppure no. E i nostri indicatori del ranking ce lo dicono ogni giorno che passa senza tanti ni e senza tanti ma.
Sta a noi raccoglierlo, questo rally di Natale, senza che ci tremi la mano.
Perché se ti trema la mano allora non c’è indicatore che tenga … purtroppo è così … e vale per me e vale per voi, cari lettori.