Mercato obbligazionario: sarà il turno dei Matusalem bond?


Cari lettori di Coupon Corner, siamo ormai agli sgoccioli (grazie al cielo…) di questo orribile 2020, che tutti non vedono l’ora di buttarsi alle spalle e chiudere nel dimenticatoio a doppia mandata. Con la speranza, naturalmente, che il 2021 voglia essere più bonario e riservarci qualcosa di buono.

In questo articolo, ultimo prima della breve pausa natalizia, parliamo di un argomento che ciclicamente torna sui mercati, legato alle emissioni dei c.d. Matusalem bond, ovvero bond con scadenze extra-lunghe. Al momento non sono molti i Paesi che hanno emesso questo tipo di obbligazioni, nei giorni scorsi il Perù ha emesso un bond con scadenza a 100 anni in dollari con un rendimento del 3,30%.

Rendimento abbastanza contenuto, nonché il più basso per un emittente emergente su questa scadenza. In Europa, il caso più famoso è quello dell’Austria, che sui 100 anni ha ben due emissioni: una con scadenza nel settembre 2117 e l’altra nel giugno 2120.

Tali tipologie di emissioni sono il frutto, negli ultimi anni, di tassi di mercato che si sono sempre più abbassati, ed è pacifico che sempre più governi ne abbiano approfittato per emettere debito più longevo. L’Italia, al momento, fa parte della nutrita schiera di Paesi che ancora non lo ha fatto.

Ad ogni buon conto, comunque, nemmeno Germania, USA, Francia o Regno Unito hanno sinora emesso titoli secolari. Ad onor del vero il dibattito negli USA c’è stato nei mesi scorsi, quando si è testato il mercato in merito al lancio di un Treasury a 50 anni: test che non sortito riscontro positivo e così il piano è rimasto nel cassetto. Ma questo anche perché è palese che Stati con rating AAA non hanno alcun incentivo ad emettere debito a lunghissima scadenza, potendo rifinanziarsi sul mercato a costi molto bassi in ogni fase.

E come sappiamo, l’Italia non fa parte del “club” esclusivo AAA, anzi è all’ultimo gradino dell’investment grade. Il Tesoro non ha annunciato alcun piano per l’emissione di un Btp a 100 anni, ma questo non significa che non ci stia pensando. A maggior ragione ora che sul nostro debito le mani forti della BCE hanno portato lo spread a livelli molto contenuti.

Infatti, i rendimenti sovrani italiani sono scesi ai minimi storici e un titolo di Stato a 10 anni offre appena lo 0,50% e il Btp più lungo con la scadenza nel marzo 2067 rende meno dell’1,55%. A memoria storica, nell’autunno del 2016, quando i rendimenti scesero a livelli mai così bassi fino ad allora, il Tesoro collocò sul mercato il primo Btp a 50 anni, con una cedola contenuta per quei tempi, di appena il 2,80% lordo.

La domanda è suggestiva. Se il Tesoro ci stupisse con il lancio del primo BTp a 100 anni, quanto dovrebbe rendere? Facciamo qualche confronto.

Il governativo a 100 anni dell’Austria oggi rende meno dello 0,35%, di fatto quanto la scadenza a 50 anni e sopra di circa 25 bps a quella a 30 anni. Il bond in dollari del Messico con scadenza 100 anni offre il 3,43%, poco sopra al trentennale che si attesta al 3,39%. Ora, a parte le evidenti differenze di Credit Risk, pare evidente che la curva dei debiti sovrani tenda ad appiattirsi sul tratto extra-lungo.

Se il ragionamento regge, potrebbe voler dire che il mercato non pretende rendimenti più alti man mano che – dai 30 anni in poi – si passa a scadenze via via più lontane. Questo, in teoria, vuol dire che il Tesoro potrebbe emettere un BTp a 100 anni con cedola non troppo superiore al rendimento dell’1,55% ovvero quanto offre oggi il BTp 2067. Considerando però un rischio tasso più elevato la cedola potrebbe salire in area 1,75%.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve, questa settimana, mostra una ulteriore contrazione dei rendimenti rispetto alla scorsa analisi. Era quindi corretta la sensazione espressa nell’ultima analisi in cui dicevamo “pare che la curva stia provando a tornare con rendimenti negativi per tutte le scadenze, anche alla luce della riunione BCE”. La scadenza a 10 anni permane in territorio negativo e offre ora un rendimento in area -0,25% mentre la scadenza trentennale va invece in negativo e si attesta al -0,04% di rendimento. La forma della curva rimane pressoché stabile, ma si vede una maggior contrazione sulle scadenze lunghe. Il massimo rendimento è toccato per la scadenza 2042, che rimane di un soffio sopra lo zero, precisamente a 0,008%. Si contraggono anche i tassi forward su Euribor 6 mesi, che sul tratto a lunga scendono sotto area 0,30%, e con il tratto a breve più stabile tra area -0,60% e -0,50%.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali, non si evidenziano cambiamenti sostanziali rispetto a quanto già tempo analizzato e discusso. Sull’area UK i rendimenti tornano a scendere un po’ allontanandosi dalla resistenza in area 0,30% senza modificare lo stato LONG di Trendycator. Ancora laterale il BUND, con il modello Trendycator fermo sullo SHORT e con il rendimento del decennale tedesco ora a contatto con il supporto in area -0,60%. Sempre tonico il nostro Btp, con i rendimenti che ritoccano ancora un po’ i minimi con lo spread sempre più vicino ai 110 bps; il rendimento del decennale è ora sotto lo 0,55% con Trendycator sempre impostato sullo SHORT. Stabile l’impostazione per l’area USA con i rendimenti che si mantengono poco sopra area 0,90% con Trendycator confermato su LONG.

Bond Governativi Mndo Weekly Ranking
Analisi sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

A tutti voi lettori i migliori auguri di buone feste e arrivederci nel 2021!