Come da segnali operativi della scorsa settimana, sono entrati in portafoglio i due fondi bilanciati/diversificati Invesco Pan European High Income A Acc (LU0243957239) e Raiffeisenfonds Ertrag VT (AT0000743588), inseriti per un 5% del portafoglio ognuno.
Ingressi in ottica tattica, visto il buon momento che stanno vivendo i mercati con un ritrovato vigore che sta portando in alto i listini in questo finale di 2020 che ben poco di buono ci ha riservato. Ad ogni buon conto, il nostro portafoglio ingrana la quarta e tocca un nuovo massimo storico sfondando la soglia psicologica dei 102 punti di NAV.
Ma torniamo un attimo ai mercati e facciamo alcune riflessioni, focalizzando la nostra attenzione a quanto sta accadendo ai preziosi, che nel volgere di poche sedute hanno subito cali di un certo rilievo.
Il prezzo dell’oro è sceso ai minimi dal luglio scorso, tornando in area 1.800 USD/dollari l’oncia, ben lontano dai 2.000 USD/oncia visti ad agosto scorso. Inoltre, le quotazioni non stanno beneficiando nemmeno dell’indebolimento del dollaro, che generalmente quando si deprezza contro le altre valute “spinge” i prezzi delle materie prime. Infine, altra evidenza è che da quando Pfizer ha annunciato l’efficacia del suo vaccino, l’oro ha perso quasi il 7%.
E’ chiaro che le buone notizie sul fronte vaccini deprimano un asset bene rifugio che per definizione trae vantaggio delle tensioni sui mercati. Tensioni che sono smontate anche in merito all’impasse post-elettorale USA, poiché l’amministrazione Trump ha dato il via libera per l’avvio della transizione che culminerà con l’insediamento ufficiale di Biden alla Casa Bianca a gennaio.
Infine, a questo aggiungiamo un altro potenziale elemento alla base del calo dell’oro: il rialzo dei rendimenti dei governativi USA nelle ultime settimane. Infatti, ad oggi la scadenza a 10 anni offre poco meno dello 0,90% e quella a 30 anni offre oltre l’1,55%. Certo, sono numeri storicamente molto bassi, ma ben superiori rispetto ai livelli a cui si erano portati nei mesi scorsi. E, come sappiamo, i bond sono un’alternativa d’investimento all’oro.
E proprio l’andamento dei T-Bond potrebbe essere letto, in prospettiva, alla luce di un rumor che è trapelato dallo staff di Biden, ovvero l’intenzione di nominare Janet Yellen prossimo segretario del Tesoro. Come ricorderete, la Yellen è stata governatore della FED dal 2014 al 2018, nota per le sue posizioni “dovish” in politica monetaria.
Ebbene, da responsabile delle finanze di Washington molto probabilmente favorirebbe una politica fiscale molto espansiva, cioè incline al deficit spending. Gli investitori, con buona probabilità, stanno cercando di capire meglio l’evoluzione della politica della Fed; come sappiamo Powell si è impegnato a non alzare i tassi USA fino al 2023, ma cosa farà di fronte ad una politica fiscale più espansiva? In quel caso, infatti, si renderebbe meno necessario il supporto monetario all’economia USA, al netto ovviamente che la prossima amministrazione sia in grado di realizzare le sue promesse.
Tornando al nostro portafoglio, come detto in apertura, tocchiamo un nuovo massimo storico, portandoci oltre al precedente in area 101,92. Infatti, al close di ieri il nostro portafoglio valorizza un NAV pari a 102,02 con uno sprint davvero notevole dai minimi della correzione di fine ottobre. In progresso la performance su base annua, che passa ad un +3,21% dal precedente +3,14% con volatilità sempre stabile allo 0,39%.
Tabella e grafico dell’equity line aggiornate nella consueta sezione “Portafoglio”, ove è stata anche aggiunta la sintesi del rendimento del “vecchio” portafoglio Rischio Contenuto.