Gli italiani sono meno pantofolai di quanto si creda. Ben 400.000 pensionati e tantissimi giovani risiedono all’estero. Ecco allora una classifica dei cinque migliori Paesi dove fuggire se i risparmi non sono da nababbi.
Hot life
Che ci sia un impoverimento dei gruppi sociali meno abbienti e della “middle class” è evidente. Ciò dipende da tanti fattori, presenti in tutti i Paesi occidentali ma soprattutto in quelli europei. La fila così di chi cerca alternative per andare avanti in maniera dignitosa continua ad aumentare. Una volta si guardava alla Grecia, al Brasile, alla Tailandia e all’est europeo. Nella fase in corso un fattore di depauperamento sta nell’esagerata forza dell’euro e quindi la fuga presuppone la ricerca in primo luogo di altre valute, strutturalmente più deboli. Ci si può riuscire? Dipende da tanti fattori ma noi oggi vi proponiamo una lista di destinazioni “cheap” (tre dell’area non euro e due euro) sia per chi è giovane e cerca un lavoro - magari “part time” - sia per chi ormai è in pensione e teme di non farcela in presenza di un’Inps traballante (vero o falso che sia!). L’ipotesi si basa su un capitale di 100.000 euro, cui si deve aggiungere logicamente o una pensione pagata dall’Italia o qualche reddito locale. Per chi disponga di cifre ben maggiori la situazione diventa - inutile precisarlo - più agevole.
Ovviamente ci sono anche tante altre destinazioni, magari più insolite ma meno gettonate, nonché dalle valute più convenienti, destinazioni che non abbiamo preso in considerazione innanzitutto per motivi di sicurezza sociale ed economica (di qui il parametro del rapporto debito/Pil), elemento primario nell’individuare una meta che non peggiori la qualità della vita.
1°) Costa Rica: voto 8
Uno dei paradisi tropicali del mondo sta raccogliendo sempre più interesse da parte degli europei perché molto “liberal”, dal clima eccezionale, dall’ottima sanità, dalle buone occasioni di lavoro, dal costo della vita contenuto e dalla facilità di comunicazione, avendo come lingua ufficiale lo spagnolo.
Difetti |
● Zona sismica ● Negli ultimi anni è aumentata la criminalità |
La semplicità nell’ottenere un visto di residenza è notevole. Per i “pensionadi” con una rendita di almeno 1.000 dollari Usa mensili viene concesso quasi immediatamente, con obbligo di residenza di solo 4 mesi l’anno, il che è uno dei vantaggi maggiori. Per chi vuole lavorare occorre invece ottenere prima la residenza, accordata se si trova un’occupazione in settori particolari, nei quali ci sia carenza da parte dei cittadini locali. Meglio allora entrare nel Paese con la qualifica di “rentista”, cioè di detentore di un capitale almeno di 60.000 $ depositato in una banca del Paese. Si ottiene così una residenza temporanea con cui si ha tempo di organizzarsi per avviare un’attività o trovare un lavoro.
Il costo della vita |
Con 1.500-2.000 $ al mese si vive bene. L’affitto di una casa varia da 300 a 1.300 $, ma in quest’ultimo caso si tratta di ville dotate di ogni confort. Si deve però dedicare parte del reddito disponibile alla copertura sanitaria, tramite Caja, sistema assistenziale integrativo gestito dall’apparato pubblico o da operatori privati. Una fonte di reddito è comunque consigliabile per arricchire il rendimento dei nostri ipotetici 100.000 euro, che in Costa Rica possono fruttare dal 3 al 5% |
Debito Pubblico su Pil |
77%, in forte crescita negli ultimi anni |
2°) Portogallo: voto 8
È l’unica destinazione della “vecchia” Europa presa in considerazione, il che contrasta con quanto detto in apertura, ovvero di evitare l’euro. Si tratta però di una meta molto popolare per le note agevolazioni fiscali previste a favore degli stranieri. Da quest’anno tuttavia è stata introdotta una tassa del 10% (con versamento minimo di 7.500 euro) su tutte le entrate previdenziali – riferite a pensionati del settore privato – versate a forestieri "residenti non abituali", categoria che per lungo tempo ha beneficiato di una totale esenzione fiscale, sebbene per una durata massima di 10 anni. Oltre a questo vantaggio ci sono quelli di un clima ottimo nelle zone del sud, di una massiccia presenza di stranieri (difficile sentirsi soli!) e della facilità di collegamento con l’Italia.
Difetti |
● La lingua non è così facile come si pensa ● Il rendimento di un capitale è modestissimo poiché ci si trova in area Bce |
Per l’europeo la facilità di ottenere un certificato di residenza nella località in cui si vuole vivere è elevata. Basta un contratto di acquisto o di locazione di un immobile e una bolletta per esempio dell’energia a proprio nome. Vale per cinque anni. Dopo si può trasformare in residenza permanente.
Il costo della vita |
Il problema è l’euro e il problema sono le grandi città, con Lisbona in prima linea. Con 2.000 euro al mese si vive nelle piccole località anche di mare. Il costo dell’immobiliare è però aumentato rispetto a qualche anno fa. Ci sono ancora molte occasioni fra i ruderi di campagna (con 20.000 euro si compra) ma poi occorre effettuare lavori di ristrutturazione. Per gli affitti i 350/400 euro al mese sono un target possibile. Avendo pazienza le occasioni si trovano. Da notare come i cittadini italiani, che prendono residenza, abbiano diritto all’assistenza sanitaria a titolo gratuito, al pari dei portoghesi. Una polizza privata è comunque consigliabile. Il problema vero è il rendimento del patrimonio di 100.000 euro da noi ipotizzato (il bond decennale di Lisbona rende attualmente lo 0,16%), anche perché i tassi bancari sono altrettanto avari. Una qualche attività è quindi consigliabile, salvo che si viva di una pensione (sempre che non si sia stati dipendenti pubblici) ancora fortemente detassata |
Debito Pubblico su Pil |
117%, leggermente in discesa negli ultimi anni |
3°) Messico: voto 7
Ammettiamolo subito: è una classica destinazione per i cittadini Usa, che vi trovano ottime condizioni climatiche e un costo della vita molto più basso rispetto al Paese d’origine. Il Messico tuttavia piace anche agli europei e agli italiani, che vogliono godere di uno stile di vita più rilassato. In questa fase c’è poi il vantaggio di una valuta nazionale molto debilitata sull’euro, il che agevola per esempio un investimento immobiliare. Il voto attributo può sembrare elevato ma chi si trasferisce in Messico spesso si innamora della sua natura e della sua gente. E poi il costo della vita è molto competitivo.
Difetti |
● Elevata criminalità in alcune aree del Paese ● Servizi di qualità inferiore rispetto agli standard europei |
Si inizia con un permesso temporaneo, che consente di vivere in Messico perché rinnovabile. Dopo cinque anni si trasforma in permanente. Occorrono però, per ottenerlo fin dall’inizio, un contratto di lavoro o una pensione estera versata localmente che assicuri almeno 1.620 $ al mese per una certa durata o un capitale di 27.000 $. Non provate a ragionare in euro, perché nel Paese tutto si esprime nel rapporto fra biglietto verde e il locale peso messicano.
Il costo della vita |
Se si è abili ci si mantiene con poco: occorre però trascurare le destinazioni turistiche più famose e accontentarsi di località minori, dove spesso la qualità della vita è comunque migliore. Con 1.500 $ si può disporre di un appartamento per due persone, di un aiuto domestico (utile solo in certi casi), di un’automobile e di un’assicurazione sanitaria, aspetto importante. La qualità degli immobili sta migliorando e in termini di prezzi l’offerta è ampia. Gli affitti non sono tuttavia “cheap”, soprattutto se il locatario è straniero. Più favorevole la situazione relativa agli investimenti finanziari, visto che il decennale messicano rende circa il 6% e che la locale Borsa è una delle più attive del centro America |
Debito Pubblico su Pil |
45,5% ma c’è chi mette in dubbio un dato così modesto |
4°) Panama: voto 7 (ma per i pensionati merita un 10)
Ha davvero tanti vantaggi ma purtroppo viene considerato un paradiso fiscale, il che può comportare problemi per chi voglia vivere tranquillamente, lontano da controlli del fisco italiano. I vantaggi economici sono numerosi, la sanità è in stile Usa e costa relativamente poco, mentre il clima è fra i più favorevoli. Il Paese inoltre è molto tranquillo. Si presta soprattutto a chi sia pensionato e voglia fare una scelta definitiva di cambiamento di vita. Se la valutazione si rivolge solo a questa categoria Panama merita il primo posto in classifica con un bel 10.
Difetti |
● E’ una Montecarlo per chi non ha elevati capitali e come a Montecarlo le relazioni interpersonali non sono facili ● La valuta più utilizzata è il dollaro Usa; si è quindi esposti all’andamento del relativo cambio |
Dal 2012 è stata introdotta una procedura che facilita la burocrazia per ottenere un visto di residenza permanente per i pensionati; si tratta di "Friends of Panama visa". Prevede agevolazioni fiscali e sconti di ogni tipo ma occorre una pensione versata localmente di almeno 1.000 $ al mese. Però non si richiede l’acquisto di un immobile, si è protetti da eventuali cambiamenti di legge futuri e soprattutto non è poi prescritta una successiva richiesta di cittadinanza se si volesse vivere a Panama per sempre. Più complessi i permessi di lavoro, per i quali esiste un limite riferito ad alcune professioni in cui sono agevolati i cittadini panamensi. Fra tutte le categorie di espatriati il Paese sud americano è quindi la meta più interessante per i pensionati, favoriti in quanto ritenuti stabilizzatori dell’economia.
Il costo della vita |
Dipende molto da dove si sceglie di vivere. A Panama City gli affitti sono elevati ma lo standard immobiliare è altrettanto rilevante. Fuori ci sono ottime occasioni, che si manifestano anche in caso di acquisto. Un esempio fra i tanti: ci è stato segnalato un appartamento con 4 camere da letto, completamente rinnovato nel 2019, a pochi passi dall'Oceano Pacifico, di oltre 200 mq in un complesso moderno con piscina, offerto a 260.000 euro (in realtà il prezzo è in $). Meglio però – viste le norme in vigore per i pensionati – affittare una casa fuori città (locazione media 600 $ vicino alle spiagge) e attendere evoluzioni future. Per gli investimenti si hanno rendimenti e modalità operative simili a quelle Usa: addio avara e iper burocratica Europa! |
Debito Pubblico su Pil |
39,5%, uno dei dati minori al mondo |
5°) Slovenia: voto 6
Il Veneto dell’est. Si è nella “nuova” Unione europea e la valuta ufficiale è l’euro, il che contrasta con il nostro obiettivo iniziale, sebbene ci siano non poche persone che scelgono di vivere nella Repubblica slovena ma lavorano in Italia, per pura convenienza economica. Per tanti non è quindi una fuga ma un’alternativa, come succedeva nel caso del Ticino svizzero – relativamente soprattutto ai lombardi, negli anni ’80 e ’90. Ottima la qualità della vita ed elevata la sicurezza.
Difetti |
● La valuta locale è l’euro (e per molti questo è un aspetto critico) ● In alcune zone del Paese c’è crisi e i giovani cercano occupazione in Austria e in Germania. E’ una destinazione soprattutto per pensionati |
Per soggiorni superiori ai 90 giorni è necessario registrarsi presso l’unità amministrativa territorialmente competente, al fine di ottenere il certificato di residenza temporanea. Bisogna farlo appunto entro i primi 90 giorni. Dopo cinque anni di residenza stabile è possibile richiederne uno permanente con validità illimitata. Il discorso sulla tassazione è più complesso: in termini di aliquote riferite ai vari scaglioni non ci sono vantaggi, salvo per i redditi minimi e marginalmente per quelli medi. Il sistema delle detrazioni risulta più favorevole ma il bilancio diventa positivo se si considera il minore costo della vita, rapportato all’Italia.
Il costo della vita |
Perché è minore rispetto a quello del Bel Paese? Il sistema distributivo è più efficiente. Ne consegue che soprattutto i prodotti alimentari costano molto meno. Gli affitti nelle zone un po' periferiche sono contenuti ma in misura minore rispetto a quanto spesso si sostenga. Tanto più considerando che non sempre la qualità è elevata. Meglio – per chi se lo possa permettere – l’acquisto, grazie a prezzi inferiori e tassazione più favorevole. L’imposta sulla proprietà di fabbricati a uso residenziale prevede per esempio un’aliquota compresa tra lo 0,10% e l’1% del valore dell’immobile in base a stime ufficiali che variano a seconda della zona. Gli edifici di nuova costruzione godono di esenzione decennale; ne sono altresì esenti i fabbricati piccoli e quelli rurali. Più complesso il rendimento da capitale: è quello in euro. Inoltre per gli intermediari finanziari si deve spesso fare ricorso agli stranieri. Chi ha un capitale eccedente i nostri 100.000 euro può invece investirlo in un immobile da mettere a reddito, soprattutto sul mare, con affitti interessanti |
Debito Pubblico su Pil |
66% |
Tanti altri ma…
La nostra analisi potrebbe proseguire con ulteriori destinazioni. Per esempio Albania, Marocco, Equador e altre ancora. Sono però mete ipotizzabili più sulla carta che nella realtà dei fatti. Il Marocco raccoglie per esempio molte adesioni da parte dei francesi e l’Equador dagli spagnoli ma gli italiani valutano questa alternative solo per ragioni di business commerciali. I cinque Paesi presi in considerazione sono invece realistici posti in cui il rapporto costo/qualità va a loro netto favore. Purché si abbia voglia di gettare le pantofole e di affrontare sfide che cambino la vita.
P.S.) La complessità del tema e la vastità delle informazioni possono aver dato adito a qualche inesattezza, soprattutto in termini di valutazioni, inevitabilmente soggettive. Ce ne scusiamo in tal caso. La classifica non si basa sulle tipiche ricerche internazionali (quasi sempre eseguite dai media Usa) ma su una vasta rete di relazioni interpersonali dell’autore, che ha intervistato allo scopo molti espatriati dell’ultima ora.