C’è un interessante spread di rendimento rispetto all’equivalente tasso costante. E si osserva una minore volatilità, dovuta al fatto di essere destinato solo al retail. Nuovo collocamento dal 9 novembre.
Cedole & dividendi
Non è stato certamente il più amato dagli italiani nell’ambito dei Btp: il Futura (Isin IT0005415291), il cui inizio delle negoziazioni è avvenuto a metà luglio, ritrova ora una seconda versione di cui si sa soltanto che “verrà collocata da lunedì 9 novembre a venerdì 13 novembre 2020. Il nuovo titolo, come nella precedente emissione, resta riservato esclusivamente ai risparmiatori privati (il cosiddetto mercato retail) e sarà destinato a finanziare le spese dei provvedimenti varati per sostenere l’economia e rafforzare il sistema sanitario nazionale, allo scopo di fronteggiare il persistere dell’epidemia da Covid-19. Rispetto al precedente, il secondo Futura avrà una durata più breve, con una scadenza di 8 anni. Invariate le altre caratteristiche, in particolare il premio fedeltà collegato al Pil nominale medio del periodo di vita del titolo - con un minimo dell’1% e un massimo del 3% sul capitale investito - e il meccanismo cedolare che prevede 3 step crescenti di tassi fissi predeterminati, che saranno resi noti il 6 novembre”.
Poco di nuovo quindi, a eccezione della scadenza più corta, dovuta a pianificazioni del debito italiano.
È allora il caso di analizzare il primo Futura, inizialmente criticato per la struttura e per un premio fedeltà di difficile valutazione, almeno al momento del debutto.
Il rendimento lordo in corso – alla quotazione di 102,5 euro delle prime battute di oggi 21/10 – è dell’1,01% lordo (0,88% netto), considerando la cedola media (1,285%) dell’intero potenziale periodo di possesso, superiore di 27 pb rispetto all’equivalente Btp decennale a tasso costante. Perché un differenziale così elevato? Il motivo è presto spiegato. Nella fase in corso la cedola versata è dell’1,15%, data la progressione crescente 4-3-3: per i primi 4 anni il tasso è appunto tale, poi per i 3 anni seguenti dell’1,30% e infine per i 3 anni finali dell’1,45%. Se non si calcola quindi più il valore medio dell’1,285% ma quello in corso dell’1,15% lo yield scende allo 0,88% lordo (0,77% netto), con uno spread molto più contenuto in confronto al decennale a tasso costante.
In realtà il Btp Futura evidenzia altri due fattori meno conosciuti:
1°) |
Una volatilità media inferiore rispetto ai tradizionali tassi fissi, soprattutto nelle singole sedute |
2°) |
Una migliore sensibilità al sentiment in prospettiva dei mercati |
Ciò dipende dal fatto che trattandosi di un’emissione riservata solo al retail è meno esposta alla maggiore dinamica operativa degli istituzionali.
L’analisi grafica del titolo dimostra una perfetta possibilità di monitoraggio dei suoi trend con la veloce media mobile a 10 sedute, che ha sostenuto il Futura in maniera precisa nel rialzo iniziato il 22 settembre (apertura a 100,64) e terminato il 14 ottobre (massimo intraday a 104,27), con il primo segnale di “sell” il giorno successivo (chiusura a 103,14).
La valutazione quindi dopo tre mesi dal debutto del Futura 2030 appare più positiva di quanto le prime indicazioni non facessero sperare, sebbene a suo favore si sia mossa la corsa generale delle quotazioni dei titoli di Stato. Ora occorre però conoscere le cedole della nuova emissione per giudicare il secondo sperimento. È questione di poco tempo.