Mercato obbligazionario: se non c’è nulla da dire si litiga…


Mercati sonnacchiosi in questa fase, con volatilità piuttosto ridotta causa anche la pressoché totale mancanza di spunti degni di nota. Del resto, con le ultime riunioni di BCE e FED il trend della politica monetaria è piuttosto chiaro e netto, con prospettive di tassi al lumicino ancora per un po’ di tempo.

E così, in assenza di cose realmente importanti da comunicare al mercato, in BCE hanno ripreso a litigare, con la contrapposizione tra “falchi” e “colombe” di nuovo in auge. Stavolta l’oggetto della contesa riguarda se rallentare oppure potenziare gli acquisti con il PEPP in vista di una seconda ondata di contagi.

Sarà che a Francoforte forse seguono poco le vicende umane, ma mi pare un dato di fatto che la seconda ondata di contagi sia già una realtà, soprattutto in alcuni Paesi europei, per cui si ha l’impressione che all’Eurotower siano rimasti un po’ indietro.

Ad ogni, buon conto, il fronte filo-germanico – con alla testa la Bundesbank – ritiene che la BCE debba rallentare gli acquisti, così da disporre di maggiori risorse da impiegare nel caso di una seconda ondata di contagi nell’Eurozona. Il tutto è scaturito da una dichiarazione resa da Fabio Panetta di Banca d’Italia, secondo il quale sarebbe meglio se la Banca Centrale sbagliasse “facendo troppo, anziché troppo poco” in tema di accomodamento monetario.

Inutile dire che i “falchi” non hanno perso l’occasione per saltargli addosso, portando la Lagarde a dire che “il dissenso e il dibattito sono salutari tra i membri del board esecutivo”. In un certo senso è vero che la dichiarazione di Panetta è poco “ortodossa” per Francoforte, poiché nella sostanza ha fatto intendere che gli effetti negativi di una politica monetaria iper-accomodante sarebbero preferibili a quelli causati da una politica troppo restrittiva. Cioè, in soldoni, meglio troppa inflazione che troppo poca.

In realtà, scaramucce a parte, la discussione non è solo retorica, poiché i “falchi” puntano ad evitare che il PEPP (piano anti-pandemia da 1.350 Mld euro) risulti insufficiente nel caso in cui fosse necessario sostenere eventuali nuove misure fiscali espansive dei governi potenziando gli acquisti. Al contrario, invece, le “colombe” puntano a dilatare tempi ed entità del programma, se risultasse necessario.

Per ora la Lagarde non si sbilancia, anche se di fronte all’Europarlamento ha dichiarato che la durata del PEPP potrebbe estendersi anche oltre il giugno 2021, scadenza ad oggi fissata dal board. Come sempre, alla base della divergenza di vedute ci sono le diverse realtà economiche nell’area, con Germania, Olanda, Austria e altri alleati del centro-nord non hanno granché bisogno del sostegno della BCE per emettere debito sul mercato. Al contrario invece di Paesi come Italia, Spagna e Francia, che hanno timore di non essere nelle condizioni di tagliare i deficit così velocemente e che quindi devono confidare nel sostegno dell’Eurotower ancora per molto tempo, o almeno sino a quando le rispettive economie non si saranno del tutto riprese dallo shock.

E visto che, nel suo insieme, l’Eurozona dovrebbe tornare ai livelli pre-Covid solo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, la strategia che il fronte del sud intende portare avanti è quella di estendere sia temporalmente sia in termini di risorse il PEPP, così da potersi finanziare sui mercati senza l’assillo dei costi di emissione e di perdere la fiducia degli investitori.

Analisi ZC-Yield Curve
La lettura della ZC-Yield Curve, questa settimana, mostra un ulteriore – anche se modesto – restringimento dei rendimenti su quasi tutto il tratto di curva. Infatti, abbiamo ora rendimenti negativi sino alle scadenze 2038; la scadenza a 10 anni, sempre in negativo come da tempo a questa parte, rimane in area -0,24% mentre la scadenza trentennale approfondisce un po’ il territorio negativo e si porta a -0,03% rispetto al -0,02% della scorsa rilevazione. Abbastanza stabile la forma della curva che conferma la ripidità acquisita nelle scorse settimane, per poi tornare con rendimenti decrescenti dalla scadenza 2043; la curva esprime ora il massimo rendimento poco sopra area 0,01% per le scadenze tra il 2040 e il 2043 di fatto praticamente stabili rispetto alla scorsa analisi. In lieve contrazione anche i forward su Euribor 6 mesi, che sul tratto a lunga scendono ora poco sotto area 0,30% mentre il tratto a breve rimane a ridosso di area -0,55%.

Analisi Integrata Trendycator
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali, la situazione è ormai la fotocopia di sé stessa da tempo e, viste le prospettive di politica monetaria, pare difficile che l’impostazione in ottica strategica possa mutare rapidamente. Rendimenti sempre schiacciati sui minimi, con Trendycator stabilmente SHORT sull’area UK, con i rendimenti sempre sotto area 0,20%. Stessa situazione di immobilità anche per il BUND, con il modello Trendycator sempre SHORT e con il rendimento del decennale tedesco di nuovo poco sopra area -0,50% ripristinando la fase laterale. Prosegue l’ottimo momento per il nostro Btp, con i rendimenti che hanno proseguito a restringere e ora in area 0,84% con Trendycator che conferma il cambio di stato a SHORT; bene anche lo spread stabilmente sotto area 140 bps. immobile l’area USD, i cui rendimenti rimangono ingabbiati nello stretto trading range tra area 0,60% e area 0,70% e con Trendycator ancora SHORT.

Bond Governativi Mondo Weekly Ranking
Analisi sotto forma di ranking dei bond governativi mondiali con qualunque rating. In alcuni casi, per alcuni emittenti o per alcune valute, il rapporto rischio/rendimento di questi bond può essere anche piuttosto speculativo. Il ranking considera i bond benchmark decennali in tutte le valute di emissione.

Anche questa settimana di occupiamo dei bond governativi indonesiani, visto che il modello Trendycator ha confermato l’impostazione SHORT sui rendimenti e il quadro rimane quindi interessante. Come ricorderete, la settimana scorsa era entrato in conformazione SHORT, con la conferma della violazione del supporto posto al 7% di rendimento. Pullback verso il livello che ora è resistenza ancora in corso, ma l’evidenza Trendycator indica la potenziale ripresa della discesa per il rendimento del governativo indonesiano.

La strategia operativa rimane quella indicata la scorsa settimana: stop loss cautelativo sopra area 7% di rendimento (strategia cautelativa), o in alternativa sopra area 7,30% (strategia aggressiva), con potenziali obiettivi area 6,50% prima e area 6% a seguire. E, naturalmente, sempre occhio alle evidenze di Trendycator.

Stabile la situazione per cambio EUR/IDR, con il modello Trendycator sempre NEUTRAL e con il cambio laterale sempre nei pressi del livello 17.200/17.300, dopo il picco in area 18.500 toccato con uno spike tra marzo e aprile 2020. Strategia operativa che vuole stop protettivo sopra area 17.800 di cambio EUR/IDR. Possibili rientri sui livelli di massimo toccati in primavera, salvo diverse indicazioni del modello Trendycator. Modello che potrebbe diventare SHORT alla violazione confermata del supporto in area 17.200/17.100 con obiettivo potenziale l’area dei minimi di giungo a 15.700 circa.

Sempre valida, infine, la strategia di posizionarsi eventualmente su bond indonesiani in USD, visto il possibile cambio di impostazione della valuta americana contro il nostro euro. Non di meno, stanti le dinamiche valutarie e di politica monetaria, i bond emergenti dovrebbero essere favoriti in questa fase.