Non possiamo certo negare che questo 2020 si sia aperto con il botto. Inauguriamo il nuovo decennio con venti di guerra tra USA e Iran, dopo le note vicende di questi giorni. Come sappiamo, gli USA hanno ucciso in un raid il generale Soleimani, ritenuto personaggio di spicco del terrorismo; inutile dire che la reazione dell’Iran non si è fatta attendere e così Teheran ha lanciato un attacco missilistico contro due basi USA in Iraq.
La tensione è montata parecchio in questi giorni, anche se i mercati non hanno dato segnali di panico, pur mostrando naturale preoccupazione per la possibile escalation bellica. Tutto sommato i movimenti sono stati molto composti, sia sui mercati azionari sia su quelli obbligazionari, con solo i c.d. beni rifugio forti in denaro con upside notevoli.
Ieri il presidente Trump in conferenza stampa ha decisamente allentato la tensione, con dichiarazioni decisamente caute che hanno giovato alla buona intonazione dei mercati. Infatti, si sono rapidamente sgonfiate le quotazioni del petrolio e dell’oro, con le Borse che sono andate su nuovi massimi. Di fatto gli USA hanno annunciato solo nuove sanzioni per l’Iran lasciando da parte eventuali reazioni all’attacco delle basi in Iraq.
Per cui pare rientrare per il momento l'escalation della crisi internazionale. Trump è stato capace di raffreddare gli animi, escludendo nuove reazioni e annunciando solo nuove sanzioni contro gli interessi iraniani. Trump ha comunque sottolineato che "finché sarò presidente l'Iran non avrà mai l'arma nucleare" e che "tutte le opzioni restano sul tavolo". Non di meno, per voce dell'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite gli USA sono "pronti a impegnarsi senza precondizioni in seri negoziati" con l'Iran, per "prevenire ulteriori rischi per la pace e la sicurezza internazionali o l'escalation da parte del regime iraniano".
Aperture di rilievo, cui si deve aggiungere che oggi la Camera americana voterà un progetto di legge per limitare i poteri di guerra del presidente. Insomma, pare proprio che nessuno abbia serie intenzioni di scatenare una vera guerra. Anche Trump, dal canto suo, ha affermato che gli USA sono "pronti alla pace ma serve nuovo accordo con l'Iran".
Le parole di Trump lasciano pertanto aperta la porta ad un allentamento della tensione: "Siamo pronti alla pace", ha assicurato il presidente americano, sostenendo la necessità di "un nuovo accordo che faccia crescere e prosperare l'Iran". Da qui l'invito all'Europa, alla Russia e alla Cina di abbandonare definitivamente la storica intesa del 2015 sul programma nucleare iraniano, proprio come ha fatto da tempo l'amministrazione Trump.
Torniamo alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve. Si contraggono un po’ i rendimenti rispetto alla nostra ultima analisi, ma senza particolari scossoni e poco influenzati dalle tensioni internazionali. I rendimenti sono ora negativi sino alle scadenze 2028; il tratto a lunga scende verso area 0,55% di rendimento per le scadenze 2050; anche sulla scadenza a 10 anni si lima qualcosa e si va in area 0,11%. La curva nel suo complesso mantiene le caratteristiche di ripidità (tratto medio-lungo) e nervosismo (parte a breve) ormai consolidate da tempo. Scendono un poco anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga si portano poco sotto area 0,98% rispetto ad area 1,00% della scorsa rilevazione, mentre sul tratto a breve si rimane stabili in area -0,40%.
Sostanzialmente stabili i rendimenti dei governativi decennali e gli spread contro Bund, con movimenti molto lievi di aggiustamento che non cambiano il quadro complessivo. Il rendimento del decennale tedesco si mantiene in area -0,23%, il rendimento della Francia resta fermo allo 0,07% e quello dell’Irlanda si porta allo 0,08%. Ferma anche la Spagna che rimane allo 0,46% mentre ritocca un pelo il Portogallo che si porta allo 0,40%. Stabile anche il rendimento dell’Italia che resta poco sopra all’1,40%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 63 bps, 68 bps e 164 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei principali benchmark decennali si confermano anche in questa analisi tutte le evidenze sin qui riscontrate, cui si aggiunge un importante cambiamento per l’area UK. Il modello Trendycator si conferma sempre NEUTRAL sull’area BUND con il rendimento del decennale tedesco che gravita sempre nell’intorno di area -0,20% che, ricordiamo, rappresenta la resistenza chiave per un vero cambio di scenario. Cambio di scenario che è invece avvenuto sull’area UK, con Trendycator che diventa LONG con il Gilt ormai stabilmente sempre sopra area 0,80% di rendimento, che era livello spartiacque. Attenzione quindi ai bond anglosassoni che potrebbero iniziare a correggere sul serio. Sempre laterale il nostro Btp con il rendimento che balla ormai da diverse settimane nell’intorno di area 1,40% con Trendycator sempre SHORT; sostanzialmente stabili e di fatto laterali anche i rendimenti USA, con Trendycator che si mantiene SHORT sul decennale, e con rendimenti ora poco sotto area 1,90%.
Bond Weekly Ranking
Riprendiamo l’analisi sotto forma di ranking dei bond con rating sotto l’investment grade, a caccia di idee da rapporto rischio/rendimento un po’ spinto. Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.01.2021al 31.12.2026, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 4,00% lordo.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto, chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.