● Etf, cosa compra il mercato ● €/$, come va ● Febbraio da 2018? ● Carne vegetale in attesa ● Airbus attenzione! ● Cash = spazzatura ● Sei azioni dell’healthcare ● Effetto coronavirus
Hot markets
Cominciamo inevitabilmente dal sentiment degli investitori: dicembre e le prime settimane di gennaio hanno registrato un netto prevalere sui mercati finanziari del segno positivo per la raccolta riferita agli strumenti (fondi ed Etf) azionari, con la lancetta girata sul “risk on”, oltre che per alcuni Etc sulle commodities più dinamiche. Attenzione tuttavia a un segnale che esce prepotente dalle anticipazioni degli operatori: ci si sta sempre più spostando verso gli azionari globali – riferiti cioè all’intero contesto mondiale – con una conferma anche dal fronte Etf, dove in alcune sedute di Borsa sono proprio i “worldwide” a dominare la scena. Poi c’è una seconda evidenza, che trova abbastanza dissenzienti le valutazioni degli analisti: riguarda la robustezza degli obbligazionari, fronte su cui i critici sollevano due rimproveri rispetto alle scelte dell’intermediazione: 1°) pesante il ruolo dei fondi, che stanno invece sempre più perdendo di significato in un confronto di rendimenti puri rispetto agli Etf, questi ultimi caratterizzati da costi marginalissimi. A dicembre si sono registrate posizioni in entrata per 21 miliardi di euro nel nostro Continente contro 26,3 miliardi all’azionario, un non senso. 2°) c’è ancora un’evidenza degli high yield, mercato tirato e a rapporto rischio/rendimento poco attrattivo.
Relativamente agli Etf su Borsa Italiana in evidenza i seguenti prodotti:
Denominazione |
Isin |
Sottostante |
Spdr Emerging Mkts Local Bond |
IE00B4613386 |
Titoli di Stato Paesi emergenti in valute locali ma quella di denominazione è l’Usd |
Ishares $ Emerging Bond Eur Hedged Etf |
IE00B9M6RS56 |
Titoli dei Paesi emergenti espressi in dollari ma con copertura del cambio €/$ |
Amundi S&P 500 Daily Hedged |
LU1681049109 |
Azionario S&P 500 con copertura del cambio €/$ |
Chiara l’intenzione del mercato di coprirsi sul cambio €/$. Scelta corretta? La risposta fornita dall’analisi tecnica è contraria, visto l’avvicinamento del dollaro a una resistenza (1,101) espressione di forza nel breve termine. I livelli da monitorare, per valutare le possibili evoluzioni, sono ora i seguenti:
Ulteriore forza del $ |
Sotto 1,0995 e poi 1,09 |
Debolezza del $ |
Sopra 1,121 e poi 1,1399 |
I numeri vanno a favore del dollaro mentre i mercati propendono verso una copertura, ritenendo il vigore in corso eccessivo.
► Come nel 2018?
Da più parti viene espresso il timore che la positività dei mercati in questa prima parte del 2020 riproponga la situazione già vista due anni fa, quando gennaio fu la coda di un trend rialzista iniziato nel 2017 e che a fine mese si esaurì alimentando non tanto un movimento ribassista quanto una fase di forte volatilità, che durò fino a marzo. Thomas DeMark, fondatore e ceo di DeMark Analytics, molto seguito a Wall Street, da varie settimane lancia segnali di allerta in tal senso, sebbene né la crisi iraniana né il coronavirus abbiano finora pesato eccessivamente sui mercati in generale per più di qualche ora, castigando invece specifici settori e le Borse cinesi. Alcuni indicatori molto specialistici suggeriscono però prudenza, che l’abituale Investor Sentiment Survey Usa tuttavia non conferma, con i “bullish” (45,6%) ancora nettamente superiori rispetto ai “bearish” (24,8%), per quanto occorra prestare attenzione al fatto che gli ottimisti hanno raggiunto nell’ultimo sondaggio il massimo da 15 mesi, indizio sintomatico di un eccesso spesso anticipatore di veloci correzioni. Andrà così anche questa volta?
► In coda per la carne vegetale
I consumatori sono incuriositi dalla novità e si incolonnano davanti ai ristoranti per provarla almeno una volta: la cosiddetta carne vegetale o “carne-non-carne”, come definita dagli specialisti di alimentazione, talvolta favorevoli e talvolta molto critici nei confronti di questo “new food”, alimenta voci contradditorie sul suo futuro. Ai nostri lettori interessa però capire il comportamento in Borsa della “main share” del comparto, Beyond Meat (BYND – Nasdaq): a gennaio ha segnato un consistente rimbalzo, salendo dai minimi su 73 $ ai 120 $ di venerdì. Fissate due resistenze a 129,2 e a 138,3 $, i consensus restano prudenziali e di fatto allineati alle quotazioni in corso, in attesa di risposte più concrete sull’apprezzamento o meno dei clienti. Indiscrezioni? Ne raccogliamo due. Investitori asiatici sono interessati al settore dopo che Memphis Meats ha raccolto 161 milioni di $ da fondi di Singapore. Presto potrebbero arrivare anche i cinesi. McDonald's Corp vorrebbe sperimentare carne vegetale in altri Paesi dopo Usa e Canada. Infine una notizia: la concorrente Impossible Foods ha smentito voci di una prossima quotazione in Borsa.
► Airbus forte ma senza chiari riferimenti grafici
Un’azione un po’ trascurata dagli investitori, sebbene stia facendo bene, è quella del gigante aeronautico Airbus (AIR – Parigi), che – secondo indiscrezioni del settimanale finanziario tedesco WirtschaftsWoche – starebbe per ricevere un ordine per 100 apparecchi A320 e A321 da Ryanair. Il forte calo in Borsa del concorrente Boeing non ha impattato sul gruppo europeo. Anzi! Un analista specializzato svela: “Le mani grosse degli istituzionali hanno comprato a 25 e poi a 60 euro. A fine 2018 hanno venduto e da allora si è visto un mercato meno concentrato, con posizioni soprattutto di rilevanti investitori privati. Alla domanda se Airbus sarà un valore rifugio rispetto alla possibile volatilità futura dei mercati rispondo che, avendo corso troppo, l’azione non agevola l’individuazione di chiari riferimenti grafici. La prudenza quindi si impone, suggerendo posizioni brevi con stretti stop loss”.
► Cash = spazzatura
L’annuale incontro del Forum di Davos è un gioco da potenti della politica e della finanza interstellare. Di solito le indicazioni che ne escono vanno interpretate. Una conferma è venuta anche quest’anno. Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, uno dei maggiori hedge fund del mondo, ha dichiarato durante il suo speech: “Il cash è spazzatura e il mio consiglio è di starne fuori. Molto meglio costruire un portafoglio ben diversificato e globalizzato, in cui si registri un’elevata diversificazione degli asset”. Parole condivise da non pochi big dell’asset management, per i quali i trend positivi di Borsa – per quanto più volatili rispetto al passato – potrebbero proseguire per anni. Tutto bene quindi? Giudicatelo voi tenendo presente che a dicembre le posizioni short – mediante opzioni put – sui principali listini mondiali detenute da Bridgewater assommavano a 1,5 miliardi di $ su sottostanti per 100 miliardi. Il fondo ha sostenuto che si tratta solo di coperture. C’è allora da chiedersi se la considerazione sul cash sia sincera oppure nasconda intenti di altro tipo. Certamente chi è rimasto negli ultimi anni liquido ha perso molto, pur essendo favorito dai tassi negativi, confermando una volta tanto come le valutazioni di un leader dell’hedge possano essere veritiere.
► Healthcare da esaminare
La forte dipendenza del settore medico dalle specifiche scoperte delle singole società continua a far prendere in considerazione questo pianeta azionario piuttosto decorrelato dell’andamento generale dei mercati. Ecco perché abbiamo selezionato sei società naturalmente e impietosamente Usa che piacciono agli analisti specializzati in med tech. Inevitabile una segnalazione: sono titoli non volatili ma ipervolatili.
Azione |
Mercato |
Trend 12 mesi |
Perché |
Alphatec |
Nasdaq (ATEC) |
+297,5% ma nelle ultime cinque sedute si è registrato un crollo del 15%. Ultima quotazione 6,3 $ |
Prevista una forte crescita del fatturato grazie al lancio di nuovi prodotti nel corso del 2019, di cui la società deve però ancora beneficiare |
BioDelivery Sciences |
Nasdaq (BDSI) |
+41,3%. Nel 2014 prezzava addirittura 18,5 $ contro l’ultima quotazione a 5,75 $ |
Specialista in medicinali per le patologie croniche mediante oppiacei. Si prospettano grandi volumi di vendita in particolare per il medicinale Belbuca |
BioXcel Therapeutics |
Nasdaq (BTAI) |
+218%. Dal 1° gennaio +19,7%. Ultima quotazione 17,5 $ |
La società utilizza l'intelligenza artificiale per sviluppare nuovi farmaci destinati ad applicazioni di immuno-oncologia |
Geron |
Nasdaq (GERN) |
+33,3% ma nel decennio scorso il titolo ha segnato un -77%. Ultima quotazione 1,36 $ |
Specializzata nel biopharma ha messo a punto un inibitore delle neoplasie ematologiche che non ha ancora sfruttato le rilevanti potenzialità nella cura di queste forme tumorali delle cellule del midollo osseo |
Inovio Pharmaceuticals |
Nasdaq (INO) |
-15,4%. Tuttavia nella settimana appena terminata il titolo ha messo a segno un +28,9%. Ultima quotazione 4,24 $ |
Opera nella lotta al cancro mediante nuove immunoterapie. Un settore con enormi opportunità di crescita |
Insmed |
Nasdaq (INSM) |
-14,4% contro il +139% del decennio appena conclusosi. Ultima quotazione 20,1 $ |
Le vendite di alcuni farmaci destinati a combattere malattie rare dovrebbero cominciare a garantire ottimi risultati nel corso del 2020 |
► Coronavirus agghiacciante per alcune azioni
La prossima settimana potrebbe rivelarsi molto pesante per alcune azioni più esposte al virus cinese. Il maggiore impatto riguarderà certamente le Borse asiatiche e soprattutto quelle di Shanghai/Shenzhen, con effetti immediati sui relativi Etf. Le previsioni degli analisti indicano anche una Wall Street sempre più a due velocità, con ripercussioni per i settori correlati al turismo (per esempio le catene alberghiere InterContinental, quotata a Londra ma presente a Wall Street con un Adr, e Marriott International), oltre che per le Compagnie aeree Usa American Airlines, Delta, Southwest Airlines e United Airlines, e per le leader dei casinò di Las Vegas, quali Las Vegas Sands e Wynn Resorts. Influssi possibili infine per il mondo del lusso e soprattutto per le big con numerosi negozi nei terminal aeroportuali cinesi e statunitensi.