Pasticcio in borsa: una società quotata vale come una utilitaria !


ARTICOLO DI GUIDO BELLOSTA ED EMILIO TOMASINI

Avete pensato di cambiare macchina a vostra moglie ? Pensateci un attimo: invece di una bella utilitaria potreste comprarvi una società quotata a Borsa Italiana e diventare immediatamente con un esborso di soli 16.000 un piccolo Soros quotato in Borsa.

Vi piace l'idea ? Tutto ufficiale, sotto la luce del sole, in chiaro e con tanto di carte bollate e approvazione delle autorità vigilanti.

Vediamo questa storia di fanta-finanza che purtroppo è vera, anzi verissima e che LombardReport.com è l'unico giornale di Borsa in Italia in grado di raccontarvi nel silenzio agghiacciante della stampa finanziaria da salotto.

Dopo una lunga gestazione durata oltre un anno lo scorso 23 dicembre è divenuta operativa l’operazione straordinaria di scissione della quasi totalità degli assets di CdR Advance Capital a favore di Borgosesia, due societa' quotate in borsa da anni sul mercato MTA.. Il prospetto informativo, più volte rivisto e fatto modificare dalle autorità competenti (Consob e Borsa Italiana) è stato infatti approvato in data 19 dicembre e la settimana seguente l’operazione si è perfezionata.

Per ogni azione CdR (Compagnia della Ruota)posseduta sono state assegnate 1,18 azioni Borgosesia di nuova emissione (a fronte degli assets apportati) e sono rimaste invariate le azioni CdR ancorché svuotate dalla quasi totalità dei beni (sono rimasti in cassa 200.000 euro più il valore teorico del veicolo quotato). In tutti i casi di operazioni straordinarie sul capitale Borsa Italiana determina il coefficiente di rettifica (fattore K) da applicare al prezzo di riferimento dei titoli coinvolti di modo da rispettarne la parità teorica anche post operazione. Anche in questo caso si è pronunciata fornendo un fattore di rettifica per le azioni CdR pari a 0,00018018, quindi con un prezzo di riferimento di partenza di 0,0005.

Sicuramente era atteso che le azioni CdR fossero rettificate massicciamente però il fattore scelto da Borsa Italiana appare paradossale per diversi aspetti. Innanzi tutto con un valore teorico di partenza di 0,0005, la capitalizzazione iniziale di CdR è stata fissata in soli 16.000 euro, credo un record storico nella storia di Borsa Italiana; questo a fronte dei 200.000 euro in cassa a CdR oltre al valore di essere società quotata e quindi in grado di accogliere conferimenti di nuovi asset o finanche società. Inoltre, il prezzo infinitesimale assegnato ha creato un’ulteriore distorsione tecnica ossia il fatto che il tick minimo di negoziazione fissato da Borsa Italiana corrispondesse ad un movimento da +-100% cosa che ha comportato l’immediata sospensione per eccesso di rialzo del titolo che quindi non ha mai potuto fare prezzo. 

Questa situazione si è protratta dal 23 dicembre fino al 13 gennaio quando Borsa Italiana si è accorta dell’anomalia … e anziché allargare i parametri di negoziazione per consentire, attraverso liberi scambi di mercato, la formazione di prezzi più consoni rispetto al valore della “scatola” CdR ha disposto la sospensione a tempo indeterminato del titolo ! A questo punto due sono gli scenari più probabili. Il primo è che Borsa Italiana richieda alla società un accorpamento delle azioni per aumentarne il valore unitario, cosa che passa però da un’assemblea straordinaria quindi con una tempistica complessiva di circa 2 mesi e con il rischio, in caso di accorpamenti maggiori di 1 a 100 (come in teoria sarebbero opportuni), di assegnare a qualche azionista frazioni di azioni non negoziali (essendo il vecchio lotto minimo pari a 1.500 azioni). Oppure che Borsa disponga la riammissione del titolo una volta completato l’aumento di capitale propedeutico a dotare la società di nuovi mezzi e di una nuova mission (come annunciato nel prospetto informativo). Ma in questo caso i tempi sarebbero certamente ancora più lunghi. 

Resta un mistero come Borsa Italiana possa aver autorizzato l’operazione in questi termini senza prevedere cosa facilmente sarebbe successo al titolo visto che ha avuto tempo per studiare tutta l’operazione e fare numerose osservazioni al prospetto informativo. La cosa più ovvia è che sarebbe bastato che avesse richiesto un accorpamento contestuale delle azioni CdR da rendersi efficace lo stesso giorno dell’operazione di scissione. 

A ciò si aggiunga una beffa finale: pare da alcuni rumors che circolano qui a Milano che molti intermediari abbiano gestito arbitrariamente il carico fiscale dell’operazione (ad esempio assegnando le nuove Borgosesia a zero e lascando il valore sulle vecchie CdR) e quindi alcuni azionisti si sono ritrovati con una plusvalenza mostruosa (e assolutamente virtuale) su Borgesesia che possono vendere e pagarci subito l’imposta sul capital gain mentre su CdR avrebbero un’enorme minusvalenza che però sono bloccati dall'utilizzare.  Una situazione in cui sono coinvolti investitori a noi vicini (che ci hanno mostrato tali dati sul sito online di una notissima  banca)e che si spera sia immediatamente sistemata dalle SIM che hanno provocato questa assurda operazione.

Comunque, al di là di questi aspetti tecnici, c’è da rilevare che il mercato pare iniziare ad apprezzare la nuova Borgosesia (dove ricordiamo è confluito il 99,9% del valore delle vecchie CdR) e le quotazioni degli ultimi giorni hanno registrato buoni rialzi (ultimo prezzo 0,525 corrispondente a 0,62 delle vecchie CdR) con volumi in aumento.

Magra consolazione per i vecchi azionisti CdR.

(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)

Non accontentarti solo degli articoli Free!

Registrati gratuitamente e avrai accesso senza limitazioni ai servizi premium per 7 giorni!