Finalmente si è conclusa la settimana di scadenze senza grossi scossoni (se non nell'intraday) e con movimenti piuttosto indecifrabili sui titoli e di conseguenza anche sull'indice, che ha recuperato sul finale quanto perso nelle prime sedute della settimana. Anzi a ben vedere proprio nella giornata di ieri è stato "forzato" il massimo della settimana scorsa, facendo scattare qualche stop, per poi chiudere la barra giornaliera sui minimi. Lunedì l'indice potrebbe aprire con un ribasso che stimo essere attorno allo 0.4/0.5% rispetto al close di venerdì a 22123 punti, anche in virtù dello stacco acconto dividendo del titolo ENI (0.42 euro per esattezza). Siamo arrivati alla resistenza importante dei 22300 punti col fiato un pò corto per quanto mi riguarda e ci avviciniamo al mese di Ottobre che statisticamente non è dei più favorevoli, ma sappiamo bene che questa estate ad esempio è stata anomala: climaticamente, politicamente e borsisticamente parlando. Insomma, la statistica è fatta anche per essere smentita.
Il grafico orario del nostro indice mostra un'area supportile che colloco a 21780 punti e successivamente un'altra a 21500/21450 che coincide con la chiusura di un gap lasciato aperto all'inizio di questo mese.
E' un periodo in cui occorre comunque cautela a mio avviso prima di porre in essere operazioni di medio periodo a causa della illiquidità generale del mercato azionario, italiano in particolare. Un argomento di riflessione a cui ho pensato parecchio negli ultimi giorni e di cui si è parlato molto poco è stata l' impennata repentina sui tassi overnight in USA (repo, ndr), che rappresentano una sorta di termometro del sistema interbancario. Pensate che tra il 16 ed il 17 settembre sono arrivati a sfiorare il 10% ed è stato necessario l'intervento della Fed per calmierare il tutto. De facto parliamo di aste ad un giorno, ma c'è stato bisogno urgente ed imminente di quella liquidità all'interno del sistema. Molto probabilmente il tutto è dovuto a due fattori contingenti. Da un lato molte aziende dell'S&P500 hanno terminato i buybacks, dall'altro c'è un fattore congiunturale tipico degli USA che porta ad una totale riduzione della liquidità esistente: pagamento della coporate tax e dei coupon obbligazionari. Morale della favola sono stati versati al sistema svariate decine di miliardi di dollari, ben 75 in un'unica notte. Qualcuno di grosso potrebbe averne avuto disperato bisogno ? Questa è la domanda che mi pongo.
Qualche titolo in watchlist...
OVS
Ne ho scritto nel mio update di giovedì, sottolineando come la struttura grafica daily presentasse una sorta di bottom molto arrotondato. Nei mesi passati è entrato anche Giovanni Tamburi, noto e stimato finanziere, che ha investito ben 90 milioni di euro in OVS. Nonostante questo proprio nella serata di giovedì sono usciti i risultati semestrali del titolo, di certo non entusiasmanti: ricavi in flessione del 2.4%, in forte contrazione il MOL (quasi -23%) e discesa della marginalità. Utile in fortissima contrazione e passato da 32.8 milioni a 16.8, praticamente dimezzato. Ma la cosa peggiore a mio avviso sono state le comunicazioni del management, che ha sottolineato che la contrazione ha riguardato in modo particolare i mesi di aprile e maggio "significativi sia in termini di volumi venduti che di marginalità". Insomma, una pessima notizia. Ad ogni modo rimangono invariati i livelli di resistenza che ho fornito giovedì (e che comunque NON sono mai stati toccati), ma le prospettive FONDAMENTALI (indispensabili per un cassettista) non sono buone per il momento. In un quadro di questo genere i volumi di giovedì che erano molto sostenuti sono stati assorbiti (con gli interessi) da quelli di venerdì. Valuteremo l'evoluzione alla base di quanto scritto in precedenza.
INTERPUMP
Ieri mattina nel forum un lettore mi ha chiesto di fornire un mio parere tecnico sul titolo Interpump. Condividendo ogni punto dell'analisi, rimando tutti all'articolo di ieri a firma del Dott.Emilio Tomasini: https://www.lombardreport.com/2019/9/20/un-buy-e-una-segnalazione-anche-se-siamo-forse-in-aria-da-trappola-di-tori/
JUVENTUS
Ecco subito una "bella" sorpresa per il fine settimana ed un tema per lunedì: aumento di capitale di Juventus fino a 300 milioni di euro deliberato ieri sera (venerdì, ndr) a mercati chiusi. Questa operazione si rende necessaria alla luce degli investimenti degli ultimi anni e dei vari costi di gestione che hanno portato il bilancio in rosso di circa 40 milioni di euro, con un debito che è salito ad oltre 460 milioni di euro (+50%).
Da un punto di vista puramente tecnico già da qualche seduta è stato rotto il forte supporto statico a 1.425 euro che avevo evidenziato tempo fa, con prezzi in continua lateralizzazione sotto il supporto e a ridosso della media mobile a 200 periodi. La rottura di tale livello può facilmente portare il titolo in area 1.30 prima e 1.24 poi. Solo un eventuale ritorno sopra 1.43 euro potrebbe invalidare il tutto. Ieri la chiusura è stata a 1.4005 euro per azione.
Cerved
Interessante compressione di volatilità sul daily. Fondamentale la tenuta di 8 euro. Nell'ultimo periodo l'andamento è decorrelato rispetto all'indice di riferimento.
Illimity Bank
Si sta avvicinando a piccoli passi verso il massimo storico della sua breve vita. O, se preferite, verso il massimo dal collocamento. Sul chart daily invece notiamo che la salita da inizio settembre è stata lenta e costante. Ideale una congestione o lateralizzazione prima di ambire alla rottura dei massimi. I volumi nel complesso sono buoni e costanti, con quasi due milioni di euro di controvalore giornaliero.
Alla prossima puntata!
Ad maiora!
PNA
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)