Ieri si è svolta la riunione della BCE, la penultima con Mario Draghi alla guida il quale sta per lasciare il testimone alla Lagarde. E la prossima nuova governatrice della Banca Centrale ha già messo le mani avanti in merito ai suoi intendimenti. Ma andiamo con ordine.
Di fatto, nessuna sorpresa dal meeting BCE circa i tassi d’interesse e il nuovo QE2 che sarà condotto al ritmo di 20 Mld Eur al mese. Il tasso di interesse sull’impianto di deposito è stato ridotto di 10 bps a -0,50%, come si attendevano gli operatori di mercato, mentre il tasso di interesse sulle principali operazioni di rifinanziamento e il tasso sull’indebitamento marginale sono rimasti invariati ai livelli rispettivamente dello 0,00% e dello 0,25%. Inoltre, i tassi di interesse “chiave” dovrebbero rimanere ai loro livelli attuali o inferiori fino a che le prospettive del target inflazionistico convergeranno saldamente a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione.
Per il QE2, gli acquisti netti ricominceranno per un valore di 20 Mld EUR al mese a partire dal mese di novembre e il Consiglio direttivo della BCE pensa di continuare il più a lungo possibile per rafforzare l’impatto accomodante dei suoi tassi ufficiali e per terminare poco prima di iniziare ad aumentare i tassi di interesse. Inoltre, sono state modificate le modalità della nuova serie di operazioni di rifinanziamento (TLTRO III) in modo da preservare condizioni di prestito bancario favorevoli, garantire la trasmissione regolare della politica monetaria e sostenere ulteriormente la posizione accomodante della politica monetaria e la scadenza delle operazioni viene inoltre estesa da due a tre anni.
Pertanto, ieri Draghi ha convinto i governatori del board sull’opportunità di adottare nuovi stimoli monetari per contrastare il rallentamento dell’inflazione e dell’economia nell’Eurozona, ottenendo sostanzialmente tutto quello che aveva in mente, nonostante alcuni rumors indicassero una crescente opposizione a Draghi in seno alla BCE. Ma tra poco più di un mese la BCE passerà nelle mani di Christine Lagarde, la quale non solo pare voglia confermare l’assoluta condivisione delle misure di Draghi e una sostanziale continuità con il suo operato, ma aprirebbe a ulteriori misure non convenzionali.
Alcuna stampa specializzata è dell’opinione che l’era Lagarde potrebbe dirigersi in acque ancora più inesplorate di quelle in cui si è azzardato a navigare Draghi con il vecchio QE. Infatti la Lagarde ha dichiarato: “Mi atterrò agli stessi principi: combinare il fermo impegno ad espletare il mandato con l’agilità all’adattamento, poiché il mondo attorno a noi cambia”. Aggiungendo che “Sebbene l’impatto delle politiche non convenzionali continui ad essere positivo, dovremmo essere consapevoli dei loro effetti collaterali e prendere in seria considerazione le preoccupazioni delle persone.” In soldoni, Lagarde difende l’impostazione di Draghi, pur riconoscendo che le misure monetarie non convenzionali possano avere effetti collaterali, per cui apre allo studio di nuovi provvedimenti all’insegna di quella “agilità” con la quale la BCE sarebbe maggiormente in grado di espletare il mandato, cioè di perseguire la stabilità dei prezzi.
Come sempre staremo a vedere e intanto torniamo alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, registriamo anche questa settimana rendimenti in risalita. La scorsa rilevazione evidenziava rendimenti negativi sino alle scadenze 2032, ora sino alle scadenze 2029. Il tratto a lunga risale un po’ e si porta in area 0,43% di rendimento contro lo 0,28% della scorsa settimana per le scadenze 2049; sulla scadenza a 10 anni si sale in area -0,04%. Curva lievemente meno piatta ma molto “nervosa” nella parte a breve. Salgono leggermente anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga si attestano ora in area 0,87% e sul tratto a breve risalgono poco sopra area -0,70%.
In leggera risalita anche i rendimenti dei decennali, mentre si contraggono gli spread contro Bund, in modo particolare spread ITA/GER che continua a trarre beneficio dalla nuova situazione politica del nostro Paese. Il decennale tedesco sale di qualche bps e va -0,49% di rendimento attuale contro -0,61% della scorsa rilevazione, la Francia va a -0,21% e l’Irlanda torna in positivo a 0,03%. Salgono anche i rendimenti di Spagna e Portogallo mentre prosegue la discesa dei rendimenti del Btp che va in area 0,85%, mentre il Portogallo va a 0,35% e la Spagna va allo 0,23%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 83 bps, 71 bps e 134 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati il rimbalzo dei rendimenti di queste ultime due settimane non ha modificato il quadro a livello strategico. Trendycator rimane SHORT su tutte le curve analizzate, con l’area UK che vede il Gilt riportarsi poco sopra area 0,60% di rendimento; sull’area BUND il rendimento risale in area -0,50%. Sul Btp Trendycator sempre SHORT con rendimenti ai nuovi minimi storici in area 0,85%. Infine, in leggera risalita anche i rendimenti USA, con Trendycator sempre SHORT sul decennale che si porta verso area 1,80% di rendimento.
Bond Weekly Ranking
Riprendiamo l’analisi sotto forma di ranking dei bond con rating sotto l’investment grade, a caccia di idee da rapporto rischio/rendimento un po’ spinto. Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.01.2020 al 31.12.2025, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 5,00% lordo.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.