Oggi avremo il penultimo board BCE sotto la guida di Draghi, il quale come sappiamo intende imprimere una linea ben precisa prima di lasciare il comando alla Lagarde. Tuttavia, su alcuna stampa specializzata si legge di una crescente opposizione interna contraria a nuovi stimoli monetari. Cosa da non sottovalutare poiché i mercati rischiano di vedere deluse le aspettative che cullano da diverse settimane.
Ora, se queste notizie (o rumors…) siano vere o meno noi non possiamo saperlo, ma è vero che in questi ultimi giorni il Bund si è mosso in modo sospetto: il decennale tedesco, infatti, rendeva in area -0,75% a fine agosto, mentre ora viaggia in area -0,58% ma nei giorni scorsi ha toccato i massimi da oltre un mese al -0,53%. Quasi 20 bps in più in poche sedute che, se in valore assoluto è poca cosa, in valore relativo fa pensare.
Sul fronte del debito italiano questo è poco o nulla evidente, poiché perché il lieve rialzo dei rendimenti è accompagnato dal consistente restringimento degli spread a seguito dell’evoluzione a livello politico nel nostro Paese. Ad ogni buon conto, è chiaro che i bond si stanno muovendo cercando un punto di “equilibrio” tra aspettative e verosimile realtà. Ma quanto sono davvero concreti i rischi che i mercati vadano incontro ad una delusione?
Ad onor del vero, secondo la nostra modesta opinione, Draghi anche questa volta riuscirà a trovare un accordo e ad uscire vittorioso. E’ difficile pensare che proprio a fine mandato Draghi possa subire una sonora sconfitta, viste le sue indubbie doti e la sua capacità di gestire questioni esplosive. Per carità, è possibilissimo che anche se l’intenzione era quella di concludere il mandato con l’ultimo colpo da KO – vista la crescente opposizione interna – la mano risulti più “leggera” nell’allentamento monetario, ma da qui a dire che si profili una debacle ce ne passa.
Come sempre, staremo a vedere. Intanto mentre scriviamo queste righe il mercato obbligazionario è sostanzialmente stabile, con frazionali rialzi su tutti gli asset. E nel frattempo il nostro portafoglio prosegue la sua marcia verso nuove vette e registra un nuovo massimo storico, il quarto consecutivo.
Il nostro NAV vale oggi, ai prezzi correnti di mercato, 116,86 contro i 116,63 di una settimana fa, e aggiorna la progressione al rialzo. NAV a 114,87 a fine luglio, 115,66 a fine agosto, 116,63 a inizio settembre e ora 116,86. Il progresso incassato è notevole, ed è pari al 5,63% da inizio anno e del 7,37% dai minimi di novembre 2018. La performance cumulata supera così l’8%, considerando che a febbraio del 2016 il NAV iniziale del portafoglio valeva 107,99 e che contro i 116,86 attuali porta ad un risultato complessivo dell’8,21%.
Sempre occhi aperti, cassaforte con la liquidità chiusa a doppia mandata e pronti a fare ciò che si dovesse rendere necessario.
Portafoglio come di consueto aggiornato nell’apposita sezione.