L’Etf della settimana – Quello dei bond cinesi, in attesa di novità


Il mercato sta per internazionalizzarsi. Intanto un primo clone specifico è già presente da anni su Borsa Italiana. Caratteristiche, pregi e difetti.

Cedole & dividendi

Un mondo in piena evoluzione e di cui si parla poco. Il comparto dei bond cinesi si sta internazionalizzando senza che gli investitori se ne siano resi sufficientemente conto. Quentin Fitzsimmons, portfolio manager, e Chris Kushlis, credit analyst, di T Rowe Price, importante emittente di fondi hanno di recente scritto un articolo in merito, in cui si ricorda come “l’inclusione delle obbligazioni cinesi in valuta locale nell’indice Bloomberg Barclays Global Aggregate Bond apre le porte del mercato bond del Paese asiatico, avviando una maggiore diversificazione e una più vasta rappresentazione nell’universo del reddito fisso globale. Questo ingresso rappresenta inoltre un importante passo avanti nell’evoluzione della Cina verso mercati dei capitali aperti e trasparenti. Gli investitori, dal canto loro, hanno così l’opportunità di investire in un vasto e importante contesto obbligazionario, finora difficilmente accessibile. I titoli denominati in renminbi emessi dal governo di Pechino e dalle policy bank (banche di interesse nazionale) saranno inclusi nell’indice Global Aggregate con un periodo di transizione di 20 mesi a partire da aprile 2019, con una crescita graduale del peso nell’indice fino a circa il 6%. In totale oltre 300 emissioni denominate nella valuta cinese faranno il loro ingresso nell’indice. Questa iniziativa fa seguito agli importanti sforzi realizzati dal Governo cinese e dalla People’s Bank of China per migliorare e rafforzare il settore obbligazionario del Paese. Fino ad oggi la volontà della Cina di mantenere il controllo sulla propria valuta e di sorvegliare i flussi di capitale in entrata si era tradotta in un mercato obbligazionario meno efficiente e trasparente rispetto a quelli della maggior parte dei Paesi sviluppati. Di conseguenza, la presenza degli investitori stranieri nel contesto onshore è stata tradizionalmente molto bassa, circa il 3% rispetto alla media di oltre il 25% nei mercati sviluppati”. Aggiungono inoltre i due gestori: “Nel complesso riteniamo che le obbligazioni cinesi siano attualmente sottovalutate. In altre parole, siamo convinti che abbiano il potenziale per generare migliori performance rispetto a qualsiasi altro asset cinese nel tempo”.

Ma c’è chi già c’è

Già si sa di nuovi prodotti – fondi ed Etf – che si adegueranno alla novità, ma ciò non esclude che da anni sia quotato su Borsa Italiana un clone riferito al comparto, sebbene limitatamente a una parte della curva. Lo presentiamo oggi come meritevole di attenzione in un’ottica di diversificazione.

Questa la scheda del prodotto.

Emittente

Xtrackers (Deutsche Bank)

Denominazione

Harvest CSI China Sovereign Bond

Isin

LU1094612022

Mercato quotazione

Borsa Italiana Etf Plus

Inizio negoziazione

9/9/2015

Tipologia sottostante

Titoli di Stato cinesi scadenze 4/7 anni

Indice sottostante

Csi Edged medium term Treasury Note Index

Replica

Fisica

Valuta denominazione

Usd

Valuta negoziazione

Eur

Rischio valuta

Sì e doppio, dato il sottostante in Cny

Ter annuo

0,55%

Distribuzione dividendi

Sì (annuale)

Yield in corso

2,58%

Volatilità media

Bassa

Ultima quotazione

19,17 Eur

Minimo/massimo anno

18,59 / 20,05 Eur

Livelli entrata consigliabili su debolezza se la strategia di Pac si imposta sul prezzo

Sui 18,8 Eur

Entrata su forza se la strategia di Pac si imposta sul prezzo

Su quotazioni in corso

Strategia preferibile

Progressivi posizionamenti, pur considerando che le variazioni di prezzo non sono rilevanti

Indicatore di trend consigliabile

Media mobile 50 sedute

Trend in corso

Gradualmente rialzista

Punti forti

E’ uno dei mercati obbligazionari del futuro Bene la replica fisica, non scontata per un Etf un po’ di nicchia Il rendimento da dividendo è dignitoso in un contesto quale quello attuale Bassa volatilità media

Punti deboli

Replica solo una parte della curva dei rendimenti, al momento non la più significativa Il passaggio Cny/Usd e poi Usd/Eur porta al fatto che l’Usd si elide, salvo per chi dispone di un conto in valuta, al quale cedole ed eventuale capitale sono versati nella divisa Usa Il “market maker” lascia talvolta margini di prezzo un po’ ampi fra bid e ask