Se si riprendesse un vecchio articolo di giornale, inerente al crollo di Lehman Brothers nei giorni immediatamente seguenti, ci si accorgerebbe immediatamente che molte delle valutazioni o tesi sostenute da importanti agenzie di rating nonchè da vari analisti finanziari di grido, furono del tutto smentite dai fatti.
Perchè si è verificata questa enorme differenza tra ciò che era percepito, come il sentiment generale, e ciò che poi è stata la realtà?
Non di certo perchè gli economisti e gli analisti finanziari che si espressero in materia, non avessero le giuste conoscenze!
Quale è, dunque, il fattore che non viene mai preso seriamente in considerazione nella valutazione delle prospettive economiche di un paese o di una società?
Bene, il fattore "X" in molti casi più determinante per le sorti di una economia è relativo ad una variabile che non è imbrigliabile all'interno di valori facili da tenere a bada; mi riferisco specificatamente al campo delle aspettative razionali dei consumatori le quali, spesso e volentieri hanno stravolto completamente lo scenario fino ad allora più scontato.
Le stesse nefaste aspettative, in uno scenario intriso dalla paura, in cui erano totalmente immersi gli economisti che a quel tempo erano stati chiamati a fare delle previsioni sul futuro dell'economia mondiale.
Non a caso, uno dei più riconosciuti economisti del nostro tempo, Paul Krugmann, salì agli onori della cronaca come colui che aveva previsto un simile disastro, ma anche lui, fallì nell'interpretazione del futuro.
Nell'ultimo articolo mi ero soffermato proprio sulla crescita delle aspettative dei consumatori italiani, non a caso, infatti, in Italia sta accadendo la stessa divergenza tra ciò che sono previsioni empiriche e ciò che poi accade nella realtà.
Con la continua crescita delle aspettative dei consumatori, e la conseguente crescita delle vendite al dettaglio, l'Italia sta continuamente, anche se di poco, battendo le attese dei dati macroeconomici.
Ciò ci sta permettendo di attraversare, seppur senza gloria, un periodo di chiaro rallentamento globale.
Tale valore non può essere determinato a priori da nessuna agenzia di rating né tantomeno da alcuna istituzione finanziaria visto che riflette l'umore dei consumatori, quel misterioso "street sentiment" , per cui tutti farebbero carte false pur di conoscerne in anitcipo l'andamento.
In borsa, il mantra " follow the trend " o nel commercio " il cliente ha sempre ragione ", rappresentano le linee guida per chi ha a che fare quotidianamente con la formazione dei prezzi o con la creazione di nuovi prodotti.
Perchè, immagino vi starete domandando, di questa lunga disquisizione su un parametro che ha più a che fare con aspetti psicologici che tecnici, più aleatori che empirici?
Certamente, avere dei buoni fondamentali porta senza dubbio ad avere una prospettiva sul futuro più ottimistica, ma a mio modo di vedere, operare quotidianamente con le aspettative, vuol dire andare a pescare, sostanzialmente, laddove vive la paura, laddove vi è una pressione maggiore sui prezzi, spinta dal timore, più che laddove vi è saturazione di ottimismo.
Le più grandi opportunità, storicamente , si trovano quando si acquista ad un prezzo basso, il più basso possibile, cercando di cogliere i punti di correzione del trend.
In settimana, per rimanere collegati agli aspetti psicologici, ci sono stati gli arcinoti " squilli di Trump" a scatenare il panico e si può dire che viste le chiusure di tutte le borse mondiali il suo obiettivo sia stato centrato in pieno!
Le sorti della prossima settimana saranno inevitabilmente pilotate dagli umori che andranno a cozzare contro ciò che è empirico.
L'opportunità può verificarsi nell'andare ad acquistare sulla paura, ma a livelli debitamente bassi, che in alcuni casi (vedi IMMSI) coincidono anche con bellissimi punti di possibile inversione.
IMMSI
L'azione, nonostante il forte calo dell'indice, non ne ha risentito particolarmente, permanendo tuttora in un quadro tecnico di tutto rispetto.
Ad oggi è possibile affermare che un eventuale rientro in area 0.56€ per azione vedrebbe un'ottima probabilità di rimbalzo che potrebbe essere sfruttato sino ai 0.6€ per azione, questo, permanendo lo scenario negativo degli ultimissimi giorni, altrimenti si potrebbe provare a spuntare anche qualche punticino in più.
Abbiamo notato come alcuni titoli studiati la scorsa settimana, abbiano arrestato la loro corsa ai livelli indicati come eventuali punti di ingresso, ( Go Internet e Renergetica ) ma non vi sono stati volumi in grado di far avere un sussulto, anche se Renergetica, un buon recupero lo ha avuto, dando la possibilità di trading stretto, ma, aimè , con scarsissimi volumi.
Go Internet no, è rimasta ferma, placida sul 1,460€.
Per Go Internet vale la stessa considerazione fatta per Immsi, ovvero, in condizioni normali avrebbe visto un rimbalzo, al permanere dello stress di mercato degli ultimi giorni, l'analisi tecnica, per quanto ben fatta, andrebbe a fallire il suo obiettivo.
Torna il suggerimento , inevitabile, di stop-loss stretti quanto basta, cercando di essere degli psicoterapeuti nell'analizzare i vari umori diffusi nel mercato.
D'altronde, con gli indici affogati nel panico, è utopistico pensare a rimbalzi sostenuti da volumi.
Ciò che è accaduto venerdì in tutte le piazze mondiali non può essere di certo ignorato, se non altro è un segnale della forte volatilità che si scatena al minimo vento di guerra, tuttavia, il quadro tecnico seppur per pochissimi punti continua a rimanere millimetricamente rialzista, aggrappato con le unghie e con i denti ad un trend guadagnato col sudore.
Non c'è nulla da fare bisogna rassegnarsi a correre il rischio di avere posizioni che cadranno in stop loss non a causa del quadro tecnico o della correttezza dei propri studi analitici ma a causa di semplici dichiarazioni poco diplomatiche; altra strada è quella di non partecipare attivamente al mercato e rimanere a guardare, ma non è nel mio stile.
(L'autore del presente articolo non è iscritto all'ordine dei giornalisti e potrebbe detenere i titoli oggetto dei suoi articoli)