Il mercato comincia ormai a preoccuparsi di un trend esageratamente rialzista e lascia spazio ai professionisti. Battuta d’arresto ieri, tutta di origine politica. Vicini a un punto di arrivo?
Cedole & dividendi
Tirati anzi tiratissimi. I Btp stanno esagerando nel loro movimento rialzista, dettato tanto dalla formazione di un nuovo Governo quanto dal fatto di rappresentare un’ultima sponda di rendimento positivo nell’area euro relativamente ai governativi, escludendo la Grecia, il cui decennale si colloca all’1,59%. La discesa del Btp a dieci anni sotto l’1% è motivo certamente di sollievo ma anche di sorpresa per il cittadino. L’investitore invece cosa deve chiedersi? Analizziamo un po’ di fattori tecnici.
Rendimento 10 anni – Tutti gli indicatori tecnici sono improntati al “sell”, il che significa di controverso “buy” per il Btp. Parecchi oscillatori sono però in “oversold”, equivalente a “overbought” per il titolo. Se si passa dalla periodicità “daily” a quella “weekly” la situazione si esaspera, poiché il trend rialzista è di lungo periodo e il “sell” diventa “strong sell” sempre per lo yield, inversamente proporzionale all’andamento della quotazione. Attenzione però! La violenza del movimento nelle ultime sedute ha fatto sì che si siano perfino allontanate le medie mobili cortissime (a 5 e 10 periodi), mentre la 100 è abissalmente staccata. E’ vero che il rendimento è sceso sotto l’1% ma ieri nel pomeriggio si è registrato un rapidissimo reversal, con un ritorno verso l’1,05% e poi una discesa all’1,027%. Questo segnale, pur derivante dalle isterie della politica, va interpretato coma la conferma di un’esasperazione delle quotazioni.
Btp 2,8% 2067 (Isin IT0005217390 – yield 2,27%) – Quotazione incredibile rispetto solo a pochi mesi fa. Ieri ha raggiunto quasi i 118 euro in intraday per poi correggere precipitosamente e scendere sui 115, con una chiusura tale da non invertire però il trend rialzista. Indicatori di momentum, stocastico e Macd sono oltre ogni limite storico e confermano un eccesso delle quotazioni che non trova un parallelo riscontro nella forza dei compratori (salvo nelle giornate del 27, 28 e 29 agosto), con un divario riscontrabile anche per altri Btp. I prezzi quindi hanno accelerato pur in presenza di scambi modesti, il che dipende solo in parte dalle festività estive.
Btp 2,8% 2028 (Isin IT0005340929 – yield 0,93%) – Situazione meno esasperata rispetto a quella del 2067. E’ vero che il titolo è inserito in un trend rialzista ben delineato e supportato da tutte le medie mobili ma anche in questo caso si assiste a una modesta forza degli acquirenti, certamente sconcertati da indicatori tecnici ormai oltre ogni limite. Ieri chiusura a 116,46, con una correzione tutto sommato accettabile. A febbraio quotava sui 100. Può proseguire la fase rialzista con margini però contenuti.
Btp 5,5% 2022 (Isin IT0004801541 – yield 0,09%) – Il quadro che si delinea è già diverso, con una forza accelerativa nettamente minore rispetto ai titoli più lunghi. I flussi in acquisto sono stati modesti negli ultimi giorni, complice un rendimento ormai vicino allo zero. Il fattore prossimità del rimborso si fa sentire, a causa di un rapporto duration (2,7)/rendimento sfavorevole, che allontana gli acquirenti sia di corto sia di lungo periodo. Troppo caro per poter dare ancora soddisfazioni.
In sintesi – I flussi in entrata cominciano inevitabilmente a ridursi su una parte della curva, quella più corta, dati i rendimenti vicini o sotto lo zero fino ai 3-4 anni di scadenza. La parte quindi che potrebbe riservare ancora delle soddisfazioni è quella oltre i 15 anni, dove si registrano valori positivi dell’1,54% appunto per il 15 anni, dell’1,70% per il 20 anni, del 2,06% per il 30 anni e del 2,27% per il 50 anni. Sempre che si faccia un Governo in Italia e la Bce attui ulteriori interventi espansivi.