SEGNALI DI ENTRATA E DI USCITA DEL MODELLO QUANTITATIVO LOMBARD PER IL TRADING SULLE AZIONI NASDAQ TIME FRAME SETTIMANALE. ESCE OGNI INIZIO SETTIMANA.
IL REPORT SI COMPONE DI SEGNALI DI ACQUISTO PER NUOVE POSIZIONI E DI AGGIORNAMENTO PER I TITOLI GIA' PRESENTI IN PORTAFOGLIO.
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Il mese di Agosto, di per sé, rappresenta quasi sempre un mese piuttosto volatile per le borse azionarie mondiali vuoi anche per i volumi di contrattazione più bassi rispetto agli altri mesi dell’anno, ma se poi (come al solito) ci si mette anche Trump a rovinare l'avvio delle vacanze estive a tanti risparmiatori in tutto il mondo condizionando con i suoi “tweet” il tema dazi (e non solo) allora prepariamoci a combattere con i racchettoni difendendoci con la bandana e la maschera da sub, scavando trincee nella sabbia facendoci scudo con gli ombrelloni, ma non è detto che ciò basti ! Conoscendo le abitudini del presidente americano, la speranza che faccia un passo indietro con dichiarazioni più accomodanti nei prossimi giorni, potrebbe diventare utopia.
A parte gli scherzi…il quadro di fondo non presenta novità di rilievo anche se, per come si era aperta la settimana borsistica dei principali indici azionari USA, onestamente ci aspettavamo una continuazione del ribasso, moderato non violento, ma la reazione c’è stata ed anche immediata tanto da far pensare, per la settimana prossima, di guardare più al recupero dei massimi che non a sperare nella tenuta dei supporti, anche se c’è da notare che lo “short covering” ha fatto la sua bella parte nel recupero dei corsi. La candela “inside” di venerdì scorso farebbe propendere per tutte e due le soluzioni e noi (sbagliando, mica siamo indovini !!) pensiamo più ad una soluzione di attesa, quindi senza raggiungere nuovi massimi storici e senza rompere al ribasso la M.M. Exp. a 200 (ex-DOW JONES). Venendo ai numeri, il buon recupero di fine settimana ha fatto registrare perdite irrisorie ad iniziare dall’indice S&P500 che chiudendo a 2918,65 ha riportato perdite per un – 0,45%, seguito dall’indice NASDAQ100 che ha chiuso le contrattazioni a 7646,27 perdendo il – 0,60%, infine l’indice DOW JONES che chiudendo a 26287,2 ha perso il – 0,74%. Di seguito i relativi grafici:
Da segnalare i prezzi dell’ORO a 1510 $/oz., sui nuovi massimi da oltre sei anni grazie a un quadro sempre più favorevole dovuto al continuo scontro frontale sui dazi USA-CINA. Da inizio anno chi ha investito nel metallo prezioso guadagna il + 18%. Di seguito il relativo grafico:
LA POLITICA USA DI DONALD TRUMP.
Prosegue l’incertezza per la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, aggravatasi dopo che il gigante asiatico ha sospeso gli acquisti agricoli statunitensi, mettendo in difficoltà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Come risposta, la Casa Bianca sta rinviando la decisione di concedere la licenza speciale del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti richieste dalle aziende statunitensi per continuare a fornire i propri prodotti a HUAWEI.
Infatti, in questo periodo, diverse società americane hanno chiesto il permesso al governo degli Stati Uniti di continuare la catena di fornitura alla società cinese, ma si stanno rendono conto che il processo sarà lungo. Trump sta giocando ancora una volta il gioco dell'assurdità, tenendo presente che la scorsa settimana ha assicurato che non era nei suoi piani di invertire la decisione presa al G20 per consentire maggiori vendite dai fornitori statunitensi a HUAWEI. Questa nuova arma commerciale si aggiunge all'annuncio dell'imposizione di nuove tariffe del 10% su 300.000 milioni di dollari di importazioni cinesi a partire dal 1° settembre, senza dimenticare che la Cina è ufficialmente qualificata dall'Amministrazione Trump come "manipolatore di valuta" dopo la svalutazione dello yuan all'inizio di questa settimana.
Ovviamente queste decisioni potrebbero complicare i negoziati faccia a faccia di Washington previsti per settembre ed infatti Trump, venerdì scorso, ha detto ai giornalisti che gli Stati Uniti "non hanno avuto altra scelta che fare quello che stiamo facendo con la Cina" e ha avvertito che il prossimo round di colloqui commerciali USA-Cina in programma per settembre potrebbe essere annullato. Inoltre ha affermato che: "Stiamo parlando con la Cina, non siamo pronti a fare un accordo, mancano le condizioni, anche se la Cina lo vorrebbe, ma vedremo cosa succede”, "Teniamo tutte le carte", "Stiamo andando bene. Stiamo andando straordinariamente bene."
E non poteva mancare il solito attacco di Trump alla FED con una serie di tweet il cui succo è: tutti tagliano i tassi tranne la FED che è troppo orgogliosa per ammettere di aver sbagliato. Il vero problema è la loro incompetenza e non la Cina che contro gli USA non potranno mai vincere. Ma senza la “complicità” della FED, che permette agli altri paesi di derubare gli USA con svalutazioni ad hoc, tutto sarebbe più facile.
Non solo, ma a domande sulla forza del dollaro il presidente Trump ha nuovamente espresso insoddisfazione per la forza del dollaro USA, affermando che i tassi di interesse della Federal Reserve stanno danneggiando i produttori americani. "L'alto livello dei tassi di interesse della Fed, rispetto ad altri paesi, mantiene alto il dollaro, rendendo più difficile per i nostri grandi produttori come Caterpillar, Boeing, John Deere, le nostre case automobilistiche e altri, competere su un piano di parità ", questo il contenuto di una serie di post su Twitter.
Il presidente repubblicano ha chiesto per mesi al presidente della Fed Jerome Powell e ai responsabili politici della Fed di abbassare i tassi di interesse per sostenere l'economia degli Stati Uniti, ribadendo che l’economia a stelle e strisce andrebbe sicuramente meglio se la Fed fosse meno incompetente! Ricordiamo infine che Il 26 luglio scorso Trump a proposito della forza del dollaro non aveva escluso di agire per indebolire la valuta degli Stati Uniti. I suoi commenti contraddicevano quelli del consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow, che poche ore prima affermava che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti sui mercati valutari.
LA CINA RISPONDE
Dopo diversi periodi di tempo nei quali i cinesi hanno evitato di rispondere, ritardando sempre la reazione attendendo che i dazi entrassero in vigore ed evitando anche di scendere in polemica con Trump, alla fine si sono stufati ed hanno deciso di cambiare tattica. Pechino ad inizio settimana ha rotto gli indugi stabilendo quanto segue:
- Le autorità hanno invitato le aziende pubbliche a interrompere gli acquisti di derrate agricole USA.
- Il cambio è stato svalutato oltre la soglia di 7 vs $, un livello che era stato difeso in altre occasioni.
Alla tv di Stato Cong Liang, segretario della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma della Repubblica popolare cinese, ha smentito le precedenti dichiarazioni degli Stati Uniti circa l’acquisto di derrate agricole dichiarandole non vere. Per quanto riguarda le Società, la risposta cinese è stata immediata: adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi delle imprese del paese. "La Cina sostiene con forza le aziende interessate a intraprendere azioni legali per salvaguardare i loro diritti e interessi legittimi, e continuerà ad adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare in modo decisivo tali diritti", ha detto Hua Chunying, portavoce del Ministero degli Esteri cinese all’Agenzia Nuova Cina (Xinhua). "Abbiamo notato che le aziende cinesi hanno già intrapreso azioni legali negli Stati Uniti", aggiunge Chunying. “La portavoce ha indicato, in riferimento al caso Huawei, che abusando del potere statale, gli Stati Uniti hanno deliberatamente screditato e soffocato specifiche aziende cinesi, danneggiato gravemente la propria immagine e i propri interessi e danneggiato gravemente la catena industriale e di approvvigionamento globale”. "Invitiamo gli Stati Uniti ad abbandonare la mentalità della Guerra Fredda e l'atteggiamento di gioco a somma zero, a smettere di politicizzare le questioni commerciali, a fermare l'irragionevole soppressione delle imprese cinesi e a fare di più per promuovere uno sviluppo sano e stabile della cooperazione commerciale tra Cina e Stati Uniti", ha detto infine Hua Chunying.
E' possibile che, con la loro reazione, le autorità cinesi stiano cercando di isolare il Presidente e alimentare dei contrasti interni all'Amministrazione USA e al Congresso. Una spiegazione più lineare, per contro, è che le ultime due sortite di Trump, abbiano convinto il Presidente Xi dell'inutilità di perseguire una tregua con gli USA. A questo punto, la priorità per la Cina è di predisporsi ad uno scontro prolungato, e concentrarsi, in questo nuovo contesto, sulle finalità interne, ovvero il supporto alla propria economia in un contesto internazionale commercialmente ostile.
Infine per quanto riguarda il cambio, nel corso della scorsa settimana (in USA hanno scritto dopo che Peter Navarro assistente del presidente Trump e direttore dell'Ufficio per le politiche commerciali e manifatturiere aveva dichiarato la CINA “manipolatore di cambio”), c’è stata la decisione della Banca Centrale della Cina di scendere in campo a sostegno della propria valuta, ampliando la banda di oscillazione. Sembrerebbe una piccola concessione a Donald Trump che, anch’egli, aveva accusato apertamente Pechino di "manipolare il cambio". In realtà la Banca del Popolo è scesa in campo anche con una serie di provvedimenti in grado di scoraggiare lo short sullo yuan, tra questi, l’annuncio di un collocamento di 30 miliardi di yuan di obbligazioni a breve termine sulla piazza di Hong Kong, una mossa che drena liquidità e rende meno facile trovare moneta a prestito.
VEDIAMO COME VIENE GESTITO IL TASSO DI CAMBIO?
La banca popolare cinese permette al cambio una libera oscillazione limitata però a un range di 2% intorno a un 'mid-point' rispetto al dollaro Usa fissato quotidianamente dall'istituto centrale. Per determinare tale punto medio si guarda alla dinamica dello yuan nella sessione precedente e alle oscillazioni valutarie dei principali partner commerciali di Pechino. In alcune occasioni la banca centrale ha invece adottato un non meglio precisato 'fattore anti-ciclico' per fissare il mid-point dello yuan per limitare (potenzialmente) brusche variazioni nel clima di fiducia dei mercati. Va poi tenuto conto che Pechino mantiene un rigido controllo sul mercato dei capitali, applica norme che limitano fortemente la quota aperta agli investimenti esteri e gestisce un complesso sistema che regola il trading valutario 'onshore' influenzando i movimenti del cambio 'offshore' -- premessa, questa, che rende assai difficile interpretare quale sia il reale valore della divisa cinese.
COME SI E' MOSSO FINORA LO YUAN RISPETTO ALLE VALUTE PRINCIPALI?
La tendenza prevalente dei mercati finanziari globali è di concentrarsi sul cambio dello yuan rispetto al biglietto verde, dopo un lungo periodo in cui la valuta cinese è stata ancorata a quella Usa. Dalla rivalutazione del 2005, quando Pechino ha rimosso il cosiddetto 'peg' (fissare il tasso di cambio della valuta nazionale) rispetto, in questo caso, al dollaro, ad oggi la valuta cinese si è apprezzata di oltre 17%. Lo scontro sul commercio e la guerra dei dazi tra le prime due economie mondiali ha preso il via nell'aprile del 2018, quando Washington ha imposto i primi dazi su beni importati dalla Cina. Da allora, lo yuan sul mercato offshore si è svalutato di 11% rispetto al dollaro, scivolando in settimana al minimo record di 7,1397 renminbi per dollaro. Se confrontato invece con i livelli del 2008, lo yuan risulta in apprezzamento di 3,7% sul dollaro e di 35% sull'euro, deprezzandosi però di 13% nei confronti dello yen.
LA DINAMICA DELL'INDICE “CFETS” NEGLI ULTIMI ANNI
Verso la fine del 2015, la Cina introdotto per lo yuan un nuovo indice chiamato CFEFTS (China Foreign Exchange Trade System) basato su un paniere di valute, non più soltanto sul dollaro, nel dichiarato intento di meglio esprimere il valore delle voci commercio e investimenti. Dal 2017, sono 24 le valute inserite nel paniere, in cui il peso del dollaro è di 22,4%. Secondo gli analisti, mantenere stretta la banda dell'indice CFETS garantisce a Pechino di non essere svantaggiata in termini di cambio rispetto alle controparti commerciali. Molti esperti ritengono che il livello gradito alle autorità cinesi sia quello di un indice tra 92 e 98, che impedisca allo yuan un'eccessiva svalutazione. In settimana, l'indicatore CFETS è scivolato al di sotto di 92, raggiungendo minimi record.
LA BANCA CENTRALE CINESE INTERVIENE SUI CAMBI?
È raro che l'istituto centrale intervenga direttamente del mercato estero dei cambi. Di norma, la banca opera attraverso le controllate statali, oltre ad intervenire con operazioni sul mercato monetario grazie alle ingenti riserve di valuta estera. La banca centrale influisce in diversi modi anche sulle oscillazioni del cambio sul mercato 'offshore', per esempio con emissioni a breve termine denominate in yuan -- sia da calendario sia fuori calendario -- sulla piazza di Hong Kong. Gli operatori ritengono che in questo modo Pechino possa riassorbire liquidità e contenere le vendite speculative allo scoperto sul cambio.
LO YUAN E' SOTTOVALUTATO?
Certamente no. Il calcolo basato sul tasso di cambio reale ed effettivo (real effective exchange rate, 'Reer'), che misura il valore di una valuta rispetto a quello delle sue principali controparti su base commerciali in termini aggiustati all'inflazione, lo yuan è vicino -- se non in lieve rialzo -- rispetto alla media di lungo periodo. Secondo dati a cura della Banca per i regolamenti internazionali (Bri), nel 2018 il tasso di cambio reale ed effettivo dello yuan è stato di poco inferiore alla media dei precedenti quattro anni. I dati mensili indicano che a fine giugno lo yuan viaggiava 4,9% oltre la media degli ultimi dieci anni e 13,4% oltre quella degli ultimi 15 anni. In compenso, il 'Reer' del dollaro risulta di 11,2% superiore alla media decennale e 10,3% oltre la media degli ultimi 15 anni.
"Il tasso di cambio effettivo reale è un indice di riferimento, rispetto a cui l'attuale quotazione dello yuan è ragionevole" spiega Julian Evans-Pritchard, economista di riferimento per la Cina di Capital Economics a Singapore.
COMMENTI DAL MONDO ECONOMICO
"Le persone non dovrebbero farsi soverchie illusioni: è probabile che le azioni rimangano volatili fino a quando la visibilità degli utili non migliora", ha affermato Alec Young, amministratore delegato della ricerca sui mercati globali presso FTSE Russell. "E con la crescita globale che sta chiaramente rallentando, i progressi nei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina sono fondamentali se gli investitori devono vedere le prospettive degli utili in modo positivo. Sfortunatamente, questo è l'opposto di quello che stiamo ottenendo, poiché la tregua commerciale del G20 si è rotta e il presidente Trump ha messo in discussione la continuazione dei negoziati commerciali previsti per settembre". "Le aspettative di guadagno da parte degli analisti prevedono ancora un'accelerazione della crescita a una cifra elevata verso il 2020. Senza la fine dei dazi, tali aspettative scenderanno insieme alle valutazioni delle azioni", ha infine affermato Young.
In base ai risultati degli ultimi sondaggi di metà giugno, i gestori di portafogli globali evidenziano un accentuato pessimismo sulla scia di diversi fattori: dalla persistente debolezza degli indicatori economici alle dispute commerciali tra Washington e Pechino, dalle forti attese per le prossime mosse delle banche centrali alla imprevedibilità delle dichiarazioni di Trump che con i suoi tweet è capace di scompaginare i mercati in qualsiasi momento.
Sembra proprio che gli asset manager abbiano approfittato dell’ottimo primo semestre dei mercati finanziari per prendere profitto e mettersi in difesa. Tuttavia, secondo Nadège Dufossé, CFA, Head of Asset Allocation di CANDRIAM, tutto questo pessimismo sembra eccessivo. “Abbiamo beneficiato delle opportunità di mercato per rafforzare la nostra posizione sull’azionario nel secondo semestre. Cambieremo tale impostazione solo nel caso in cui il rallentamento economico dovesse peggiorare e se le banche centrali non si dimostrassero capaci di limitare l’attuale indebolimento dell’economia anche per effetto di una escalation nelle guerre commerciali” rivela lo strategist.
Il non pessimismo di Nadège Dufossé si basa principalmente sul fatto che la vera sfida per gli investitori sia sempre di più la ricerca di extra rendimento (alpha). In quest’ottica, indica valutazioni e opportunità nei diversi mercati azionari a cominciare da Wall Street che, per la precisione, dovrebbe beneficiare di un ‘doppio paracadute’: la Federale Reserve e le elezioni presidenziali del 2020.
Questa la sua spiegazione: “La banca centrale USA si è schierata per un rilancio dell’economia e per assicurare condizioni finanziarie accomodanti. Una posizione, la sua, favorita anche dal più ampio margine di manovra a disposizione in tema di politica monetaria rispetto ad altre banche centrali” e per quanto riguarda la politica di Trump reputa probabile un atteggiamento pro-crescita e pro-mercato azionario in vista della sua campagna per un secondo mandato. Il tutto, senza dimenticare che la crescita statunitense resta ben intonata, come dimostrato dal miglioramento dei profitti aziendali, mentre le valutazioni più elevate dei titoli statunitensi sembrano giustificate.
Infine raccogliamo le impressioni di alcuni importanti broker circa il cambio yuan-dollaro. Il piccolo recupero dello yuan delle ultime ore potrebbe essere solo temporaneo. Bank of America Merrill Lynch si aspetta un cross a 7,30. Citibank invece ritiene possibile arrivare a 7,50. Un livello del genere rischierebbe di annullare quasi del tutto gli effetti dei maggiori dazi sull'import cinese.
DATI MACROECONOMICI
Segnali di rallentamento economico in Usa si sono avvertiti nella settimana appena trascorsa. Se il PMI servizi di Luglio a cura di Markit è stato rivisto significativamente al rialzo, 53.0, rispetto al mese precedente ed alle attese degli analisti pari a 52,2 il più importante ISM non manifatturiero ha clamorosamente deluso, 53.7, contro il 55,5 del consensus e dal 55,1 del mese precedente registrando il minimo da Agosto 2016.
Invece il mercato del lavoro tira sempre alla grande, i dati settimanali sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono pari a 209.000 unità ben sotto le attese a 215.000. Infine è stato diffuso anche il dato sulle scorte all'ingrosso nel mese di giugno risultate stabili rispetto a maggio. Il mercato si aspettava una crescita del +0,2%. Pertanto viene rimandata al 3° trimestre anche l’eventuale variazione del PIL.
PORTAFOGLIO AZIONARIO
Non possiamo lamentarci del comportamento del nostro Portafoglio azionario (personalmente sono soddisfatto….ma non lo dico!). Abbiamo un Portafoglio ordini molto importante che, ad eccezione di 2 titoli sui quali perdiamo il – 8% ca. (titoli che fanno ancora parte della precedente infornata), sui nuovi arrivi, piano piano, dolcemente, registriamo ogni settimana un raggiungimento del target. Questa settimana è toccato ad ULTA BEAUTY farci felici e per poco, molto poco, non siamo andati a target su altri 2 titoli (IDEXX ed AUTODESK). Considerate le turbolenze tra la fine di due settimane fa e l’inizio di settimana scorsa, beh…..non possiamo che essere fiduciosi visto l’importante ed immediato recupero.
VARIAZIONI IMPORTANTI SUI TITOLI DEL NASDAQ100 NELLA SCORSA SETTIMANA:
ACTIVISION BLIZZARD - 2,0%. Ma in settimana sono arrivate a $ 45,51 (- 7,16%) dopo che il produttore di videogiochi ha registrato guadagni del secondo trimestre più forti del previsto, ma guidance per una crescita degli utili più lenta nella seconda metà.
ADVANCE MICRO DEVICES + 16,13%. Il titolo ha recuperato tutte le perdite della settimana scorsa in quanto il produttore di chip si è assicurata la fornitura dei propri processori Epyc al nuovo centro dati dei clienti di GOOGLE. Ciò significa che tutte le principali società di cloud pubblico, tra cui AMAZON e MICROSOFT, ora utilizzano i processori Epyc di AMD. Queste tre importanti Società continueranno a utilizzare le CPU Xeon di INTEL (che ha perso di conseguenza il – 5,54%), ma questi contratti con AMD indicano che il quasi monopolio di Intel sui data center - dove una volta controllava il 99% del mercato – si sta allentando. La quota di AMD ha raggiunto il 3% alla fine del 2018 e prevede che tale cifra raggiungerà il 10% entro la prima metà del 2020.
AMGEN + 6,77%. Anche questa settimana il titolo continua l’ascesa prorompente dei valori dopo l’ottima trimestrale economica riportata lo scorso 30 luglio.
HENRY SCHEIN – 4,35%. La Società che fornisce prodotti e servizi sanitari a dentisti, veterinari, cliniche sanitarie istituzionali e governative, ha registrato utili del 2 ° trimestre 2019 pari a $ 0,84/az. su ricavi di 2,4 mld $. La stima degli analisti era per utili pari a $ 0,83/az. e ricavi di 2,5 mld $. Le entrate sono diminuite del 26,4% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha dichiarato di continuare ad aspettarsi utili nel 2019 da $ 3,38 a $ 3,50/az. L'attuale stima degli analisti per gli utili è di $ 3,45/az. per l’anno 2019.
NETEASE.COM + 10,56%. La Società cinese attraverso le sue attività di giochi online, portale Internet, email, ecc. ha registrato guadagni nel 2 ° trimestre 2019 di $ 3,44/az. su ricavi di 2,73 mld $. La stima degli analisti era per utili pari a $ 2,29/az. su ricavi per 2,8 mld $. I ricavi sono cresciuti dell'11,1% su base annua. Nel dettaglio i servizi di giochi online hanno generato entrate per $ 1,67 miliardi, in crescita del 13,6% su base annua; il commercio elettronico ha prodotto entrate per $ 764,3 milioni, in crescita del 20,2% su base annua; i servizi pubblicitari hanno generato ricavi per $ 84,7 milioni, in calo dell'8,3% su base annua; e le imprese innovative e altre entrate prodotte di $ 219,5 milioni, in crescita del 23,2% rispetto all'anno precedente. Il business dei giochi ha funzionato bene nonostante le pressioni stagionali, ha affermato il CFO Charles Zhaoxuan Yang.
KRAFT HEINZ – 17,72%. Il titolo del colosso dell'alimentare perde molto valore dopo aver dichiarato che ci sono altre svalutazioni di asset in vista. L'utile nel 2° trimestre di $ 0,78/az. è stato comunque superiore alle attese di $ 0,75/az. ma il fatturato è sceso a 6,4 mld $ contro attese per 6,6 mld $. Le entrate sono diminuite del 4,2% rispetto allo stesso trimestre del 2018. La pesante “defaillance” del titolo è dovuta anche al fatto che due importantissime banche d’investimento (Morgan Stanley ed UBS) e la casa di investimento Guggenheim hanno tagliato drasticamente il prezzo obiettivo della Società, tra i 30 ed i 25 $/az.
MERCADOLIBRE + 12,26%. La Società attiva nel commercio online in America Latina, ha registrato utili del 2 ° trimestre 2019 pari a $ 0,31/az. su ricavi di 545,2mln $. La stima degli analisti era per utili pari a $ 0,28/az. su ricavi di 497,6 mln $. I ricavi sono cresciuti del 62,6% su base annua. Il sistema di pagamento Mercado Pago dell'azienda ha visto un'adozione senza precedenti non solo tra i partecipanti al mercato MercadoLibre, ma anche da parte di utenti “off-platform” che cercano di spostare denaro. Una crescente classe di consumatori in Messico ed in Brasile è stata la base del successo di MercadoLibre e segnali favorevoli suggeriscono che la società di e-commerce sta facendo di tutto per trovare il modo di continuare a crescere più velocemente. Le uniche preoccupazioni riportate da alcuni economisti riguardano il fatto se il rimbalzo dell'America Latina è sostenibile nel futuro.
MONSTER BEVERAGE – 5,64%. La Società che sviluppa e commercializza bevande non alcoliche è arrivata a perdere in settimana fino al 13,50% dopo aver deluso le aspettative sulle vendite del secondo trimestre pari a 1,104 mld $ (+8,7% sull'anno), sotto le attese di 1,127 mld $. Anche l'utile pari a $ 0,53/az. è stato poco sotto le attese di $ 0,56/az. La discesa del valore del titolo sembra eccessiva in base comunque ad una crescita del fatturato anno/anno, in realtà il margine di profitto lordo è diminuito al 59,9% ed il margine operativo è sceso al 34,3%, con la conseguenza che l’utile non è cresciuto quanto il fatturato. L’utile per azione è stato mantenuto a questo livello grazie al fatto che la Società ha riacquistato circa il 3,3% delle proprie azioni facendone diminuire il numero totale sulle quali spalmare il dividendo.
SYMANTEC + 8,70%. I titoli del leader nel settore della sicurezza informatica, in settimana sono arrivati a guadagnare fino al + 12% in quanto ha riportato utili del 1 ° trimestre 2019 pari a 0,43 $/az. su ricavi per 1,2 mld $. Il consensus era di 0,32 $/az. su ricavi pari a 1,2 mld $. Il fatturato è cresciuto del 7,9% su base annua. Ma la vera grande novità è stata quella dell’annuncio della vendita delle attività di Enterprise Security a BROADCOM (- 1%) per $ 10,7 miliardi in contanti, ottenendo una valutazione interessante per Enterprise Security ed una chiara opportunità per sbloccare il valore nella nostra azienda favorendo clienti, impiegati ed azionisti.
TAKE-TWO INTERACTIVE + 5,90%. La Società, questa volta USA, attraverso le sue attività di giochi online in settimana è arrivata a guadagnare oltre l’8% dopo aver alzato le previsioni per l’anno 2020. Ha riportato utili del 1° trimestre 2019 pari a 0,16 $/az. su ricavi di 540,5 mln $. La stima degli analisti era per utili pari a 0,02 $/az. su ricavi di 354,5 mln $. I ricavi sono cresciuti del 39,3% su base annua. La società ha inoltre dichiarato di prevedere utili per il 2020 da 3,71 a 3,96 $/az. su ricavi da 2,83 a 2,93 mld $. La precedente “guidance” dell'azienda era per un guadagno da 3,39 a 3,65 $/az. su ricavi da 2,70 a 2,80 mld $.
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Pagina a cura di GIANMARCO LUCHETTI SFONDALMONDO.