Passata la grande attesa sui mercati per l’esito della riunione BCE è oggi il turno dell’attese riunione FED che conclude il ciclo delle tanto attese guidance delle due Banche Centrali principali. Per ciò che concerne la BCE, come sappiamo, Draghi e il resto del board non hanno deluso le aspettative. La Banca Centrale, infatti, era chiamata a dare risposte nette a causa di un’economia dell’Eurozona sempre più in difficoltà, stretta tra inflazione calante e Pil stagnante.
Sotto questo profilo le novità contenute nel comunicato BCE sono state molte e di rilievo. Innanzitutto, è stata modificata la “guidance” per aprire ad un prossimo taglio dei tassi; in secondo luogo si è fatta l’ipotesi di un nuovo QE; terzo, dichiarazione di impegno più stringente per centrare il target d’inflazione, anche tollerando temporaneamente che questo venga ecceduto. Infine, come da aspettative la BCE ha lasciato i tassi invariati, ma è inutile negare che l’approccio per il futuro è marcatamente orientato ad un allentamento monetario, per altro indispensabile vista la congiuntura che attanaglia l’area Euro.
Per ciò che riguarda la FED, è indubbio che la conferenza stampa di Jerome Powell sarà uno degli eventi più monitorati dell’intero 2019. Nella riunione di oggi, infatti, la Banca Centrale è “attesa al varco” dai mercati per un taglio dei tassi di interesse, per la prima volta dopo dieci lunghi anni. Le previsioni degli analisti si sono scatenate e si va dalle proiezioni più ragionevoli a quelle campate del tutto per aria. A puro titolo di cornaca, secondo gli analisti di Rabobank, ING e Goldman Sachs – solo per citarne alcuni – la FED abbasserà i tassi di 25 bps, mentre per Deutsche Bank potrebbe spingersi anche oltre operando un taglio di 50 pbs.
Passando alle nostre analisi, con la nostra consueta lettura del mercato obbligazionario attraverso la ZC-Yield Curve, registriamo questa settimana rendimenti in ulteriore crollo rispetto alla scorsa rilevazione, con il tratto a lunga che è ora sotto lo 0,60% di rendimento incapace di salire nemmeno a partire dalle scadenze 2049; sulla scadenza a 10 anni si sprofonda in area 0,04%. Curva sempre più piatta e sempre con rendimenti negativi ora sino alle scadenze 2028. Scendono anche i forward su Euribor 6 mesi che sul tratto a lunga si attestano ora poco sopra area 1,00% e sul tratto a breve sempre immobili.
A due velocità i rendimenti e gli spread contro Bund, poiché per mera questiona matematica il Bund ha limato maggiormente i suoi rendimenti rispetto agli altri e quindi abbiamo rendimenti in discesa ma spread leggermente più larghi. Il decennale tedesco sosta imperterrito in territorio ampiamente negativo (-0,42% di rendimento attuale contro -0,33% della scorsa rilevazione), la Francia va a -0,15% e l’Irlanda va a 0,14%. Scendono anche i rendimenti di Spagna, Portogallo e Italia con il Btp in area 1,58% di rendimento, mentre il Portogallo va a 0,38% e la Spagna va allo 0,29%. A livello di spread Vs Bund abbiamo Portogallo, Spagna e Italia rispettivamente a 79 bps, 70 bps e 199 bps.
Osservando – a livello di analisi integrata – le curve dei rendimenti dei benchmark decennali dei principali mercati nessuna novità, tutto sempre impostato come da tempo a questa parte. Trendycator rimane quindi SHORT su tutti i mercati analizzati, con l’area UK che vede il Gilt consolidare in area 0,70% di rendimento; sull’area BUND il rendimento si porta in area -0,40%. Sul Btp Trendycator mantiene lo SHORT con rendimenti poco sotto area 1,60%. Infine, stabili i rendimenti USA, con Trendycator stabile SHORT sul decennale che prosegue a gravitare in area 2,00% di rendimento.
Bond Weekly Ranking
Proseguiamo l’analisi sotto forma di ranking dei bond con rating sotto l’investment grade, a caccia di idee da rapporto rischio/rendimento un po’ spinto. Il ranking considera i bond in Euro con scadenza dal 01.01.2020 al 31.12.2025, aventi rating da BB+ sino a CCC+ e con rendimento minimo del 4,00% lordo.
Giungiamo anche quest’anno alla tanto sospirata pausa estiva, per cui auguro a voi tutti un lieto periodo di vacanze in attesa di rivederci su queste colonne.
ATTENZIONE: si rammenta che i bond High Yield hanno un rischio spesso non trascurabile in termini di Credit Risk, per cui non sono da considerarsi come suggerimenti operativi, bensì come mere segnalazioni che non saranno poi seguite in modo organico. Pertanto chi decidesse di prendere spunto da tali segnalazioni dovrà poi seguire in via autonoma l’andamento del titolo e le eventuali notizie relative all’emittente, controllando con frequenza il mercato.